Complementi sugli spazi connessi Proposizione 1 Sia X uno spazio metrico e sia E ⊆ X. Se E è sconnesso allora esistono due sottoinsiemi U e V , disgiunti e aperti in X, tali che E ⊆ U ∪V , U ∩E 6= ∅, V ∩E 6= ∅. Dimostrazione. Sia E1 6= ∅ ed E2 6= ∅ due sottoinsiemi disgiunti relativamente chiusi in E tali che E = E1 ∪ E2 . Si ha allora: E1 = {x ∈ E : d(x, E1 ) = 0}, E2 = {x ∈ E : d(x, E2 ) = 0}. Di conseguenza per ogni x ∈ E2 si ha d(x, E1 ) > 0 e per ogni x ∈ E1 si ha d(x, E2 ) > 0. Siano: U = {x ∈ X : d(x, E2 ) > d(x, E1 )}, V = {x ∈ X : d(x, E2 ) < d(x, E1 )}. Poiché le distanze da sottoinsiemi sono funzioni continue, U e V sono aperti. Ovviamente U ∩ V = ∅, U ⊇ E1 , V ⊇ E2 . Definizione 2 Si chiama continuo uno spazio topologico compatto e connesso. Teorema 3 Se Xn è un continuo metrico non T vuoto e Xn+1 è un sottospazio di Xn per ogni n = 1, 2, . . ., allora l’intersezione X∞ = ∞ n=1 Xn è un continuo non vuoto. Dimostrazione. Poiché X1 è compatto e la famiglia {Xn }n∈N ha la fip, si ha che X∞ è un compatto non vuoto. Siano ora U e V due aperti disgiunti di X tali che U ∩ X∞ 6= ∅ e V ∩ X∞ 6= ∅. Poiché U ∩ Xn 6= ∅ e V ∩ Xn 6= ∅, dalla connessione di Xn si ottiene che Xn \ (U ∪ V ) è un chiuso non vuoto per ogni n = 1, 2, . . .. Dato che gli insiemi Xn \ (U ∪ V ) sono chiusi “inscatolati”, si ottiene che: X∞ \ (U ∪ V ) = ∞ ³ ´ \ Xn \ (U ∪ V ) 6= ∅. n=1 Per la prop. 1 si ottiene che X∞ deve essere connesso. Si noti che la compattezza degli Xn nel teor. 3 è essenziale, come mostra il seguente esempio. Esempio 4 Sia Xn = {(x, y) ∈ R2 : x2 + 2n2 y 2 ≤ 2} \ J × {0}, ove J è l’intervallo aperto di estremi −1 e 1. Ogni Xn è un’ellisse privata di un pezzo del semiasse maggiore. Gli insiemi Xn sono connessi per archi, Xn+1 ⊆ Xn e tuttavia X∞ è unione di due segmenti compatti disgiunti (fare un disegno). Definizione 5 Uno spazio di Hausdorff X si dice localmente connesso se per ogni punto p e per ogni intorno V di p esiste un intorno W di p tale che W è connesso e W ⊆ V . Proposizione 6 Sono equivalenti: 1. X è localmente connesso. 2. Per ogni aperto A di X le componenti connesse di A sono aperte in X. 2 3. Ogni intorno di un punto p di X contiene un intorno di p che è aperto e connesso. Dimostrazione. 1 ⇒ 2. Sia p ∈ A e sia Cp la componente connessa di p in A. Sia q ∈ Cp ⊆ A. Poiché A è aperto, per 1 esiste un intorno Vq di q in X che è connesso e contenuto in A. Allora Cp ∪Vq è connesso (unione di connessi con q in comune) e contenuto in A. Di conseguenza Cp ∪ Vq = Cp e quindi Vq ⊆ Cp . Essendo Cp intorno di ogni suo punto, si ha che Cp è aperto. 2 ⇒ 3. Sia V un intorno di un punto p. Allora p ∈ Int(V ). Sia Cp la componente connessa di p nell’aperto Int(V ). Per ipotesi Cp è aperto; dunque esso è l’intorno aperto connesso cercato. 