CAPITOLO 5 L’economia aperta Domande di ripasso 1. Nel testo abbiamo mostrato che è possibile riscrivere l’identità contabile del reddito nazionale come: S – I ⫽ NX In questa forma l’identità contabile del reddito nazionale mostra la relazione tra il flusso internazionale di fondi che finanzia l’accumulazione del capitale, S – I, e il flusso internazionale di beni e servizi, NX. L’investimento estero netto si riferisce alla componente (S – I ) dell’identità: è l’eccesso di risparmio nazionale rispetto all’investimento nazionale. In una economia aperta il risparmio nazionale non deve essere necessariamente uguale all’investimento nazionale, perché gli investitori possono contrarre debiti o trovare impieghi nei mercati finanziari mondiali. Il saldo commerciale fa riferimento alla componente (NX ) dell’identità: è la differenza tra quanto viene esportato e quanto viene importato. Pertanto l’identità contabile del reddito nazionale mostra che il flusso internazionale di fondi che finanziano l’accumulazione del capitale e il flusso internazionale di beni e servizi sono due facce della stessa medaglia. 2. Il tasso di cambio nominale è il prezzo relativo delle valute di due paesi. Il tasso di cambio reale, detto talvolta ragione di scambio, è il prezzo relativo dei beni di due paesi e ci indica il rapporto al quale possiamo scambiare i beni di un paese con i beni dell’altro. 3. Un taglio alle spese militari fa aumentare il risparmio pubblico e, di conseguenza, anche il risparmio nazionale. L’investimento dipende dal tasso di interesse mondiale, quindi non viene influenzato dal provvedimento. Di conseguenza, l’aumento del risparmio provoca uno spostamento della curva (S – I ) verso destra, come mostrato nella figura 5.1. Il saldo commerciale aumenta e il tasso di cambio reale diminuisce. Tasso di cambio reale Figura 5.1 S1 – I 1 A S2 – I B 2 NX() NX 1 NX NX 2 Esportazioni nette 4. Se una piccola economia aperta limita le importazioni di lettori DVD giapponesi, per ogni dato tasso di cambio reale le importazioni diminuiscono, quindi le esportazioni nette aumentano. Pertanto la curva delle esportazioni nette si sposta verso destra, come mostra la figura 5.2. 25 Tasso di cambio reale Figura 5.2 S– I 2 B 1 A NX 2() NX 1() NX Esportazioni nette La politica protezionistica (in questo caso la limitazione imposta alle importazioni di lettori DVD giapponesi) non ha effetto sul risparmio, sull’investimento o sul tasso di interesse mondiale, dato che la curva S – I non si sposta. Dato che nel modello presentato in questo capitolo le politiche protezionistiche non possono alterare il risparmio o l’investimento, non possono alterare neppure il saldo commerciale. L’unico effetto del provvedimento protezionistico è un aumento del tasso di cambio reale. 5. Possiamo mettere in relazione il tasso di cambio nominale e il tasso di cambio reale con questa espressione: Tasso di cambio nominale ⫽ tasso di cambio reale ⫻ rapporto dei prezzi E ⫽ ⫻ (P */P) dove P * è il livello dei prezzi in Messico e P il livello dei prezzi in Europa. Il tasso di cambio nominale e è la quantità di peso messicani necessari per acquistare 1 euro. Possiamo esprimere questo in termini di variazioni percentuali nel tempo come: ⌬% e ⫽ ⌬% ⫹ (* – ) dove * è il tasso di inflazione del Messico e il tasso di inflazione dell’Europa. Se l’inflazione in Messico è più elevata dell’inflazione in Europa, questa equazione ci dice che nel tempo 1 euro acquisterà una quantità crescente di peso messicani: l’euro si apprezza relativamente al peso. In alternativa, dal punto di vista messicano, il tasso di cambio in termini di euro per peso diminuisce. Problemi e applicazioni pratiche 1. (a) Una crescita del risparmio sposta verso destra la curva (S – I ), facendo aumentare la quantità di euro disponibile per l’investimento all’estero, come nella figura 5.3. Tasso di cambio reale (S 1 – I) 1 (S 2 – I) Figura 5.3 A 2 B NX () NX 1 NX 2 Esportazioni nette 26 NX L’aumento dell’offerta di euro causa un deprezzamento del tasso di cambio reale da 1 a 2. Poiché l’euro perde valore, i