Lezione 1 Pensare da economisti

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Lezione 18
Esternalità e Beni Pubblici
Docente: Leonardo Bargigli
2015
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Concorrenza Perfetta e Benessere
• Abbiamo analizzato come, in un mercato
perfettamente concorrenziale, i risultati in
termini di prezzi e quantità garantiscono
l'efficienza ovvero la massimizzazione del
benessere complessivo.
• Al contrario, quando non vige la concorrenza
perfetta, la massimizzazione del benessere
complessivo non ha luogo.
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I fallimenti del mercato
• Ogni qual volta il mercato non garantisce la
massimizzazione del benessere complessivo
assistiamo ad un fallimento del mercato.
• Le forme di monopolio, concorrenza monopolistica e oligopolio
sono quindi dei fallimenti del mercato.
• Esistono altri tipi di fallimenti del mercato e noi ci
concentreremo su due di questi:
1) Esternalità
2) Beni Pubblici
• Andremo a analizzare cosa sono, per quali ragioni
impediscono l'efficienza e in che modo un intervento
pubblico può quindi migliorare il benessere
complessivo.
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Fallimenti del mercato e intervento pubblico
• Abbiamo descritto come, in presenza di concorrenza
perfetta, un intervento pubblico volto a modificare il
risultato del mercato necessariamente riduce il
benessere complessivo.
• L'indicazione di politica economica era quindi che lo
Stato deve astenersi da interferire col mercato.
• Al contrario, in presenza di fallimenti del mercato,
poiché l'efficienza non viene raggiunta
spontaneamente, si aprono degli spazi per l'intervento
pubblico che può, attraverso la propria azione,
incrementare il benessere complessivo.
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Cosa sono le esternalità
• Le esternalità sono l'effetto dell'azione di un
soggetto economico sul benessere di altri soggetti non
coinvolti direttamente nell'azione.
• Nel prendere le decisioni economiche gli agenti
prendono in considerazione i costi e i benefici privati.
Nell'attività economica, se sussiste la concorrenza
perfetta, l'insieme degli agenti massimizza il benessere
complessivo che deriva dalla somma dei benefici
privati al netto dei costi privati.
• Ma cosa accade se il beneficio di un agente arreca un
danno ad uno o più degli altri agenti?
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Un esempio di esternalità: l'inquinamento
• Abbiamo visto che un'impresa che opera in
concorrenza perfetta è portata a produrre la quantità
massima che risulta essere economicamente
sostenibile.
• Ma tale produzione, nella realtà, produce
inquinamento. Siamo quindi sicuri che produrre una
quantità molto elevata sia così conveniente?
• Ogni volta che l'impresa produce, arreca un danno a
tutti i suoi vicini, e questo danno non viene mai preso
in considerazione nella decisione di quanto produrre.
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Esternalità negative e positive
• Le esternalità sono negative quando l'attività
economica genera un danno ad altri soggetti.
• L'impresa che produce e inquina, arreca un danno ai vicini.
• Le esternalità sono positive quando l'attività
economica del singolo genera un beneficio per altri
soggetti.
• Se io restauro la facciata della casa di mia proprietà anche i
miei vicini hanno un beneficio poiché adesso vivono in un
quartiere più bello.
• Se la mia attività prevede l'apicultura, e se i miei vicini hanno
un vivaio, essi beneficiano dalla mia attività.
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Esternalità e Benessere
• Vediamo quali sono le conseguenze della presenza di
esternalità sul benessere.
• Partiamo dal rappresentare la situazione di concorrenza
perfetta. La curva di offerta è determinata dai costi privati
dell'impresa, mentre quella di domanda dalla disponibilità a
pagare dei privati consumatori.
Prezzo
Curva di
offerta
Pe
Surplus del
consumatore
Curva di
domanda
Surplus del
Produttore
Qe
Quantità
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Esternalità negative e benessere
• Tuttavia, in presenza di esternalità negative la società sostiene
dei costi dovuti alla produzione (es. l'inquinamento). Il costo
sociale è quindi più alto di quello privato ed è pari a
quest'ultimo più il costo esterno (o danno sociale) della
produzione.
