LA REALTA’ DEI DSA: DUBBIO, RICONOSCIMENTO E INTERVENTO FORMAZIONE PLENARIA DOCENTI D O T T. S S A A N T O N E L L A A M M I R AT I TIONE, 03 SETTEMBRE 2015 1 L’ INSUCCESSO SCOLASTICO Dal 10 al 25% degli studenti incontra durante il suo percorso scolastico delle difficoltà che in alcuni casi li inducono all’insuccesso (Stella, 2004). CAUSE ESTERNE CAUSE INTERNE 2 2 ALLA BASE DELL’INSUCCESSO SCOLASTICO ∞ una normale fase evolutiva, ∞ un problema motivazionale, ∞ un mancato consolidamento dei processi cognitivi di base, ∞ una condizione psicopatologica (disabilità o disturbi di personalità), ∞ un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) 2.5-3.5% (Consensus Conference 3, 2010) 3 3 È opportuno distinguere tra disturbo dell’apprendimento difficoltà di apprendimento ∞ non innato ∞ modificabile con interventi didattici mirati ∞ automatizzabile anche se in tempi dilatati rispetto alla classe ∞ riguardano il 20% della popolazione in età evolutiva italiana ∞ ∞ ∞ ∞ innato resistente all’ intervento resistente all’automatizzazione riguardano il 2.5-3.5% della popolazione in età evolutiva italiana (Consensus Conference, 2010) 4 DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO: DEFINIZIONE Si tratta di disturbi cronici, che coinvolgono uno specifico dominio di abilità lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Le abilità di lettura, scrittura e di calcolo vengono acquisite ma non sono automatizzate. E’ frequente la compresenza nella stessa persona di più disturbi specifici dell’apprendimento o la compresenza di altri disturbi neuropsicologici (ADHD, ASD) o psicopatologici (ansia, depressione e disturbo della condotta). Hanno un’ incidenza che oscilla tra il 3 e il 5 della popolazione in età evolutiva per la lingua italiana. Sono diagnosticabili a partire dalla fine della seconda elementare (fine della terza classe per la discalculia). 5 APPRENDIMENTO E … 6 DOVE SI VERIFICANO LE DIFFICOLTÀ NEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO? Gli apprendimenti scolastici di base (leggere, scrivere e calcolare) sono compiti che dovrebbero passare da controllati ad automatici. I ragazzi con DSA possono leggere e scrivere, sono in grado di leggere le insegne e le scritte che trovano fuori casa, riescono a leggere un libro o un giornale ma possono farlo solo impegnando al massimo le loro energie e le risorse attentive e cognitive supplementari perché per loro la lettura non è un automatismo e ogni volta che leggono non possono farlo in maniera automatica! 7 CRITERI DIAGNOSTICI Come riferito dal DSM-V i Disturbi dell'Apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all'età, all'istruzione, e al livello di intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura,, di comprensione del testo, di calcolo, o di scrittura. 8 8 COSA SI TIENE IN CONSIDERAZIONE? Profilo di funzionamento intellettivo Prestazione nei compiti specifici Fattori di esclusione Attenzione Memoria Abilità visuo-spaziali Aspetti emotivi 9 DSA, LE CAUSE: FATTORI GENETICI FATTORI AMBIENTALI VS. I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) hanno un’espressività multiforme, determinata da un complesso intreccio tra fattori genetici e ambientali. “Le disfunzioni neurobiologiche alla base dei disturbi interferiscono con i normali processi di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. I fattori ambientali- rappresentati dalla scuola, dall’ ambiente familiare e dal contesto sociale- si intrecciano a quelli neurobiologici e contribuiscono a determinare il fenotipo del disturbo e un maggiore o minore adattamento”. Consensus Conference 3, 2011 FATTORI DI RISCHIO Sono indicatori di probabilità (non agenti causali) che tali fattori possano associarsi a questo quadro clinico. La loro assenza non esclude la comparsa di malattia ma la presenza o la compresenza di più fattori di rischio aumenta