Liceo Lugano 1 Anno scolastico 2010 Il gozzo: dai tempi di Stefano Franscini ad oggi. Docente responsabile: Paolo Morini Emanuele Prati 1 Indice Riassunto pagina 4 Introduzione pagina 5 Biosintesi e secrezione degli ormoni tiroidei La tiroide Gli ormoni tiroidei Una ghiandola atipica Sintesi degli ormoni tiroidei pagina 6 Metabolismo degli ormoni tiroidei pagina 9 Importanza degli ormoni tiroidei pagina 10 Le principali patologie Introduzione Ipertiroidismo Ipotiroidismo Gozzo pagina 11 “Iodio: minerale essenziale per bambini e adolescenti” Un curioso appunto pagina 15 La situazione in Ticino nel XIX sec. Introduzione “La Svizzera Italiana” di Stefano Franscini pagina 17 Anni trenta del XX sec. pagina 20 Situazione attuale: XXI sec. pagina 21 Tirosint pagina 22 Laboratorio controllo qualità pagina 23 Levotiroxina, una sostanza otticamente attiva Test sul farmaco Tirosint - Analisi di titolo di principio attivo - Uniformità di contenuto - Impurezze - Aspetto visivo - Contenuto di acqua (umidità) - Peso medio e uniformità di peso - Lotti di stabilità Liberazione del lotto per la vendita 2 Conclusione pagina 30 Ringraziamenti pagina 31 Allegati pagina 32 Bibliografia pagina 35 3 Riassunto Attraverso un’alimentazione variata e bilanciata la concentrazione e le prestazioni intellettuali, così come quelle fisiche, possono essere influenzate positivamente. Al contrario, la carenza dell’elemento iodio all’interno della dieta compromette un buon rendimento fisico-intellettuale. Per diffondere questo messaggio l’Ufficio Federale di Sanità Pubblica ha lanciato nel gennaio 2010 una campagna di sensibilizzazione chiamata “Iodio: minerale essenziale per bambini e adolescenti”. Esattamente 170 anni prima, lo statista ticinese Stefano Franscini ne “La Svizzera Italiana” analizzava un problema abbastanza diffuso sul suolo ticinese: un’alta densità di gozzuti e di cretini presenti sul territorio. Egli valutò le conseguenze, individuò le zone maggiormente colpite e provò ad ipotizzarne le cause. Egli era giunto alla conclusione che vi era un nesso tra l’alimentazione e queste due malattie. Difficilmente però avrebbe immaginato che questo problema sarebbe stato quasi completamente eliminato alle nostre latitudini, grazie a un semplice accorgimento: l’aggiunta di sostanze composte contenenti l’elemento iodio all’interno del sale da cucina. 4 Introduzione Nel presente lavoro di maturità cercherò di illustrare come la tiroide sia cruciale per il buon funzionamento della “macchina-uomo”; un suo malfunzionamento può avere diverse ripercussioni sull’individuo, tra le quali il gozzo. Questa patologia, un tempo molto diffusa, è gradualmente diminuita in Ticino, così come nei paesi occidentali. La svolta è avvenuta attraverso un semplice ma determinante cambiamento: l’aggiunta di sostanze composte contenenti l’elemento iodio nel sale da cucina. La chimica farmaceutica ha sviluppato farmaci in grado di curare i più diffusi problemi legati al mal funzionamento della tiroide: ipertiroidismo, ipotiroidismo e gozzo. Uno di questi è il Tirosint, farmaco che ho avuto l’occasione di conoscere grazie alla disponibilità della ditta IBSA Institut Biochimique SA, che mi ha ospitato per una settimana all’interno del laboratorio controllo – qualità. Non va però dimenticato che nel mondo, si stima, vi siano ancora 800-900milioni di persone con problemi alla tiroide, concentrate nell’Africa subsahariana, nell’America Latina e nell’Asia centro – meridionale. Il problema del gozzo rimane di attualità oggi, così come 170 anni fa. 5 Biosintesi e secrezione degli ormoni tiroidei ● Premessa La tiroide é controllata dall’ipotalamo che secerne un ormone di rilascio chiamato TRH1, il quale a sua volta stimola la produzione di TSH2 da parte dell’adenoipofisi. Sotto l’influenza di questo ultimo le cellule follicolari tiroidee, che costituiscono la maggior parte del tessuto tiroideo, secernono nel sangue gli ormoni tiroxina (T4), triiodotironina (T3) e rT3 chiamata anche triiodotironina inversa. La secrezione di questi ormoni è controllata da meccanismi a feed-back negativo: quando i livelli ematici aumentano, gli stessi ormoni tiroidei agiscono sull’ipotalamo inibendo la secrezione dell’ormone THR e, di conseguenza, la sintesi degli ormoni. • La tiroide La tiroide è una ghiandola endocrina localizzata nella parte inferiore del collo, sotto le corde vocali; essa è suddivisa in due lobi (ciascuno ha una grandezza di circa 5 cm x 2.5 cm e una massa di circa 15 g) uniti da una ristretta parte trasversale che prende il nome di istmo. La tiroide è formata da cellule epiteliali cubiche disposte a formare un complesso di cavità chiamate follicoli. (FIG.1; dettaglio tratto da “ Atlante di anatomia”) Anatomia della tiroide, visione frontale 1 2 TSH Releasing Hormone Thyroid Stimulating Hormone 6 (FIG. 2; dettaglio tratto da “ Atlante di anatomia”) Anatomia della tiroide, visione frontale. Particolare ● Gli ormoni tiroidei La funzione principale della tiroide é quella di produrre e regolare la concentrazione degli ormoni T4, T3 e rT3. (FIG 3; immagine tratta da “Principi di Farmacologia”) La formula di struttura degli ormoni T4, T3 e della rT3 7 Una caratteristica importante di questi ormoni è la presenza di nuclei di iodio all’interno della struttura molecolare; la posizione e l’orientamento di questi nuclei definiscono le diverse forme molecolari dell’ormone tiroideo. La 3, 5, 3’, 5’ – tetraiodotironina ( T4) possiede quattro nuclei di iodio legati allo scheletro principale della molecola, detto “ scheletro di tirosina”; essa è l’ormone tiroideo secreto in maggior quantità