TTRRRO O T A F A R O M O T R U T T A T R U T T A OT TA AF FA AR RIIIO O ((S SAAALLLM MO O ((T TR RU UT TT TA A)) T TR RU UT TT TA A)) Sistematica: la trota fario è l’ecotipo di Salmo (trutta) trutta adattato alla vita nei torrenti (l’altro ecotipo è la trota lacustre, adattato a vivere nei grandi laghi prealpini), che a sua volta è una semispecie di Salmo trutta; è ora distinta in due ceppi, uno “atlantico” ed uno “mediterraneo”, dei quali solo il secondo è autoctono per l’Italia. Forma del corpo: corpo affusolato coperto da scaglie minute, bocca grande. Presente la pinna adiposa tipica dei Salmonidi. Dimensioni: può raggiungere lunghezze di oltre 60 cm. Livrea: assai variabile, anche in relazione all’ambiente in cui vive. Nei corsi d’acqua la fario assume generalmente una colorazione verde scuro, che si sfuma dal dorso fino al ventre giallognolo, con la caratteristica punteggiatura rossa lungo i fianchi e una macchia nera tondeggiante sull’opercolo. Nei laghi la varietà “lacustre” può assumere invece il tipico aspetto di specie pelagica, con corpo argenteo, ventre bianco e fianchi punteggiati di macchioline nere a forma di “X”. Maturità sessuale: è raggiunta al secondo anno di età per i maschi ed al terzo per le femmine. Periodo e comportamento riproduttivo: tra novembre e febbraio; la presenza in natura di individui selezionati artificialmente in allevamento per essere maturi in un arco temporale il più lungo possibile, rende sempre più frequente il ritrovamento di esemplari in fase riproduttiva anche al di fuori del periodo indicato. Al momento della riproduzione la femmina si porta in acque poco profonde, a corrente vivace e fondo ghiaioso, nel quale scava una fossetta con la coda e vi depone le uova; queste sono fecondate dal maschio e successivamente ricoperte di ghiaia dalla femmina. Numero di uova: ogni femmina depone 1600-2700 uova per kg di peso corporeo. Comportamento e alimentazione: molto schiva e territoriale, la trota fario predilige tratti con abbondante presenza di tane e anfratti in cui potersi nascondere; gli adulti conducono vita solitaria, difendendo strenuamente il loro territorio dall’intrusione di altri individui. Si nutre di invertebrati e, al crescere delle dimensioni, anche di pesci. Habitat: la trota fario predilige le acque fredde, ben ossigenate e turbolente dei torrenti e dei tratti superiori dei fiumi pedemontani. È ormai diffusa in tutte le acque correnti e lacustri adatte ad ospitare Salmonidi, in relazione alle massicce immissioni di cui è stata oggetto per incrementare la pesca. Trota fario nel suo habitat preferito, le acque turbolente di un torrente Distribuzione: diffusa in tutta Europa, è stata immessa con successo anche in altre parti del mondo, come Nord America e persino in Nuova Zelanda. In Italia la varietà “mediterranea” è indigena della regione alpina e degli Appennini settentrionali; i ripopolamenti ne hanno espanso notevolmente l’areale originario, sovrapponendolo a quello della trota marmorata nel bacino padano e a quello della trota macrostigma più a Sud e nelle isole, a scapito di tali sottospecie con cui si ibrida facilmente. Stato della specie nelle acque della provincia: la trota fario è la specie più diffusa nelle acque correnti, risultando presente in tutti i tratti di corsi d’acqua montani e pedemontani in cui possono vivere i pesci. La sua distribuzione, per effetto delle massicce semine di cui è stata oggetto, si è ampliata ai tratti pedemontani dei fiumi principali, sovrapponendosi e in alcuni casi sostituendosi alla trota marmorata (vedi cartina seguente). Sono state individuate diverse popolazioni caratterizzate da elevata naturalità valutata in termini di presenza di soggetti con livrea della varietà “mediterranea”, struttura di popolazione equilibrata, densità adeguata alle caratteristiche ambientali e svolgimento della riproduzione naturale. Essa è inoltre presente in molti laghi alpini e occasionalmente anche nel Lago d’Iseo. Nel complesso la situazione di questa specie si può ritenere abbastanza soddisfacente, anche se è opportuno operare per rimuovere i fattori che in alcuni tratti ne limitano la consistenza; questi sono rappresentati per lo più dalle riduzioni eccessive della portata naturale ad opera delle derivazioni, da una pressione di pesca eccessiva e da ripopolamenti con materiale di scarsa qualità.