7 infezioni sessualmente trasmesse File - e

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Infezioni dell’apparato genitourinario
Infezioni urinarie (IVU)
Malattie sessualmente trasmesse
(MST)
Infezioni dell’apparato genito
urinario
• Le IVU sono infezioni endogene , infezioni che
originano dalla popolazione batterica
residente , partono dal tratto gastrointestinale
e colonizzano la regione periuretrale prima di
risalire fino all’uretra e poi la vescica, più
frequenti nelle donne
• Le MST sono infezioni esogene e si
acquisiscono mediante il rapporto sessuale,
l’incidenza è simile nei due sessi , ma il danno
irreversibile si ha nella donna
Infezioni sessualmente trasmesse.
• Batteriche : Neisseria gonorrhoeae,
Chlamydia trachomatis, Treponema
pallidum,
• Protozoarie: Tricomonas vaginalis,
• Virali: Papillomavirus, HIV
Malattie sessualmente trasmesse
• Rappresentano uno dei problemi più
importanti di sanità pubblica.
• Le principali infezioni sono: gonorrea, sifilide,
ulcera venerea, linfogranuloma venereo,
granuloma inguinale, herpes genitale,
verruche genitali, AIDS.
• Sindromi ad eziologia multipla: uretrite non
gonococcica, cervicite, vaginite e malattia
infiammatoria pelvica
Neisseria
Neisseria
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Cocchi aerobi (0,8 µm)
Gram-negativi
Forma leggermente reniforme
Organizzati in coppie (diplococchi)
Superfici di contatto appiattite (chicco di caffè)
Immobili
Asporigeni
Ossidasi-positivi
Spesso catalasi-positivi
Neisserie
• Molte specie sono commensali
• 2 specie sono patogene per l’uomo:
Neisseria gonorrhoeae in
essudato uretrale
Neisseria meningitidis in liquido
cerebrospinale
Neisseria gonorrhoeae Fattori di virulenza
• Pilina (media l’adesione iniziale alle cellule umane
non ciliate, conferisce resistenza alla fagocitosi)
• Proteine Por (formano pori o canali nella membrana
esterna e mediano la sopravvivenza intracellulare
inibendo la fusione con il fagolisosoma)
• Proteine Opa (proteine di opacità mediano
l’adesione alle cellule epiteliali)
• Proteine Rmp ( stimolano la produzione di anticorpi
bloccanti l’attività battericida del siero)
Fattori di virulenza
• Proteine Tbp1, Tbp2, Lbp (legano il ferro
permettendo l’assunzione di ferro al
microrganismo)
• LOS =lipo-oligosaccaride (endotossina)
• IgA1-proteasi (distrugge le IgA1)
• Beta-lattamasi (idrolizza l’anello betalattamico delle penicilline)
Neisseria gonorrhoeae. Patogenesi
• Adesione alle mucose delle vie
genitourinarie, dell’occhio, del retto,
della gola
• Penetrazione e moltiplicazione nei tessuti
• Dopo 24-48 h il microrganismo arriva alla
sottomucosa originando microascessi
con formazione di pus
• Trasporto dalla zona infiammata nel lume
uretrale
Neisseria gonorrhoeae. Patogenesi
• Adesione alle mucose delle vie
genitourinarie, dell’occhio, del retto,
della gola
• Penetrazione e moltiplicazione nei tessuti
• Dopo 24-48 h il microrganismo arriva alla
sottomucosa originando microascessi
con formazione di pus
• Trasporto dalla zona infiammata nel lume
uretrale
N. gonorrhoeae: epidemiologia
• Colpisce solo l’uomo
• Trasmissione per via sessuale (con un solo
rapporto 50% di probabilità per la donna 20%
per l’uomo)
• Serbatoio: persone con infezione asintomatica
• Diffusione: in tutto il mondo
Infezione gonococcica
• Nell’uomo è limitata all’uretra, il 95%degli uomini infetti
presenta sintomi (secrezione purulenta uretrale e disuria
• Nella donna la sintomatologia è modesta l’infezione è a livello
della cervice. Le pazienti asintomatiche presentano perdite
vaginali, disuria e dolore addominale
• Le manifestazioni cliniche di malattia disseminata
comprendono febbre, artralgie , artrite purulenta del polso
delle ginocchia e delle caviglie, numerose pustole su fondo
eritematoso
• Nei neonati l’infezione è a livello oculare infettati durante il
parto (oftalmia neonatale)
Terapia
• Antibiotico resistenza
(penicillina, tetraciclina
ed altri antibiotici)
• Infezione gonococcica