dalla tiroide. In un individuo sano e, se l’apporto di iodio è adeguato, ciò corrisponde a circa il 90% del totale. Il 9% è invece rappresentato dalla T3, la 3, 5, 3’ – triiodotironina, la quale possiede tre nuclei di iodio legati allo scheletro di tirosina. Il restante 1% è rappresentato dalla forma biologicamente inattiva degli ormoni tiroidei, la rT3 chiamata anche triiodotironina inversa oppure 3, 3’, 5’ – triiodotironina, infatti il nucleo di iodio é situato sulla tirosina opposta rispetto a ciò che accade per la T3. • Sintesi degli ormoni tiroidei Lo iodio è un oligoelemento che costituisce un componente cruciale della struttura dell’ormone tiroideo. La concentrazione selettiva di iodio all’interno delle cellule follicolari della tiroide è garantita in modo estremamente preciso grazie all’azione di un co-trasportatore. Questo meccanismo di trasporto attivo possiede la capacità di accumulare iodio fino a concentrazioni 500 volte superiori rispetto a ciò che normalmente è presente nel plasma. La sintesi avviene nelle cellule follicolari della tiroide a partire dallo iodio; a seguito di numerose reazioni si giungerà alla produzione degli ormoni tiroidei. • Una ghiandola atipica Partendo dal presupposto che la grande maggioranza degli organi endocrini, quando attivati, sintetizzano e rilasciano simultaneamente nuovo ormone, la tiroide risulta una ghiandola atipica. Infatti, essa accumula grandi quantità di ormone tiroideo. Risulta quindi che la tiroide è formata da numerosi follicoli costituiti da un singolo strato di cellule epiteliali disposte attorno a una cavità in cui si accumulano grandi quantità di proormone. Quando l’organismo necessita di ormoni tiroidei la tiroide trasforma il proormone in T4, T3 e rT3 e li libera nell’apparato cardiocircolatorio. Si suppone che questo meccanismo piuttosto complesso di sintesi, possa consentire di mantenere costanti i livelli plasmatici di ormone tiroideo, nonostante l’apporto di sostanze composte contenenti nuclei di iodio nella dieta sia soggetto a fluttuazioni. 8 Metabolismo degli ormoni tiroidei La presenza di T4 nel sangue costituisce una forma di deposito cruciale per mantenere stabili gli effetti dell’ormone tiroideo. Esso è la forma maggiormente presente nel sangue dove si trova legata ad altre proteine plasmatiche, di cui la più importante è la TBG3. Infatti si stima che la percentuale di T4 presente nel sangue non legata a specifiche proteine, sia dello 0.03-0.05%. In diverse zone dell’organismo, e in particolar modo nel fegato, essa viene trasformata nella forma T3 o nella forma biologicamente inattiva rT3. Si stima che il 70% della tiroxina prodotta dalla tiroide viene trasformata nei tessuti periferici nella forma T3 o rT3. Nonostante T4 sia la forma predominante nel sangue, T3 possiede un’ attività fisiologica sui tessuti bersaglio quattro volte superiore a T4. La reazione che produce T3 a partire da T4, detta di deiodazione, è catalizzata dall’enzima iodotironina 5’- deiodasi. È importante sottolineare che l’ormone T4 possiede un’emivita plasmatica di circa sei giorni, durata mediamente molto superiore rispetto alla T3, la cui emivita è di circa un solo giorno. 3 Thyroxine- Binding Globulin 9 Importanza degli ormoni tiroidei Gli ormoni tiroidei agendo sul metabolismo espletano una lunga serie di funzioni: Aumentano il consumo di diossigeno da parte di tutti i tessuti e, così facendo, provocano un aumento di entropia, che a sua volta provoca un innalzamento della temperatura corporea. In età giovanile questi ormoni rivestono un ruolo cruciale, infatti, in collaborazione con un altro ormone chiamato somatotropo, sono responsabili dell’accrescimento corporeo. Aumentano la glicogenolisi, ossia il processo mediante il quale viene degradato il glicogeno al monosaccaride glucosio. Contribuiscono al mantenimento della pressione sanguigna e della frequenza del battito cardiaco su valori normali, nonché alla regolazione del tono muscolare, della digestione e delle funzioni riproduttive. 10 Le principali patologie ● Introduzione La tiroide è controllata dall’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, che tramite il rilascio della THR prima e della TSH poi, controllano ogni aspetto noto della produzione di ormone tiroideo. Alla luce di questa informazione è facile immaginare come le fisiopatologie della tiroide possano essere comprese attraverso possibili alterazioni del normale asse ipotalamoipofisi-tiroide. (FIG 4; immagine tratta da “Principi di Farmacologia”) L’immagine illustra schematicamente il controllo della tiroide da parte dell’asse ipotalamoipofisi: l’ormone TRH stimola le cellule dell’adenoipofisi a rilasciare l’ormone TSH, esso stimola la sintesi e il rilascio degli ormoni tiroidei da parte della tiroide. Gli ormoni tiroidei, oltre ad avere numerosi effetti sui tessuti bersaglio, inibiscono un’ulteriore produzione di THR e di TSH. 11 ● Ipertiroidismo L’ipertiroidismo è una patologia che si manifesta come aumento della secrezione di ormone tiroideo. Ciò può provocare un aumento della sensibilità al caldo e della sudorazione, nonché irritabilità, ipertensione e perdita di peso. La forma più comune di ipertiroidismo è il morbo di Graves. In questa sindrome viene prodotto un anticorpo specifico per il recettore del TSH noto come TsIg4; questo anticorpo attiva il recettore di TSH e stimola le cellule follicolari tiroidee a sintetizzare e a rilasciare ormoni. Tuttavia, a differenza del TSH, l’ TsIg non è soggetto a un controllo feed-back negativo. Perciò anche quando i livelli plasmatici di ormone tiroideo sono elevati esso continua a