notevolmente il rischio di malattia. MODELLI TEORICI DI SPIEGAZIONE DELLA DISLESSIA ∞teoria del deficit fonologico (Ramus 2003, Vellutino 2004, Snowling 2001) ∞ teoria del deficit visivo - uditivo (Stein e Walsh 1997, Amitay 2002) ∞ teoria del deficit attentivo (Facoetti 2006, Valdois 2004) ∞ teoria del deficit di automatizzazione (Nicolson e Fawcett 1999) TEORIA DEL DEFICIT FONOLOGICO Deficit specifico e primario della processazione fonologica causato da anomalie di funzionamento delle aree perisilviane della corteccia temporo-parietale sinistra. La difficoltà interessa vari aspetti della processazione fonologica: codificare le informazioni, mantenerla in memoria di lavoro, recuperarla dalla memoria e avere esplicita consapevolezza della struttura fonologica di una parola. A sostegno di questa teoria c’è la caratteristica difficoltà dei dislessici nella lettura di non parole e la persistenza delle difficoltà nelle prove che implicano processazione fonologica nei dislessici adulti. TEORIA DEL DEFICIT UDITIVO - VISIVO Deficit specifico a livello del sistema visivo magnocellulare ossia della rete di neuroni che, essendo di grandi dimensioni hanno una bassa risoluzione spaziale, ed un’alta risoluzione temporale. E’ un’area specializzata nella rilevazione dei cambiamenti istantanei nel movimento dello stimolo. “Un deficit del sistema magnocellulare, fornendo un'alterata e/o rallentata informazione circa la posizione delle lettere, potrebbe ostacolare l'attenzione visiva nel corso della lettura impedendo il processo di focalizzazione delle lettere o parole rilevanti (che devono essere codificate nel corso della lettura) e insieme impedendo la soppressione delle lettere e parole irrilevanti e distraenti che costituiscono il testo da leggere”. Facoetti, 2000 TEORIA DEL DEFICIT UDITIVO - VISIVO Alcuni autori (Tallal e coll. 1981, Marshall 2001) hanno proposto che il deficit delle vie magnocellulari possa estendersi alle vie uditive (nuclei genicolati mediali del talamo) . La difficoltà dei soggetti dislessici sarebbe dunque quella più in generale di analisi percettiva (uditiva e visiva ) di stimoli a transazione rapida. TEORIA DEL DEFICIT ATTENTIVO Il deficit non riguarda l’elaborazione rapida degli stimoli ad alta transizione quanto l’allocazione di adeguate risorse attentive necessarie all’ elaborazione di stimoli visivi e uditivi. Difficoltà dei dislessici in compiti di ricerca visiva del target: deficit nell’ orientamento dell’ attenzione visiva e distribuzione asimmetrica delle risorse attentive nei due campi visivi (Facoetti, 2006). Una finestra attentiva troppo stretta potrebbe impedire o rallentare l’informazione visiva necessaria alla decodifica delle parole (Valdois, 2004). Il deficit attentivo correla maggiormente alla lettura di non parole (decodifica) più che alla lettura di parole (riconoscimento forma). Con l’automatizzazione della lettura sono necessarie meno risorse attentive sul compito, nei dislessici l’automatizzazione è molto lenta quindi la lettura diviene un compito faticoso sul quale sono concentrate importanti risorse attentive. TEORIA DEL DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE Il deficit di automatizzazione è determinato da una basilare disfunzione cerebellare che comprometterebbe in modo più generale l’automatizzazione di abilità, non solo della lettura. Ai quadri di dislessia spesso si associano difficoltà di lateralizzazione, di coordinazione oculo-motoria o nella motricità fino o grosso motoria. CONCLUSIONI La difficoltà nel confrontare le diverse teorie eziologiche deriva dal fatto che la dislessia non si presenta in modo isolato ma co-occorre sia con disturbi di linguaggio sia con disturbi di coordinazione motoria, i quali nell’ insieme determinano un profilo neurofunzionale eterogeneo (Menghini, 2010) . La maggior parte degli studiosi concorda