ah-1 Università di Roma “ La Sapienza” ATOMI IDROGENOIDI • Si tratta di atomi con un solo elettrone ed un nucleo di carica positiva Z e • Dobbiamo impostare e risolvere l’equazione di Schroedinger per questo sistema di due particelle N Nucleo di massa mN e carica Z e e elettrone di massa me e carica e e z r re x • r R r r r Il vettore R individua il centro di massa N r rN Il Potenziale dipende soltanto dalla distanza r Ze 2 Ze 2 ⇔− V (r ) = − r 4πε 0 r y L’equazione di Schroedinger è: 2 h2 2 h 2 − Ψ = EΨ ∇ − ∇ + V ( r ) N 2 m e 2m e N ∇ e2 • = ∂2 ∂xe2 + ∂2 ∂ye2 + ∂2 ∂ze2 Questa eq. può essere espressa in funzione delle variabili: r vettore R ↔ Posizione del Centro di Massa r vettore r ↔ Distanza fra Nucleo ed Elettrone Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-2 Università di Roma “ La Sapienza” si ottiene, per via classica, un Hamiltoniano 2 2 h h 2 r Hˆ = − ∇R − ∇r2r + V (r ) che tiene conto di: 2M 2µ - energia cinetica dell’intera massa del sistema pari ad M = mN + me - energia cinetica ed energia potenziale della particella fittizia di massa ridotta µ mm µ= e N me + mN SE V (r ) ≠ f (t ) r r r r Hˆ Ψ (R, r ) = E Ψ (R, r ) Si separa facilmente con Ψ ( R, r ) = χ ( R ) ⋅ Ψ (r ) ( R ed r sarebbero sempre vettori ) h2 2 − ∇ R χ ( R ) = Er χ ( R ) 2M h2 2 − ∇ + V ( r ) Ψ (r ) = Er Ψ (r ) r 2 µ Traslazione libera di una particella di massa M Eq. di Schroedinger per una particella fittizia di massa µ che si muove in un potenziale V(r) IN SINTESI Abbiamo ottenuto un risultato della massima importanza che, in generale,mostra che il moto traslazionale può essere separato ESATTAMENTE dai moti cosiddetti “interni” Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-3 Università di Roma “ La Sapienza” • Per quanto riguarda l’energia ETotale = ETraslazione • + EMoti Interni Dal punto di vista fisico, e per quanto riguarda i moti interni, tutto ciò equivale a considerare il nucleo pressochè fermo e l’elettrone in moto rispetto a questo INFATTI mN >> me ⇒ mN ≅ 1800 me µ≅ 1800 ⋅ me 1800 ⋅ me = ≈ me 1800 + 1 1801 a parità di tempo elettrone 1000 A µ ≅ me poichè o nucleo • o 0.1 A Procediamo ora nella soluzione della eq. Schroedinger della particella µ nel potenziale V (r ) ↔ Potenziale Centrale usando le coordinate polari ∇ r2 = 1 ∂ 2 ∂ 1 r + 2 2 ∂r r ∂r r di 1 ∂ ∂ ∂ 1 θ sen + 2 2 θ θ θ ∂ ∂ sen sen θ ∂ φ CIOE’ ( vedi rr-5 ) ∇ 2r = 1 ∂ 2 ∂ 1 1 ˆ2 r − L r 2 ∂ r ∂ r r 2 h2 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-4 Università di Roma “ La Sapienza” Hˆ = − h2 ∂ 2 ∂ 1 ˆ2 r + L + V (r ) = 2µ r 2 ∂ r ∂ r 2µ r 2 Tˆ (r ) = • f (r ) Lˆ2 + V (r ) + Osserviamo che [ ] ♦ Hˆ , Lˆ 2 = 0 INFATTI [Τˆ (r ) + f (r ) Lˆ + V (r ) , Lˆ ] = [Τˆ (r ), Lˆ ]+ [ f (r ) Lˆ , Lˆ ]+ [V (r ), Lˆ ] [Τˆ (r ), Lˆ ] = 0 i due operatori dipendono da variabili diverse [V (r ), Lˆ ] = 0 [ f (r ) Lˆ , Lˆ ] = [ f (r ), Lˆ ]⋅ Lˆ + f (r )[Lˆ , Lˆ ] = 0 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 a b a) i due operatori dipendono da variabili diverse b) un operatore commuta sempre con se stesso ♦ L̂z commuta con Lˆ 2 L̂z non dipende da r [Lˆ 2 ] , Lˆ z = 0 QUINDI [Hˆ , Lˆz ]= 0 Gli operatori Hˆ , Lˆ 2 ed Lˆ z hanno autofunzioni in comune Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-5 Università di Roma “ La Sapienza” • Le autofunzioni di L̂ 2 ed L̂z (che non operano su r ) sono le armoniche sferiche Yl , m (θ , Φ ) ogni funzione del tipo R(r )Yl m (θ , Φ ) è ancora autofunzione QUINDI Hˆ Ψ (r ,θ , φ ) = E Ψ (r ,θ , φ ) Lˆ 2 Ψ (r ,θ , φ ) = l (l + 1) h 2 Ψ (r ,θ , φ ) Lˆ z Ψ (r ,θ , φ ) = m h Ψ (r ,θ , φ ) Ψ (r ,θ , φ ) = R (r )Yl , m (θ , φ ) che sostituita nella eq. di Schroedinger e dividendo per Ψ consente di scrivere 1 ˆ2 ˆ T r L V r ( ) + + ( ) R (r )Yl , m (θ , φ ) = E 2 R (r )Yl , m (θ , φ ) 2µ r Tˆ (r ) R (r ) 1 2 + l ( l + 1 ) h + V (r ) = E 2 R (r ) 2µ r 1 h 2 − 2 µ r 2 d 2 d h 2 ( ) ( ) 1 r l l V r + + + R(r ) = E R (r ) 2 d r d r 2 µ r Vˆeff Hˆ e Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-6 Università di Roma “ La Sapienza” • Notiamo che: Ĥ dipende dal numero quantico l ci aspettiamo che anche le soluzioni R(r ) dipendano da l Al potenziale centrale V (r ) che, nel nostro caso è attrattivo, si somma un termine repulsivo che può essere interpretato come dovuto ad effetti centrifughi ( l ≠ 0 ) Sino ad ora la trattazione è generale nel senso di essere applicabile a tutti i casi di due corpi interagenti ( p.e. V(r) potrebbe essere il potenziale di interazione fra due atomi in una molecola ) Per il caso dell’atomo Idrogenoide Ze 2 V (r ) = − µ ≅ me = m r • La soluzione della eq. Hˆ e R (r ) = E R (r ) è, come spesso accade, piuttosto difficile; ne vedremo soltanto i risultati ma prima di cio’ introduciamo delle unità di misura assai usate in chimica quantistica: le unità atomiche • Si tratta di unità di misura che consentono di ottenere espressioni analitiche piu’ semplici ed aver a che fare con numeri dell’ordine di grandezza dell’unità Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-7 Università di Roma “ La Sapienza” Lunghezza o h2 −10 = 0 . 52918 A = 0 . 52918 ⋅ 10 m a0 = 2 me ( se µ = me ) BOHR ( raggio della I orbita dell’atomo di Bohr) massa tempo carica energia me = 1 u.a. = 9.10 ⋅ 10 − 28 g = 9.10 ⋅ 10 − 31 Kg τ0 = a0 h e2 = 2.4189 ⋅10 −17 s tempo impiegato da 1 elettrone 1s dell’atomo di H per percorrere 1 bohr e = 1,602189 ⋅10 −19 C carica dell’elettrone e2 = 1 Hartree = −2 ⋅ ( ETOT di un elettrone 1s ) a0 = - 2 13.606 eV = 27.212 eV momento angolare Campo elettrico h e a02 campo elettrico di un protone alla distanza di 1 bohr QUINDI Per esempio, con queste unità, l’Hamiltoniano dell’atomo idrogenoide ( con µ = µε ) diventa: h2 Z e2 2 ˆ ∇ − H = − 2 me r Dipartimento di Chimica Z 1 Hˆ = − ∇ 2 − 2 r Prof. Guido Gigli ah-8 Università di Roma “ La Sapienza” Autofunzioni l Zr 2rZ 2r Z ⋅ ⋅ L2nl++l1 Rnl (r ) = N ⋅ exp − na na n a 0 0 0 ( L2nl++l1 sono funzioni complicate dette polinomi associati di Laguerre ed N è un fattore di normalizzazione) complessivamente, quindi, si ha: Ψnlm = Rnl (r )Ylm (θ , φ ) 12 Ψnlm 2 Z 3 (n − l − 