Curva di
Costo
Prezzo
esterno
costo sociale
Curva di
offerta
Pe
Curva di
domanda
Qe
Quantità
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Esternalità negative e benessere
• La curva di costo sociale serve a determinare qual è la quantità
di produzione che risulta socialmente ottima.
• Il mercato realizza Qe ma l'ottimo sociale è Qsociale.
• In presenza di esternalità negative la quantità realizzata dal
mercato è superiore all'ottimo sociale
Curva di
costo sociale
Prezzo
Curva di
offerta
Pe
Curva di
domanda
Qsociale
Qe
Quantità
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Esternalità negative e benessere
• Se viene prodotta la quantità Qe, vi è una parte della curva di costo sociale che è al
di sopra del prezzo risultante. Tutta quella parte costituisce una perdita, poiché il
prezzo che viene pagato è inferiore al "vero" costo per produrlo.
• La parte gialla viene riassorbita come maggiore surplus totale ma quella rossa è
una vera perdita e una riduzione di benessere. Per definizione, in caso di
esternalità negativa, l’area rossa è maggiore dell’area gialla
Prezzo
Perdita di
bessere
Curva di
costo sociale
Curva di
offerta
Pe
Curva di
domanda
Qsociale
Qe
Quantità
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Esternalità positive e benessere
• In presenza di esternalità positive la società trae dei benefici legati al
consumo del bene (es. l'istruzione). Il valore sociale è quindi più alto di
quello privato ed è pari a quest'ultimo più il beneficio esterno della
produzione. Questo implica che la curva di valore sociale sia al di sopra di
quella di domanda.
Prezzo
Beneficio
esterno
Curva di
valore sociale
Pe
Curva di
domanda
Qe
Quantità
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Esternalità positive e benessere
• La curva di valore sociale serve a determinare qual è la
quantità di produzione che risulta socialmente ottima.
• Il mercato realizza Qe ma l'ottimo sociale è Qsociale.
• In presenza di esternalità positive la quantità realizzata dal
mercato è inferiore all'ottimo sociale
Prezzo
Beneficio
esterno
Curva di
valore sociale
Pe
Curva di
domanda
Qe
Qsociale
Quantità
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Esternalità positive e benessere
• Se viene prodotta la quantità Qe, vi sono delle quantità a destra di essa per
cui il valore sociale è più alto del prezzo risultante. Tutta quella parte
costituisce una perdita, poiché ci sarebbe una disponibilità "sociale" a
pagare un prezzo più alto pur di consumare una quantità più alta e le
imprese, per tale prezzo più alto sarebbero disposte a produrre di più.
• Graficamente, la perdita di benessere è il triangolo rosso.
Prezzo
Beneficio
esterno
Perdita di
bessere
Curva di
valore sociale
Pe
Curva di
domanda
Qe
Qsociale
Quantità
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Le soluzioni alle esternalità
• In presenza di esternalità le forze di mercato non sono in
grado di garantire l'efficienza in termini di benessere.
• Occorre allora domandarsi come è possibile correggere il
meccanismo al fine di incrementare il benessere.
• Esistono alcune soluzioni alle esternalità e queste possono
essere:
• 1) Soluzioni private, se sono attuabili direttamente all'interno del mercato.
• 2) Soluzioni pubbliche, se è necessario l'intervento del attore pubblico.
• 3) Soluzione miste, se sono attuabili direttamente dal mercato ma solo a
patto che l'attore pubblico crei delle istituzioni adeguate.
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Le soluzione private all'esternalità - I
• In presenza di esternalità è possibile che gli agenti economici si
organizzino autonomamente per ottenere soluzioni più efficienti.
• Due possibili modi in cui possono organizzarsi sono le norme sociali e le
acquisizioni delle imprese.
• Le norme sociali potrebbero sanzionare spontaneamente gli agenti il cui
operato ha delle esternalità negative sulla collettività. Ad esempio, un
impresa che inquina molto potrebbe crearsi una brutta reputazione e i
consumatori potrebbero decidere di punirla non comprando più i suoi
prodotti.
