Riassunto del progetto 01/12 IRP Responsabile: Dr Paolo De Coppi 1.Cellule staminali amniotiche e di muscolo scheletrico caratterizzate attraverso la tecnica della multiplex PCR su singola cellula. L’analisi di singola cellula sta acquisendo sempre più importanza, in particolare nel campo delle staminali. Infatti è ora chiaro che anche una popolazione definita di cellule staminali è eterogenea a livello di singola cellula e uno studio genico a livello di popolazione non è informativo. Per questa ragione sono state sviluppate tecniche di biologia molecolare sempre piu’ sofisticate a livello di singola cellula. Tra tutte, abbiamo pensato di applicare la tecnica di reazione a catena polimerasica (PCR) multiplex a singola cellula, per analizzare il profilo genico delle cellule staminali del liquido amniotico e del muscolo scheletrico- le cellule satelliti. Il nostro gruppo focalizza la sua ricerca sulle cellule staminali del liquido amniotico e delle membrane selezionate per un antigene di superificie, ckit, e sulle cellule staminali del musoclo scheletrico, le cellule satelliti. Noi disegneremo un set di primers per cellule di topo e di uomo che permetteranno di fare la PCR su singola cellula per avere delle informazioni, nel caso delle cellule amniotiche sulla variazione di espressione di marcatori in base al tempo gestazionale e mettere a punto così le condizioni di espansione in vitro. Nel caso delle cellule satelliti ci occuperemo di analizzare il profilo genico dei cloni isolati e che da nostre predenti ricerche hanno dimostrato di essere distinti in due diverse sottopopolazioni, con diversa capacità proliferativa e differenziativa. 2. Creazione di matrice decellularizzata per riparare il diaframma attraverso un approccio di ingegneria tissutale Il numero dei bambini nati con malformazioni congenite è in crescita, mentre le procedure per la correzione di tali malformazioni non sono cambiate in modo sostanziale negli ultimi 15-20 anni. Nella maggioranza dei casi, interventi chirurgici complessi e multipli rappresentano ancora l’unica soluzione praticabile. Lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche riguardo alle malformazioni congenite è un’area di ricerca che richiede un attento approfondimento. La chirurgia intrafetale, che inizialmente sembrava una prospettiva incoraggiante, è una procedura ad alto rischio sia per la madre sia per il feto e, secondo gli ultimi studi pubblicati, non ha ancora portato a risultati del tutto soddisfacenti. Attualmente, i neonati con anomalie congenite riescono a trarre dei benefici soltanto da procedure chirurgiche molto complesse, o da trapianti d’organo. Nonostante i progressi della chirurgia post-natale, i risultati di tali interventi sono funzionalmente scarsi, lasciando i bambini con inabilità di vario stadio. Il nuovo approccio che prevede l’impiego di cellule staminali del liquido amniotico per generare tessuti o organi ingegnerizzati apre una interessante prospettiva nel trattamento delle anomalie congenite complesse. L’ernia diaframmatica congenita, anomalie cardiache, l’onfalocele e la gastroschisi hanno in comune la presenza di un grande difetto muscolare. Varie matrici di polimero sono state utilizzate con scarso successo. Infatti, serve una riparazione diaframmatica senza tensione muscolare per contenere la crescente pressione addominale. Oltre al rischio delle infezioni, l’inconveniente maggiore nell’utilizzo della chiusura con un materiale sintetico rimane il 1 rischio di dislocamento con successiva rierniazione. Un’altra possibile tecnica impiegata è stata l’utilizzo di materiali non-degradabili, ma queste procedure sono accompagnate da un alto rischio di reazioni da corpo estraneo e conseguente rigetto. L’obiettivo dell’ingegneria tessutale rimane l’impiego di tessuti naturali colonizzati da cellule vitali per recuperare e/o ricostituire organi e tessuti danneggiati. Questa è una tecnica alternativa alla ricostruzione chirurgica e al trapianto d’organi, quest’ultimo limitatodalla disponibilità degli organi e dalla reazione immunitaria. L’ingegnerizzazione in vitro di un tessuto muscolare scheletrico può prevenire l’infezione e il dislocamento e potrebbe offrire dei risultati migliori a lungo termine. L’ingegneria tessutale in vitro si basa su tre punti fondamentali: le cellule, gli scaffolds tridimensionali e i bioreattori. La scelta delle cellule adatte per una cultura in vitro si basa principalmente sulla loro capacità di proliferare conservando la loro attività biologica. Le cellule staminali sono delle popolazioni cellulari uniche nella loro capacità di auto rinnovarsi e differenziarsi. Diverse fonti di cellule staminali sono state identificate sia in modelli animali sia nell’uomo. Possono essere identificati in molti tessuti adulti nei mammiferi, come ad esempio il midollo, il muscolo scheletrico, la cute, il tessuto adiposo, dove queste cellule contribuiscono alla reintegrazione delle cellule perdute per senescenza naturale o danno . Le cellule staminali adulte presentano una rigenerazione cellulare limitata o un turnover tale da rappresentare una limitazione per l’applicazione dell’ingegneria dei tessuti, in quei casi dove un gran numero di cellule staminali è richiesto. Il campionamento dei villi coriali e il prelievo del liquido amniotico tramite amniocentesi sono delle tecniche consolidate per ottenere cellule per una diagnosi prenatale delle malattie genetiche nell’uomo. Risultati di ricerche presentati dal nostro gruppo hanno creato la base di partenza all’utilizzo dei villi coriale e liquido amniotico come fonte di cellule staminali. Recenti pubblicazioni nostre edi altri gruppi di ricerca, hanno evidenziato, a vario titolo, le potenzialità delle cellule staminali multipotenti provenienti dal liquido amniotico. Con questo progetto noi proponiamo un’ approccio di ingegneria tissutale come terapia post natale per l’ernia diaframmatica. Useremo una matrice decellularizzata, un bioreattore e le cellule staminali come nuovo sostituto tissutale. Creeremo un modello di danno diframmatico sul topo per provare a studiare l’efficienza di tale approccio di ingegneria tissutale: in una prima fase(i) prenderemo dei diaframmi da donatori murini sani, (ii) attraverso un processo di decellularizzazione le cellule del donatore saranno tolte dal tessuto per rimanere solo con la matrice del muscolo. Tale supporto sarà sistemato all’interno di un bioreattore, un apparecchio che conterrà le cellule staminali amniotiche e il terreno necessario per farle crescere. In questo modo le cellule dovrebbero colonizzare il diaframma del donatore. Nella seconda fase, sarà creato un buco nel diaframma del topo ricevente, per mimare in questo modo l’ernia diaframmatica presente nei bambini appena nati. Il buco sarà riparato dal nuovo diframma del donatore in cui sonostate seminate e sono cresciute le cellule staminali amniotiche. Si dovrebbe così formare nuovo tessuto muscolare sano e capace di seguire la crescita dell’organo come accade in un bambino. Analisi funzionali e di biologia molecolare forniranno i dati scientifici che ci permetteranno di valutare la bontà di tale approccio di medicina rigenerativa. Padova, 21 settembre 2012 2