stimolarne la produzione. I livelli plasmatici degli ormoni TSH e TRH sono, negli individui afflitti da questa patologia, praticamente nulli. Questa patologia viene curata in modo drastico, infatti spesso si ricorre a interventi rischiosi come la rimozione chirurgica della ghiandola, che viene poi rimpiazzata da un farmaco contenente ormone tiroideo sintetico. Un'altra misura spesso utilizzata per risolvere questa patologia consiste nell’assunzione da parte del paziente di un isotopo radioattivo dell’elemento iodio: 131 . I Esso è un forte emettitore di radiazioni beta, le quali possono provocare svariate reazioni chimiche all’interno dell’organismo, provocando spesso effetti indesiderati; questo isotopo viene concentrato all’interno della tiroide e ne provoca una distruzione selettiva. Anche in questo caso la presenza di ormoni tiroidei nell’organismo è garantita da un farmaco che ne contiene di sintetici. (FIG 5; immagine tratta da “Principi di Farmacologia”) Morbo di Graves: un anticorpo agisce indipendentemente dall’asse ipotalamoadenoipofisi-tiroide; esso promuove la sintesi degli ormoni tiroidei e non è soggetto al meccanismo di feed-back negativo. La quantità di ormone tiroideo risulterà elevata. 4 Thyroid-Stimulating Immunoglobin 12 ● Ipotiroidismo Una delle più comuni patologie della tiroide si manifesta come la diminuzione della secrezione di ormone tiroideo. Carenze di tiroxina (T4) nel sangue possono provocare aumento del peso, sonnolenza e intolleranza al freddo. Una forma molto diffusa di ipotiroidismo è la “ tiroidite di Hashimoto”, che comporta la distruzione selettiva della tiroide. Ciò è provocato da un anticorpo distruttivo che attacca la tiroide, causando insufficienza tiroidea e diminuzione della sintesi e della secrezione dell’ormone tiroideo. L’insufficienza tiroidea ha come conseguenza il non verificarsi dell’inibizione a feed-back negativo sull’ipotalamo e di conseguenza sull’adenoipofisi; aumentano così i livelli plasmatici di TSH. Col passare del tempo la ghiandola viene quasi completamente distrutta e si manifestano i tipici sintomi dell’ipotiroidismo. È importante sottolineare che l’ipotiroidismo, se lo scompenso è presente fin dalla nascita, provoca ritardo mentale (cretinismo) e nanismo. (FIG 6; immagine tratta “Principi di Farmacologia”) La tiroidite di Hashimoto, a seguito della lenta distruzione della tiroide i livelli di TRH e TSH sono molto alti poiché il meccanismo di feed-back negativo non si verifica a causa dell’insufficienza tiroidea dovuta alla malattia. 13 ● Gozzo Il TSH promuove l’aumento della vascolarizzazione e della crescita della tiroide. In condizioni patologiche in cui questo ormone è secreto a livelli troppo elevati il volume della ghiandola può aumentare di molto rispetto al suo volume normale, dando luogo a una situazione di ipertrofia diffusa, chiamata gozzo. Il rilascio di TSH viene regolato da un meccanismo di feed-back negativo: a condizioni normali il rilascio di TSH ha come conseguenza un aumento della secrezione di ormoni tiroidei da parte della tiroide. Quando gli ormoni tiroidei raggiungono una concentrazione ottimale essi inibiscono la secrezione di TSH. Se invece, la tiroide non riesce a secernere un’ adeguata quantità di ormoni tiroidei a una determinata concentrazione di TSH, l’ipotalamo, e di conseguenza l’adenoipofisi, sarà stimolata a secernere quantità maggiori di ormoni per sopperire alla carenza di ormoni tiroidei. Questo circolo vizioso porta a un graduale aumento della secrezione di TSH e quindi ad un costante ingrossamento della ghiandola tiroidea. Una delle cause più diffuse di inefficienza della tiroide è la mancanza dell’elemento iodio, infatti, senza questo prezioso elemento la ghiandola non è in grado di produrre ormoni tiroidei. L’elemento iodio dimostra quindi di essere essenziale. (FIG 7; immagine tratta da “Google images”) Paziente affetta da gozzo 14 “Iodio: minerale essenziale per bambini e adolescenti” L’ufficio federale di sanità pubblica ha lanciato nel gennaio 2010 una campagna di sensibilizzazione chiamata “Iodio: minerale essenziale per bambini e adolescenti”. Essa è volta a ricordare che l’adeguata presenza dell’elemento iodio all’interno della dieta è di cruciale importanza, specialmente tra i più giovani. Infatti, attraverso un’alimentazione variata e bilanciata si influenzano positivamente le prestazioni sia fisiche che mentali; al contrario, la carenza di sostanze nutritive essenziali, contenenti l’elemento iodio, ne compromette il rendimento. La carenza dell’elemento iodio ha dunque spiacevoli conseguenze, oltre al gozzo, essa pregiudica il rendimento, la volontà, la concentrazione e le facoltà mentali, inoltre già in gravidanza crea danni irreparabili al feto. La quantità dell’elemento iodio necessaria, varia in base all’età, alla crescita e allo sviluppo, al fabbisogno energetico e ai diversi stadi della vita, quali gravidanza e allattamento. Di seguito alcuni dati indicativi: Fino ad un anno (lattante) 50µg/giorno Da uno a sette anni (bambini piccoli) 90µg/giorno Da sette a tredici anni (bambini in età scolare) 90 µg/giorno Dai tredici anni (adolescenti e adulti ) 150µg/giorno Per poter garantire un apporto di iodio sufficiente è necessario consumare determinati alimenti che contengano l’elemento iodio quali: il sale iodato da utilizzare per la preparazione dei cibi, ricordando che un eccesso di sale può provocare spiacevoli controindicazioni, latte e derivati da consumare quotidianamente, pesce marino, da consumare regolarmente prodotti di panetteria, di macelleria e preconfezionati contenenti sale iodato La