• Per non incorrere nel boicottaggio, le imprese potrebbero scegliere,
autonomamente di inquinare meno, risolvendo o mitigando la perdita di
benessere complessivo.
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Le soluzione private all'esternalità - II
• In altri casi gli agenti economici potrebbero agire in modo da
internalizzare nel proprio operato le esternalità (soprattutto
se positive, altrimenti manca l’incentivo…).
• Ad esempio un'impresa che possiede molti vivai nota che
l'apicultura delle impresa B confinante è molto positiva per la
propria produzione. Tuttavia il livello di produzione
dell'impresa B non è molto grande e l'impresa A gradirebbe
che tale produzione aumentasse.
• In queste circostanze l'impresa A potrebbe acquistare
l'impresa B, internalizzarne le esternalità, e ampliare
fortemente la produzione di apicultura fino al livello che è
complessivamente ottimale.
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I limiti delle soluzioni private
• Tali soluzioni private hanno principalmente due limiti:
• 1) L'applicazione delle norme sociali è fortemente imperfetta:
i cittadini difficilmente sono in grado di sapere se un'impresa
sta inquinando oppure no. E, ancora peggio, non sono in
grado di vedere rapidamente se un'impresa corregge il proprio
comportamento in maniera virtuosa.
• 2) L'acquisizione di imprese complementari rischia di non
essere conveniente per via dei costi di transazione (tasse di
transazione, tempo perso per trovare un accordo, rivalità e
rancori fra confinanti ecc…). Inoltre non è sicuramente
conveniente internalizzare le esternalità negative.
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L'intervento pubblico
• Abbiamo visto che in alcuni casi le soluzioni private
all’esternalità non funzionano.
• In altri casi poi, le inefficienze derivanti dalle esternalità non
possono essere risolte autonomamente dagli agenti
economici.
• Poiché in queste circostanze si osserva una perdita
di benessere vi è la necessità che lo Stato intervenga
per provare a porre rimedio a questa perdita.
• Lo Stato può intervenire principalmente in due modi:
1) Con la regolamentazione dell'attività soggetta a esternalità.
2) Imponendo delle imposte o dei sussidi sull'attività soggetta a
esternalità.
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La regolamentazione
• In presenza di esternalità negative la soluzione di mercato
implica una produzione troppo elevata. In presenza di
esternalità positive tale soluzione implica invece una
produzione troppo bassa.
• In tale circostanze lo Stato potrebbe intervenire fissando una
quantità massima di produzione (in presenza di esternalità
negative) o una quantità minima di produzione (in presenza di
esternalità positiva).
• In pratica lo Stato costringe le imprese ad adeguare la propria
produzione a quella che viene reputata la quantità socialmente
ottima.
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La regolamentazione
• La regolamentazione ha l'inconveniente che richiede molte
informazioni per essere messa in pratica.
• Lo Stato, nel fissare le quantità massime o minime, dovrebbe
conoscere perfettamente quali sono le quantità socialmente
ottime.
• Inoltre dovrebbe aver ben chiaro se, per tale quantità, l'impresa
è in grado di ottenere profitti non-negativi: se così non fosse
l'impresa finirebbe per fallire e la regolamentazione avrebbe
prodotto quindi un danno economico.
• Più in generale, per imprese diverse, la quantità ottima da
produrre, dato il tetto complessivo, è diversa da impresa a
impresa. Esiste quindi il problema di assegnare le quote…
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Le imposte e i sussidi
• Lo Stato, prendendo atto che in presenza di esternalità la
produzione è troppo alta o troppo bassa, potrebbe
disincentivare o incentivare la produzione tramite imposte o
sussidi.
• Se lo Stato impone delle imposte sulla produzione dei beni
abbiamo visto che queste imposte sono assimilabili a dei costi
aggiuntivi e fanno quindi traslare la curva di offerta verso l'alto.
• Se lo Stato garantisce dei sussidi alla produzione, questi sono
assimilabili ad una riduzione del costo di produzione e fanno
traslare la curva di offerta verso il basso.
