TREPONEMA PALLIDUM, NEISSERIA GONORRHOEAE Prof. O.E. Varnier – Dott.ssa Martini Isabella Università degli Studi di Genova Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia A.A. 2013-2014 Corso Integrato di Malattie Infettive e Microbiologia Clinica SPIROCHETE: TREPONEMA PALLIDUM Ordine Spirochetales Famiglie Spirochetacae Leptospiraceae Generi Treponema Borellie Leptospira CLASSIFICAZIONE Spirochaetaceae Treponema pallidum pallidum Treponema pallidum pertenue Treponema carateum Treponema endemicum Borrelia recurrentis Borrelia burgdorferi Leptospiraceae Leptospira interrogans Sifilide Yaws o Frambesia Pinta Bejel Febbre ricorrente epidemica Malattia di Lyme Leptospirosi MORFOLOGIA Batteri di forma allungata con corpo avvolto a spirale (spiraliforme). Corpo cellulare mobile con caratteristica progressione serpentiniforme. Dimensioni: Lunghezza tra 4 e 21 µm Spessore da 0,15 a 0,25 µm. Patogeni extracellulari. Non visibili al microscopio in campo chiaro, visibili in campo scuro, a contrasto di fase e dopo colorazione con sostanze fluorescenti o impregnazione argentica. Microorganismi molto labili: sensibili all’essicamento e agli agenti chimici anche a basse concentrazioni. Metabolismo anaerobio (Treponema), microaerofilo (Borrelie) o aerobio (Leptospire). MORFOLOGIA osservazione al microscopio a fluorescenza osservazione al microscopio in campo scuro osservazione al microscopio elettronico A Scanning Transmission Electron Microscope. (STEM) of T. pallidum MORFOLOGIA Parete cellulare simile a quella dei Gram- per architettura e funzione ma con diversa struttura molecolare → differente consistenza, più flessibile. Composizione chimica della parete cellulare delle spirochete rivela differenze a seconda dei generi. MORFOLOGIA Corpo cellulare costituito da un cilindro protoplasmatico rivestito da da duplice membrana citoplamatica, esterna e interna. Strato sottile di peptidoglicano (principale responsabile della rigidità della cellula) aderisce a membrana citoplasmatica interna. Assenza di flagelli esterni. Apparato locomotore si trova nello spazio periplasmico tra le 2 membrane ed è formato da peculiari flagelli (endoflagelli) ricoperti da una membrana esterna. MORFOLOGIA Contrazione endoflagelli: movimento per rotazione/traslocazione. Apparato locomotore costituito da uno o più fasci di fibrille, inseriti longitudinalmente nello spazio periplasmatico, scorrono lungo la spirale del corpo e hanno punto di inserzione a ciascuna delle estremità cellulari ove sono ancorati. MORFOLOGIA Ciascun endoflagello è organizzato come un flagello dei Gram+: Filamento: formato da numerose sub unità di flagellina. Gancio (o uncino): singola proteina con funzione di connettere il filamento al corpo basale; nome si riferisce a forma arcata che imprime moto circolare al filamento. Corpo basale: struttura complessa, diversa nei Gram - e +, accomunata dalla presenza dell'anello MS immerso nella membrana citoplasmatica, costituito da due dischi sovrapposti. Gram - Gram + MORFOLOGIA Le Leptospire hanno 1-2 filamenti assiali, i Treponemi ne hanno da 1 a 8 (quelli virulenti ne hanno 3), le Borrelie da 15 a 20. Spirochete si dividono per scissione binaria secondo un piano trasversale, formando setto lungo l’asse minore della cellula: 1. prima si ha la formazione di nuovi flagelli inseriti nella regione centrale del corpo della cellula madre (che avrà propri flagelli alle estremità e nuovi flagelli, che andranno a cellule figlie, inseriti nella regione centrale) 