3 ⇒ 1. Ovvia. Corollario 7 Ogni aperto non vuoto A di Rn si spezza in una partizione numerabile di aperti connessi disgiunti. Tali aperti sono anche connessi per archi. Dimostrazione. Per il teorema precedente, ogni componente connessa C di A è aperta. Scegliendo un punto a coordinate razionali qC ∈ C per ogni tale componente, si ottiene una mappa iniettiva a valori in Qn , che è numerabile. L’ultima affermazione dell’enunciato segue da [1, 2.19.13]. Il seguente è un esempio di uno spazio connesso per archi ma non localmente connesso. Esempio 8 Siano I l’intervallo [0, 1] e 1 1 S = {0, 1, , , . . .}. 2 3 s Si consideri il sottoinsieme P di R cosı̀ definito: P = (I × {0}) ∪ (S × I) Per ogni punto q ∈ {0} × I esiste un intorno di q che non contiene intorni connessi (v. figura). Esercizio 1 Mostrare che l’immagine di uno spazio connesso localmente connesso tramite una funzione continua non è necessariamente localmente connesso. Proposizione 9 Il cubo di Cantor D = {0, 1}N è omeomorfo all’insieme di Cantor C. Dimostrazione. Sia N = {1, 2, . . .}. Si consideri la funzione f : D → C cosı̀ definita per ogni x = (x1 , x2 , . . .): +∞ X 2xn f (x) = 3n n=1 Essa è iniettiva perché l’espansione triadica dei punti di C è unica usando le cifre 0 e 2 ed è suriettiva perché ogni punto di C ammette una tale espansione. Essendo D compatto, se dimostriamo che f è continua, abbiamo che è un omeomorfismo. 3 Ricordiamo che su D c’è la topologia ¿coincidere sulle prime n coordinateÀ. Siano x, y ∈ D tali che x1 = y1 , x2 = y2 ,. . . , xn = yn . Si ottiene allora: ¯ +∞ ¯ +∞ ¯ X 2(x − y ) ¯ X 1 1 ¯ k k ¯ |f (x) − f (y)| = ¯ = n ¯≤2 k k ¯ ¯ 3 3 3 k=n+1 k=n+1 Di conseguenza per ogni ε > 0, scelto n tale che 31n < ε, si ottiene che se due punti coincidono sulle prime n coordinate, le loro immagini distano meno di ε. Proposizione 10 Se, comunque presi due punti p, q di uno spazio X, essi possono essere congiunti da un sottospazio connesso Γpq (nel senso che {p, q} ⊆ Γpq ), allora X è connesso. Dimostrazione. Fissato p ∈ X, si ha X = connessi con un punto in comune. S q∈X Γpq , che è connesso perché unione di Q Teorema 11 Il prodotto topologico X = λ∈Λ Xλ , dove Xλ 6= ∅ per ogni λ ∈ Λ è connesso se e solo se tutti gli spazi Xλ sono connessi. Inoltre X è connesso per archi se e solo se tutti gli spazi Xλ sono connessi per archi. Dimostrazione. Dimostriamo la prima asserzione. Se X è connesso, allora ogni Xλ è connesso perché immagine di X tramite la proiezione prλ , che è continua. Per il viceversa, cominciamo con il prodotto cartesiano Y × Z di due spazi connessi. Se consideriamo due punti (y1 , z1 ) e (y2 , z2 ), essi possono essere congiunti dall’insieme (Y × {z1 }) ∪ ({y2 } × Z), che è connesso perché unione di due connessi con il punto (y2 , z1 ) in comune. Per la prop. 10, lo spazio Y × Z è connesso. Da ciò, per induzione, segue che ogni prodotto finito di connessi è connesso. Fissiamo ora un punto aλ ∈ Xλ , per ogni λ ∈ Λ. Per ogni sottoinsieme finito F ⊆ Λ sia XF = {x ∈ XQ: xλ = aλ ∀ λ 6∈ F }. Lo spazio XF è connesso perché omeomorfo al prodotto finito λ∈F Xλ . Inoltre XF contiene