COMPITO AUTENTICO PROPOSTO NELLA SCUOLA MASSIMO D’AZEGLIO- BORGO SAN ZENO INSEGNANTI Erminia Da Costa - Daniela Reuspi PLESSO Scuola Primaria Massimo D’Azeglio – Borgo San Zeno CLASSE Classi quarta e quinta TITOLO DEL COMPITO AUTENTICO La mancanza di cibo. Progettazione e stesura di un testo informativo in occasione della Giornata della Memoria. Descrizione del compito: cooperando nel piccolo gruppo spiegate ai compagni più piccoli di prima, seconda e terza il significato di Shoa e di Giornata della Memoria facendo particolarmente riferimento all’ esperienza della fame e della mancanza di cibo dei protagonisti. Dinamica dello svolgimento/ fasi di lavoro Nell’ottica dell’educazione alla cittadinanza e coerentemente con il progetto di plesso ALI MENT AZIONE!, si organizza un laboratorio di riflessione e ricerca storica su un momento particolarmente significativo della storia mondiale. 1 I gruppi classe in modalità pluriclasse, si riuniscono con le insegnanti per un momento di riflessione ( tecnica del brainstorming) e presentazione del compito autentico. 2 Il gruppo viene diviso in sottogruppi; ogni gruppo deve leggere e analizzare una diversa proposta testuale secondo una traccia data. 3 Con l’aiuto dell’insegnante, ogni gruppo individua informazioni della propria ricerca (ricostruzione di fatti storici, raccolta di dati, immagini rievocate, ecc.) Durante il lavoro di gruppo si consiglia loro di prendere appunti sulle osservazioni e sulle idee prodotte. 4 Successivamente la discussione di gruppo viene formalizzata in attività diverse ( relazione, disegno, didascalie…) 5 Ogni sottogruppo presenterà ai compagni riuniti in modalità di pluriclasse, il testo analizzato e condividerà le informazioni acquisite. 6 Rielaborando i punti precedenti, ogni gruppo di allievi prepara un documento scritto che costituisce una sintesi del lavoro precedentemente svolto. 7 Con l’aiuto delle insegnanti si elabora una sintesi collettiva del lavoro svolto e ogni sottogruppo svolge un ruolo di tutoraggio nei confronti di alcuni compagni più piccoli presentando e spiegando i contenuti appresi precedentemente. TEMPO DI RIFERIMENTO TEMPO STIMATO PER LA REALIZZAZIONE DEL COMPITO Gennaio 2016 2 ore + 2 ore + 2ore OBIETTIVO DEL COMPITO Saper relazionare con chiarezza espositiva l’argomento della ricerca, utilizzando un linguaggio semplice, adatto ai compagni più piccoli. MODALITÀ DI LAVORO Grande gruppo Piccolo gruppo 1 COSA FA L’ALUNNO COSA FA L’INSEGNANTE Analizza il testo e le informazioni ricevute e le rielabora prima in modo individuale e poi in piccolo e grande gruppo. Collabora alla stesura del testo scritto e all’organizzazione della relazione orale. Predispone il materiale necessario per l’esposizione al grande e poi al piccolo gruppo composto dai compagni delle classi precedenti. Predispone il materiale, lo presenta, osserva, monitora e registra i risultati. Conduce le conversazioni in piccolo e grande gruppo. AMBITI DISCIPLINARI COINVOLTI COMPETENZE ATTESE Saper individuare le proprie necessità informative; imparare ad interpretare le principali fonti informative e le loro caratteristiche; saper ricercare, in testi letterari di varia tipologia, informazioni in funzione del proprio obiettivo; imparare ad ampliare le proprie conoscenze con nuove informazioni; Italiano Educazione alla cittadinanza Storia conoscere la storia attraverso le testimonianze dei vari protagonisti più o meno conosciuti; sviluppare capacità organizzative, espressive e comunicative; acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità. MATERIALI Testi letterari di varia tipologia Testi informativi COMPETENZA CHIAVE: Acquisire ed interpretare informazioni DIMENSIONI DELLA COMPETENZA: acquisizione dell’informazione; analisi