2. successivamente la regione centrale della cellula ha un restringimento citoplasmatico tra i due gruppi di nuovi flagelli: strozzamento delle 2 membrane dividerà le due cellule figlie rimaste unite da comunione membrana esterna, ultima struttura a dividersi. La spiralizzazione del corpo batterico, la presenza delle due membrane citoplasmatiche, la presenza dei flagelli è indispensabile per la classificazione morfologica di una spirocheta. MORFOLOGIA Treponema osservato al microscopio elettronico. Ben evidente il fascio di endoflagelli (F) che scorre lungo il corpo batterico. Per tre di essi è chiaramente visibile la zona di ancoraggio terminale (IP) (da: Jepsen, Hougen e Birch-Andersen : Acta Path. Et microbiol. Scandinav., 1968, 74, 241). TREPONEMI Spirochete più importanti dal punto di vista clinico: T. pallidum pallidum agente eziologico della sifilide, malattia a trasmissione sessuale e a diffusione mondiale. Forma molto allungata (0,2 x 5 -15 m) e sottile. 1-8 flagelli inseriti in membrana citoplasmatica. Molti NON sono patogeni e fanno parte flora batterica della mucosa orale, gastroenterica e regioni genitali. Patogeni solo per l’uomo (T. pallidum pallidum, T. pallidum pertenue, T. carateum, T. endemicum) : non (facilmente) coltivabili in vitro. Non coltivabilità dovuta a necessità metaboliche e tempi di duplicazione lunghi (T. pallidum 30-33 h). Popolazione residente (soprofiti): T. non patogeni coltivabili. TREPONEMI T. coltivabili possono essere mantenuti in appositi terreni, in condizioni di anaerobiosi. Non esiste terreno universale per coltura (diverse capacità biosintetiche dei Treponemi): diversi supplementi sono fondamentali per differenti specie (es. siero di coniglio per T. che richiedono siero per presenza acidi grassi a lunga catena; Glucosio o altri carboidrati fermentabili, Aminoacidi, Vitamina B, Acido Isobutirrico). Peptone e estratto lievito richiesti da maggior parte dei T. coltivabili per crescere. T. pallidum T. pallidum pallidum agente eziologico della sifilide: epidemie sifilide conosciute a partire dal XV sec.). Nome dovuto al fatto che fosse invisibile al microscopio ottico se non colorato con impregnazione argentica oppure osservato in campo scuro. Studi fattori virulenza limitati per lungo tempo da non coltivabilità in terreno liquido/solido. Possibile la propagazione in vivo: inoculazione intra-testicolare nel coniglio. Per lungo tempo ritenuto anaerobio; recentemente si è scoperto che è in grado di ossidare i carboidrati e lo si è classificato come microaerofilo. T. pallidum Scoperta della microaerofilia T. pallidum ha permesso di superare in parte difficoltà di coltivarlo in vitro: coltura sottoposta a incubazione microaerofila (0,8-3% O2). Difficoltà non risolvibile è data dal lunghissimo tempo di replicazione (3033 ore nell’infezione in vivo e moltiplicazione è influenzata da fattori sconosciuti). Nel 1981 è stato descritto il primo sistema di coltivazione in vitro riproducibile anche se risultato è di durata limitata e soggetto a numerose variabili. Possibilità di disporre di un sistema in vitro ha permesso di incrementare gli studi fattori virulenza. T. pallidum: fattori di virulenza T. pallidum ha un cromosoma circolare di 1138 kbp. Cromosoma è stato completamente sequenziato nel 1998. Sequenziamento ha fornito informazioni su fattori di virulenza, per esempio: non sono stati trovati geni che codificano per tossine batteriche esistono nel genoma batterico geni codificanti per lipoproteine, duplicati