L' alopecia nel DNA
L’alopecia androgenetica maschile (AGA) è la causa più frequente di caduta di capelli e affligge
circa il 50% degli uomini dopo i 50 anni. Clinicamente si manifesta con una perdita di capelli
che interessa dapprima generalmente la regione fronto-parietale e successivamente quella del
vertice. In queste aree i capelli vanno incontro a una progressiva riduzione del calibro e della
loro lunghezza (fenomeno della miniaturizzazione).
Nella donna
Per quanto riguarda la donna, l’insorgenza dell’alopecia androgenetica (FAGA) è annunciata in
genere dal diradamento diffuso dei capelli nella regione anteriore del cuoio capelluto; può
iniziare dopo la pubertà, ma la terza-quarta decade di vita è quella più frequentemente colpita;
la progressione può poi peggiorare dopo la menopausa con il decremento degli estrogeni.
Il ruolo del Dermatologo Tricologo
è consigliabile far valutare allo specialista tale test per non incorrere in errori interpretativi,
anche perché la successiva terapia andrà valutata secondo alcuni parametri (rispettando l’età,
il grado di alopecia, la famigliarità e il tipo di positività al test del soggetto).
Diagnosi
La diagnosi di alopecia androgenetica può essere effettuata con una corretta anamnesi e da
un esame obiettivo ben condotto, nelle donne possono essere utili indagini ematochimiche
volte ad ricercare un eventuale alterazione degli ormoni androgeni: tutto ciò porterà ad un
inquadramento nosografico del paziente o della paziente in uno dei gradi della scala di
Hamilton o di Ludwig.
Prognosi
In tempi recenti la possibilità di utilizzare molecole in grado di effettuare una inibizione selettiva
dell’enzima alfa reduttasi e di allungare la fase anagen del capello ha modificato il decorso
dell’alopecia androgenetica migliorandone l’andamento. La prognosi di questa condizione è
difficile da stabilire poiché il numero dei geni coinvolti può essere variabile. Pertanto solo un
corretto esame genetico, oggi possibile, potrà indicarci con buona approssimazione quale sarà
il futuro, per poi poter intraprendere un trattamento specifico adeguato, in alcuni casi ancor
prima che la condizione si manifesti clinicamente. Inoltre il test genetico potrà essere utile in tutti quei casi dove si vorrà sapere se il proprio figlio
o la propria figlia andrà incontro all’alopecia androgenetica o se l’andamento della condizione
avrà una evoluzione rapida. In tal caso il test genetico potrebbe assumere importanza
fondamentale per la prognosi e la terapia dell’alopecia androgenetica.
Tecnica
La modalità di trasmissione è di tipo poligenico. Tale modalità giustificherebbe i diversi pattern
di alopecia androgenetica che possono coesistere in una stessa famiglia. Diversi studi hanno
confermato un ruolo determinante degli ormoni androgeni e in particolare del
diidrotestosterone. E’ ormai noto che responsabile della conversione del testosterone in
diidrotestosterone è l’enzima 5 alfa reduttasi. Di questo enzima sono state isolate due
isoforme: il tipo I (predominante nella cute del cuoio capelluto, del tronco, nella ghiandola
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sebacea, fegato, ghiandola surrenale e rene) ed il tipo II (localizzato nello strato più interno
della guaina epiteliale esterna del follicolo pilifero, nella prostata e nei peli della barba). Il ruolo
chiave della 5 alfa reduttasi di tipo II nella patogenesi dell’alopecia androgenetica è dimostrata
dall’evidenza che individui con un deficit ereditario di questo enzima, non sviluppavano l’AGA.
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