critica dell’informazione; coinvolgimento motivazionale, consapevolezza. STRUMENTI Carta geografica Lim VALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE: Qualità nella partecipazione in gruppo ( Rubrica n. 1) Prestazione scritta individuale (Rubrica n. 2) Alla fine dell’attività, dopo la discussione in grande gruppo, i bambini ripensano a quanto realizzato in piccolo gruppo e verificano se le riflessioni e relazioni realizzate sono state efficaci. Prestazione orale individuale (Rubrica n. 3) 2 Scheda informativa e introduttiva comune a tutti i gruppi, distribuita a ciascun alunno. Giornata della Memoria: 27 Gennaio Ricorrenza dell'apertura dei cancelli di Auschwitz 27 Gennaio 1945 LA MANCANZA DI CIBO 27 gennaio si celebra La Giornata della Memoria. Una giornata per ricordare che tanti anni fa, durante la seconda guerra mondiale, milioni di uomini, donne e bambini sono stati perseguitati con le leggi razziali e poi strappati alla loro vita e portati nei lager da dove, solo in pochi sono tornati. Perché ricordare una storia tanto triste? La memoria delle terribili storie, ci deve aiutare a costruire un futuro migliore. Un futuro in cui quelle atrocità non si ripetano mai più. Leggeremo alcune testimonianze di persone che hanno vissuto la guerra e la detenzione nei campi di concentramento. La mancanza di cibo è una preoccupazione costante nelle pagine che leggeremo. Era tutto atroce e terribile ma sia all’interno dei campi che fuori, nelle città e nei paesi, il pensiero più grande era la fame, ciò che prevaleva era un senso infinito di fame. Ogni gruppo di lavoro analizzerà uno di questi testi seguendo la traccia: LA POESIA Primo Levi IL DIARIO PERSONALE Anna Frank IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Dacia Maraini IL ROMANZO AUTOBIOGRAFICO Marguerite Duras IL ROMANZO STORICO Mario Rigoni Stern IL RACCONTO STORICO Karl Bruckner RESOCONTO STORICO Miriam Mafai Leggi e analizza con il tuo gruppo il testo assegnato seguendo la traccia data: 1 Di che tipo di testo si tratta? Perché? 2 Qual è lo scopo dell’autore/ autrice? Cioè: a chi scrive e perché? 3 Scrivi una breve sintesi del brano. ( Ricorda che se il testo è scritto in prima persona devi riassumere in terza persona) 4 Sottolinea in rosso le parti del testo in cui si nominano cibi o alimenti. 5 In relazione al tema della mancanza di cibo, qual è secondo voi il messaggio che l’autore ci lascia? 3 Alcuni esempi di testi realizzati dai gruppi di alunni FAME E SOFFERENZA Noi celebriamo il giorno 27 Gennaio come Giorno della Memoria perché nel 1945 sono stati aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz dai soldati russi. I campi di concentramento sono dei campi di prigionia chiamati anche lager dove molti ebrei venivano maltrattati e uccisi dai nazisti. Gli ebrei venivano portati nei campi di concentramento perché erano ricchi e i tedeschi temevano il loro potere. Gli ebrei e gli altri prigionieri erano costretti a mangiare: 150 massimo 300 g di pane, poca acqua, piselli secchi, carne marcia e una zuppa che era una brodaglia. Dacia Maraini, non era ebrea ma era una bambina quando fu rinchiusa in un campo di concentramento in Giappone e fu costretta a mangiare: insetti, carne di serpente, e rane. Anna Frank si era rifugiata in una soffitta ed era obbligata a mangiare cavoli e patate marci. Questo maltrattamento di ebrei è chiamato SHOAH. Sappiamo che ancora oggi ci sono persone che soffrono la fame mentre noi siamo fortunati perché troviamo sempre cibo caldo in tavola e alla fine la maggior parte ne sprechiamo. Le cose dal 1945 al 2016 però non sono tanto cambiate perché qualcuno non viene ancora accettato nelle città come tutti noi. Sofia, Luca R, Giada, Giacomo LA MANCANZA DI CIBO Il 27 