in grande numero. Membrana esterna priva di lipopolisaccaride (endotossina; Gram-). T. pallidum non produce esotossine. T. Pallidum: fattori di virulenza Membrana esterna ricca di lipoproteine (per le quali esistono nel genoma batterico geni duplicati in grande numero) coinvolte: nell’adesione alle cellule dell’ospite. nel mimetismo antigenico: il batterio si riveste della fibronectina (proteina di matrice intercellulare) della cellula ospite, a cui aderisce tramite lipoproteine, mascherando gli Ag di superficie e rendendosi meno visibile al sistema immunitario (MIMESI MOLECOLARE). Variazione Antigenica: presenza di copie multiple di geni delle lipoproteine conferiscono la capacità di variare gli Ag di superficie per sfuggire all’azione del sistema immunitario. T. Pallidum: fattori di virulenza Produzione Ialuronidasi: enzima che idrolizza A. ialuronico che avvolge e tiene insieme cellule; facilita la penetrazione tra le giunzioni intracellulari quindi favorisce l’infiltrazione. T. pallidum non produce esotossine ma possiede geni che codificano per proteine simili alle emolisine batteriche (tossine emolitiche) il cui significato è tutt’oggi sconosciuto. Motilità: agevola la diffusione nei tessuti T. Pallidum: meccanismi di patogenicità La distruzione dei tessuti e la comparsa delle lesioni sono dovute all’azione del batterio e alla risposta immunitaria dell’ospite. Una volta superata la barriera epiteliale i Treponemi si moltiplicano (30h) e nello spazio di 10-20 gg compare papula che successivamente si ulcera (lesione primaria: “sifiloma” ). Sifiloma si sviluppa in corrispondenza della penetrazione del batterio ed è caratterizzato da infiltrazione di leucociti polimorfonucleati e macrofagi. Esso rappresenta la principale sede di replicazione del batterio. Sifilide - Ieri Personaggi famosi morti per sifilide: Baudelaire Oscar Wilde Manet Ivan il Terribile Casanova Dostoyevsky Schumann Enrico VIII Nietzsche Gaugin Schopenhauer 1905: August Paul von Wassermann mette a punto il test per la diagnosi di sifilide. Reazione di fissazione del complemento: siero del paziente + Ag (cardiolipina) + complemento; se nel siero del paziente sono presenti Ab, questi interagiscono con l’Ag fissando il complemento (che cosi non sarà più disponible). L'avvenuta o meno fissazione del complemento viene evidenziata con l'aggiunta di un sistema rilevatore (emazie + anticorpi antiemazie). Lisi delle emazie: il complemento disponibile si è fissato al sistema rivelatore in assenza di anticorpi del sistema test (reazione di Wasserman negativa). Mancata lisi emazie: presenza di Ab nel siero (reazione di Wasserman positiva). DIAGNOSTICA SIEROLOGICA Test non specifici per i Treponemi Rilevano gli anticorpi IgM e IgG che riconoscono l’Ag cardiolipina (Ag lipoideo, componente membrana mitocondriale) rilasciato dalle cellule danneggiate nelle fasi precoci dell’infezione e presenti anche sulla superficie delle cellule dei treponemi. VDRL (Venereal Diseases Research Laboratory) Test sierologici per diagnosi sifilide RPR (Rapid Plasma Reagin) Entrambi i test misurano la flocculazione dell’Ag cardolipina nel siero del paziente. Limiti: sensibilità non elevata (70% circa) nella sifilide primaria precoce, nella sifilide latente e nella sifilide congenita tardiva; mancanza di specificità in presenza di particolari condizioni (infezioni virali, patologie neoplastiche, malattie autoimmuni, gravidanza, età avanzata). I risultati dei test non treponemici devono essere dunque sempre