beni interni diventano meno costosi rispetto a quelli esteri, quindi le esportazioni aumentano e le importazioni diminuiscono. Di conseguenza, il saldo commerciale migliora. Il tasso di cambio nominale aumenta seguendo il movimento del tasso di cambio reale, perché i prezzi non variano in risposta a questo shock. (b) L’introduzione di una nuova linea di automobili Toyota, che induce alcuni consumatori a preferire le automobili straniere alle automobili nazionali, non ha effetto sul risparmio o sull’investimento, ma sposta verso sinistra la curva NX(), come nella figura 5.4. Il saldo commerciale non varia, ma il tasso di cambio reale si deprezza da 1 a 2. Poiché i prezzi non sono influenzati, il tasso di cambio nominale segue il tasso di cambio reale. Figura 5.4 Tassodi cambio reale (S – I) 1 A 2 B NX 1() NX 2() NX Esportazioni nette (c) Nel modello considerato in questo capitolo, l’introduzione dei bancomat non ha effetto – sulle variabili reali. La quantità di capitale e lavoro determina il prodotto Y . Il tasso di interesse mondiale r * determina l’investimento I(r *). La differenza tra il risparmio e l’investimento nazionale, (S – I ), determina le esportazioni nette. Infine, l’intersezione di NX() con (S – I) determina il tasso di cambio reale, come nella figura 5.5. Figura 5.5 Tasso di cambio reale S–I NX () NX Esportazioni nette L’introduzione dei bancomat, riducendo la domanda di moneta, influenza il tasso di cambio nominale tramite i suoi effetti sul livello interno dei prezzi. Il livello dei prezzi si aggiusta per equilibrare domanda e offerta di saldi monetari reali, in modo che: 27 M/P ⫽ (M/P) d Se M è fisso, una diminuzione di (M/P) d provoca un aumento del livello dei prezzi: questo riduce l’offerta di saldi monetari reali M/P e ripristina l’equilibrio nel mercato della moneta. Richiamiamo ora la formula del tasso di cambio nominale: e ⫽ ⫻ (P */P) Sappiamo che il tasso di cambio reale rimane costante e ipotizziamo che il livello dei prezzi estero P * sia fisso. Quando il livello dei prezzi interno P aumenta, il tasso di cambio nominale e si deprezza. 2. (a) Il risparmio nazionale è quella parte di prodotto aggregato che non viene acquistata per il consumo corrente dai nuclei familiari o dal governo. Conosciamo il prodotto aggregato e la spesa pubblica, e la funzione di consumo ci permette di risolvere per il consumo. Quindi il risparmio nazionale è dato da: S ⫽Y– C –G ⫽ 5000 – (250 ⫹ 0,75(5000 – 1000)) – 1000 ⫽ 750 L’investimento dipende negativamente dal tasso di interesse, che è uguale al tasso di interesse mondiale r *. Di conseguenza: I ⫽ 1000 – 50 ⫻ 5 ⫽ 750 Le esportazioni nette sono uguali alla differenza tra risparmio e investimento. Quindi: NX ⫽ S – I ⫽ 750 – 750 ⫽0 Avendo risolto per le esportazioni nette, possiamo trovare il tasso di cambio per il quale il mercato dei cambi è in equilibrio: NX ⫽ 500 – 500 ⫻ 0 ⫽ 500 – 500 ⫻ ⫽1 (b) Ripetendo la medesima analisi con il nuovo valore della spesa pubblica troviamo: S ⫽Y– C –G ⫽ 5000 – (250 ⫹ 0,75(5000 – 1000)) – 1250 ⫽ 500 I ⫽ 1000 – 50 ⫻ 5 ⫽ 750 NX ⫽ S – I ⫽ 500 – 750 ⫽ –250 NX ⫽ 500 – 500 ⫻ –250 ⫽ 500 – 500 ⫻ ⫽ 1,5 L’aumento della spesa pubblica riduce il risparmio nazionale, ma, con un tasso di interesse mondiale inalterato, l’investimento non varia. Perciò ora l’investimento nazionale è superiore al risparmio nazionale, per cui una parte di questo investimento deve essere finanziato indebitandosi all’estero. Questo afflusso di capitale si realizza attraverso una contrazione delle esportazioni nette, che impone un apprezzamento della valuta nazionale. (c) Ripetendo la medesima analisi con il nuovo valore del tasso di interesse mondiale otteniamo: 28 S ⫽Y– C –G ⫽ 5000 – (250 ⫹ 0,75(5000 – 1000)) – 1000 ⫽ 750 I ⫽ 1000 – 50 ⫻ 10 ⫽ 500 NX ⫽ S – I ⫽ 750 – 500 ⫽ 250 NX ⫽ 500 – 500 ⫻ ⫹250 ⫽ 500 – 500 ⫻ ⫽ 0,5 Il risparmio è invariato rispetto ad (a), ma il più elevato tasso di interesse mondiale fa diminuire l’investimento. Il necessario deflusso netto di capitale si realizza attraverso un surplus commerciale, che impone un deprezzamento della moneta nazionale. 