genitale: unica dose di
ceftriaxone per via
intramuscolare, donne
in gravidanza
eritromicina
Chlamydia Tracomatis
Cellule infettabili
Cellule epiteliali non ciliate
Mucose
Mucose
Uretra
Ano-retto
Endocervice
Tube Falloppio
Endometrio
Fagociti mononucleati
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Fattori di virulenza
• Replicazione intracellulare
• Previene la fusione del fagolisosoma
con lisosomi cellulari
• Effetti patologici del tracoma dovuti
ad infezioni ripetute
18
Epidemiologia
• Batteri trasmessi più comunemente per via
sessuale negli Stati Uniti
• Tracoma oculare a diffusione mondiale con
cecità che si sviluppa in 7-9 milioni di pazienti
• Linfogranuloma venereo (LGV) altamente
prevalente in Africa Asia e Sud America
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Malattie
• Tracoma oculare (cheratocongiuntivite
cronica), congiuntivite da inclusioni
nell’adulto, congiuntivite neonatale
• Polmonite infantile
• Infezioni urogenitali
• Linfogranuloma (LGV) e LGV oculare
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Terapia profilassi e controllo
• Trattare LGV con tetracicline o macrolidi
• Trattare le infezioni oculari o genitali con
azitromicina, doxiciclina
• Trattare congiuntivite o polmonite neonatale
con eritromicina
• Controllo delle infezioni con pratiche sessuali
sicure e pronto trattamento del paziente e dei
partner sessuali
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Treponema pallidum
• Agente eziologico della sifilide
• Malattia trasmessa
sessualmente
• Sottile spirocheta elicoidale
• Non cresce in colture prive di
cellule, estremamente labile
• Incapace di sopravvivere
all’essiccamento o ai
disinfettanti
Fattori di virulenza
• Le proteine della membrana esterna
promuovono l’adesione alle cellule ospiti
• La ialuronidasi può facilitare l’infiltrazione
perivascolare
• Il rivestimento di fibronectina protegge contro
la fagocitosi
• La distruzione primaria del tessuto è il
risultato della risposta immunitaria dell’ospite
all’infezione
Parete cellulare
Distruzione tissutale
• La fase iniziale è caratterizzata da una o più lesioni
cutanee (sifiloma) nel punto di penetrazione della
spirocheta
• Nella fase secondaria si manifesta la malattia
disseminata con lesioni cutanee
• Manifestazione tardiva della malattia in cui tutti i
tessuti possono essere coinvolti
• Ogni fase rappresenta la moltiplicazione localizzata
della spirocheta e la distruzione tissutale
Andamento della malattia non trattata
Sifilide secondaria
Patogenesi della sifilide
Epidemiologia
• L’uomo è l’unico ospite naturale
• E’ presente in tutto il mondo e rappresenta la terza
più comune malattia batterica a trasmissione
sessuale negli Stati Uniti
• L’incidenza dalla malattia è rapidamente diminuita
con l’avvento della penicillina
• La sifilide venerea è trasmessa per contatto sessuale
diretto o alla nascita o per trasfusione di sangue
infetto
• Il contagio è influenzato dallo stadio della malattia
della persona infetta
Terapia profilassi e controllo
• La penicillina è il farmaco d’elezione, in caso di
allergia somministrare tetraciclina o
cloramfenicolo
• Migliorare la profilassi nei rapporti sessuali
• I partner dei pazienti dovrebbero essere
trattati
Trichomonas vaginalis
• Protozoo flagellato di forma ovale con 5
flagelli, presenta solo lo stadio di trofozoite la
trasmissione avviene per contatto.
• Cresce in anaerobiosi, sopravvive al di fuori
del corpo umano solo per 1 o 2 ore su
superfici umide
• Per la diagnosi occorre raccogliere il materiale
purulento dalla vagina o dall’uretra maschile.
Protozoi urogenitali
Presente solo il trofozoite
Tricomonas vaginalis
Farmaci antiprotozoari
• I chemoterapici attualmente disponibili sono
scarsi e poco efficaci per la complessità del
ciclo vitale di molti protozoi che si sottraggono
all’azione del farmaco mutando stadio e
localizzazione in posizione intracellulare.
• Farmaci in uso: iodochinolo, metronidazolo,
pentamidina, chinino.