confermati da un test treponemico specifico. DIAGNOSTICA SIEROLOGICA Test non specifici per i Treponemi VDRL-slide (flocculazione su vetrino) DIAGNOSTICA SIEROLOGICA Test specifici per i Treponemi Rilevano anticorpi contro antigeni specifici del Treponema: FTA-ABS (fluorescent treponemal antibody-adsorption test) TPHA (Treponema pallidum haemoagglutination) TPI (Treponema pallidum immobilization) DIAGNOSTICA SIEROLOGICA Test specifici per i Treponemi FTA-ABS - test di immunofluorescenza indiretta dove l’Ag è costituito da una sospensione di treponemi uccisi che vengono messi a contatto con il siero del paziente in esame. Successivamente si aggiunge un Ab anti-Ig umane coniugato con fluorescina. TPHA - reazione di emoagglutinazione passiva nella quale l’Ag è costituito da globuli rossi alla cui superficie sono adsorbiti Ag treponemici TPI – reazione di immobilizzazione. - Impiega come Ag una sospensione di treponemi mantenuti vitali in apposito terreno che viene messa a contatto con il siero del paziente in esame. - In presenza di Ab specifici, l’unione di Ab e complemento alla superficie del microorganismo, causa alterazioni strutturali → perdita della capacità di movimento. - La valutazione viene fatta al microscopio in campo oscuro valutando la % di treponemi immobilizzati rispetto a siero di controllo. DIAGNOSTICA SIEROLOGICA Test specifici per i Treponemi Negativo Positivo Sifilide - Oggi Sifilide - Oggi NEISSERIA GONORRHOEAE Genere Neisseria comprende un’ampia varietà di specie non patogene, commensali nelle prime vie respiratorie. Importanza clinica legata a 2 specie patogene: N. Gonorrhoeae (Gonococco) e N. Meningitidis (Meningococco) che hanno come unico serbatoio l’uomo. Gram negativo - diametro da 0,6 a 1,0 µm – immobile - asporigeno. Tipicamente a forma coccoide - disposti a coppie : DIPLOCOCCHI (raramente grappoli) I lati adiacenti schiacciati l’uno contro l’altro ricordano i chicchi di caffè Cit.C ossidasi + Catalasi + Fermentano glucosio (meningococco fermenta glucosio e maltosio). Aerobi, ambiente umido, povero O2, 35°-37° in CO2. NEISSERIA GONORRHOEAE Patogeno esclusivamente umano. Agente eziologico della gonorrea, STD, patologia già descritta nel 1550 a.C. Lo stato di portatore può essere asintomatico in particolare nelle donne (50% asintomatiche). Le infezioni causate da N. gonorrhoeae sono processi multifattoriali che coinvolgono una serie di interazioni mediate da recettori batterici e cellule bersaglio (cellule epiteliali). Batteri sono capaci di aderire alla superficie e penetrare nelle cellule, poi, contenuti all’interno di vacuoli fagosomali, possono passare per transcitosi nei tessuti subepiteliali. NEISSERIA GONORRHOEAE 1. 2. 3. Non rivestiti da capsula polisaccaridica (come N. meningitidis). Membrana esterna della cellula provvista di diverse strutture di superficie che svolgono una funzione essenziale nell’infezione: PILI PROTEINE (Opa, Por, Rmp …) LIPOOLIGOSACCARIDE (LOS) Pili di N. gonorrhoeae al Microscopio Elettronico NEISSERIA GONORRHOEAE : PILI Originano da membrana citoplasmatica e attraversano membrana esterna. Pili tipo IV: filamenti polimerici 6 nm Ø. Composti da unità proteiche ripetute : PILINE, adesine la cui espressione è regolata da complesso genetico “pil”. Espressione associata alla virulenza: coinvolte nell’interazione iniziale con cellule epiteliali (epitelio vagina, tube Falloppio, cavità buccale) NEISSERIA GONORRHOEAE : PILI PilE (subunità maggiore del pilus) non sembra in grado di interagire