3. (a) Quando le esportazioni di Labassecour diventano meno appetibili, il suo risparmio aggregato Y – C – G non varia. Infatti abbiamo ipotizzato che Y sia determinato dalle quantità di capitale e di lavoro, che il consumo dipenda solo dal reddito disponibile e che la spesa pubblica sia una variabile esogena. Anche l’investimento non varia, poiché dipende dal tasso di interesse mondiale e Labassecour è per ipotesi una piccola economia aperta, che prende il tasso di interesse mondiale come dato. Poiché né il risparmio né l’investimento variano, le esportazioni nette, pari a (S – I ), rimangono a loro volta invariate. Questo è illustrato nella figura 5.6 dal fatto che la curva (S – I ) non si è spostata. Sempre con riferimento alla figura 5.6, la minore appetibilità delle esportazioni di Labassecour provoca uno spostamento verso sinistra della curva delle esportazioni nette. Nel nuovo equilibrio le esportazioni nette rimangono invariate, ma la moneta si deprezza. Tasso di cambio reale Figura 5.6 S–I 2 1 NX()1 NX()2 { NX 1 = NX 2 Esportazioni nette NX Anche se le esportazioni di Labassecour sono meno appetite, il suo saldo commerciale rimane invariato. La ragione è che la svalutazione della moneta di Labassecour stimola le esportazioni nette, rendendole meno costose in termini relativi e compensando così la loro impopolarità. (b) La valuta di Labassecour compra ora meno valuta estera, quindi viaggiare all’estero è più costoso. Questo è un esempio di come le importazioni divengano più costose, al fine di mantenere costante il livello delle esportazioni nette a fronte di una minore domanda di esportazioni. (c) Se il governo di Labassecour riduce le imposte, il reddito disponibile e il consumo aumentano; quindi il risparmio diminuisce e, di conseguenza, diminuiscono anche le esportazioni nette. Questa flessione delle esportazioni nette esercita una pressione verso l’alto sul tasso di cambio, che compensa la diminuzione della domanda mondiale. Investimento e tasso di interesse mondiale non sono influenzati da questo provvedimento, dato che per Labassecour il tasso di interesse mondiale è dato. 29 4. Il conto corrente della bilancia dei pagamenti è una misura più ampia del saldo commerciale: oltre a prendere in considerazione gli scambi di beni e servizi, include anche fattori quali il reddito da investimento e i trasferimenti correnti. La citazione in questione riassume l’argomentazione dell’«abbondanza di risparmio» formulata da Ben Bernanke, oggi governatore della Federal Reserve, prima di essere nominato a tale incarico dalla seconda amministrazione Bush. L’identità: S – I ⫽ NX stabilisce che qualsiasi disavanzo commerciale debba essere necessariamente accompagnato da un eccesso di investimento rispetto al risparmio. La formula è un’identità, perché deve essere valida dato il modo in cui sono definite le variabili che la compongono (rammentate che per ottenere questa formula non abbiamo fatto altro che trasporre i termini dell’identità contabile del reddito nazionale). Se il risparmio interno non è sufficiente a finanziare il livello di investimento, un paese (come gli Stati Uniti) deve attingere al risparmio estero per colmare la differenza. Di conseguenza, il deficit commerciale deve essere accompagnato da un afflusso di capitale dall’estero che lo finanzi. Gli stranieri sono ben felici di vendere agli Stati Uniti più beni di quanti ne acquistano da loro perché, allo stesso tempo, questo permette loro di acquisire attività finanziarie che offriranno un rendimento nel futuro. Tali transazioni si configurano quindi come uno scambio intertemporale tra i beni ceduti oggi e i beni che verranno acquisiti nel futuro. Nel 2005 il risparmio nel resto del mondo era molto elevato, a causa di diversi fattori: per esempio, il passaggio, in alcune nazioni, da sistemi pensionistici contributivi a sistemi retributivi, oppure la transizione di alcune economie in via di sviluppo – come la Cina e la Corea del Sud – da una posizione debitoria netta a una creditoria netta. L’abbondanza di risparmio