Gennaio noi celebriamo il GIORNO della MEMORIA, per ricordare tantissime persone, che sono state portate nei campi di concentramento o di sterminio dai soldati tedeschi, cioè nazisti e questo sterminio viene chiamato shoah. Tantissime persone sono morte di malattie e di fame perché ricevevano poco cibo come scarafaggi, formiche, serpenti, topi e rane. Ad esempio una bambina di nome Anna Frank, prima di essere rinchiusa in un campo di concentramento, è vissuta in una soffitta segreta per due anni, finché i nazisti la trovarono. Lei scriveva un diario e in una pagina c’era raccontato che il cibo scarseggiava e potevano mangiare solo patate e cavolo marcio. Dacia Maraini era una bambina che era stata rinchiusa nel campo di concentramento in Giappone con la sua famiglia. Ogni volta che trovava per terra del nutrimento lo nascondeva, lo raccoglieva e lo mangiava anche se non era il classico “cibo”. Questa abitudine di nascondere il cibo le durò anche quando uscì dal campo di concentramento. Dai testi che abbiamo letto capiamo che la mancanza di cibo, in quei luoghi di prigionia, era un grosso problema. Infatti lì pensavano solo a questo; e la poca gente che è tornata a casa poteva morire se mangiava troppo perché si era abituata a mangiare poco. Noi, che viviamo in case sicure e riscaldate e che troviamo pasti caldi e i nostri cari a tavola, riflettiamo sulle pazzie degli uomini che provocavano terribili sofferenze a uomini indifesi togliendogli il cibo per farli morire. Giorgia B., Filippo , Lisa F. e Chiara IL CIBO DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE Da 16 anni a questa parte, il 27 Gennaio si celebra il Giorno della Memoria, per ricordare le vittime della Shoah, a 71 anni di distanza dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, e la conseguente liberazione del più grande campo di sterminio. Viene celebrata per far si che si possa ricordare per sempre quanto è accaduto evitando cosi che possa ripetersi una catastrofe simile. 4 A scuola abbiamo letto dei testi che riguardavano il cibo e la sua mancanza. Il diario di Anna Frank ci fa capire che durante quel periodo c’era una grave mancanza di cibo. Anna era costretta a mangiare: cavoli marci, patate con diverse malattie e uova putrefatte. Dentro e fuori i campi di concentramento, a causa della mancanza di cibo, succedeva che i detenuti mangiavano rifiuti e pure i topi morti senza farsi vedere dalle guardie. Quando uscivano dal campo di concentramento, il dottore li obbligava a bere 6 o 7 cucchiaini di brodo al giorno per una settimana, per mettere in moto lo stomaco e l’intestino ormai indeboliti perché poco utilizzati. Durante questo periodo gli ebrei catturati venivano uccisi e torturati, il nome di questo avvenimento è SHOAH. Con il termine SHOAH, che in lingua ebraica significa CATASTROFE, DISTRUZIONE, venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Le testimonianze che abbiamo letto, ci fanno capire che il cibo di qualità e gustoso era molto ricercato e costoso dato che non ce ne era molto; i cittadini, i prigionieri e le guardie erano costrette a mangiare cibo putrefatto e marcio. Anche oggi quando ci lamentiamo di cibo che non ci piace, facciamo gli schizzinosi a tavola dobbiamo pensare a quei poveri bambini che non avevano niente da mangiare o ai bambini africani poveri e malnutriti di oggi. Dobbiamo imparare a non sprecare, di modo che non possa ripetersi una catastrofe simile. Nayoung, Leonardo, Elena, Nadia, Francesco IL DOLORE CAUSATO DALLA FAME Da alcuni anni il 27 Gennaio si celebra la “Giornata della Memoria”. Infatti, il 27 Gennaio 1945, le guardie armate russe hanno aperto i cancelli di Auschwitz, in Polonia, per liberare i prigionieri dal campo. Il capo Nazista, Adolf