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Le imposte pigouviane
• La presenza di un'imposta sulla produzione esattamente pari al costo
esterno fa traslare la curva di offerta trasla verso l'alto e la rende identica
alla curva di costo sociale. In questo caso la soluzione del mercato (Qe2) e
quella di ottimo sociale (Qsoc) coincidono!
• Oltretutto, lo stato incassa del denaro!
Costo esterno = imposta
Curva di costo
sociale
Curva di offerta in
presenza di imposte
Prezzo
Curva di offerta in
assenza di imposte
Pe1
Curva di
domanda
Qe2=Qsoc.
Qe1
Quantità
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Esternalità positive e benessere
• La presenza di un sussidio sulla produzione esattamente pari al beneficio
esterno fa traslare la curva di offerta verso il basso. In questo caso la
soluzione del mercato (Qe2) e quella di ottimo sociale (Qsoc) coincidono!
• In questo caso però, vi è un costo per lo Stato.
Curva di valore sociale
Beneficio esterno=sussidio
Curva di offerta in
assenza di sussidi
Prezzo
Curva di offerta in
presenza di sussidi
Pe
Curva di
domanda
Qe
Qsociale
Quantità
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Le soluzioni ibride
• In altri casi possono emergere delle soluzione ibride in cui di
fatto lo Stato crea delle istituzioni che rendono possibile per gli
agenti economici porre autonomamente rimedio alle
inefficienze dovute alle esternalità.
•
•
•
•
Tre casi in cui queste interventi sono possibili sono
1) la creazione di mercati per i permessi negoziabili.
2) la certificazione.
3) L’assegnazione di diritti
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Imposta pigouviana versus
regolamentazione
• Imposta e pigouviana e regolamentazione raggiungono
entrambe la quantità socialmente ottima
• L’imposta pigouviana è preferibile perché ciascuna
impresa può decidere se produrre di più o di meno sulla
base del proprio costo opportunità:
▫ Es. una impresa confronta il costo marginale di
ridurre l’inquinamento con la tassa: se il primo è
inferiore alla seconda, ridurrà l’inquinamento;
altrimenti, pagherà la tassa
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I permessi negoziabili
• Con la creazione di permessi negoziabili lo Stato, in
presenza di esternalità negative, assegna delle quantità
o quote di produzione (o di inquinamento) ad ogni
impresa ma permette che tali quote siano scambiate
fra le diverse imprese.
• In questo modo lo Stato controlla la quantità
complessiva di produzione ma permette che tali
produzioni siano distribuite fra le imprese in maniera
efficiente.
• In pratica le imprese che autonomamente producono
o inquinano meno posso cedere le loro quote a quelle
imprese che trovano efficiente produrre (e quindi
inquinare) molto.
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Permessi negoziabili versus tassa
pigouviana
• La quantità raggiunta è quella socialmente
ottima in entrambi i casi
• Nel primo caso, le imprese pagano altre imprese
per il diritto ad inquinare; nel secondo versano
la tassa allo Stato
• Necessariamente, l’importo dell’imposta
Pigouviana è pari al prezzo del diritto ad
inquinare
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Permessi negoziabili versus tassa
pigouviana
• In pratica, i permessi sono preferibili perché è
più semplice quantificare il livello massimo di
emissioni (es. sulla base di studi appositi come
nel caso del co2) che non l’importo della tassa
pigouviana
• Il prezzo «giusto» viene determinato
spontaneamente dalle imprese
• N.B. I mercati dei permessi negoziabili fino ad
oggi sono stati un sostanziale fallimento!
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La certificazione
• Con l'istituzione di un sistema di certificazione lo stato
certifica e garantisce le modalità e gli effetti della
produzione di un'impresa.
• In pratica rende esplicito e visibile il fatto che
un'impresa con la sua produzione sta generando un
esternalità positiva o negativa.
• Ad esempio lo Stato può certificare che un'impresa sta
inquinando molto oppure che un'impresa, con la sua
produzione, contribuisce al ripopolamento di un certo tipo di
bestiame, considerato prezioso.
• I consumatori, potendo avere queste informazioni con
certezza, potrebbero aumentare o ridurre gli acquisti
presso tale impresa per punirla o premiarla.