sull’ esistenza di un core deficit fonologico ma ciò che viene dibattuto è: ∞ se esso costituisca una condizione necessaria e sufficiente a determinare il disturbo; ∞se sia solo il solo core deficit della dislessia o se ve ne siano altri; ∞ se sia primario o secondario agli altri deficit senso-motori spesso associati al disturbo. Si ritiene più realistico ipotizzare una natura multifattoriale della dislessia (Pennington, 2006). EVOLUZIONE DEL DISTURBO GRAVITA’ DEL DISTURBO CAPACITA’ METACOGNITIVE LIVELLO COGNITIVO COMORBIDITA’ IDENTIFICAZIONE PRECOCE PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI STILI COGNITIVI E DI APPRENDIMENTO “Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”. (Pennac D., 2008) problema e produttività dell’eterogeneità necessario conoscere e valorizzare i diversi stili di apprendimento preferenziali per trovare l’armonia Per stile di apprendimento s’intende “ l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni” (Mariani, 2000). preferenze ambientali (come i "luoghi" e i "tempi" dell'apprendimento, la luce, la temperatura, i suoni, i consumi alimentari ...) modalità sensoriali (spesso sintetizzate in visiva (verbale o iconografico), uditiva, cinestetica) stili cognitivi (come le opposizioni analitico/globale, sistematico/intuitivo, riflessivo/impulsivo) tratti socio-affettivi (come l'introversione e l'estroversione). 20 INTEGRAZIONE DI DIVERSE MODALITÀ DI APPRENDIMENTO Si definisce triangolo scaleno un triangolo i cui tre lati non sono congruenti. visivo uditivo cinestesico Vedi anche esempio del gioco medioevale della Zara (probabilità) QUADRI CLINICI Dislessia Disgrafia Disturbi Specifici dell’ Apprendimento Discalculia Disturbo della comprensione del testo Disortografia 22 CRITERI DIAGNOSTICI DSA PROFILO COGNITIVO Q.I > 70 PRESTAZIONE NELLE PROVE SULLE ABILITA’ SPECIFICHE RAPIDITA’ CORRETTEZZA al di sotto delle 2 ds* 23 (*ds= quanto un soggetto si discosta dalla prestazione media della popolazione di appartenenza) IL DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA: DISLESSIA La dislessia e' una difficoltà che riguarda la capacità di leggere in modo corretto e fluente. Il soggetto dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara in maniera adeguata. 24 IL MODELLO A DUE VIE (COLTHEART E COLL. 2001) TRASFORMAZIONE SEGNO-SUONO (parole regolari, rare, nuove, inesistenti) VIA FONOLOGICA VIA SEMANTICOLESSICALE RICONOSCIMENTO IMMEDIATO DELLA PAROLA PER IL SUO ASPETTO VISIVO (parole irregolari, note, omofone non omografe) 25 La lettura di un alunno dislessico viene valutata in base alla CORRETTEZZA e alla RAPIDITA’. Dal punto di vista degli errori possiamo individuare: ERRORI FONOLOGICI Confusione di segni diversamente orientati nello spazio (p-d, b-d) Confusione di segni che si differenziano per piccoli particolari (n-m, f-t) Aggiunta e ripetizione di fonemi o sillabe (tavovolo-tavolo) Omissioni di fonemi o sillabe (campo-capo) Inversioni di fonemi o sillabe (li - il) Sostituzione di fonemi (fento-vento) 26 I DISTURBI SPECIFICI DELLA SCRITTURA: DISGRAFIA E’ un disturbo della scrittura di natura motoria dovuto a un deficit nei processi di realizzazione grafica (grafia). La grafia risulta poco chiara, irregolare nella forma e nella dimensione, disordinata e poco comprensibile. 27 L’alunno disgrafico ha difficoltà nella copia, nella produzione autonoma di figure geometriche e il livello di sviluppo del disegno è spesso inadeguato rispetto all’ età. 28 I DISTURBI SPECIFICI DELLA SCRITTURA: DISORTOGRAFIA È un disturbo della scrittura che riguarda le regole ortografiche e sintattiche. Possiamo individuare diversi tipi di errori: ERRORI FONOLOGICI: non viene rispettato il numero e la sequenza dei suoni all’ interno della parola. ERRORI ORTOGRAFICI: recupero scorretto della forma della parola dal lessico mentale. ∞ Separazioni illegali (da-vanti, in-sieme) ∞ ∞ Fusioni illegali (cisono, lacqua) Scambio di grafemi omofoni non omografi (quore-cuore) ALTRI ERRORI: ∞ Omissione o aggiunta di doppie ∞ ∞ Omissione o aggiunta di accenti Punteggiatura e concordanza 29 30 31 IL DISTURBO SPECIFICO DEL CALCOLO: DISCALCULIA 32 33 COMPETENZE NUMERICHE PRE VERBALI Piaget e Szemiska (1968) pensavano che il concetto di numero (valore cardinale e ordinale) non potesse emergere prima dei 5-6 anni perché costruito su capacità tipiche del pensiero operatorio: ragionamento transitivo (se A>B e B>C allora A>C) conservazione della quantità astrazione delle proprietà percettive (dimensioni, forma, colore) 34 COMPETENZE NUMERICHE PRE VERBALI “Oggi la ricerca psicologica dimostra che nasciamo predisposti all'intelligenza numerica tanto quanto a quella verbale. È quindi importante che la scuola accompagni fin dalla più tenera età non solo lo sviluppo del linguaggio, ma anche la costruzione di questo altro tipo di intelligenza”. Daniela Lucangeli Capacità innata di percepire il mondo in termini numerici 35 L’intelligenza numerica è un’ abilità presente nell’ essere umano fin dalla nascita e influenza il nostro modo di interpretare gli stimoli della realtà che ci circonda. “La capacità di vedere la numerosità è innata come quella di percepire i colori: non possiamo evitare di vedere che le mucche in un campo sono bianche e marroni, ma non possiamo nemmeno evitare di vedere che ce ne sono tre…come esistono persone con la cecità ai colori ci sono persone con una sorta di cecità per i numeri”. B. Butterworth, 1999 36 NATI PER CONTARE Butterworth parla di cervello matematico e di circuiti cerebrali specializzati (modulo numerico) per classificare il mondo in termini di numerosità. La discalculia “pura” sarebbe causata da una disfunzione nella cognizione numerica di base. Molti bambini discalculici hanno difficoltà in compiti non verbali che richiedono organizzazione percettiva e coordinazione oculo-motoria. Tali difficoltà sarebbero da attribuire ad un deficit delle aree del lobo parietale posteriore, aree che regolano l’orientamento dell’attenzione spaziale e temporale (Corbetta e Shulman, 2002). 37 38 RIEPILOGO ∞ Ciò che abbiamo appena visto suggerisce la presenza di una competenza numerica pre-verbale, innata, che permette sia la rappresentazione mentale delle quantità sia l’approssimazione del risultato di una semplice operazione aritmetica. ∞ Esiste un sistema proto numerico comune tra esseri umani e animali (la gallina che conta: https://www.youtube.com/watch?v=bpSslTL49gY 20:48) ∞ E’ sulla base di questa che la cultura e l’istruzione costruiscono i concetti matematici. 39 SISTEMA DEL NUMERO • Aspetti semantici • Aspetti lessicali • Aspetti sintattici SISTEMA DEL CALCOLO • Fatti numerici • Segni delle operazioni • Procedure di calcolo LA COGNIZIONE NUMERICA SEMANTICI • Conoscenza del valore in termini di quantità subitizing LESSICALI • Codifica bidirezionale tra il numero scritto in cifre e in lettere ritmo e coordinazione linguistica SINTATTICI • Grammatica del numero (valore posizionale delle cifre) inclusione in classi, gerarchia 41 INDICATORI PRECOCI DEL RISCHIO 3-5 ANNI sviluppo del linguaggio (prime parole dopo 18 mesi, prime frasi di 2\3 elementi dopo i 30 mesi) pronunciare male parole lunghe, frasi brevi e\o scorrette sostituire suoni nelle parole, linguaggio personale che è poco comprensibile difficoltà nel riconoscere e ripetere i suoni che compongono una parola, nel dividerla in sillabe difficoltà nel ricordo delle sequenze e nel mantenere i ritmi povertà lessicale difficoltà nel seguire più indicazioni insieme poca coordinazione a livello grosso o fino motorio 42 INDICATORI DEL RISCHIO 5-7 ANNI lentezza nell’apprendere la corrispondenza tra lettere e suoni difficoltà nell’analisi e nella sintesi fonemica intelligenza vivace ma rendimento