Hitler, fondò il Nazismo ed emanò le leggi razziali. Questo fatto ha portato, di conseguenza, l’inizio della “ Shoah”, che è una parola ebraica che significa catastrofe o sterminio. Dentro al campo di concentramento tante persone morirono a causa della mancanza di cibo. Il solo cibo che potevano mangiare era zuppa, piselli secchi e carne marcia. Quando si aprirono i cancelli, i deportati non potevano mangiare subito perchè in tal caso avrebbero rischiato la morte, fino a che il loro corpo non si fosse riabituato progressivamente. Anna Frank era una bambina ebrea, che per scappare dai Nazisti si è nascosta in soffitta; qui lei mangiava verdura andata a male. A scuola abbiamo letto molti testi perché abbiamo il dovere di sapere cos’è successo negli anni di guerra. Abbiamo capito che il problema della fame andava affrontato ogni giorno. Lisa M., Giulia, Luca V., Matteo FAME E MEMORIA Il ventisette Gennaio è la giornata della memoria per ricordare le migliaia di persone che sono morte nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Nella giornata della memoria si ricordano tutte le persone che sono morte: questo fatto si chiama Shoah. Nella giornata della memoria si ricorda quando nel 1945 sono stati aperti i cancelli di Auschwitz. Molte persone sono morte di fame non solo dentro ai campi di concentramento ma anche fuori. Nei campi di concentramento si mangiavano: topi morti, scarafaggi, serpenti, patate andate a male e perfino formiche che contengono un liquido tossico. 5 Anche i prigionieri che erano sopravvissuti al campo di concentramento, appena tornati, non potevano mangiare quello che volevano perché il loro corpo era debilitato e se mangiavano troppo rischiavano di morire di indigestione perciò dovevano nutrirsi con 6 o 7 cucchiaini di brodo al giorno. Le persone che non erano rinchiuse nei campi di concentramento usavano le tessere annonarie che servivano per acquistare il cibo. Se non si aveva la tessera non si poteva comprare niente. Ma anche con la tessera si poteva comprare solo il minimo indispensabile per vivere per via della guerra. Dai racconti abbiamo capito che vivere nella seconda guerra mondiale era difficile soprattutto per il cibo che scarseggiava di giorno in giorno. Insomma sopravvivere era incerto, si poteva morire in ogni momento. Diego B., Riccardo P. Lorenza M 6 1 RUBRICA PER RILEVARE I LIVELLI DI QUALITÀ NELLA PARTECIPAZIONE IN GRUPPO LAVORO COMUNE COMUNICAZIONE CON GLI ALTRI ECCELLENTE 4 Svolge pienamente la propria parte e anche di più; BUONO 3 Svolge in modo adeguato la propria parte del lavoro. Prende l’iniziativa per aiutare il gruppo ad organizzarsi Lavora in accordo con gli altri membri del gruppo. Fornisce molte idee per lo sviluppo del lavoro di gruppo Partecipa alla discussione dell’argomento. Ascolta gli altri, in rare occasioni suggerisce delle cose. Offre incoraggiamenti agli altri. È preoccupato del proprio lavoro. Solitamente condivide le sensazioni e i pensieri con gli altri partner del gruppo. Raramente esprime sensazioni e preferenze. Non parla mai per esprimere eccitazione o frustrazione. Spesso incoraggia e apprezza gli altri. È stato apertamente rude nel dare valutazioni sul lavoro svolto dai partner. Assiste gli altri compagni di gruppo. Comunica chiaramente desideri, idee, bisogni personali e sensazioni. Frequentemente esprime apprezzamenti per gli altri membri del gruppo. Esprime riscontro utili agli altri. Accetta volentieri i giudizi degli altri. USO DEL TEMPO Il lavoro derivante dalle consegne è sempre svolto in tempo o qualche volta prima di quanto richiesto. Spesso incoraggia e apprezza gli altri membri del gruppo. MEDIO 2 Svolge il lavoro quasi come quello degli altri. È convinto a partecipare dagli altri membri del gruppo. Sembra che dia per scontato il lavoro degli altri. Esprime valutazioni in modi che non offendono. Qualche volta ha ferito i sentimenti dell’altro con le sue valutazioni. Accetta i giudizi ma dà loro poca importanza. Ha sostenuto il suo punto di vista sui giudizi ricevuti. Il lavoro derivante dalle consegne è spesso in ritardo ma completato in tempo per essere accettato. Il lavoro derivante dalle consegne è svolto al limite del tempo assegnato. 