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Assegnazione di Diritti e teorema
di Coase
• Il teorema di Coase afferma che, in assenza di
costi di transazione, il mercato raggiunge
spontaneamente l’ottimo sociale
• Questo accade attraverso transazioni di mercato
tra le parti coinvolte nell’esternalità, che
riflettono i costi-opportunità delle parti
coinvolte. (Es. impresa viene pagata dai vicini
per non inquinare…)
• Il surplus totale viene massimizzato (beneficio
marginale = costo marginale)
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Assegnazione di Diritti e teorema
di Coase
• La ripartizione del surplus è strettamente dipendente
dall’assegnazione iniziale di diritti
• Es., se l’impresa ha diritto di inquinare quanto vuole,
sono i vicini a pagare. Se invece sono i vicini ad avere
diritto a non essere inquinati, è l’impresa a doverli
pagare…
• Inoltre, occorrerebbe tenere conto delle esternalità
ulteriori, es. i vicini potrebbero essere disposti a pagare
però senza considerare i costi sanitari a carico della
collettività
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Beni privati e beni pubblici
• Alcuni beni appartengono esplicitamente ad un
individuo, impresa o ente e l'uso che questi ne fa
impedisce ad altri agenti economici di utilizzare
tale bene.
• Ad esempio un individuo possiede una casa e
questo impedisce ai suoi vicini di usarla.
• I beni di questo tipo sono detti beni privati.
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Beni privati e beni pubblici
• Esistono alcuni beni per cui queste caratteristiche
non sussistono e questi sono detti beni pubblici.
• ATTENZIONE: in economia, con bene pubblico non
ci si riferisce a un bene la cui proprietà è dello Stato
ma al fatto che esso presenta alcune caratteristiche
precise che andremo a descrivere fra poco.
• Ad esempio, l'aula dove stiamo facendo lezione
appartiene allo Stato ma non costituisce, in senso
economico, un bene pubblico.
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La definizione di bene pubblico
• In economia, con bene pubblico, si identifica
un bene che possiede due caratteristiche:
• La non-escludibilità
• La non-rivalità
• Il fatto che un bene appartenga allo Stato non
implica, nel linguaggio economico, che sia un
bene pubblico.
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La non-Escludibilità
• Un bene è non-escludibile quando, una volta
prodotto, è impossibile escludere un individuo dal
consumo di tale bene.
• Ad esempio se viene costruito un insieme di
lampioni che illumina una via, è impossibile
escludere che un passante li utilizzi.
• In alcuni casi, l'escludibilità è presente in teoria ma non in
pratica: in teoria potremmo mettere un controllore accanto
ad un ogni lampione che richiede un pedaggio ai passanti che
utilizzano la sua illuminazione. Chiaramente, questo in
pratica è impossibile.
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La non-Rivalità
• Un bene è non-rivale se l'utilizzo di tale bene da
parte di un individuo non danneggia o compromette
l'utilizzo di tale bene da parte degli altri individui.
• Ad esempio se viene costruito un insieme di lampioni
che illumina una via, l'utilizzo da parte di un
passante di tale illuminazione non compromette
minimamente l'utilizzo di tale illuminazione da parte
di tali individui.
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non-Rivalità, non-Escludibilità e beni pubblici
• Quando un bene possiede le caratteristiche di
non-rivalità e non-escludibilità esso è detto bene
pubblico.
• Il sistema di illuminazione di una strada è un esempio di
bene pubblico.
• L'effettiva proprietà del bene non incide sul fatto
che questi sia o meno un bene pubblico.
• Ad esempio, l'illuminazione di una strada potrebbe essere
fornita da un'impresa privata con lampioni di proprietà di
tale impresa.
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Beni privati di proprietà statale
• Inoltre è possibile (e diffuso) che beni che sono
escludibile e rivali (ovvero beni privati) siano di
proprietà dello Stato.
• L'aula in cui facciamo lezione è escludibile (basta
chiuderci a chiave) e rivale (se siamo noi ad
utilizzarla per farci lezione altre persone non
possono utilizzarla)
• Quindi l'aula dove stiamo facendo lezione non è
un bene pubblico in senso economico ma è di
proprietà dello Stato.