quantità necessaria dell’elemento iodio può essere assorbita dall’organismo mangiando ad esempio 90g di merluzzo, o bevendo 3L di latte, o ancora mangiando 375g di formaggio (Emmental o Gruyère), oppure sono sufficienti 7.5g di sale iodato. È fondamentale rammentare che, naturalmente, non si deve abusare di questi prodotti, infatti si potrebbe incorrere in spiacevoli e gravi conseguenze. Basti pensare che il consumo giornaliero consigliato di sale si aggira intorno ai 5g, e negli Stati Uniti d’America si stanno addirittura discutendo nuove linee guida che vorrebbero abbassare questa soglia a 3.6g al giorno. Ciò nonostante si calcola che l’apporto medio di sale su scala mondiale sia di 12-13g al giorno. A maggior ragione per assumere la quantità desiderata dell’elemento iodio si consiglia di seguire una dieta bilanciata che inglobi le varie derrate alimentari che contengano questo prezioso elemento. 15 ● Un curioso appunto È estremamente interessante sottolineare come, da un punto di vista strettamente logicochimico, lo slogan che l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) attribuisce a questa campagna di sensibilizzazione, sia fuorviante e non preciso nella sua formulazione. Infatti, la definizione stessa di “minerale” implica che esso abbia la caratteristica di essere un elettrolita; ossia un composto che conduce elettricità sia in soluzione che allo stato fuso. Questa definizione collide con quella della sostanza semplice diiodio ( I2) che appartiene alla categoria dei non metalli. Questo errore si sarebbe potuto evitare sostituendo la parola “minerale” con “elemento”, infatti l’elemento iodio, contenuto in diverse sostanze composte quali ad esempio lo ioduro di sodio (NaI) è essenziale per il buon funzionamento del nostro organismo. Va inoltre sottolineato che, la sostanza semplice diiodio è addirittura tossica per il corpo umano; quindi in una dieta sana e equilibrata non bisogna quindi assumere questa sostanza semplice, bensì sostanze composte contenenti l’elemento iodio. Immagino però che l’ UFSP abbia “volontariamente” commesso questo errore, infatti, in questo, modo il messaggio che si vuole veicolare alla popolazione risulta di comprensione più immediata. (FIG 8; tratto da “La borsa della spesa, Anno XXXVI nr. 5 “) Copertina dell’opuscolo informativo dell’ UFSP 16 La situazione in Ticino nel XIX sec. ● Introduzione Fino al 1800, in Ticino, come in gran parte del globo, la popolazione soffriva di malattie legate alla carenza dell’elemento iodio nella dieta. Le terre ticinesi, a differenza di quelle costiere, sono povere dell’elemento iodio, e di conseguenza lo sono anche i prodotti agricoli coltivati. Inoltre, la popolazione era quasi per la totalità contadina e praticava un’ agricoltura di sussistenza, quindi tendeva a consumare prodotti, quali polenta, castagne, verdure, poveri dell’elemento iodio. La situazione della popolazione del Ticino di poco più di cent’anni fa, è molto simile a quella odierna nei paesi in via di sviluppo (PVS), dove milioni di persone sono afflitti da patologie legate alla carenza dell’elemento iodio all’interno dell’alimentazione. ● “La Svizzera Italiana” di Stefano Franscini Stefano Franscini nacque a Bodio nella valle Leventina il 23 ottobre del 1796. Egli studiò nel seminario di Pollegio prima e in quello Maggiore di Milano poi. Rinunciò alla tonaca e si diede alla scienza statistica. Lavorò alcuni anni nell’insegnamento, venne quindi eletto nel Gran Consiglio Ticinese nel 1830. Dopo pochi anni fu eletto nell’esecutivo della Confederazione, come consigliere federale e diresse il Ministero dell’Interno. Dimostrò grande lungimiranza impegnandosi in progetti che ancora oggi rivestono un ruolo cruciale all’interno della Confederazione: si impegnò nella fondazione del Politecnico federale di Zurigo (ETH); fu il promotore della creazione dell’Ufficio federale di statistica; organizzò di propria iniziativa il primo censimento federale; contribuì alla nascita dell’Archivio federale svizzero; è considerato il principale attore della creazione del moderno sistema educativo del Cantone Ticino. Tra le sue opere più importanti vi è “La Svizzera Italiana” pubblicato nel 1840. In essa egli fa un quadro generale della nostra regione nel XIX secolo. È un testo innovativo perché oltre alla descrizione del territorio, delle usanze, delle tradizioni, delle risorse economiche e delle istituzioni, egli inserisce dati statistici che ci permettono di fare confronti interessanti con quelli rilevati nei decenni successivi, fino ai giorni nostri. Franscini è giustamente considerato uno dei personaggi più importanti della storia Svizzera contemporanea. 17 (FIG 8, tratto da “La Svizzera Italiana”) Il capitolo riportato integralmente Ho cercato di attualizzare il testo nel modo più fedele possibile: “ (Nessuno tra noi ha mai pensato ai miseri sordo-muti). Parecchie sono le terre (del Ticino), dove non solo abbondano i gozzuti, ma anche i veri idioti o cretini: Biasca, Osogna e Cresciano nella Riviera; Bodio e Pollegio nella Leventina Inferiore; Giubiasco e altri villaggi avevano in questo una triste nomea. Ma è fuori di dubbio che da una trentina di anni vanno scomparendo gli enormi e deformi gozzi, dei quali, in altri tempi, fu dato da questi nostri compaesani, uno spettacolo miserando in giro per l’Europa. Anche l’idiotismo diminuisce a vista d’occhio. Sbaglia chi volesse trovare una sola causa a tali infermità. Noi abbiamo osservato che la maggior parte di tali soggetti ammalati, si riscontra negli abitanti dei fondovalli. La maggior parte dei gozzuti e dei cretini si trova nella valle