7 POVERO 1 Svolge meno lavoro degli altri. Partecipa passivamente al lavoro. Assume un atteggiamento da annoiato durante il lavoro. Raramente si dimostra interessato al proprio lavoro. Ha dimostrato di non sapere su cosa stava lavorando il gruppo. Ha rifiutato di ascoltare le valutazioni. Alcuni lavori sono sempre incompleti mentre gli altri partner hanno completato le consegne. 2 RUBRICA PER VALUTARE LA PRESTAZIONE SCRITTA FINALE INDIVIDUALE LIVELLO 1: OTTIMO LIVELLO 2: DISTINTO Seleziona i materiali, tutte le conoscenze e le informazioni utili per rispondere alle richieste. Il prodotto è curato, ben realizzato, preciso. La presentazione è creativa. Include tutte le informazioni necessarie in completamento delle richieste. È corretto rispetto alla forma scelta. Fa esempi e cita le fonti con una certa precisione. Presenta il lavoro nei tempi stabiliti Seleziona gran parte dei materiali, delle conoscenze e delle informazioni utili per rispondere alle richieste. Il prodotto è sopra la media. Dimostra immaginazione nel pensare. Include informazioni che sostengono le risposte. È corretto rispetto alla forma scelta. Fa esempi e cita le fonti anche se non con esattezza. Presenta il lavoro nei tempi stabiliti. LIVELLO 3 BUONO LIVELLO 4 SUFFICIENTE Selezionare solo in parte i materiali, le conoscenze e le informazioni utili; Il prodotto è nella media. Risponde alle richieste. Fornisce scarse informazioni che sostengono le risposte. Tralascia alcuni dettagli. Il prodotto contiene alcuni errori. Presenta il lavoro nei limiti dei tempi stabiliti. Non seleziona i materiali, conoscenze e le informazioni utili. Risponde solo parzialmente alle richieste. Fornisce scarse informazioni che sostengono le risposte. Include pochi dettagli. Il prodotto contiene errori. Presenta a fatica il lavoro nei tempi stabiliti 3 RUBRICA PER VALUTARE L’ ESPOSIZIONE ORALE INDIVIDUALE AI COMPAGNI PIÙ PICCOLI ESPOSIZIONE LIVELLO 1 ELEVATO LIVELLO 2 MEDIO LIVELLO 3 BASSO L’alunno espone i contenuti con chiarezza e proprietà di linguaggio, sottolinea con il tono di voce e la gestualità i passaggi più importanti. Risponde alle domande dei compagni e delle insegnanti. L’alunno espone i contenuti in modo abbastanza chiaro, non sempre utilizza un linguaggio appropriato. Si confonde se viene interrotto. L’esposizione non è chiara e l’alunno usa un linguaggio approssimativo. 8 MODO DI ESPRIMERSI Usa una voce chiara e corretta, pronuncia con precisione le parole così che tutti possano sentire. CONOSCENZA DEI CONTENUTI Rielabora in modo personale i contenuti, fa esempi e collegamenti. ORGANIZZAZIONE DELLE MODALITÀ DI ESPOSIZIONE Espone secondo una logica predefinita; rispetta i tempi dell’esposizione. 9 La voce è chiara. Pronuncia le parole abbastanza correttamente. La maggior parte dei compagni che ascoltano può sentire e capire. Espone i contenuti dimostrando di conoscerli, fa esempi e collegamenti Espone senza una logica predefinita; rispetta abbastanza i tempi dell’esposizione La voce è bassa. Pronuncia le parole in modo poco chiaro. Chi ascolta ha difficoltà a capire quanto viene detto. L’alunno riporta solo parzialmente i contenuti. Aspetta suggerimenti da parte dei compagni di gruppo e dall’insegnante Espone senza organicità. Non rispetta i tempi dell’esposizione.