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Le risorse collettive
• Esistono poi beni per cui vale solo una fra le
caratteristica di non-escludibilità e non-rivalità.
• I beni che sono non-escludibili ma non sono nonrivali possiamo definirli risorse collettive.
• Ovvero tali beni sono a disposizione di tutti ma se
uno li consuma, l'altro non può farlo.
• Ad esempio, i banchi di pesci in mare aperto sono nonescludibili ma non sono non-rivali: se sono io a pescarli, un
altro individuo non potrà prenderli.
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La non-rivalità e il monopolio naturale
• Alcuni beni esibiscono soltanto la caratteristica di
non-rivalità. Questi beni costituiscono quindi dei
monopoli naturali.
• In caso di non-rivalità il costo dovuto ad un
consumatore aggiuntivo è praticamente nullo e
quindi i costi medi totali sono decrescenti.
• Di conseguenza risulta conveniente che sia una
sola impresa a fornire interamente la produzione
necessaria di questo bene: ovvero il monopolio
risulta avere dei vantaggi.
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Esempi di beni pubblici
• La difesa nazionale è un tipico esempio di bene
pubblico.
• Una volta che uno Stato ha provveduto a creare un
esercito per la difesa dei propri cittadini, non è
possibile escludere alcun cittadino dal godere di tale
beneficio: non-escludibilità.
• Una volta che uno Stato ha creato un esercito il fatto
che nasca un cittadino aggiuntivo che gode di tale
protezione non previene il fatto che gli altri cittadini
siano protetti: non-rivalità
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Esempi di beni pubblici
• La conoscenza scientifica di base è un altro
esempio di bene pubblico.
• Una volta scoperto ad es. un nuovo teorema, non
è conveniente limitare l’accesso degli individui a
tale conoscenza: non-escludibilità.
• Il fatto che un individuo utilizzi questo risultato
non impedisce il fatto che un altro individuo
faccia lo stesso: non-rivalità.
• Attenzione: le «conoscenze applicate» possono divenire
escludibili tramite brevetti o segreto industriale.
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I problemi legati ai beni pubblici
• In presenza di beni pubblici emergono delle
problematiche economiche che potrebbero rendere
sconveniente (o impossibile) lasciare che sia il
mercato a provvedere in maniera autonoma
all'acquisto e alla fornitura di tali beni.
• Di conseguenza, si aprono degli spazi di intervento
per l'attore pubblico che può intervenire per ovviare
a queste mancanze.
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Il problema del free ride
• Prendiamo l'esempio di una strada particolarmente buia.
• Tutti gli abitanti di tale via hanno interesse che venga costruito
un sistema di illuminazione.
• Tuttavia se un'impresa si offrisse per costruire tale
illuminazione e andasse a chiedere agli abitati di tale via di
pagare per tale illuminazione, avrebbe grossi problemi.
• Infatti, ogni abitante, anche se si rifiutasse di pagare, godrebbe
dei benefici dell'illuminazione: manca quindi l'incentivo a
pagare per tale bene. Questo è dovuto al fatto che
l'illuminazione della strada è un bene non-escludibile.
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Il problema del free ride
• In pratica vi è un problema perché, in assenza della nonescludibilità, ci sono degli individui che godono i benefici di
tale bene pur non pagandone il prezzo.
• Gli individui che si comportano in questa maniera sono
detti free rider e, in presenza di tali individui, viene meno
l'offerta da parte delle imprese pur rimanendo un forte
bisogno di tale bene.
• In pratica, un bene di cui vi è una forte domanda, non viene
fornite dalle imprese.
• Vista tale mancanza, si potrebbe rendere necessario un
intervento pubblico.
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Beni pubblici ed intervento pubblico
• A tutti gli effetti il mercato privato raramente
provvede alla fornitura dei beni pubblici.
• Le caratteristiche intrinseche di questi beni, infatti,
rendono difficile per un privato trarre profitto dalla
loro fornitura.