1) ! = − 3 n a 0 2 n [(n + l ) !] ⋅ l Zr 2rZ 2r Z ⋅ ⋅ L2nl++l1 ⋅ Yl ,m (θ , φ ) exp − na 0 na 0 n a0 Ψnlm = n, l , m = n, l , ml per gli elettroni si usa ml • • Come si vede dall’equazione differenziale che si era ottenuta, per ogni valore del numero quantico l ci sono infinti valori di n che soddisfano tutte le condizioni fisiche volute; si dimostra che n puo’ assumere soltanto i valori l+1, l+2, ..ecc. Complessivamente i numeri quantici che compaiono nelle autofunzioni possono assumere soltanto alcuni valori e sono fra loro correlati n = 1, 2, 3,... l = 0, 1, 2…(n-1) ml = 0, ± 1, ± 2 Dipartimento di Chimica numero quantico principale “ ±l “ “ “ orbitale od azimutale magnetico Prof. Guido Gigli ah-9 Università di Roma “ La Sapienza” • Sostituendo i vari valori di n , l , ml si ha: 32 Ψ1,0,0 1 Z = π a0 Ψ2,0,0 1 = 4 2π Z a0 Ψ2,1,0 1 = 4 2π Z a0 Ψ2,1,±1 1 Z = 8 π a0 Z r exp − a 0 32 Zr Z r 2 − exp − a 2 a 0 0 32 Zr Zr cos θ exp − a0 2 a 0 32 Zr Zr senθ exp(± iφ ) exp − a0 2 a 0 Z a0 Ψ3,0,0 1 = 81 3π Ψ3,1,0 2 Z = 81 π a0 32 32 Z a0 1 = 81 6π Z a0 1 Ψ3,2,±1 = 81 π Z a0 Ψ3, 2,0 Ψ3,2,±2 • Z r Z rZ r 6 − cos θ exp − a0 a0 3a0 32 1 Ψ3,1,±1 = 81 π 2 2 27 − 18 Z r + 2 Z r exp − Z r 3a a0 a0 2 0 Z r Z rZ r 6 − senθ exp(± iφ ) exp − a0 a0 3a0 32 Z r Z 2 r2 3 cos 2 θ − 1 exp − a0 3a0 32 Z r Z 2 r2 senθ cos θ exp(± iφ ) exp − a0 3 a 0 1 Z = 162 π a0 ( 32 ) Z r 2 Z 2 r2 sen θ exp(± 2iφ ) exp − a0 3 a 0 Da notare che la parte in r è del tipo ( ) Rn ,l (r ) = costante ⋅ r l Polinomio r n −l −1 ⋅ exp ( − Dipartimento di Chimica Zr ) n Prof. Guido Gigli ah-10 nella funzione Rn,l(r) compare, quindi, un polinomio in r di grado n-1 con piu’ o meno termini a seconda del valore di l. • Le funzioni radiali sono normalizzate: ∞ 2 2 ∫0 R r dr = 1 Università di Roma “ La Sapienza” dove è importante notare che si è usata la parte in r dell’elemento di volume in coordinate polari: r 2 sen θ dθ dφ dr Autovalori Gli autovalori dell’energia dipendono dal solo numero quantico n En = − m Z 2 e4 2 n 2 h2 Z 2 e2 =− 2⋅ 2n a 0 En = − Z2 2n 2 Poichè l’energia dipende soltanto da “ n ” ma vi sono vari valori di “ l ” ed “ m ” per ogni valore di “ n ” ogni stato del sistema è degenere g n = n 2 =1 + 3 + 5 + 7... + (2n − 1) ∗ l Infatti: m = 2(l + 1) oppure: n 6444447 444448 (n ∗ − 1) 0 1 2 3 K M M M M 1 3 5 7 K 2 (n ∗ − 1) + 1 n(n − 1) 2 2 + n = n − n + n = n ∑ (2l + 1) = 2 ∑ l + n = 2 n −1 n −1 l =0 l =0 2 La notazione è la seguente l simbolo 0 s sharp Dipartimento di Chimica 1 2 p d principal diffuse 3 f fundamental Prof. Guido Gigli ah-11 Università di Roma “ La Sapienza” • Vediamo l’andamento della parte radiale delle autofunzioni Il numero di “nodi” e’ pari ad n -l -1 • E’ utile analizzare la probabilità di trovare l’elettrone ad una distanza r dal nucleo; ossia in una corteccia sferica di spessore dr 2 Ψ integrata su tutti gli angoli = π 2π * ∫0 ∫0 Ψnlm (r ,θ , φ )Ψnlm (r ,θ , φ )drdθdφ = π 2π 2 * Rnl (r )r 2 dr ∫0 ∫0 Ylm Ylm sen θ dθ dφ = 2 Rnl (r ) r 2 dr ⋅ 1 ( le armoniche sferiche sono normalizzate ) • si