globale portò i tassi di interesse al livello storicamente più basso registrato dalla fine della seconda guerra mondiale. Di conseguenza, in quel periodo per gli Stati Uniti era diventato meno costoso attingere a un bacino crescente di risparmio estero per finanziare il proprio disavanzo commerciale. Tuttavia sarebbe più prudente non trarre conclusioni circa i nessi di causalità dalle identità contabili: un errore comune consiste nel prendere identità come quella scritta sopra, cambiare un termine e ipotizzare che gli altri fattori siano fissi. Ma i fattori endogeni non sono necessariamente fissi. Non è corretto affermare che il disavanzo commerciale provoca una contrazione del risparmio interno o viceversa: le identità contabili sono vere per definizione, quindi l’eccesso di risparmio in un gruppo di paesi deve necessariamente essere compensato da un eccesso di investimento in un altro gruppo di paesi. L’economia mondiale può essere considerata come un’economia chiusa, nella quale il risparmio aggregato è uguale all’investimento aggregato: se gli Stati Uniti hanno un forte disavanzo commerciale, è necessario che questo sia compensato da un surplus commerciale di altri paesi, dato che il mondo nel suo complesso non può avere un deficit (o un surplus) commerciale. 5. L’aumento della spesa pubblica riduce il risparmio pubblico e, quindi, il risparmio nazionale; la curva di risparmio si sposta verso sinistra (figura 5.7). Per un tasso di interesse mondiale r * dato, la diminuzione del risparmio aggregato determina una diminuzione del saldo commerciale. Tasso di interesse reale r S2 S1 Figura 5.7 r* Disavanzo commerciale I (r) I, S Investimento, Risparmio 30 La figura 5.8 mostra l’effetto di questo aumento della spesa pubblica sul tasso di cambio reale. La diminuzione del risparmio nazionale sposta verso sinistra la curva (S – I ), poiché riduce l’offerta di euro disponibili per l’investimento all’estero. La minore offerta di moneta determina una diminuzione (apprezzamento) del tasso di cambio reale di equilibrio. Di conseguenza, i beni nazionali diventano più costosi rispetto ai beni esteri, le esportazioni diminuiscono e le importazioni aumentano. In altre parole, come mostra la figura 5.8, il saldo commerciale si riduce. Tasso di cambio reale (S 2 – I ) Figura 5.8 (S 1 – I ) B 1 2 A Variazione del saldo commerciale NX 2 NX () NX NX NX 1 Net exports nette Esportazioni La risposta a questa domanda è influenzata dal fatto che la guerra sia locale o mondiale. Una guerra mondiale spinge molti governi ad aumentare la spesa pubblica, e ciò aumenta il tasso di interesse mondiale r *. L’effetto sulle transazioni internazionali di un paese dipende dall’ampiezza della variazione del tasso di interesse mondiale rispetto all’ampiezza della diminuzione del risparmio. Per esempio, un aumento del tasso di interesse mondiale potrebbe determinare un disavanzo (figura 5.9) o un avanzo (figura 5.10) commerciale. Tasso di interesse reale r S2 Figura 5.9 S1 r 2* Disavanzo commerciale r 1* I(r) I, S Investimento, Risparmio 31 Tasso di interesse reale r Figura 5.10 Avanzo commerciale S 2 S1 r*2 r*1 I (r) I, S Investimento, Risparmio 6. (a) Se le nazioni povere diventassero più efficienti e al tempo stesso potessero offrire una maggiore tutela giuridica agli investitori (per esempio, eliminando credibilmente il rischio di esproprio da parte dello Stato), un maggior numero di investitori indirizzerebbe le proprie risorse verso di loro, per trarre vantaggio dal più elevato rendimento del capitale. In altre parole, la domanda di investimento delle nazioni povere aumenterebbe. Se il risparmio nelle nazioni povere non variasse sensibilmente, questi paesi farebbero registrare un peggioramento del saldo commerciale. Dato che il saldo commerciale mondiale è sempre nullo, nelle nazioni più ricche (per esempio, gli Stati Uniti) si registrerebbe un avanzo commerciale. (b) L’aumento della domanda di investimento porterebbe a un aumento della domanda mondiale di fondi mutuabili. (c) Un aumento della domanda di fondi mutuabili spingerebbe verso l’alto il tasso di interesse mondiale r *. Tale aumento sarebbe tanto maggiore quanto più alta è la quota di investimento mondiale in capo ai paesi in via di sviluppo: al limite, se l’aumento della domanda di investimento si registrasse in un solo paese povero di piccole dimensioni, l’aumento del tasso di interesse sarebbe trascurabile. (d) Un aumento del tasso di interesse mondiale ridurrebbe l’investimento nei paesi ricchi. Dato che NX ⫽ S – I, i paesi ricchi si muoverebbero verso un avanzo commerciale, come avevamo già anticipato nella parte (a). 