scolastico scarso lettura lenta, priva di espressività e poco fluente fatica nella comprensione del testo (brani vs. parole, autonoma\da ascolto) difficoltà di pianificazione nel tempo e nello spazio difficoltà a leggere l’orologio impugnatura scorretta, difficoltà a leggere la propria scrittura 43 INDICATORI DEL RISCHIO 7-12 ANNI cercare delle scuse per non leggere ortografia poco appropriata, produzione testuale scarna difficoltà nell’apprendimento delle tabelline raccontare i fatti con pochi particolari e confondere le sequenze difficoltà con proverbi e modi di dire, ricordare il proprio numero di telefono difficoltà nell’ utilizzo del diario e nell’ organizzazione del materiale scolastico (astucci, quaderni) 44 INDICATORI DEL RISCHIO OLTRE I 12 ANNI bagaglio culturale limitato lettura lenta, poco fluente e\o scorretta difficoltà nello spelling e nella consapevolezza fonemica migliori competenze nella valutazione orale difficoltà a pianificare e comporre un testo difficoltà a riassumere, a prendere appunti e\o a copiare dalla lavagna dimentica spesso compiti e\o materiale facilmente distraibile troppe ore per fare i compiti a casa 45 DIFFICOLTA’ SOCIO-EMOTIVE NEI DSA ANSIA FRUSTRAZIONE RABBIA PROBLEMI DI COMPORTAMENTO IMMAGINE DI SE’ NEGATIVA IMPOTENZA APPRESA 46 DUBBI.. 47 COMPITI DELLA SCUOLA..PRIMA DELLA DIAGNOSI 48 COMUNICARE ALLA FAMIGLIA LA VALUTAZIONE DIAGNOSTICA PREPARAZIONE DEL BAMBINO ITER DIAGNOSTICO NPI TERRITORIALE O PRIVATO ACCREDITATO AL SSN COLLOQUIO CONCLUSIVO E RELAZIONE DIAGNOSTICA VALUTAZIONE DALLA FINE DELLA SECONDA PRIMARIA (LETT.\SCRITT.) DALLA FINE DELLA TERZA CLASSE PER IL’AREA NUMERICA E DI CALCOLO VISITE DI CONTROLLO 50 DOPO LA DIAGNOSI: A SCUOLA PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Dati anagrafici dell’alunno; Tipologia del disturbo; Attività didattiche individualizzate; Attività didattiche personalizzate; Strumenti compensativi utilizzati; Misure dispensative adottate; Forme di verifica e valutazione personalizzate. La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze. La didattica personalizzata calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe. Legge 170\2010 DESCRIZIONE DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITA’ STRUMENTALI Lettura (velocità, correttezza, comprensione), scrittura (errori, produzione testo, grafia), calcolo (a mente e scritto) CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI Partecipa agli scambi comunicativi, rispetta le regole, collabora in piccolo gruppo, gestisce il materiale scolastico, sa essere autonomo nella programmazione del lavoro, accetta gli strumenti CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO Memorizzazione delle procedure (poesie, date, formule..), recupero delle informazioni (accesso al lessico specifico), capacità di organizzazione sequenziale e dei processi di automatizzazione Il PEP va aggiornato e deve far emergere i livelli di competenza dello studente. DISPENSARE VS. COMPENSARE MISURE DISPENSATIVE: sono misure che riguardano i tempi di realizzazione delle attività e la valutazione delle prestazioni dello studente. SOPRAVVIVENZA!! La scuola riconosce e accetta i limiti. MISURE COMPENSATIVE: Sono strumenti tecnologici e non che semplificano l’attività svolgendo una serie di attività (lettura, scrittura, calcolo,…) che lo studente con DSA ha difficoltà a svolgere. AZIONE!! La scuola fornisce competenze e strategie per ridurre gli effetti negativi del disturbo. . MODIFICARE I FORMATI E LA STRUTTURA DEI TESTI Utilizzare lessico ad alta frequenza, concreto e contestualizzato. Uso di immagini chiare e pertinenti. Inserire un esempio chiarificatore della consegna e tipologie familiari di esercizio. Usare font leggibili (Arial, Times New Roman, Verdana) dimensione 14, interlinea 1.5 e non giustificato. Per facilitare la comprensione del testo dividerlo in