Herpes genitale
• E’ l’ulcera venerea più diffusa nei paesi occidentali , si
manifesta sottoforma di infezione primaria
• Comparsa dopo 5 giorni a livello genitale di lesioni
vescicolo–pustulose che evolvono ad ulcere associata
a linfoadenopatia regionale dolorosa
• L’agente eziologico è rappresentato da HSV2 più
raramente da HSV1
• Spesso associato ad infezioni ricorrenti a
localizzazione genitale
Papillomavirus
• I papilloma virus umani
(HPV) causano verruche
• Alcuni genotipi sono
associati a tumori
nell’uomo (carcinoma
cervicale)
Struttura Papillomavirus umani
•DNA a doppia elica, di 7.9 Kb, circolare,
di 55 nm di diametro
•Replicano e assemblano nel nucleo
•Peso molecolare: 5.2 x 106 Daltons
•Capside icosaedrico, sprovvisto di
peplos
•70 tipi classificati in base alla speciespecificità della sequenza di basi
•Epitelio-tropici, a-specificità tissutale
Caratteristiche peculiari
• Codificano proteine che promuovono la
crescita cellulare legandosi ai soppressori della
crescita cellulare p53 e p105RB
• Possono causare infezioni litiche in cellule
permissive ma causano infezioni abortive,
persistenti o latenti o immortalizzano le cellule
non permissive
Meccanismi patogenetici del
papillomavirus
• Il virus viene acquisito per stretto contatto ed infetta le cellule
epiteliali della cute o delle membrane mucose
• Il tropismo tissutale e la presentazione della malattia
dipendono dal tipo di papillomavirus
• Il virus causa una proliferazione benigna delle cellule
generando le verruche
• Le verruche si risolvono spontaneamente, probabilmente
grazie al sistema immunitario
• Alcuni tipi sono associati a displasia che per l’intervento di
cofattori può diventare cancerosa
• Il DNA di alcuni tipi di HPV è integrato nei cromosomi delle
cellule tumorali
Papilloma
L’infezione da HPV promuove la proliferazione delle cellule spinose che causa
un ispessimento della cute e produzione di cheratina (ipercheratosi) portando
quindi alla formazione di escrescenze epidermiche (papillomatosi). Il virus si
replica nelle cellule granulari prossime allo strato corneo.
Infezione
Rilascio Delle Particelle Virali
Replicazione
del DNA virale
e formazione
di virioni maturi
Differenziamento
Espansione Laterale
Infezione
Una volta avvenuta l’infezione il genoma dell’HPV può andare
incontro a due destini differenti:

Persistere in forma di Episoma (molecola di DNA circolare indipendente)

Inglobato nel DNA della cellula ospite
Sindromi cliniche associate ai
Papillomavirus
• Sindromi cutanee: verruche (plantari, comuni,
piane
• Sindromi mucose: tumori benigni della testa e
del collo (papilloma laringeo,orale,
congiuntivale)
• Verruche anogenitali: condiloma acuminato,
neoplasia intraepiteliale cervicale, cancro
Displasie e neoplasie cervicali
L’infezione di HPV del
tratto genitale
comporta alterazioni
citologiche
caratteristiche
(cellule coilocitiche)
che si riscontrano
negli strisci colorati
con il metodo di
Papanicolau
Vacuolizzazione citoplasmatica
perinucleare detta coilocitosi
Sviluppo del cancro nel Tessuto Cervicale
Tipi Di Papilloma Virus


I tipi più importanti dal punto di
vista clinico sono il 16 e 18.
Questi sono considerati ad alto
rischio, in quanto responsabili di
oltre il 75% dei casi di cancro
invasivo del collo dell’utero.
Il tipo 16 è il Papillomavirus con
maggiore prevalenza
nel mondo, seguito dal 18.
4,4%
1,5%
2,2%
2,3%
2,5%
3,7%
4,3%
6,8%
16,6%
57,4%
16
18
45
31
33
52
58
35
59
56
39
51
73
68
66
Altro
Tipi Di Papilloma Virus
I tipi 6 e 11, sono:


considerati a basso rischio
associati a patologie meno severe, come i
condilomi genitali.