ha, quindi, la funzione di distribuzione radiale P (r ) dr = R 2r 2 dr A parita’ di n la probabilita’ di trovare un elettrone vicino al nucleo diminuisce con l Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-12 Università di Roma “ La Sapienza” • da notare che per l’orbitale 1s la distanza a cui si ha massima probabilita’ di trovare l’elettrone (rprob) e’ proprio in corrispondenza del raggio di Bohr • è anche istruttivo valutare la distanza media dell’elettrone dal nucleo r = Ψnlm r Ψnlm = Rnl (r )Ylm (θ ,φ ) r Rnl (r )Ylm (θ ,φ ) = ∞ π 2π * 2 ∫0 ∫0 ∫0 R Y r R Y r senθ dr dθ dφ = ∞ 2 3 π 2π ∞ 2 3 * ∫0 R r dr ∫0 ∫0 Y Y senθ dθ dφ = ∫0 R r dr = n 2 3 l (l + 1) a0 − Z 2 2 n 2 dove si puo’ notare che - per Z=1, n=1, l=0 ( cioè per lo 1s di H ) rmedio = 1.5 a0 - all’umentare di Z diminuisce rmedio - rmedio(2s) ≠ rmedio(2p) anche se i due orbitali sono degeneri ( come mai?) rprob rmedio • Consideriamo ora anche la parte angolare per l =0 la simmetria è sferica sia per Ψ che Ψ Dipartimento di Chimica 2 Prof. Guido Gigli ah-13 Università di Roma “ La Sapienza” per l≠0 si devono considerare le forme delle armoniche sferiche e della “deformazione” delle stesse dovuta alla parte radiale vediamo il solo caso degli ORBITALI p termine dovuto a Mulliken che ricorda le orbite dell’atomo di Bohr Zr ⋅ cosθ Ψ2,1,0 = Ψ2 p 0 = Ψ2 pz = cost ⋅ r ⋅ exp − 2 a0 per la sola parte angolare Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-14 Università di Roma “ La Sapienza” • Comunque quella che interessa di più è la intera Ψ che si rappresenta bene con “curve di livello” le quali uniscono i punti nei quali la funzione assume il medesimo valore o modulo Ψ 2 Ψ2 p ±1 • Si tratta di funzioni immaginarie Zr cos t ⋅ r ⋅ exp − 2 a 0 senθ e± iφ Peraltro Ψ2* p +1 = Ψ2 p −1 Ψ2* p +1 Ψ2 p +1 = Ψ2 p −1 Ψ2 p +1 = Ψ2* p −1 Ψ2 p −1 = Ψ2 p +1 Ψ2 p −1 Dipartimento di Chimica Ψ2* p −1 = Ψ2 p +1 i due orbitali Ψ2 p ±1 hanno la medesima funzione densita’ di probabilità Prof. Guido Gigli ah-15 Università di Roma “ La Sapienza” INOLTRE Ψ2 p +1 e Ψ2 p −1 anche una loro combinazione lineare è autofunzione di Ĥ con lo stesso autovalore sono degeneri per rappresentarle usiamo una combinazione lineare che sia reale ( 1 Ψ2 p + 1 + Ψ2 p −1 2 ) 1 senθ 2 = R(r )2 p ± 1 = R(r )2 p ± 1 Ψ2 px = cost ⋅ r x = r 1 senθ 2 ( ei φ + e − i φ ) = 2 cos Φ Zr senθ cos Φ exp − 2 a 0 senθ cos Φ Analogamente 1 i (Ψ2 p +1 − Ψ2 p −1 ) = Ψ2 py = cost 2 y Zr senθ sen Φ exp − 2 a 0 r = r sen θ senΦ • Analoghe combinazioni lineari di autofunzioni degeneri con termini immaginari le rendono reali (orbitali d, f, ecc ) • Possiamo, peraltro, notare che queste nuove funzioni d’onda non rappresentano più autostati di L̂ z (anche se sono ancora autostati di Ĥ ed L̂2 ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-16 Università di Roma “ La Sapienza” En = − m Z 2e 4 2 h 2n2 per l’Idrogeno (Z = 1) :⇒ En = − m e4 2 h 2n2 quindi per l’atomo di Idrogeno: En cm −1 =− se µ = me me 4 4 π h 3c n 2 =− Costante di Rydberg = 109737 cm-1 R∞ n2 mN = ∞ R∞ me mH m N = m H RH me + mH Vi è un addensamento di livelli all’aumentare del numero quantico “n” se µ = E’ interessante osservare l’andamento dei livelli per vari tipi di potenziale Si nota la competizione fra due effetti Aumento dell’intervallo fra i livelli all’aumentare dell’Energia Dipartimento di Chimica Diminuzione della spaziatura fra i livelli all’aumentare delle dimensioni spaziali nelle quali è confinata la particella Prof. Guido Gigli ah-17 Università di Roma “ La Sapienza” • Per avere una ulteriore idea della scala delle energie permesse rispetto al potenziale si può sovrapporre all’andamento del potenziale sresso i livelli della espressione E = − R n 2 • Ogni livello è, come già detto, degenere ( n 2 ) così come indicato nella ordinata di destra Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-18 Università di Roma “ La Sapienza” • Per rappresentare questa degenerazione ( per quanto riguarda il numero quantico “l” ) si possono rappresentare i livelli degeneri in posizioni adiacenti: con le opportune Regole di Selezione si possono indicare le transizioni in un Diagramma di Grotrian ∆n = qualsiasi ∆l = ±1 ∆ml = 0,±1 da notare che è un valore diverso dalla R∞ = 109737 cm −1 • E’ importante osservare che esistono anche soluzioni al nostro Hamiltoniano, ( complesse da trovare ), con E>0 che non sono quantizzate Stati non legati continuo di Energia (oltre la Ionizzazione ) Le autofunzioni corrispondenti sono fondamentali nello studio di Collisione elettrone ione fenomeni di “scattering” Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-19 Università di Roma “ La Sapienza” • Terminiamo la trattazione con due osservazioni su: Caratteristiche degli orbitali Tutti gli orbitali con l = 0 hanno valore finito sul nucleo “ “ l≠0 “ “ nullo “ “ la forma dello 1 s può essere considerata un compromesso fra Ψ V - Bassa Ecin r piccola curvatura di Ψ - Bassa V grande energia cinetica Negli atomi Idrogenoidi all’aumentare di Z la distanza di massima probabilità diminuisce La carica più grande attira verso il nucleo l’elettrone Energia degli orbitali • L’energia dipende dal numero atomico Z QUINDI E’ sempre più in basso in energia ( aumenta in modulo) all’aumentare di Z per lo He+ è quattro volte piu’ grande Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-20 Università di Roma “ La Sapienza” Ulteriori Complicazioni • Abbiamo visto che siamo in grado di spiegare lo spettro di un atomo di Idrogeno Se si applica un campo magnetico la degenerazione degli stati di moto con il medesimo l e diverso m viene rimossa Mettiamo in evidenza la quantizzazione spaziale Ci aspettiamo 3 transizioni Questo lo possiamo spiegare perchè all’elettrone in moto è associato un momento magnetico che interagisce con il campo magnetico esterno • Se, però,si usa un campo magnetico molto forte e si osserva lo spettro con grande risoluzione non si riesce a spiegare la comparsa di 6 transizioni che generano 5 righe spettrali struttura FINE • Un altro esperimento di natura completamente diversa, impone