direttamente con cellula ospite: adesione pilus-mediata realizzerebbe ad opera di una grossa proteina di 110KDa (PilC). PilC; proteina associata all’estremità libera del pilus. Pili di tipo IV non sono semplici passive fibre adesive ma mediano la motilità del batterio: motilità contrattile (“twitching”) e per scivolamento (“gliding”) → migrazione attiva anche se considerevolmente più lenta (1µm/s) di quella a propulsione mediata dal flagello (fino 60 µm/s). si NEISSERIA GONORRHOEAE : PRINCIPALI PROTEINE DI MEMBRANA Proteine Por (già nota come Proteina I) Por = Porine Esistono 2 classi: PorA e Por B n.b. Gene PorA è silente in N. gonorrhoeae Formano canali ionici voltaggio dipendenti essenziali per sopravvivenza batteri Probabile coinvolgimento nella traslocazione citoplasmatica dei batteri Proteine Opa (Proteina II) Opa = opacità; responsabili aspetto opaco colonie. Adesine/Invasine Coinvolte nell’adesione intima e nell’invasione delle cellule ospiti Due classi di recettori: 1. proteoglicani eparansolfato (HPS Gs) 2. proteine CD66-correlate. Rmp (già nota come Proteina III) Rmp = proteina modificabile per riduzione Protegge la cellula batterica dalla lisi mediata da Ab sierici diretti verso altri Ag superficiali (Por e LOS), che vengono mascherati da Rmp. NEISSERIA GONORRHOEAE : Altre PROTEINE DI MEMBRANA Tbp1 e Tbp2 = Transferrin Binding Protein 1 e 2 Lbp = Lactoferrin Binding Protein Proteine che legano l'emoglobina Funzione in comune: mediano l’acquisizione di Fe per il metabolismo batterico, sottraendolo all’ospite. NEISSERIA GONORRHOEAE : LIPOOLIGOSACCARIDE Membrana esterna contiene un LPS costituito da brevi catene di zuccheri e privo di alcune catene ripetitive dell’Ag polisaccaridico «O» → definito LIPOOLIGOSACCARIDE (LOS) Componente endotossica delle cellule batteriche (Endotossina) Media l’adesione batterio-batterio (microcolonie) Funzione antigenica (core oligosaccaridico): stimola la risposta infiammatoria e innesca il rilascio di TNF- NEISSERIA GONORRHOEAE : ENZIMI IgA-proteasi (endoproteasi) → ruolo importante nella patogenesi batterica. idrolizzano le Ig della classe A1degli ospiti umani (neutralizzano IgA secretorie prodotte da cellule mucosali) Attaccano la principale glicoproteina strutturale di membrana dei lisosomi (LAMP1 – Lysosome Associated Membrane Protein) la cui degradazione promuoverebbe la sopravvivenza del batterio all’interno della cellula infettata. Beta-lattamasi (alcuni ceppi di N. gonorrhoeae) idrolizzano l’anello beta-lattamico degli antibiotici betalattamici NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI Le popolazioni microbiche non solo devono adattarsi ai cambiamenti ambientali cui vanno incontro durante l’interazione con l’ospite, ma anche durante il corso di una infezione stessa . Per rispondere ai continui cambiamenti ambientali e per assicurare la flessibilità genetica, i microrganismi hanno sviluppato meccanismi adattativi a lungo termine. Meccanismi adattativi→ meccanismi genetici spesso interconnessi : • variazione genetica (variazione di fase e antigenica); modifica casuale del livello di espressione del gene. Coinvolge cambiamenti spontanei del DNA: mutazioni e ricombinazioni. • regolazione genica modifica non casuale del livello di espressione del gene ma necessario segnale specifico dall’ambiente (T, osmolarità, presenza sostanze…) NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI 1. Regolazione genica trascizionale: processo che permette ad una cellula in un determinato contesto