7. L’imposizione di un dazio sulle importazioni di automobili di lusso giapponesi non influenza il risparmio nazionale (dato che non ha effetto su Y, C o G) né l’investimento, ma provoca uno spostamento verso destra della curva NX attraverso la riduzione della domanda di importazioni dal Giappone. Lo spostamento della curva, come mostrato nella figura 5.11, fa apprezzare il tasso di cambio. Anche se le esportazioni nette non variano, il volume delle importazioni e delle esportazioni diminuisce in identica misura. Tasso di cambio reale Figura 5.11 S–I 2 1 NX()2 NX()1 { NX NX 1 = NX 2 Esportazioni nette 32 Tale provvedimento protezionistico ha anche effetti indiretti non trascurabili. Sul fronte della produzione, l’apprezzamento del tasso di cambio tende a far aumentare le importazioni e a mettere sotto pressione le vendite delle imprese nazionali, con l’eccezione di quelle che producono automobili di lusso, che sono protette dal dazio. Anche gli esportatori nazionali sono danneggiati dall’apprezzamento del tasso di cambio, che rende i loro beni più costosi rispetto a quelli di produzione estera, con la conseguente contrazione delle esportazioni. I consumatori di automobili di lusso giapponesi sono danneggiati dal dazio, mentre tutti gli altri sono avvantaggiati dall’apprezzamento della valuta nazionale, che permette loro di acquistare beni di produzione estera a prezzi relativamente più convenienti. In sostanza, tale provvedimento dirotta la domanda verso le automobili di lusso di produzione nazionale, a scapito di tutti gli altri prodotti nazionali, e dirotta il consumo dalle automobili di lusso giapponesi verso altri beni di importazione. 8. (a) Se il paese che istituisce il sussidio all’investimento è abbastanza grande da influenzare la domanda di investimento mondiale, il provvedimento genera uno spostamento verso destra della curva di investimento mondiale, come nella figura 5.12. Tasso di interesse reale r Figura 5.12 S B r*2 A r*1 I 2(r) I 1(r) I, S Investimento mondiale, Risparmio mondiale (b) Il tasso di interesse mondiale aumenta da r *1 a r *2 a causa dell’aumento della domanda di investimento mondiale, come mostra la figura 5.12. (Non dimenticate che il mondo è un’economia chiusa.) (c) L’aumento del tasso di interesse mondiale fa aumentare il tasso di rendimento richiesto sull’investimento nella nostra piccola economia aperta. Dato che la curva di investimento ha pendenza negativa, sappiamo che a un aumento del tasso di interesse mondiale corrisponde un minore investimento, come mostra la figura 5.13. Figura 5.13 Tasso di interesse reale r r*2 r*1 I(r) I2 I1 I Investimento 33 (d) Dato che il risparmio nazionale della piccola economia aperta non è cambiato, l’aumento del tasso di interesse mondiale comporta un aumento del saldo commerciale, come mostrato nella figura 5.14. r Figura 5.14 S Tasso di interesse reale Avanzo commerciale r*2 r 1* I (r) I, S Investimento, Risparmio (e) Per permettere il necessario aumento del saldo commerciale, il tasso di cambio reale deve diminuire. I beni prodotti nella nostra piccola economia aperta diventano meno costosi rispetto ai beni di produzione estera, le esportazioni aumentano e le importazioni diminuiscono, come mostrato nella figura 5.15. Figura 5.15 Tasso di cambio reale 1 (S – I)1 (S – I)2 A B 2 NX () NX 1 NX 2 NX Esportazioni nette 9. Il modo più semplice per verificare se il vostro amico ha ragione o torto è di considerare un esempio. Supponiamo che cinque anni fa un panino con la porchetta in Italia