di considerare qualcosa d’altro STERN GERLACH (già visto nei lucidi “in”) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-21 Università di Roma “ La Sapienza” • Il nuovo concetto che deve essere introdotto per spiegare la struttura fine è lo SPIN E’ cosa del tutto nuova e non vi sono analogie classiche Di conseguenza non si può procedere nel modo usuale: Esprimere la grandezza classica in funzione di momenti e coordinate Sostituire questi momenti e coordinate con gli operatori appropriati Si deve procedere introducendo altri postulati quantomeccanici ( in realtà nella formulazione relativistica di DIRAC lo SPIN compare naturalmente) I ) Gli operatori del momento angolare di Spin commutano e si combinano come gli operatori del momento angolare normale Sˆ 2 Sˆ z − Sˆ z Sˆ 2 = 0 ecc Sˆ x Sˆ y − Sˆ y Sˆ x = i h Sˆ z ecc Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-22 Università di Roma “ La Sapienza” II ) Vi sono soltanto due autofunzioni ( α e β ) degli operatori di momento angolare di spin. Gli autovalori corrispondenti sono: Sˆ 2 α = s ( s + 1) h 2 α Sˆ 2 β = s ( s + 1) h 2 β s =1 2 r S = 3 4h Sˆ z α = m s h α = 1 2 h α ms = ± 1 2 ˆ S z β = ms h β = −1 2 h β per la notazione: α e β ⇒ s, ms α = 1 2 ,1 2 = ↑ β = 1 2, −1 2 = ↓ N.B. La parte difficile è che queste funzioni α e β sono funzioni del tutto astratte di uno spazio anch’esso astratto. Si può generalizzare: L’entità del momento angolare di spin di una particella è determinato dal numero quantico di spin questo numero quantico ha un UNICO valore positivo (intero o semintero ) che è caratteristico della particella (per esempio: s= 3 non s = 0, 1 ,1, 3 ) 2 2 2 ( anche ad ogni nucleo e’ associato uno spin caratteristico ) La distinzione fra particelle con spin intero ( BOSONI ) e particelle con spin semintero (FERMIONI ) è di tipo fondamentale Seguono forme diverse del principio di esclusione di PAULI Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-23 Università di Roma “ La Sapienza” • Da quanto detto si evince che l’orientazione del momento angolare di spin è quantizzata Sz/h s =1/2 r 3 S = h 2 III ) L’elettrone ( con spin) agisce come un piccolo magnete il cui momento di dipolo è: r µ = g s × (momento angolare di spin)× −e 2 me c - Il fattore g s è postulato essere pari a due volte il fattore classico. In realtà g s =2.0023227 ; valore previsto dalle teorie moderne di elettrodinamica quantistica - gs −e = γ → Rapporto giromagnetico dell' elettrone 2 me c Una finzione relativa allo spin è: Lo spin è il momento angolare che consegue alla rotazione di un corpo intorno al proprio asse Le particelle cariche con spin possiedono un momento magnetico intrinseco Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-24 Università di Roma “ La Sapienza” • Da quanto si è visto emerge che l’elettrone dell’atomo idrogenoide possiede sia un momento angolare orbitale che un momento angolare di spin r l = l (l + 1) h r s = s (s + 1) h l z = ml h • s z = ms h I contributi di questi due momenti angolari elettronici si