Emirati Arabi Uniti: il melting pot dei mercati

Investire nei Mercati Emergenti
Note di Mark Mobius
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Emirati Arabi Uniti: il melting pot dei mercati emergenti
Date : 19 febbraio 2014
La regione investibile Medio Oriente/Nord Africa, conosciuta come “MENA”, comprende 11 paesi
diversi, che vanno dall’Oman al Marocco oltre a Bahrain, Egitto, Giordania, Kuwait, Libano, Qatar,
Arabia Saudita, Tunisia ed Emirati Arabi Uniti (EAU). Di recente ho avuto il piacere di ritornare a
Dubai, l’affascinante e cosmopolita città più importante degli EAU, abitata da una popolazione
eterogenea proveniente da tutto il mondo. Sebbene nell’ultimo paio d’anni certi paesi MENA siano
stati gravati da problematiche geopolitiche, gli EAU hanno attirato l’interesse degli investitori
grazie alla loro relativa stabilità rispetto ad altri mercati di frontiera della regione e alle loro
prospettive economiche generalmente soddisfacenti. Gli EAU rappresentano una destinazione
attraente per gli investimenti e dimostrano che non si può attribuire una stessa connotazione a tutti
i paesi della regione.
Negli EAU tutto è in piena crescita ed evoluzione, non soltanto i grattacieli che svettano dalle
sabbie del deserto. MSCI, società fornitrice di indici, ha già annunciato che gli EAU (insieme con il
Qatar) sarebbero stati promossi da mercati di frontiera a mercati emergenti a partire da maggio di
quest’anno. Il beneficio potenzialmente più significativo di questa riclassificazione è probabilmente
la maggiore fiducia che potrebbe infondere negli investitori. A sua volta, ciò potrebbe a nostro
avviso incrementare gli afflussi nel portafoglio, grazie all’ingresso di investitori istituzionali esteri e
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alle operazioni degli investitori passivi, o che replicano l’indice. La prospettiva di ulteriore liquidità
potrebbe stimolare i responsabili politici a continuare a riformare i rispettivi mercati, come sta già
avvenendo. Tra le riforme in discussione vi è la possibile fusione delle due borse valori degli EAU:
Abu Dhabi Securities Exchange Market (ADX) e Dubai Financial Market (DFM).
Penso che il futuro degli EAU appaia brillante per varie motivi. Per quanto concerne la facilità di
fare affari, gli EAU sono uno dei paesi migliori della regione; l’indice 2014 della Banca Mondiale
classifica infatti gli EAU al 23° posto su 189 paesi [1]. Gli EAU fanno parte del Consiglio di
Cooperazione del Golfo (GCC), insieme con Bahrain, Arabia Saudita, Oman, Qatar e Kuwait, un
gruppo che ritengo potrebbe sorprenderci in termini di tassi di crescita in futuro. Per il 2014, il
Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del PIL del 3,9% per gli EAU[2]. Le aliquote
fiscali sono generalmente basse nel GCC e gli EAU a tale proposito sono esemplari. A Dubai, le
imposte sul reddito sono pari a zero e gli utili non sono assoggettati ad alcuna tassazione,
rendendo gli investimenti molto interessanti non soltanto per i privati ma anche per le società. Le
valute di tutti questi paesi sono ancorate al dollaro statunitense, eccetto quella del Kuwait, che è
ancorata a un paniere o gruppo di valute; di conseguenza, l’impatto esercitato su queste valute dal
rallentamento o dalla cessazione del programma di acquisto di asset attuato da tempo dalla
Federal Reserve dovrebbe essere minore rispetto alle ripercussioni subite da certi altri mercati
emergenti. Dubai si è anche prefissa di diventare un centro globale per la finanza islamica, che
prevede veicoli d’investimento conformi alla Sharia. Ritengo che quest’evoluzione sia soltanto
nelle fasi iniziali, poiché questi prodotti sono oggetto di notevole interesse in tutto il mondo.
Il boom immobiliare di Dubai
Dopo il boom del 2008 e il crollo del 2009, il mercato immobiliare di Dubai si è ripreso. I progetti
stanno aumentando parallelamente ai prezzi degli immobili: nel terzo trimestre del 2013, i prezzi
delle case a Dubai sono infatti saliti del 21% su base annua, dopo i rialzi del 18% messi a segno
sia nel primo che nel secondo trimestre[3]. Il mercato immobiliare di Dubai è sulla strada di una
bolla? Sebbene questo timore non sia infondato, al momento rilevo ancora una buona domanda,
considerando il numero crescente in cui stanno convergendo a Dubai gli investitori dall’Arabia
Saudita, Iran, Egitto, India, Pakistan e altre parti del Medio Oriente e del mondo. Il governo è
consapevole della possibilità di una bolla ed è pertanto prudente. Rispetto al 2008, il mercato
immobiliare di Dubai appare oggi più solido, grazie anche alle misure messe in atto per limitare la
speculazione, incluse le restrizioni ai mutui ipotecari. La maggior parte degli acquisti nel periodo
precedente il crollo era condotta con finanziamenti bancari e riguardava progetti in corso, non
edifici completati. Attualmente, la maggioranza delle operazioni avviene in contanti e gli
appartamenti sono completati e pronti per la consegna. Chi sono gli acquirenti? I più importanti
provengono da altri paesi GCC, come dimostrano le targhe delle automobili parcheggiate davanti
ai centri commerciali e in altri luoghi d’interesse di Dubai. Nella classifica dei maggiori acquirenti
immobiliari, dopo quelli del GCC troviamo i gruppi provenienti dal subcontinente asiatico, ossia
India e Pakistan, seguiti da Giordania, Libano e Siria, insieme ad egiziani e nordafricani. Anche
russi e iraniani investono e pure i cinesi sono diventati grossi acquirenti immobiliari a Dubai.
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Attualmente la popolazione permanente degli EAU è di circa nove milioni di persone, due dei quali
residenti a Dubai. Tuttavia, nella sola Dubai arrivano ogni anno 11 milioni di visitatori, e i residenti
permanenti rappresentano quindi una minoranza. In questa città vivono persone di centinaia di
diverse nazionalità. Cenando a un ristorante francese, il mio team e io abbiamo scoperto che il
cameriere che ci serviva era della Guinea, ma cresciuto in Francia. In altri locali, abbiamo
incontrato lavoratori provenienti da Uzbekistan, Russia, Brasile e Ucraina. L’addetto del centro
benessere del nostro albergo era indiano. Ecco cos’è Dubai oggi: una città veramente cosmopolita
che attira persone da ogni parte del mondo e una costante fonte di nuova ispirazione ogni volta
che la visito.
Dubai, una finestra sul mondo
Mentre il mio team e io eravamo a Dubai, è stato annunciato con grande risonanza che la città
aveva vinto la gara per ospitare il 2020 World Expo, battendo concorrenti come la turca Izmir, la
brasiliana San Paolo e la russa Yekaterinburg. Ho sentito un enorme fragore e sono corso
all’aperto, vedendo così un’esplosione di fuochi pirotecnici avvolgere il Burj Khalifa, il grattacielo
più alto e – a mio giudizio – più bello del mondo. L’edificio è stato avvolto da una miriade di fuochi
che si propagavano da un piano all’altro fino a ricoprirlo completamente, uno spettacolo davvero
incredibile! Alla fine tutto il grattacielo si è quindi illuminato di blu, il colore simbolo del tema
dell’Expo di Dubai. Questa città sta destinando una notevole mole di impegno e risorse per
trasformare l’evento in un grande richiamo per i visitatori da tutto il mondo.
La notte di San Silvestro, il grattacielo ha fatto il suo ingresso nel 2014 con uno spettacolo di fuochi
d’artificio ancora più straordinario, che ha richiamato visitatori di ogni parte del mondo e
affascinato il pubblico anche più numeroso che l’ha seguito in televisione da tutto il mondo.
Penso che questo melting pot globale conosciuto come Dubai sia destinato ad accogliere un
numero crescente di visitatori e investitori, a mano a mano che cresce la sua importanza nel
panorama mondiale futuro.
[1] Fonte: “World Bank: 2013. Doing Business 2014: Understanding Regulations for Small and
Medium-Size Enterprises. Washington, DC: World Bank Group. DOI: 10.1596/978-0-8213-9984-2.
License: Creative Commons Attribution CC BY 3.0
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[2] Fonte: IMF World Economic Outlook, October 2013. Copyright © 2013. By International
Monetary Fund. Tutti i diritti riservati.
[3] Fonte: Global Property Guide, December 16, 2013.
[A1]“A Dubai, EAU, con il Burj Khalifa sullo sfondo”
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