paragrafi visivamente chiari. Usare il grassetto per evidenziare le parole chiave (comprensione del testo e consegne). … ANCORA STRUTTURAZIONE dare un’idea all’inizio di cosa si farà nel corso della lezione progettare la lezione nell’ ottica di alternare sottoattività diverse chiarire lo scopo della lezione glossario e appunti della lezione organizzatore grafico da completare durante la lezione strutturare le richieste e le spiegazioni esplicitando i vari passaggi valutazione graduale (richieste di progressiva complessità) simboli per individuare gli esercizi con più valore PROVIAMO A FARE UNA MAPPA Il delfino vive in mare aperto, nuota velocemente saltando spesso fuori dall’ acqua. Ha un’unica narice posta sulla parte superiore della testa da cui emette suoni che gli consentono di comunicare con i suoi simili. Il delfino è un animale molto intelligente e socievole, infatti fin dall’ antichità è stato ritenuto simbolo di amicizia.” 61 DELFINO CARATTERISTICHE FISICHE UNA NARICE SUONI PER COMUNICARE NUOTA VELOCEMENTE, SALTI CARATTERISTICHE EMOTIVE MOLTO INTELLIGENTE E SOCIEVOLE SIMBOLO DI AMICIZIA PER GLI ANTICHI 62 PERCHÉ LE MAPPE FUNZIONANO? facilitano l’elaborazione, la memorizzazione e la comprensione perché si basano sull’ organizzazione logica dei concetti. poiché si basano sull’ analisi grafica aggirano la difficoltà di decodifica del testo. usare una mappa facilita l’argomentazione (sia scritta sia orale) perché visualizzano l’ordine da seguire. esplicitano i processi di rielaborazione personale dei contenuti. minimizzano i punti deboli dell’ alunno con DSA. 63 INSEGNARE LE MAPPE LAVORARE SU MAPPE GIA’ ESISTENTI • Mappa come strumento di comunicazione • Confrontare più mappe sullo stesso argomento • Modificare una mappa ESPLORARE IL TESTO • Differenziare i concetti dai legami e assegnargli delle etichette adeguate COSTRUIRE LA MAPPA • • • • • Leggere il testo e osservare bene la pagina Cosa si sa di quell’ argomento? Selezionare e ordinare i concetti principali Individuare le parole-concetto Comporre la mappa e rileggerla...spiegarla ad un’altra persona 64 TUTTO FA LEZIONE … stimolare le domande e la riflessione “cosa sapete di questa parola? L’avete mai sentita? Cosa vi fa venire in mente?” imparare … a tempo di spot!! http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/m edia/ContentItem-ad6aa49b-7998-45d09c75-77f6ea2cedd4.html biografie, curiosità, motivazione Carl Friedrich Gauss (1777 - 1855) all'età di 10 anni stupì il suo insegnante di matematica, un certo Buttner, persona ben nota per essere piuttosto cinica e irrispettosa (sopratutto nei confronti degli studenti di famiglie povere come era quella di Gauss). Un giorno che gli studenti erano particolarmente turbolenti, Buttner diede loro, come punizione, il compito di calcolare la somma dei primi 100 numeri (dall' 1...fino a 100) pensando così di tenerli impegnati per lungo tempo ad eseguire un centinaio di somme. Ma dopo solo pochi minuti, fu interrotto dalla vocina di Gauss che gli pose sotto gli occhi il risultato (5050) che egli aveva già calcolato. APPRENDIMENTO SOCIALE Ognuno ha margini di miglioramento, ognuno, come dice Vygotsky, ha la propria zona di sviluppo prossimale, ognuno cioè ha la possibilità di sviluppare al massimo le proprie qualità grazie all'intervento collaborativo degli altri. laboratorio..anche solo delle idee favorire i momenti di condivisione gruppi di lavoro e per livello stimolare alla condivisione e allo scambio del materiale (ANCHE PER I DOCENTI) FOCUS METACOGNITIVO Per metacognizione si intende la consapevolezza del soggetto rispetto ai propri processi cognitivi e il controllo esercitato su questi. La didattica metacognitiva sviluppa nell’alunno consapevolezza di quello che sta facendo, del perché lo fa, di quando è più opportuno farlo ancora e in quali condizioni. “Il primo strumento