combinano per fornire un momento angolare elettronico totale r j r = l + r s Per analogia con i casi precedenti: r j = jz = m j h j ( j + 1) h m j = − j,− j + 1, K + j r j • Vediamo i possibili valori di r r di l e di s • r r Consideriamo le componenti di l e di s per valori particolari l z = −l h , (− l + 1) h,.........,+l h 1 1 s z = − h, + h 2 2 la componente j z sarà la somma delle componenti l z ed s z considerando tutte le somme possibili Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-25 Università di Roma “ La Sapienza” • Per esempio : con l =1 ( s =1 2 → l z = −1 h ) s z = −1 2 h si ha per j z → j z h = • − 3 1 − 2 2 + 1h 0 +1 2h − 1 1 2 2 1 2 3 2 1 1 deriva da j = lo stato j z = h 2 2 1 1 1 mj = − ma per j = 2 2 2 3 3 deriva da j = lo stato j z = h 2 2 3 3 1 1 3 mj = − − ma per j = 2 2 2 2 2 Allo stesso risultato ( quando c’è un solo elettrone ) si perviene sommando e sottraendo l ed s per qualsiasi valore di 1 di l ≠ 0 si hanno due 2 valori di j j =l+s=3 2 j = l − s =1 2 Si può generalizzare questa considerazione : l =1 s= ♦ Quando vi sono due momenti angolari ( con numeri quantici j1 e j2 ) anche il momento angolare totale è quantizzato ( con modulo [J ( J + 1)] 1 2 h ) ed il numero quantico J è fornito dai termini della cosiddetta serie di ClebschGordan J = ( j1 + j2 ), ( j1 + j2 ) − 1, K, j1 − j2 • Nel nostro esempio un elettrone p (l = 1) dà luogo a due stati di moto con diverso momento angolare totale Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-26 Università di Roma “ La Sapienza” • • Questi stati con diverso momento elettronico angolare totale hanno energia diversa L’origine della differenza in energia è l’accoppiamento SPIN-ORBITA che nasce dalla interazione fra i momenti magnetici associati ai momenti angolari orbitali e di spin per una descrizione quantitativamente corretta di queste interazioni è necessaria una trattazione quantomeccanica relativistica ( Dirac 1928 ) • Non è più sufficiente specificare con un simbolo la configurazione (1s,2 s,2 p..... ) e,quindi 2 S +1 2 S +1 Lj specifica il L termine 2 S +1 dove per l = 0 1 2 3 L = S P D FK • specifica il livello LJ Ne consegue che per un atomo di Idrogeno si hanno i livelli seguenti configurazione → n s livello → 2 S1 2 2 P1 2 2 P3 2 np 2 D3 2 2 D5 2 nd 2 nf F5 2 2 F7 2 ogni livello è 2J+1 volte degenere (ad ogni livello corrispondono 2J+1 stati ) • una notazione completa è, per esempio: 2 p 2 P1 2 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ah-27 Università di Roma “ La Sapienza” • Il diagramma dei livelli energetici va, quindi, modificato inserendo lo splittamento dei livelli con diverso j • Ci si deve attendere che per uno stesso termine 2 s +1 L il livello con j più piccolo sia ad energia minore perchè i momenti magnetici orbitale e di spin si accoppiano in modo attrattivo jz = l z − sz • jz = lz + sz Il risultato è il seguente diagramma di Grotrian: (da notare che lo “splitting” j diminuisce all’aumentare di ‘n’ e di ‘l’ ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli