San Bernardo PRESENTAZIONE La mostra di quest’anno è dedicata a S. Bernardo. Perché? Perché Bernardo da Chiaravalle rappresenta una straordinaria figura di monaco il cui studio ci permette di cogliere e approfondire alcuni degli aspetti più significativi del Medioevo: 1. Il ruolo dei monaci e dei monasteri nella società del tempo 2. La complessa situazione politico-religiosa del tempo 3. L’importanza della fede e della preghiera dal Medioevo fino ai nostri giorni CHI ERA BERNARDO? Era un uomo piccolo, con capelli rossi, il volto scavato da veglie e digiuni e occhi splendenti. A 23 anni entrò nel monastero di Citeaux e a 25 fondò la sua Clairvaux. Visse tutta la vita alla ricerca di Dio. Quel piccolo abate medievale fu un gigante del suo tempo. Divenne per tutti il “Doctor mellifluus”, colui che fa scorrere il miele, fino ad essere proclamato padre della Chiesa. Bernardo fu un grande maestro perché seppe umiliarsi e guardare con occhio fisso verso Dio, l’unico Maestro.(2) LA VITA Bernardo nacque in Francia e fu terzo di sette figli, suo padre è un importante vassallo del duca di Borgogna. Intorno ai sette anni inizia gli studi. Nel 1113 entra nel monastero di Citeaux e dopo due anni fonda Clairvaux, di cui diventerà abate. Tra il 1130 e il 1138 la Chiesa è lacerata dallo scisma ; Bernardo appoggia papa Innocenzo II contro l’antipapa Anacleto II. Nel 1139 termina lo scisma e Innocenzo II viene riconosciuto papa legittimo. Nel 1145 viene indetta la seconda crociata e Bernardo viene invitato dal papa a predicarla. Muore nel 1159 per una malattia allo stomaco. 1174 canonizzazione da parte di papa Alessandro III 1830 è proclamato dottore della Chiesa. (3) LE OPERE Nel corso della sua vita Bernardo scrisse molte opere (opuscoli, trattati, sermoni) e oltre 500 lettere. Sono numerosi poi gli scritti che gli sono stati attribuiti o che hanno preso spunto da alcune sue parole. (4) 1 I CISTERCENSI Anche se non fu il fondatore dell’ordine, Bernardo è considerato il cistercense per antonomasia. Quando entrò a Citeaux nel 1113, il monastero venne vivificato dal nuovo confratello e dalle circa trenta persone, tra fratelli, parenti ed amici, che lo seguirono. Si può parlare di una monacazione collettiva che colpì molto l’opinione pubblica del tempo. Del resto rivela un tratto importante di Bernardo: la capacità di contagiare col suo fuoco chi gli sta vicino. Nell’anno della sua morte l’ordine contava 345 abbazie, 70 delle quali fondate dallo stesso Bernardo. Alla metà del XII secolo i cistercensi erano circa 10000, un vero esercito della pace.(5) I VIAGGI Bernardo viaggiò molto. Il fatto è eccezionale, non tanto perché si dice che nel Medioevo si viaggiasse poco, quanto per il fatto che ai monaci era fatto divieto di allontanarsi dal convento. La “stabilitas loci” era uno dei principi fondanti la regola benedettina. Ma il mondo, quel mondo che lui aveva lasciato vestendo l’abito religioso, ora lo chiamava, aveva bisogno di lui. (6) L’ESPERIENZA MONASTICA L’esperienza monastica è il punto cardine della vita terrena e spirituale di Bernardo. Il monastero significa ritiro dal mondo e gioia. Significa umiltà, povertà, obbedienza, pace, silenzio, digiuno, preghiera, lavoro… La vita del convento è anticipazione del destino che ci spetta dopo la morte. Bernardo era così convinto della bontà della vocazione monastica che avrebbe voluto “monachizzare” il mondo. (7) CHI E’ IL MONACO ? Come il figlio unigenito si è dimostrato ubbidiente verso il padre, al monaco è chiesto di obbedire “in tutto”. Nella regola di San benedetto si dice: “Se al fratello sono ordinate cose impossibili, confidando nell’aiuto di Dio, egli obbedisca per carità”. Pregando, lavorando e contemplando nel chiuso del chiostro, il monaco effettua una vita che è in sé uno spettacolo, ma è uno spettacolo lieto, degno di essere guardato. (8) L’ABATE OVVERO IL PADRE L’abate, dall’aramaico “ab” padre, è il capo della comunità monastica. Bernardo, abate già a 25 anni, è chiaro: il monaco deve obbedire all’abate, come l’abate deve obbedire alla regola. Il superiore non deve lasciarsi andare all’arbitrio nei confronti dei suoi inferiori, infatti la regola ha imposto limiti ben precisi alla sua autorità. (9) 2 BERNARDO E L’ARTE Bernardo aveva idee piuttosto chiare e semplici sull’architettura e l’arte. Non voleva che i monaci avessero Chiese e monasteri sontuosi, con decorazioni dorate e preziose. Secondo lui, infatti, l’eccessiva bellezza delle opere umane distraeva i monaci dalla preghiera, per questo era contrario a pitture e sculture. Voleva un’arte semplice che inducesse alla preghiera e alla sobrietà. (10) BERNARDO e L’ARTE Ciò non significa che le chiese cistercensi costruite sotto San Bernardo fossero brutte, anzi avevano una bellezza razionale che si sposava col particolare ruolo assegnato alla luce. L’arte era ridotta all’essenziale, non mirava alla lusinga ma alla lode di Dio, non al compiacimento ma alla preghiera Bernardo amava il suono. Le chiese cistercensi sono spesso acusticamente perfette. Infatti la musica deve irradiare la verità e risuonare delle virtù cristiane, (11) LA CONCEZIONE DI SE’ Bernardo rifiutò varie volte la carica di vescovo per rimanere fedele alla sua vocazione monastica. Eppure Bernardo era afflitto da un dubbio interiore: poteva interessarsi degli affari del secolo senza tradire la sua vocazione? Egli manifestò questo tormento in lettere inviate ad alcuni amici e confidenti. La contraddizione venne risolta da Bernardo che giunse alla consapevolezza di un’altra forma di obbedienza poiché “ nessuna delle questioni di Dio mi è estranea”. (12) LA SOCIETA’ DEL SUO TEMPO Dal 1127 Bernardo non si interessa più solo al mondo monastico ma anche a questioni esterne intervenendo sui più gravi problemi del tempo ( scisma, eresie, crociate, riforma della chiesa) con l’irruenza di un “miles Christi”, di un cavaliere di Cristo Ricorrendo anche a modi precipitosi, autoritari ed aggressivi, il suo scopo principale era sempre il “trionfo della Chiesa”. ( 13) 3 CHI E’ IL PAPA? Nel 1130 la Chiesa vide la nascita d un nuovo scisma causato dall’elezione di Innocenzo II e Anacleto II. Fu un periodo davvero drammatico in cui Bernardo cercò di riportare l’unità nella Chiesa sostenendo papa Innocenzo II, infatti, grazie al suo operato, città come Milano lo riconobbero come papa legittimo. Fu proprio lo stesso Bernardo che sollecitò l’antipapa a ritirarsi.. Dopo pochi anni un allievo di Bernardo divenne papa col nome di Eugenio III e a lui Bernardo ricordò il significato del suo ministero su tutta la Chiesa cattolica: il papa doveva impegnarsi a mantenerne l’unità, “dove c’è l’unità, lì c’è la perfezione”. (14) PIETRO IL VENERABILE Pietro di Montboissier, abate cluniacense, fu un uomo di pace, tanto che i contemporanei lo chiamavano “il Venerabile”. La pace per lui non rappresentava solo l’assenza di contrasti ma, in modo più positivo, l’armonia e la concordia, insomma una pace attiva. Eppure Pietro, definito “l’uomo più pacifico del tempo”, ebbe molti scontri con Bernardo. Infatti Bernardo e i cistercensi condannavano le ricchezze possedute dai cluniacensi (frutto di donazioni) e criticavano lo sfarzo delle loro chiese. Pietro, invece, difese sempre questo stile di vita monastica. Quando però ebbero modo di incontrarsi, tra i due nacque una grande amicizia.(15) ABELARDO Nel 1141 al concilio di Sens si assistette ad un singolare confronto tra Bernardo, esponente della teologia monastica tradizionale, e Pietro Abelardo, un abate riformista condannato per la sua dottrina nel 1121. Bernardo col suo “linguaggio di fuoco” vinse, riuscendo a far condannare la dottrina dell’avversario. La scomunica di Abelardo dipendeva ora dal papa ma intervenne Pietro il Venerabile che accolse l’abate a Cluny dove morì. (16) LA PROPHETISSA TEUTONICA La badessa Ildegarda di Bigen, detta prophetissa teutonica, straordinario personaggio del Medioevoebbe, ebbe il dono di visioni estatiche. Anche se titubante, incoraggiata da amici, tra cui Bernardo,, riunì le sue visioni in alcuni scritti tra cui “Scito vias Domini” (Conosci le vie del Signore) noto anche come “ Liber Scivias”. In un’epoca in cui era facile sconfinare nell’eresia, l’opera di Ildegarda venne riconosciuta da papa Eugenio III come figlia della Chiesa.(17) 4 I TEMPLARI Intorno al 1119 un cavaliere di nome Ugo di Payns decise di dedicare la sua vita alla difesa armata dei pellegrini diretti a Gerusalemme, città che era stata liberata ma sempre minacciata dai mussulmani. Ugo ricevette da Bernardo uno scritto favorevole alla nuova esperienza(“ Elogio della nuova cavalleria”). Il trattato ebbe l’effetto di promuovere il fenomeno della cosiddetta “miltia Christiana”.(18) LA CAVALLERIA E LA SECONDA CROCIATA La prima crociata ( 1096-1099) riuscì a conquistare la Terrasanta Mezzo secolo più tardi però i Mussulmani minacciarono i territori cristiani, così venne indetta una nuova crociata. Bernardo venne incaricato di trovare “difensori della fede” e svolse con passione l’icarico, convinto che fosse l’occasione per la cavalleria per impegnarsi in una giusta causa. Il fallimento della crociata gettò un’ombra anche su Bernardo che, però, non si sottrasse alle accuse ma dichiarò: “Preferisco che il mormorio degli uomini sia contro di me che contro Dio”.(19) DI FRONTE AGLI EBREI Durante la preparazione della seconda crociata, si verificarono massacri contro gli Ebrei nella regione del Reno. La folla veniva istigata dalla predicazione di Rodolfo, monaco cistercense fuoriuscito dal convento. Bernardo venne chiamato in causa in quanto responsabile dell’ordine. L’abate scrisse una lettera per calmare Rodolfo, ma fu inutile. Allora Bernardo, malato e provato, si mise in viaggio per la Germania e riuscì a riportare l’ordine. Per Bernardo gli Ebrei non devono essere perseguitati.(20) DI FRONTE AGLI ERETICI Nel XII secolo cominciarono a manifestarsi in Europa varie esperienze ereticali. Fra questi vi erano i “catari”, nome di origine greca che significa “puri”. Per altri deriverebbe da “catus”, gatto, perché si credeva che gli eretici baciassero le terga del gatto, simbolo del diavolo. I Catari rifiutavano ii giuramento (fondamentale all’epoca), i rapporti sessuali, i sacramenti e la Chiesa stessa, ritenendola al servizio del demonio I Catari erano diffusi in tutta Europa e Bernardo scrisse e predicò contro di loro, non solo per rimuovere il loro errore ma soprattutto per ricondurli alla fede “non con le armi, ma con gli argomenti”. (21) 5 L’EREDITA’ San Bernardo fu un personaggio che lasciò un’impronta profonda nel mondo a lui contemporaneo ma influenzò molto anche le generazioni successive. La sua opera contribuì al consolidamento dell’ordine cistercense, i suoi testi furono considerati pietre miliari e le sue preghiere entrarono a far parte del quotidiano di tutti i cristiani.(32) DANTE E BERNARDO Dante assegnò a Bernardo un ruolo eccezionale nella Divina Commedia. Alla fine del viaggio, subito prima della visione estatica di Dio, Dante viene affidato da Beatrice ad un “sene” e venerabile patriarca: Bernardo. Perché proprio lui? Per Dante egli rappresenta il contemplante per eccellenza. Il filo conduttore dell’esistenza di Bernardo è stata la ricerca sofferta dell’umiltà. Il suo cammino viene assunto da Dante come “exemplum” per ogni uomo che voglia incontrarsi con Dio. (33) DANTE E LA PREGHIERA ALLA VERGINE L’ultimo canto del Paradiso si apre con la preghiera alla Vergine in quanto solo l’umile atteggiamento di chi prega è la chiave per incontrare “Colui che tutto move”. Così Dante fa pronunciare a S. Bernardo una preghiera tra le più belle ed intense mai pronunciate. Come Bernardo, come Dante, tutti gli uomini sanno che ogni invocazione alla Vergine non cadrà nel nulla. La preghiera dantesca è bernardiana per molti motivi:parole, concetti, la forza soave. Gli stessi elementi ravvisabili nel “Memorare”, altra formidabile preghiera attribuita a Bernardo.(34) PREGHIERE ALLA VERGINE Si vedano qui i testi delle preghiere prima citate. (35) 6 ICONOGRAFIA La figura di Bernardo è legata per tradizione ad alcune immagini Raffigurato vestito con l’abito bianco dei cistercensi, con un libro sotto braccio e il demonio incatenato ai suoi piedi, simbolo della sua vittoria sulle tentazioni Fu soprannominato “doctor mellifluus”, il dottore che fa scorrere il miele, per la dolcezza delle sue parole. E’ rappresentato con favi o alveari in mano Per la sua devozione alla Madonna, è raffigurato spesso con lei (vedi immagine), in alcuni casi riceve dal suo seno il latte materno. E’ raffigurato anche mentre abbraccia Cristo in croce. Secondo la leggenda, la madre mentre era incinta di Bernardo, avrebbe sognato un cane bianco che abbaiava, guariva leccando e faceva la guardia. Il sogno venne interpretato come un presagio delle attività del futuro santo: predicazione., cura dei corpi e delle anime, custodia della Chiesa.(36) IERI E OGGI L’influenza di Bernardo sui posteri è enorme: dai domenicani ai francescani, a Erasmo, alla “devotio moderna”. Persino Lutero e Calvino si ispirarono ai suoi testi. Pascal lo conosceva bene e ne riprese alcuni temi. Il riconoscimento ufficiale del suo ruolo si ebbe nel XIX con la proclamazione di Bernardo a dottore della Chiesa.(37) 7