compensativo per un alunno con DSA: un efficiente metodo di studio” C. Cornoldi insegnamento esplicito delle strategie di studio: l’alunno DSA non può studiare semplicemente leggendo più volte i concetti, inoltre ha difficoltà nel recupero delle informazioni e nella percezione\gestione del tempo. riflessione sul tempo impiegato a, oppure fare e verificare previsioni organizzazione del materiale e dell’ambiente planning settimanale PROMUOVERE L’AUTONOMIA FAVORIRE LA COSTRUZIONE DI UNA BUONA IMMAGINE DI SÉ SI RIVELA FONDAMENTALE AVERE LA PERCEZIONE DI ESSERE IN RETE RIFERIMENTI Dislessia oggi. Prospettive di diagnosi e intervento in Italia dopo la Legge 170. Giacomo Stella, Enrico Savelli, Ed. Erickson, 2011 (per approfondimento aspetti neurobiologici del disturbo di lettura). Demone Bianco. G. Cutrera, 2008. (storia di un dislessico adulto, ora vicepresidente AID) Un insolita compagnia: la dislessia, F. Barbera. Ed. Veneta Diario di scuola, D. Pennac. Ed. Feltrinelli Come leggere la dislessia e i DSA. G. Stella e L. Grandi, Giunti scuola 2011. Dislessia e altri DSA a scuola. LE GUIDE Erickson, 2013. (guida consigliata per generale rassegna sul tema DSA) http://tv.unimore.it/media/medicina/110505_dislessiaadulti/index.html Convegno “Dislessia e DSA dopo i 18 anni”, Modena 5 maggio 2011 (testimonianza dislessici adulti, intervento 13) Leggere i DSA con Piperita Patty. © 2012 Peanuts Worldwide LLC e Ufficio Scolastico Regionale dell’ Emilia Romagna. Normativa nazionale e provinciale sui DSA http://sportellodsa.erickson.it/normativa/normativa-locale/ http://sportellodsa.erickson.it/normativa/normativa-nazionale/ www.aiditalia.org www.erickson.it www.airipa.it www.anastasis.it http://www.fantasylands.net/aiuto-dislessia (per le mappe concettuali) http://www.studioinmappa.it http://biancosulnero.blogspot.it/ (informazioni dedicate ai docenti) Come può essere così difficile?- documentario sulla dislessia, R. D. Lavoie http://www.youtube.com/watch?v=9Wb7vS3k2Lc Stelle sulla Terra, (film) Aamir Khan 2007 https://www.youtube.com/watch?v=zRcqRQRL_TQ&feature=youtu.be http://www.regione.piemonte.it/noproblem/video.htm (video sui DSA) Competenze compensative. Tecnologie e strategie per l'autonomia scolastica degli alunni con dislessia e altri DSA. F. Fogarolo, C. Scapin, ed. Erickson 2010. Con-Pensare i DSA-2, guida per insegnanti. F. Barbera, C. Cornoldi 2012. Guida alla dislessia per genitori. AID, 2010. Dislessia. Strumenti compensativi per la lingua inglese. Kvilekval P.,Rialti E., Libriliberi 2010. Lingue straniere e dislessia evolutiva. Teoria e metodologia per una glottodidattica accessibile. Daloiso M., UTET 2012. Dislessia nei giovani adulti. Strumenti compensativi e strategie per il successo, Genovese, Ghidoni, Guaraldi, Ed. Erickson, 2012. Discalculia nei giovani adulti. Indicazioni e strumenti per uno studio efficace. Genovese, Ghidoni, Guaraldi, Ed. Erickson, 2013. http://www.regione.piemonte.it/noproblem/dwd/vademecum.pdf (Vademecum strumenti compensativi) http://www.regione.piemonte.it/noproblem/supporto.htm (strumenti di supporto allo studio) http://www.regione.piemonte.it/noproblem/strategie.htm strategie didattiche) BES a scuola: i 7 punti chiave per una didattica inclusiva. Le Guide, ed. Erickson Alunni con Bes. D. Ianes, S. Cramerotti. Ed. Erickson, 2014 Prime mappe, B. Pontalti, F. Zambotti. ed. Erickson, 2015 Materiali IPDA per la prevenzione delle difficoltà di apprendimento, M. L. Tretti. ed. Erickson, 2014 Capire la mia dislessia, R. Grenci. ed. Erickson 2015 http://people.unica.it/disabilita/files/2014/12/questionario-DSA2014-1.pdf (questionario screening dislessia adulti) 74 CONTATTI Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFlab) [email protected] 0464/808115-16 Via Matteo del Ben 5\B (terzo piano TRADE CENTER) - Rovereto Dott.ssa Antonella Ammirati [email protected] 75