del fiume Ticino (che a quei tempi non era incanalato), nei luoghi umidi infestati dalla malaria. Questi luoghi sono quelli in cui fa maggiormente caldo. In alcuni (per esempio a Biasca) c’è anche chi fa uso di acqua torbida. Bisogna poi aggiungere che la popolazione di questi posti è pure tra la più povera del Cantone, la peggio alloggiata, e le cui donne esercitano i lavori più duri e faticosi. “ 18 Date le scarse conoscenze medico-scientifiche, circa a metà dell’ 800, Franscini non poteva certo sapere le cause per cui la gente aveva problemi di gozzo. Aveva comunque notato che nei villaggi in cui abbondavano i gozzuti, c’erano anche parecchi cretini. Ciò risulta estremamente interessante poiché egli aveva dunque già intravisto un legame tra le persone afflitte dal gozzo e quelle afflitte dal cretinismo, ipotesi poi verificata. Ricordiamo infatti che se si manifestano sintomi di ipotiroidismo in tenera età, possono insorgere nanismo e cretinismo. Franscini aveva pure capito che una delle cause di queste patologie, era la malnutrizione. A quei tempi la gente era talmente povera che aveva una dieta troppo poco variata e si cibava in pratica quasi esclusivamente di polenta, latte, patate, e qualche altro cereale. Era perciò molto probabile che la dieta fosse carente dell’elemento iodio. L’autore individuava alcune zone, tutte posizionate nella valle del fiume Ticino (all’epoca il fiume non era ancora incanalato e la pianura non bonificata), dove questi due sintomi erano molto presenti e ipotizzava vari motivi: le temperature particolarmente elevate, le acque torbide oltre che la povertà della gente. Tuttavia, egli notava che da una trentina d’ anni, andavano scomparendo gli enormi e deformi gozzi, così come le persone affette da cretinismo, mentre tempo addietro il Ticino aveva una triste nomea in Europa per quanto riguarda questo problema. Si può quindi ipotizzare che, nonostante la povertà fosse diffusa in tutto il cantone, rispetto ai secoli precedenti, la società stava conoscendo un lento e graduale cambiamento dell’alimentazione e ciò si traduceva in un leggero miglioramento della situazione sanitaria e della qualità della vita. (FIG 9; , tratto da “La Svizzera Italiana”) Una carta geografica del Ticino tratta dall’opera di Stefano Franscini. In rosso le zone dove, secondo l’autore, la densità di gozzuti e cretini era maggiore. 19 Anni trenta del XX sec. In questo periodo il problema del gozzo si è via via affievolito; infatti a partire dagli anni trenta, vi fu l’ introduzione del sale da cucina iodato, nella nostra dieta. Buona parte del merito va attribuita al medico svizzero e docente presso l'Università di Berna Emil Theodor Kocher. Egli fu il primo a studiare la fisiologia della ghiandola tiroidea, dimostrando la connessione del cretinismo con questa ghiandola e a capire l'importanza dello iodio nella funzionalità della stessa. Per queste ricerche venne insignito del premio Nobel nel 1909. La malattia che prima era particolarmente diffusa nelle regioni alpine svizzere fu debellata a partire dal 1922 quando si rese obbligatoria in Svizzera la somministrazione di sale iodato. Kocher viene inoltre considerato un pioniere del trapianto di organi. Infatti, nel 1883 praticò uno dei primi veri trapianti della medicina moderna: rimosse chirurgicamente un gozzo e cercò di impiantare nel paziente un nuovo tessuto tiroideo. (FIG 10; immagine tratta da “Google images”) Emil Theodor Kocher 20 Situazione attuale: XXI sec. Come dimostra la recente campagna lanciata dall’ Ufficio federale di sanità pubblica, oggigiorno si cerca di prevenire piuttosto che curare il gozzo. Questo messaggio viene veicolato dai mass-media che tramite articoli su giornali, trasmissioni televisive, emissioni radiofoniche riescono a raggiungere il grande pubblico che viene così sensibilizzato. Questa politica, unita al benessere ormai diffuso in tutto il paese che garantisce un’alimentazione variata e bilanciata, assolutamente non paragonabile alla situazione con cui era confrontato Stefano Franscini, fanno sì che il numero di pazienti affetti da gozzo sia drasticamente diminuito. Tuttavia le malattie legate alla tiroide continuano a colpire milioni di persone in tutto il mondo. Tra le malattie più diffuse vi sono l’ipotiroidismo (la cui forma più comune è La tiroidite di Hashimoto) e l’ipertiroidismo (la cui forma più comune è il morbo di Graves). Le case farmaceutiche hanno quindi sviluppato farmaci per combattere queste patologie. Uno di questi è il Tirosint, prodotto dalla ditta IBSA Institut Biochimique SA la cui sede legale è in Ticino. Nonostante nei paesi industrializzati il problema del gozzo si è notevolmente affievolito, in alcune zone dell’Africa subsahariana, dell’America Latina e dell’Asia centro-meridionale questo problema è dilagante e colpisce milioni di persone. Il dramma consiste nel fatto che la maggior parte della popolazione non riesce ad accedere ai medicamenti, perché troppo costosi e i governi fanno decisamente poco per prevenire i problemi sanitari. La carenza di iodio in una specifica area geografica viene determinata in modo indiretto: infatti non si misura direttamente la quantità dell’elemento iodio presente nel terreno, nell’acqua o negli alimenti; bensì si va a misurare il dosaggio dell’elemento iodio presente nelle urine di un campione significativo di individui presenti in quel territorio. Infatti, si è verificato che l’apporto dell’elemento iodio presente negli alimenti assunti nell’arco della giornata, corrisponde, in presenza di una normale funzione renale, alla quantità dell’elemento iodio escreto nelle urine. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di utilizzare come campione la popolazione scolastica, essa risulta essere infatti un campione rappresentativo degli individui in esame: vi sono esponenti di entrambi i sessi e delle diverse fasce sociali . Tramite questa procedura si è riusciti ad individuare circa 800/900 milioni di persone affette da lieve e conclamata patologia del gozzo. Il problema del gozzo rimane quindi di grande attualità. 21 Tirosint Lo scorso mese di maggio ho preso contatto con la ditta farmaceutica IBSA Institut Biochimique SA, perché avrei voluto approfondire le mie conoscenze sul farmaco Tirosint trascorrendo alcuni giorni nei loro laboratori. Il mio desiderio è stato esaudito dal dottor Alessio Moiana che mi ha ospitato nel laboratorio controllo-qualità di Manno. Sotto la supervisione di personale competente, mi sono immerso nel mondo della chimica farmaceutica. Ho eseguito tutte le analisi specifiche, svolte per garantire un farmaco di alta qualità che presenti esattamente le caratteristiche descritte sul foglietto illustrativo che accompagna la confezione di Tirosint venduto in farmacia. Trosint cura varie patologie della tiroide, tra le quali l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo e il gozzo. Esso contiene l’ormone T4, proveniente da sintesi chimica oltre a eccipienti che garantiscono il veicolamento del principio attivo tiroxina fino allo stomaco, dove il guscio che contiene il principio attivo e gli eccipienti, viene “sciolto” dall’acido cloridrico. Il farmaco viene prodotto sottoforma di capsule softgel, in cui il principio attivo, disperso in soluzione, viene racchiuso da una “shell” (guscio) di gelatina. Questo metodo di incapsulamento relativamente recente presenta diversi vantaggi. Questa tecnologia innovativa garantisce un’ estrema precisione nell’uniformità di contenuto del “fill”, cioè il principio attivo. Ciò si rivela cruciale poiché la somministrazione degli ormoni deve essere regolata finemente. Tirosint viene somministrato in caso di ipotiroidismo, poiché il farmaco integra l’ormone mancante (T4). Questo medicamento viene particolarmente prescritto a pazienti a cui è stato asportato chirurgicamente un tumore alla tiroide. Se invece il paziente soffre di ipertiroidismo, questo farmaco viene assunto assieme a un medicamento inibitore dell’attività tiroidea, ciò permette di stabilizzare i livelli ormonali. Per poter garantire una terapia il più possibile consona alla situazione e all’individuo, Tirosint è disponibile a differenti dosaggi con un contenuto variabile da 12.5 µg a 150 µg di tiroxina. Inizialmente si assumono dosaggi piuttosto bassi, vale a dire 25-50 µg, per poi aumentare gradualmente fino a raggiungere, con 100-200 µg, la normalizzazione del metabolismo. Per la grande maggioranza dei pazienti afflitti da patologie alla tiroide l’assunzione di farmaci che contengono l’ormone tiroideo, è vitalizia. (FIG 11; immagine tratta da”www.ibsa.ch”) Capsula prodotta con tecnologia softgel (FIG 12; immagine tratta da”www.ibsa.ch”) Capsule di Tirosint durante la produzione 22 Laboratorio controllo qualità Levotiroxina, una sostanza otticamente attiva La struttura di una molecola determina le caratteristiche chimico, fisiche e biologiche della sostanza stessa. Alcune molecole esattamente identiche si distinguono per una sola caratteristica: esse sono specularmente identiche ma non sovrapponibili. Per poter chiarire in modo efficace questo concetto, giova avvalersi di un esempio: le nostre mani. Nonostante esse abbiano le medesime caratteristiche, non sono sovrapponibili, tuttavia l’immagine riflessa della mano sinistra equivale alla mano destra; e viceversa. Non sarà dunque possibile infilare un guanto destro nella mano sinistra. Il termine tecnico utilizzato per indicare che un oggetto è l’immagine speculare dell’altro ma non può essere sovrapposto a esso, è “chiralità”. Due isomeri, cioè due molecole aventi la stessa formula bruta ma una distribuzione spaziale dei nuclei diversa, non sovrapponibili sono chiamati “enantiomeri”. Le sostanze enantiomere possiedono uguali proprietà fisiche ( come ad esempio il punto di fusione) e uguale reattività chimica in ambiente “achirale”. La differenza tra molecole chirali, si manifesta solo quando esse interagiscono con altre strutture chirali. Per esprimere questo ultimo concetto l’esempio delle mani risulta chiarificatore: quando due persone si stringono la mano, essi utilizzano entrambi la mano destra, vi è quindi una corretta interazioni tra le due strutture chirali. Ciò non avverrebbe se uno dei due volesse utilizzare l’arto sinistro; si verificherebbe infatti un’ errata interazione tra strutture chirali. A livello biologico il riconoscimento di una molecola avviene nel sito attivo delle molecole enzimatiche che, nella maggior parte dei casi, risulta essere chirale. Per questo motivo solo uno dei due enantiomeri è in grado di interagire con l’enzima e di produrre un effetto biologico. L’altro enantiomero pertanto potrebbe non presentare proprietà biologiche, o addirittura produrre effetti avversi; in quanto potrebbe essere in grado di interagire con altri enzimi e provocare reazioni indesiderate. ( FIG 13, tratto da “Google images”) Due oggetti chirali: le mani e un generico amminoacido 23 Un'altra interessante e rimarchevole caratteristica delle sostanze enantiomere è quella di ruotare la luce piano-polarizzata. La luce polarizzata ha la caratteristica di oscillare su un solo piano perpendicolare alla direzione di propagazione della radiazione luminosa, e quando incontra un campione di una