di esprimere un determinato gruppo di geni (geni regolati) e di silenziarne altri. GENI COSTITUTIVI: es. per enzimi coinvolti nel metabolismo glucosio. GENI INDUCIBILI: in N. Meningitidis gene nadA che codifica per invasina/adesina si trova sotto controllo eventi finemente regolati dall’ambiente (regolazione trascrizionale in seguito a stress ossidativo); indotta durante colonizzazione dell’orofaringe dove esplica un ruolo importante nell’adesione e invasione della mucosa. Gli organismi sono in grado di regolare l’espressione dei propri geni in modo che le proteine, e le altre molecole, vengano sintetizzate nella quantità esatta e nel momento esatto del ciclo (ECONOMIA CELLULARE) NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI 2. Variazione genetica (VARIAZIONE DI FASE E ANTIGNICA): comparsa di ceppi batterici geneticamente diversi dalle cellule da cui derivano (mutazioni e ricombinazione). VARIAZIONE DI FASE (coinvolge Opa, Opc, Por e proteine del metabolismo del LOS) Oscillazione reversibile tra stati di espressione alternativi di determinati geni)→ proteine Opa (circa 11 loci Opa – alta frequenza variazioni di fase; almeno 8 Opa). Evoluzione di segmenti di DNA ripetuti (omopolimerici), dentro o nelle vicinanze di regioni codificanti, che favoriscono l’insorgenza di mutazioni “frame-shift” ad alta frequenza e reversibili, mediante un meccanismo di scivolamento dello stampo. Mutazioni frame-shift : dovute a delezione o inserzioni di un numero di nucleotidi non divisibile per 3, questo comporta lo spostamento della cornice di lettura a valle della mutazione e quindi la codificazione di una sequenza Aa non corrispondente a quella del trascritto originario. Conseguenza: produzione di proteine che hanno solo porzioni di sequenza corrispondenti all'originaria o mancata esportazione o traduzione dell'mRNA mutato. Variazione di fase e mutazioni frame-shift Mutazioni frame-shift : dovute a delezione o inserzioni di un numero di nucleotidi non divisibile per 3, questo comporta lo spostamento della cornice di lettura a valle della mutazione e quindi la codificazione di una sequenza amminoacidica non corrispondente a quella del trascritto originario. NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI VARIAZIONE DI ANTIGENICA Elaborazione di versioni strutturalmente differenti di determinati componenti di superficie Nelle strutture piliali il fenomeno interessa la componente strutturale PilE. Eventi di ricombinazione omologa tra loci silenti pilS ed il locus di espressione pilE, con formazione di nuove combinazioni di geni pilE. varianti antigeniche di nuove PILINE che presentano nuovi epitopi NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI Il LOS delle neisserie rientra nelle strutture della superficie batterica soggette a enorme eterogeneità strutturale → N.B. proteine coinvolte nel metabolismo del LOS sono soggette a VARIAZIONE DI FASE. Batteri isolati durante infezione gonococciche: Fasi precoci : forma breve di LOS Dopo la risposta infiammatoria: predomina fenotipo provvisto di una forma lunga di LOS. Il LOS può essere modificato con aggiunta residui Ac. Sialico ad opera di una sialiltranferasi codificata dal batterio (donatore di Ac. Sialico è ospite-derivato) → sialilazione è un fenotipo variabile. Residui Ac. Sialico aumentano carica negativa superficie batterio e conferiscono resistenza al complemento e alla fagocitosi. NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI Fase 1 - INGRESSO con rapporti sessuali Fase 