Terapia
• Le verruche regrediscono spontaneamente
con un tempo variabile da diversi mesi ad anni
• Vengono rimosse attraverso crioterapia
chirurgica e elettrocauterizzazione
• La chirurgia può essere necessaria per la
rimozione dei papillomi laringei
Contenuto del vaccino per il Papillomavirus
Il vaccino per il Papillomavirus contiene
particelle virus-simili (Virus-Like Particle, VLP)
di Papillomavirus Umano di tipo:
6
11 16 18
Retrovirus
HIV-1 HIV-2
• AGENTE ETIOLOGICO
AIDS
• GENERE: LENTIVIRINAE,
FAMIGLIA:RETROVIRIDAE
• GENOMA: ssRNA (+)
DIPLOIDE (PERICAPSIDE)
• HIV-1 E’ IL PIU’ PATOGENO
Virus dell’HIV
Legame ai recettori
Legame ai recettori
Animazione
Tropismo cellulare per cellule T che
esprimono CD4
Penetrazione all’interno della
cellula
Animazione
Retrotrascrizione
Retrotrascrizione
Animazione
Integrazione nel genoma
Formazione di un provirus
Mappa genica
Traslazione poliproteine
Maturazione virus
Maturazione virus
Assemblaggio virus
Diffusione del virus
Formazione di sincizi
Meccanismi patogenetici di HIV
• HIV infetta principalmente linfociti T CD4 e cellule
della linea macrofagica (monociti, macrofagi,
macrofagi alveolari del polmone, cellule dendritiche
della cute, e cellule microgliali cerebrali)
• Il virus causa infezione litica dei linfociti T CD4 ed
infezione persistente con produzione di bassi livelli
virali nelle cellule della linea macrofagica
• Il virus induce formazione di sincizi, nelle cellule con
un alto numero di recettori CD4 ed altera le funzioni
dei linfociti T e dei macrofagi
Patogenesi di HIV
Decorso e stadi della malattia da HIV
Epidemiologia
• La malattia presenta un lungo periodo prodromico
• Il virus può essere rilasciato prima dello sviluppo di sintomi
identificabili
• Il virus è presente nel sangue, nel liquido seminale e nelle
secrezioni vaginali
• Persone a rischio sono i tossicodipendenti, gli individui
sessualmente attivi con molteplici partner, prostitute, neonati
da madri HIV positive
• Individui che hanno ricevuto trasfusioni di sangue, trapianti
d’organo ed emofiliaci prima del 1985
Trasmissione dell’infezione da HIV
Vie
Trasmissione specifica
Vie di trasmissione riconosciute
Inoculazione nel
sangue
Trasfusione di sangue e di suoi derivati, uso
comune di siringhe tra i tossicodipendenti, punture
d’ago, ferite aperte e contatti delle membrane
mucose nel personale delle case di cura, aghi per
tatuaggi
Trasmissione sessuale
Rapporti anali e vaginali
Trasmissione perinatale Trasmissione intrauterina, trasmissione perinatale,
allattamento
Trasmissione dell’infezione da HIV
Vie di trasmissione non riconosciute
Contatto
interpersonale
Membri familiari, personale delle
case di cura non a contatto con
sangue
Potenziali terapie antivirali
• Analoghi nucleosidici della trascrittasi inversa
(azidotimidina, dideossicitidina,
dideossinosina)
• Inibitori non nucleosidici della trascrittasi
inversa (nevirapina, delavirdina)
• Inibitori della proteasi (saquinavir, ritonavir,
indinavir ecc.)
• Terapia combinata
Sindromi clinica ad eziologia
multipla
Uretrite non gonococcica (UNG),
cervicite , vaginite e malattia
infiammatoria pelvica (MIP)
UNG
• Presenza di secrezione uretrale purulenta associata a
bruciore alla minzione.
• Circoscritta all’uretra anteriore, in alcuni casi può
estendersi all’uretra posteriore come alla prostrata
ed all’epididimo
• La presenza di leucociti polimorfo nucleati nel
secreto uretrale è importante per stabilire la diagnosi
• Se non è una infezione gonococcica altri
microrganismi implicati possono essere Chlamidyae
trachomatis e Ureoplasma urealyticum
Cervicite e malattia infiammatoria pelvica
• Localizzata alla cervice , può estendersi fino all’uretra, la
sintomatologia è caratterizzata da aumento della secrezione,
prurito e bruciore etc.
• Se non si tratta di infezione gonococcica altri microrganismi
coinvolti Chlamidyae trachomatis e Trichomonas vaginalis a
cui può essere associata anche vaginite.
• Se l’infezione risale nella cavità uterina e si propaga alle tube
ed al peritoneo si parla di malattia infiammatoria pelvica.
• Nella malattia acuta può essere confusa con un addome
acuto, mentre nelle forme sub-acute o croniche si possono
avere alterazioni dell’epitelio che causano sterilità
GENERI DI MAGGIOR RILIEVO NELLA FAMIGLIA
ENTEROBACTERIACAE
ESCHERICHIA
SALMONELLA
KLEBSIELLA
ENTEROBACTER
CITROBACTER
SHIGELLA
YERSINIA
SERRATIA
PROTEUS
PROVIDENCIA
MORGANELLA
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Fattori di virulenza comuni associati
alle Enterobacteriaceae
•
•
•
•
•
•
•
Endotossina
Capsula
Variazione antigenica
Sistemi di secrezione di tipo III
Sequestro dei fattori di crescita
Resistenza all’uccisione mediata dal siero
Resistenza antimicrobica
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Escherichia coli
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Fattori di virulenza associati con
Escherichia coli
•
Adesine
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Antigeni del fattore di colonizzazione
Fimbrie di aderenza aggreganti
Proteine formanti fasci
Intimina
Pili P
Proteina IPA
Fimbrie
•
Esotossine
1.
2.
3.
4.
Tossine stabili al calore
Tossine shiga
Emolisina
Tossine labili al calore
85
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