sostanza otticamente attiva, esso viene ruotato. La rotazione può essere positiva (verso destra), e in questo caso la sostanza risulta destrogira, oppure negativa (verso sinistra), la sostanza risulta levogira. Infine bisogna sottolineare che gli enantiomeri, a parità di condizioni, ruotano il piano della luce polarizzata di uno stesso angolo ma in senso opposto. Per questo motivo essi sono detti sostanze otticamente attive. (FIG 14 tratto da “Chimica la materia e le sue trasformazioni”) Una sostanza chirale ruota il piano della luce polarizzato. In figura è rappresentato un polarimetro 24 La ditta IBSA commercializza il farmaco TIROSINT a base di levotiroxina; questo farmaco regola l’attività tiroidea. La levotiroxina è una molecola chirale, in quanto possiede un centro stereogenico. Il centro stereogenico è un atomo tale per cui scambiando tra loro due suoi sostituenti, si ottengono due enantiomeri. Solo la tiroxina nella sua forma “levo”, cioè che ruota la luce piano polarizzata in senso antiorario, possiede un’ attività biologica desiderata. La sostanza destrotiroxina, invece, non è presente nel farmaco Tirosint in quanto non presenta un’attività biologica riguardante la tiroide. Possiede tuttavia effetti anticolesterolo, ma non viene utilizzata in alcun farmaco poiché presenta effetti indesiderati a livello cardiaco. Essa possiede dunque una reattività chimica diversa in ambiente “chirale”, rispetto alla sostanza levotiroxina. Per verificare la purezza del principio attivo Levotiroxina viene utilizzato il polarimetro. Infatti, trattandosi di una sostanza chirale possiede la caratteristica di ruotare un piano di luce polarizzata sempre con il medesimo angolo. A condizioni standard il campione di principio attivo da analizzare, deve ruotare la luce del piano polarizzato dai -5° ai -6°. Bisogna dunque preparare questo campione secondo le norme descritte dalla farmacopea USP. (vedi allegato, FIG 20) A questo punto utilizzando il polarimetro (vedi FIG 14) sarà possibile analizzare la purezza del campione di principio attivo. (FIG 15 tratto da” Google images”) Rappresentazione della formula molecolare di levotiroxina, è indicato il centro stereogenico, che origina la molecola chirale. 25 I test sul farmaco Tirosint Durante il mio stage alla ditta farmaceutica IBSA ho avuto la possibilità di effettuare alcuni test sul farmaco Tirosint per valutarne la qualità. Ecco di seguito una breve presentazione di questi test svolti nel laboratorio controllo qualità di Manno. Essi sono effettuati seguendo le GMP5, ossia le “buone pratiche di produzione”, si controllano le qualità chimico – fisiche del farmaco. • Analisi di titolo di principio attivo Questa analisi vuole verificare la quantità di tiroxina presente nel farmaco. Per fare ciò si scioglie la capsula in una soluzione a una temperatura di circa 50°C comprendente acido fosforico, acqua e metanolo. Questa soluzione è ritenuta ottimale per poter garantire il completo scioglimento della capsula, il tutto viene analizzato mediante l’HPLC. Si confrontano i risultati con una soluzione standard. Il risultato viene accettato se la quantità di tiroxina oscilla tra il 95% - 105% del dichiarato. In allegato, a pagina 34, vi è un esempio di un Cromatogramma HPLC di uno standard di riferimento, che permette di visualizzare il modo in cui in laboratorio vengono analizzati i risultati. (FIG 16 e FIG 17, messe gentilmente a disposizione dalla ditta IBSA) Strumentazione HPLC 5 Installazione degli strumenti HPLC nel Laboratorio Chimico Controllo Qualità IBSA ( Sede di Manno C3) Good manufacturing practice 26 ● Uniformità di contenuto Questo test valuta l’uniformità di principio attivo in 10 capsule analizzate singolarmente. Mentre il test “titolo di principio attivo” porta alla determinazione di un risultato medio, tramite il test “Uniformità di contenuto” si effettua una valutazione statistica per determinare la dispersione dei dati attorno al valore medio (deviazione standard). Anche questa analisi viene condotta con la tecnica HPLC. • Impurezze Un altro test di cruciale importanza è quello volto a verificare le impurezze presenti nel farmaco: principalmente esse sono i prodotti di degradazione della T4: la T3 e la rT3; oltre ad altre impurezze sconosciute. I risultati ottenuti devono restare entro delle specifiche, l’ analisi viene condotta mediante il confronto tra il campione e la soluzione standard di riferimento che contiene le principali impuezze note. Sono fissati dei limiti che costituiscono i criteri di accettabilità per la conformità del prodotto ai parametri di controllo qualità. Ad esempio, se la quantità di T3 è minore o uguale all’ 1.2% rispetto al contenuto di principio attivo dichiarato, il test è ritenuto superato. • Aspetto visivo Si verifica se tutte le compresse dal punto di vita visivo siano di colore ambrato e se presentino una forma rotonda e biconvessa • Contenuto di acqua (umidità) Le compresse contengono una quantità ben definita di acqua. Per verificarne la quantità viene svolto un test chiamato perdita per essiccamento: una volta determinato la massa di 5 capsule, si mettono queste ultime all’interno di una stufa a una temperatura pari a 105°C e a una pressione di 370-430 mbar, il tutto per una durata di 5 ore. Dopo questo lasso di tempo si verifica nuovamente la massa delle capsule. Tramite una semplice sottrazione si riesce a determinare la perdita d’acqua avvenuta • Peso medio e uniformità di peso Si verifica il peso medio delle capsule e l’uniformità di peso (vale a dire che le compresse abbiano un peso che vari al massimo del 10% dal peso medio delle stesse). Ciò grazie a bilance ad alta precisione. 