Appunti sulle piante
Prerequisiti
- Per la struttura primaria: http://www.atlantebotanica.unito.it/page.asp?
xml=microscopica.fusto.primariafusto
- Per la struttura secondaria: http://www.atlantebotanica.unito.it/page.asp?
xml=microscopica.fusto.secondariafusto
Vengono qui riportati alcuni cenni agli argomenti trattati in aula ed in laboratorio in forma di
approfondimento rispetto alle informazioni contenute nel testo in adozione.
In una pianta arborea (vale per le dicotiledoni e le gimnosperme, le monocotiledoni sono per lo più
erbacee) il fusto presenta una struttura secondaria, fatta eccezione per le estremità del fusto
principale e delle ramificazioni dove è presente una struttura primaria.
La struttura secondaria si caratterizza per l'attività di due meristemi ossia tessuti formati da cellule
giovanili, non differenziate, il cui scopo fondamentale è dividersi continuamente producendo nuove
cellule.
1) Il cambio cribro-vascolare (o cambio);
2) Il cambio subero-fellodermico (o fellogeno).
Tali meristemi sono responsabili della crescita del fusto in spessore, il cambio determina
l'accrescimento del cilindro centrale (di maggior entità), il fellogeno della corteccia (di minor
entità), con casi particolare come quello della Quercia da sughero.
Il cambio produce, sul lato esterno, il floema secondario o libro e, sul lato interno, lo xilema
secondario o legno. E' attivo, nelle zone temperate, da inizio primavera all'autunno inoltrato,
durante l'inverno è fermo per cui la pianta non manifesta accrescimento. Ogni anno quindi il cambio
produrrà nuove cerchie xilematiche e floematiche.
Il fellogeno produce, sul lato esterno, il sughero che è formato da cellule morte e vuote al loro
interno, con funzione di isolante termico e, sul lato interno, il felloderma. Il fellogeno ogni anno si
forma sempre più all'interno del fusto per cui tutti gli strati esterni al nuovo sughero prodotto sono
soggetti a morire e formano nel loro insieme la scorza o ritidoma (erroneamente chiamata
corteccia), che è a sua volta soggetta a fessurarsi e a cadere, sotto la spinta dell'accrescimento
annuale in spessore del fusto. Il fellogeno si spinge fino al floema secondario che quindi finirà
progressivamente nella scorza della pianta. E' per questo che, mentre lo xilema secondario si
conserva integro, di anno in anno, formando delle evidenti cerchie, il floema secondario di anno in
anno si perde e si riduce solo ad un sottile strato, che è anche il più recente.
Lo xilema svolge la funzione di trasposto della linfa grezza ossia acqua, sali minerali, amminoacidi
provenienti dalle radici e diretti alle foglie, ossia i maggiori organi fotosintetici. Lo xilema è
formato da vasi (trasporto), fibre (sostegno) e cellule parenchimatiche (riserva). I vasi sono cellule
morte, distinti in trachee (vasi aperti, di grosso diametro, derivati da cellule disposte in lunghissime
file e con la parete trasversale assente, che realizzano dei veri e propri tubi) e tracheidi (vasi chiusi,
di piccolo diametro, con cellule distinte, saldate tra loro e in connessione con fori sulle pareti
trasversali).
Il floema trasporta la linfa elaborata, prodotta dalle foglie, ricchissima di saccarosio (derivato dal
glucosio della fotosintesi), amminoacidi e sali a tutto il corpo della pianta. Il floema è formato da
tubi cribrosi (trasporto), fibre (sostegno) e cellule parenchimatiche (riserva). I tubi cribrosi sono
formati da cellule vive, disposte in lunghe file e con la parte trasversale perforata per consentire il
passaggio della linfa elaborata.
Nelle dicotiledoni lo xilema secondario è definito anche legno eteroxilo e svolge tre funzioni
diverse: trasporto, riserva e sostegno. Tali funzioni sono possibili per la presenza di elementi
diversi: vasi (trasporto), fibre (sostegno) e cellule parenchimatiche (riserva). L'aspetto del legno è
non omogeneo proprio per la presenza di elementi di natura differente.
Nelle gimnosperme lo xilema secondario è definito anche legno omoxilo e svolge una sola
funzione, quella di trasporto tramite degli elementi detti tracheidi. L'aspetto del legno è omogeneo
essendo formato da una sola tipologia di elementi.
Le cerchie annuali, usate per calcolare l'età di una pianta, sono essenzialmente quelle dello xilema
secondario, infatti il floema secondario, prodotto all'esterno del cambio, viene progressivamente
compresso ed eliminato dalla pianta, inoltre rispetto allo xilema occupa uno spazio molto più
piccolo e meno visibile in sezione.
Legno primaverile e legno estivo: nella stessa cerchia annuale sono presenti due differenti forme
di legno, quello prodotto nella stagione primaverile, in cui solitamente c'è abbondanza di acqua,
quindi di nutrienti, per il quale la pianta produce vasi di grosso diametro, e quello prodotto nella
stagione estiva, in cui solitamente c'è penuria di acqua, quindi di nutrienti, per il quale la pianta
produce dei vasi di piccolo diametro. Lo spessore della cerchia, come anche del legno primaverile
ed estivo al suo interno, è in grado di dare informazioni molto precise sull'andamento climatico e
sullo stato di salute della pianta in quell'anno. Infatti se la pianta soffre carenze di acqua e nutrienti,
eccessi di caldo, attacchi di patogeni, la sua crescita ne risente lasciando un'impronta indelebile
nell'andamento delle sue cerchie.
Legno di reazione: vedere l'immagine seguente con la sua didascalia.
Il duramen è la parte del legno (= xilema secondario) che non è più attiva per azione di bolle d'aria
o tille, che sono delle piccole protuberanze provenienti dall'esterno dei vasi, che interrompono il
flusso della linfa, con successivi pigmentazione ed indurimento. Costituisce il cosiddetto legno
massello, molto pregiato e ricercato per le proprietà di resistenza.
L'alburno è la parte del legno che effettivamente trasposta la linfa grezza, ha di solito una
colorazione più chiara rispetto al duramen. Si colloca all'esterno del duramen.
STRUTTURA DELLA FOGLIA
STRUTTURA DEL FIORE
Bibliografia utilizzata (comprese le immagini)
Elementi di biologia vegetale di O. Arrigoni Ed. CEA
prof. Luigi Cenerelli a.s. 2015-2016