costasse 1 euro e un taco in Messico costasse 11 peso. Poiché cinque anni fa 1 euro valeva 11 peso, il costo di uno spuntino era lo stesso nei due paesi. L’inflazione italiana, nel periodo considerato, è stata del 25%: oggi, in Italia, il panino con la porchetta costa 1,25 euro. L’inflazione messicana è stata del 100%, per cui in Messico oggi un taco costa 22 peso. Quest’anno 1 euro vale 18 peso, per cui il taco costa 22 peso/[18 peso/euro] ⫽1,222 euro. Il panino con la porchetta in Italia costa di più del taco in Messico. Il vostro amico, pertanto, ha ragione ad affermare che viaggiare in Messico oggi costa meno che viaggiare in Italia, anche se non ha esplicitamente preso in considerazione i tassi di inflazione dei due paesi: avrebbe avuto torto se l’inflazione italiana cumulata nel periodo considerato fosse stata inferiore o uguale al 22,2%. 10. (a) L’equazione di Fisher dice che: i ⫽ r ⫹ e 34 dove i ⫽ tasso di interesse nominale; r ⫽ tasso di interesse reale (uguale in entrambi i paesi); e ⫽ tasso di inflazione atteso. Inserendo i valori dati nella domanda per il tasso di interesse nominale dei due paesi avremo: 12 ⫽ r ⫹ eSvezia 8 ⫽ r ⫹ eRegno Unito Ciò implica che: eSvezia – eRegno Unito ⫽ 4 Poiché sappiamo che il tasso di interesse reale r è il medesimo nei due paesi, possiamo concludere che l’inflazione attesa della Svezia è di 4 punti percentuali più elevata di quella del Regno Unito. (b) Come abbiamo visto nel testo, possiamo esprimere il tasso di cambio nominale come: e ⫽ ⫻ (PSvezia/PRegno Unito ) dove ⫽ tasso di cambio reale; PSvezia ⫽ livello dei prezzi in Svezia; PRegno Unito ⫽ livello dei prezzi nel Regno Unito. La variazione del tasso di cambio nominale può essere scritta come: ⌬% e ⫽ ⌬% ⫻ (Svezia – Regno Unito) Sappiamo che, se vale la parità del potere d’acquisto, una sterlina deve avere lo stesso potere d’acquisto di una corona svedese. Ciò implica che la variazione percentuale del tasso di cambio reale debba essere nulla, perché la parità del potere d’acquisto implica che il tasso di cambio reale sia fisso. Dunque, il differenziale di inflazione tra i due paesi determina la variazione del tasso di cambio nominale. In forma di equazione: ⌬% e ⫽ Svezia – Regno Unito Dato che gli agenti economici sanno che vale la parità del potere d’acquisto, si aspettano che valga anche tale relazione. In altre parole, la variazione attesa del tasso di cambio nominale è pari alla differenza tra il tasso di inflazione atteso in Svezia e il tasso di inflazione atteso nel Regno Unito. Cioè: ⌬% attesa e ⫽ eSvezia – eRegno Unito Nella parte (a) abbiamo visto che il differenziale atteso di inflazione è del 4%; di conseguenza, la variazione attesa del tasso di cambio nominale e è del 4%. (c) Il progetto del vostro amico ha un problema: non tiene conto della variazione del tasso di cambio nominale e tra la sterlina britannica e la corona svedese. Dato che il tasso di interesse reale è fisso e identico in entrambi i paesi, e data la parità del potere d’acquisto, sappiamo che le differenze tra i tassi di interesse nominali sono da attribuire alla variazione attesa del tasso di cambio nominale tra sterlina e corona. Nel nostro esempio, il tasso di interesse nominale in Svezia è pari al 12% e nel Regno Unito all’8%: da questo possiamo concludere che la variazione attesa del tasso di cambio nominale è pari al 4%. In altre parole, ci si aspetta che la corona svedese si deprezzi del 4% rispetto alla sterlina. Perciò: e quest’anno ⫽ 10 SEK/GBP e prossimo anno ⫽ 10,40 SEK/GBP Ipotizzando che il vostro amico prenda a prestito 1 sterlina da una banca britannica all’8% e la scambi con 10 corone svedesi, depositandole in una banca svedese al 12%, alla fine dell’anno avrà 11,20 corone. Ma per ripagare la banca britannica, le corone dovranno essere cambiate in sterline: l’anno prossimo 11,20 SEK varranno 1,08 sterline, cioè esattamente l’ammontare che il vostro amico deve alla banca britannica. Alla fine, il vostro amico si trova in pareggio. Anzi, se prendessimo in considerazione i costi di transazione, ci rimetterebbe. 35