27 ● Lotti di stabilità In laboratorio si svolgono dei test sui così detti lotti di stabilità, ossia quei campioni che vengono conservati a una determinata temperatura e umidità per diversi mesi. Sperimentalmente si verifica che più il tempo scorre, meno il guscio rilascia il principio attivo. Questo è uno dei motivi che ha portato la ditta IBSA a fissare una data di scadenza relativamente breve, il farmaco va consumato entro due anni dalla produzione. 28 Liberazione del lotto per la vendita Soltanto se tutti i risultati delle analisi di Controllo Qualità rientrano nei criteri di accettabilità stabiliti (e comunicati all’ Autorità sanitaria del paese in cui si intende commercializzare il prodotto) la vendita del farmaco è possibile. Nel caso in cui un’analisi dovesse produrre risultati fuori specifica (“Out Of Specification”), esistono procedure ufficiali per un’indagine di laboratorio che si può estendere ai reparti produttivi, per valutare se il risultato anomalo dipende dalla fase di produzione o da un’anomalia avvenuta durante l’analisi. Sulla base dei risultati dell’indagine, viene presa la decisione a riguardo del destino del lotto fabbricato che ha originato la problematica. Si può concludere pertanto, che in un sistema aziendale GMP la Qualità del Farmaco viene garantita tramite una completa tracciabilità dei dati (sia di produzione che di laboratorio) e da un sistema di procedure aziendali basate su linee guida accettate a livello internazionale. 29 Conclusione Prima di iniziare la mia ricerca conoscevo in modo molto marginale la ghiandola tiroidea e non avevo mai sentito nominare la patologia del gozzo. Ho avuto la possibilità di notare che l’ignoranza relativa a quest’argomento è piuttosto diffusa. Questo nonostante nel mondo, le persone affette da questi problemi siano innumerevoli, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Da noi, a differenza di quanto si poteva osservare all’inizio del secolo scorso o ai tempi del Franscini, non si incontrano più persone con il collo deformato dal gozzo. Chi soffre di ipertrofismo alla tiroide, grazie a una cura farmacologica, riesce a tenere sotto controllo i suoi problemi e a condurre una vita assolutamente normale. Per caso ho scoperto che due miei conoscenti, dall’aspetto assolutamente sano, soffrono di problemi alla tiroide e che da anni assumono farmaci. Nella nostra società attuale, l’individuo con problemi alla tiroide non impressiona più con il suo aspetto, per cui spesso la maggior parte della gente non conosce il disturbo. E’ ben diversa la situazione nei paesi del sud del mondo, dove una povertà dilagante non permette una cura idonea. Parte di questi problemi potrebbero essere risolti in modo apparentemente molto semplice: il numero di gozzuti nel mondo subirebbe una drastica diminuzione se solo il sale iodato venisse distribuito su scala mondiale. È difficilmente immaginabile che un bambino dell’Africa nera possa integrare nella propria dieta una quantità sufficiente dell’elemento iodio assumendo pesce o latticini, infatti, questi beni di consumo sono difficilmente reperibili e hanno un prezzo di mercato piuttosto elevato. Il sale iodato rappresenta pertanto un bene relativamente a buon mercato e, visto che la dose giornaliera è estremamente esigua, credo che esso possa venir distribuito su scala mondiale in modo capillare. Naturalmente, un’opera del genere dovrebbe essere coadiuvata dai vari governi, con l’aiuto dei paesi occidentali. Il tutto dovrebbe essere preceduto da una campagna di sensibilizzazione presso la popolazione. Sotto quest’ottica credo che la recente campagna di sensibilizzazione dell’UFSP sia un buon auspicio per il futuro. 30 Ringraziamenti Mi preme ringraziare la ditta IBSA Institut Biochimique SA, e in particolare il dottor Alessio Moiana responsabile del laboratorio controllo qualità di Manno 3. Durante la mia permanenza in laboratorio, mi ha mostrato in modo assolutamente competente molti aspetti relativi al farmaco TIROSINT, ha provveduto a rispondere in maniera esaustiva alle mie domande e mi ha permesso di vivere in modo concreto una settimana in laboratorio. La ditta mi ha gentilmente rilasciato un attestato di stage che ho allegato al mio lavoro di maturità. 31 Allegati (FIG 18, scansione dell’attestato di stage gentilmente redatto dalla ditta IBSA) 32 (FIG 19, IBSA SA) Cromatogramma HPLC di uno standard di riferimento 33 (Fig 20, estratto dalla farmacopea USP) Estratto riguardante il potere rotatorio della levotiroxina. 34 Bibliografia Opere cartacee James E.Brady, Chimica la materia e le sue trasformazioni, Zanichelli Bologna 2008 Campbell, Reece, Taylor, Simon, Immagini della biologia, Zanichelli Bologna 2006 Franscini Stefano, La Svizzera Italiana, a cura di Pietro Chiara, Lugano 1973 (edizione originale 1840) Rigutti Adriana, Atlante di anatomia, Giunti Firenze 2000 Cecie Starr, Biologia, Garzanti scuola, Novara 2006 David G, Tashjian E., Armen H, Principi di Farmacologia, Casa editrice Ambrosiana, Rozzano (MI) 2006 “Iodio, essenziale per i più giovani”, La borsa della spesa, periodico dell’Associazione svizzera dei consumatori della Svizzera Italiana, Anno XXXVI nr 5, pagina 13 Scritti elettronici http://www.ibsa.ch/it/welcome/ilk-products-ch/tirosint-noaccess.htm?id=2065 (10.08.2010) http://www.ibsa.ch/it/welcome/ilk-company/profile-ch/gallery-manno.htm (10.08.2010) http://www.google.com/imghp?hl=it&source=imghp&btnG=Cerca+immagini&gbv=2&aq=f& aqi=&oq=&gs_rfai= (14.08.2010) http://www.ich.org/home.html (30.08.2010) http://www.usp.org/ (30.08.2010) 35