il punto a = (aλ )λ∈Λ . Il sottospazio S W = {XF : F ⊆ Λ, F finito} è connesso perché unione di connessi con un punto in comune. Inoltre W è denso per la topologia prodotto perché per ogni T sottoinsieme finito F ⊆ Λ e per ogni sottoinsieme non vuoto Vλ ⊆ Xλ , l’intersezione W ∩ λ∈F pr← λ (Vλ ) non è vuota (essa contiene qualsiasi punto p tale che pλ = aλ se λ 6∈ F e pλ ∈ Vλ se λ ∈ F ). Pertanto X = W è connesso perché chiusura di un connesso. Proposizione 12 Il tappeto di Sierpiński S [4, 4.4.2] è connesso per archi e localmente connesso. Dimostrazione. Si osservi che per il teor. 3, il tappeto S è un continuo. Sia q ∈ S. Esiste allora una successione Q0 ⊇ Q1 ⊇ . . . ⊇ Qn ⊇ . . . di quadrati chiusi tali che: • diam Qn = 1 3n (usiamo la metrica del max); • q ∈ Qn per ogni n; • Qn è uno dei quadrati che compaiono al passo n-esimo della costruzione, cioè i suoi vertici hanno coordinate con espansione triadica finita. 4 T Si osservi che {q} = n∈N Qn . Consideriamo ora una successione strettamente crescente e limitata di reali positivi t0 = 0 < t1 < t2 < . . . < tn < tn+1 < . . . e costruiamo per induzione una successione di cammini γn : [tn , tn+1 ] → Fr Qn tali che γn (tn+1 ) = γn+1 (tn+1 ). Sia p0 = (0, 0) e γ0 : [t0 , t1 ] → Fr Q0 una spezzata (con due lati) che congiunge p0 con un vertice p1 di Q1 . Sia ora γ1 : [t1 , t2 ] → Fr Q1 una spezzata che congiunge p1 con un vertice p2 di Q2 . Se abbiamo definito γ0 , γ1 , . . . , γn con punti finali p1 , p2 , . . . pn+1 , definiamo γn+1 : [tn+1 , tn+2 ] → Fr Qn+1 una spezzata che congiunge pn+1 con un vertice pn+2 di Qn+2 . Si osservi che ogni giustapposizione γ0 ? γ1 ? . . . ? γn definisce un cammino da [t0 , tn+1 ] a S. Sia ora c = sup{tn }. Per ogni t ∈ [t0 , c) esiste un n tale che t ∈ [0, tn+1 ). Si definisca: γ(t) = γ0 ? γ1 ? . . . ? γn (t) La funzione γ è ben definita ed è continua perché è continua su ogni aperto [t0 , tn+1 ). Se dimostriamo che limt→c− γ(t) = q, abbiamo concluso. Sia Vε un intorno quadrato di centro q e raggio ε nella metrica del max. Sia n tale che 31n < ε. Poiché q ∈ Qn , si ha Qn ⊆ Vε e γ(t) ∈ Qn ⊆ Vε per ogni t > tn . Per quanto riguarda la connessione locale, sia Vε un intorno quadrato di q e sia n tale che ε 1 3n < 3 . Come prima, Qn ⊆ Vε . Se Qn è un intorno di q, allora Qn ∩ S è connesso perché è una copia di S tramite una similitudine. Se q ∈ Fr Qn , unendo a Qn tre quadratini contigui, il punto q è interno all’unione E di quattro quadrati ed E risulta contenuto in Vε , per la scelta di n. Naturalmente E ∩ S è connesso perché unione finita di connessi a due a due intersecantisi. Testi: [1] Giuseppe De Marco, Analisi Due, Decibel-Zanichelli. [2] Giuseppe De Marco, Spazi metrici, http://www.math.unipd.it/~gdemarco/Topologia/TopFisica03.pdf. [3] Ryszard Engelking, General Topology, Heldermann Verlag, Berlin, 1989. [4] Ryszard Engelking, Karol Sieklucki, Topology, a Geometric Approach, Heldermann Verlag, Berlin, 1992.