2 - ADESIONE iniziale con pili che si attaccano a epitelio mucosale → ADESIONE intima (Opa). Fase 3 Endocitosi – traslocaz. citoplasmatica (Por) - Invasione (Opa) - IgAproteasi anti lisosomi. INFEZIONE: esocitosi e diffusione nello spazio sub-epiteliale Fase 4 - DISSEMINAZIONE LOS: stimolo del rilascio del TNF- α dai Macrofagi e induce risposta infiammatoria Por: Inibizione della fusione fagosomalisosoma nei PMN SINTOMATOLOGIA , formazione dell’essudato infettivo. Fase 5 – TRASMISSIONE (rapporti sessuali) NEISSERIA GONORRHOEAE : PATOGENESI Fase 1 - INGRESSO Fase 2 - ADESIONE Fase 3 Endocitosi- INVASIONE e INFEZIONE Fase 4 - DISSEMINAZIONE LOS: induce risposta infiammatoria e stimola rilascio del TNF- α dai Macrofagi. Por: Inibizione della fusione fagosoma-lisosoma nei PMN e Macrofagi SINTOMATOLOGIA e formazione dell’essudato infettivo. Fase 5 – TRASMISSIONE (rapporti sessuali) NEISSERIA GONORRHOEAE : FATTORI DI VIRULENZA NEISSERIA GONORRHOEAE : EPIDEMIOLOGIA & RESISTENZE Resistenza mediate da plasmidi (esogene) Ceppi penicillasi-produttori (PPNG)- 50% di tutti i gonococchi: resistenza alla penicillina, mediata da plasmidi. Colonizzazione da parte di TEM-1, proveniente da enterobatteri, con conseguente diffusione del plasmide capace di produrre ß-lattamasi deriva dalla presenza di un gene codificante ß-lattamasi. Ceppi con resistenza alla tetraciclina (TRNG): mediata da plasmidi, derivata dall’introduzione di un gene streptococcico tetM. N.B. 1/5 Gonococchi isolati negli USA ha i plasmidi per entrambe le resistenze. Resistenza di tipo cromosomico (endogene – dovute a mutazioni spontanee) per penicillina e tetracicline (Chromosomally Mediated Resistant N. Gonorrhoeae CMRNG). N.B. Aumento resistenze fluorochinoloni (Quinolone Resistant N. Gonorrhoeae - QRNG). NEISSERIA GONORRHOEAE NEISSERIA GONORRHOEAE : DIAGNOSI DI LABORATORIO CAMPIONI BIOLOGICI Essudato uretrale Tamponi vaginali Tamponi cervicali Pus Sangue NEISSERIA GONORRHOEAE : DIAGNOSI DI LABORATORIO NEISSERIA GONORRHOEAE : DIAGNOSI DI LABORATORIO Come tutti i cocchi piogeni, determina formazione di pus, che si accompagna alla corsa dei leucociti PMN, alla loro lisi e liberazione (molto materiale purulento). Nel materiale, N. Gonorrhoeae appare dentro i PMN dove si moltiplica, a differenza del meningococco che non riesce a replicarsi all’interno del citoplasma leucocitario: osservando dunque materiale patogeno infettato da N. Gonorrhoeae , si vedranno molti microrganismi dentro i leucociti e pochi fuori, viceversa per il meningococco ce ne saranno molte fuori e poche dentro. Le altre neisseria le avremo tutte fuori e nessuna dentro e poco materiale purulento. Campioni di essudato colorati con colorazione di Gram NEISSERIA GONORRHOEAE : DIAGNOSI DI LABORATORIO Terreno arricchito e selettivo: AgarTayer-Martin, selettivo per crescita della flora microbica commensale (gram+, gram-, miceti). Morfologia colonie: piccole, traslucide, non mucose (assenza capsula) Cresce in 5-10% CO2 in almeno 48h (per la risposta NEG: 5 gg) Ossidasi +: colonia scura in presenza di ossidasi Agar Thayer-Martin NEISSERIA GONORRHOEAE : DIAGNOSI DI LABORATORIO Test dell’utilizzazione dei carboidrati Test della Catalasi NEISSERIA GONORRHOEAE : DIAGNOSI DI LABORATORIO TREPONEMA PALLIDUM, NEISSERIA GONORRHOEAE Prof. O.E. Varnier – Dott.ssa Martini Isabella Università degli Studi di Genova Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia A.A. 2013-2014 Corso Integrato di Malattie Infettive e Microbiologia Clinica