• La necessità dei beni pubblici (come nel caso
dell’illuminazione pubblica) unita alla scarsità di
offerta privata di tale bene rende necessario
l’intervento di un soggetto pubblico che provveda a
erogare questo fondamentale servizio.
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Beni pubblici ed intervento pubblico
• Nel garantire la fornitura di questi beni lo Stato
può operare in vari modi ma le tre principali
soluzioni consistono
• i) nel fornire direttamente tali beni.
• ii) nel pagare affinché un’impresa privata li
fornisca
• iii) nel fornire dei sussidi affinché le imprese
trovino conveniente la produrre questi beni.
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Le forme di intervento pubblico
• Fornitura diretta di tali beni: ad esempio lo
Stato provvede direttamente alla ricerca di base,
ovvero "produce" tale bene attraverso il sistema
universitario e altre istituzioni scientifiche.
• Le spese per sostenere tale costi non vengono
direttamente da chi "acquista" questi beni ma sono
finanziate dalla fiscalità generale (le tasse).
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Le forme di intervento pubblico
• Vi sono dei problemi nella fornitura diretta dello Stato:
• Vi è il rischio di inefficienza se l'impresa pubblica è inefficiente.
• Inoltre non è chiaro quale sia il livello ottimale di produzione
dei beni pubblici.
• Poiché gli individui non pagano direttamente per tali servizi
non si riesce a verificare qual è la domanda effettiva per tali
servizi.
• Si cerca di ovviare a questo problema tramite l'analisi costibenefici ovvero un'analisi che cerca di appurare quali sono i
costi materiali e i benefici economici e sociali nel fornire un
certo bene pubblico.
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Analisi costi-benefici
• Il bene pubblico è privo di prezzo, per cui
calcolare i benefici (marginali/totali) non è
semplice
• Si potrebbe richiedere ai consumatori la loro
disponibilità a pagare per ottenere un certo bene
pubblico, ma non abbiamo garanzia di una
risposta veritiera
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Le altre forme di intervento pubblico
• Pagamento di un’impresa privata che
fornisce i beni pubblici.
Ad esempio lo Stato paga un'impresa privata che
provveda allo smaltimento dei rifiuti.
Vi sono problemi di assegnazioni di tali fornitura, in
parte risolvibile tramite il sistema degli appalti.
• Fornire dei sussidi affinché le imprese
trovino conveniente la loro produzione.
Ad esempio sussidiare orchestre e gruppi musicali
affinché si esibiscano in esibizioni pubbliche.
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Le risorse collettive
• Non-escludibili ma rivali, es. risorse ittiche in
mare aperto
• Se gli individui sono «egoisti», l’esito è uno
sfruttamento eccessivo delle risorse
• Pensiamo al caso dell’oligopolio: i consumatori
possono acquistare da ogni impresa (non
escludibilità), ma se comprano da una non
comprano dall’altra (rivalità)
• I consumatori rappresentano una «risorsa
collettiva» per gli oligopolisti…
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Le risorse collettive, «la tragedia
dei comuni»
• E’ come il dilemma del prigioniero: se mi aspetto
che gli altri ad es. aumentino la propria quota di
pesca, anche io l’aumenterò; viceversa, se mi
aspetto che non l’aumentino, per me (individuo
«massimizzatore») è conveniente aumentarla;
quindi, in ogni caso, aumenterò la quota di pesca
mettendo a rischio la riproduzione di una risorsa
limitata
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Intervento dello Stato
• Lo Stato può intervenire con:
▫ Regolamentazione (es. quote di produzione)
▫ Tassazione
▫ Assegnando diritti di proprietà (es. ripartizione
terre)
• Nota storica: la «tragedia dei comuni» non ha
nulla a che vedere con le «recinzioni» del XVIII
secolo: si trattava di espellere i contadini a
beneficio dei grandi proprietari, non di ripartire
la terra
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Risorse collettive ed esternalità
• La «tragedia dei comuni» dipende
dall’interdipendenza delle decisioni, quindi è un
caso di esternalità negativa
• L’eccesso di inquinamento si può vedere come
un eccessivo sfruttamento di risorse collettive
(aria e acqua pulite)
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