Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano La chiesa matrice dei Santi Pietro e Paolo di Viggiano RESTITUITA ALLA MEMORIA GRAZIE AD UNA RICERCA ARCHIVISTICA ED INDAGINE MONUMENTALE RICERCA ARCHIVISTICA: Prof. Antonio Signoretti MODELLO: Prof/ssa Donata Mastrandrea INDAGINE MONUMENTALE E RICOSTRUZIONE ARCHITETTONICA: Arch. Giuseppe Rocco Di Capua “ monumento ritrovato…… al mio unico dolce segreto” na recente ricerca archivistica, condotta dal prof. Antonio Signoretti, storico ed apprezzato estimatore di arte e cultura viggianese, ha permesso di ritrovare la memoria storica e monumentale di uno degli edifici più antichi e ricco di misterioso fascino quale la Chiesa matrice dedicata ai santi Pietro e Paolo di Viaggiano. Gravemente danneggiata a seguito del terribile terremoto del 1857, venne definitivamente abbandonata ad un lento ed inesorabile destino che porterà il monumento alla definitiva rovina. E’ opportuno comunque segnalare un timido tentativo di ripresa, per restituire ai fedeli ed alla memoria lo sfortunato monumento. Nell’anno 1936 su iniziativa della sig.ra Rosina Gagliardi, moglie di stimato medico viggianese, venne proposto all’allora arciprete mons. Rocco Pellettieri, la costituzione di un comitato che si prodigasse di raccogliere i fondi necessari per la completa ristrutturazione dell’edificio religioso. U 34 Questa volta però la volontà popolare non ha prevalso sulle iniziative ed i progetti del clero viggianese che ha preferito concentrare tutti gli sforzi economici all’arricchimento dell’attuale chiesa madre, abbandonando qualsiasi tipo di progetto di recupero per la chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Seguirono anni nefasti per la chiesa matrice simbolo della potestà conferita da Cristo alla chiesa con lo jus di “aprire e di chiudere, di legare e di sciogliere” prerogativa di Pietro e “dell’apostolato fra le genti” prerogativa di Paolo. Il suo glorioso passato di cappella Palatina, annessa al castello Angioino frutto di ampliamenti e trasformazioni intorno al castro Longobardo (CASTRUM BIANI) costruito come avanposto a difesa delle popolazioni e della cristianità contro le orde saracene, declina definitivamente, il ricordo e la memoria svaniscono e si perdono nel tempo che inesorabile oscura l’antica gloria. Nell’anno 1946, perso oramai ogni affetto, il Sindaco di Viggiano Alfredo Fiore preso dal fermento della ricostruzione post-bellica, istituisce un apposito cantiere di bonifica per giovani in cerca di lavoro ed affida loro la demolizione definitiva dei resti dell’antico monumento formando così l’attuale largo Castello. Non tutto però andrà perduto, i barbari picconi dovranno fare i conti con la dura pietra del costone roccioso che salverà dalla demolizione la parte controterra dei due altari laterali della chiesa i cui resti oggi visibili mostrano bellissimi stucchi e decorazioni pittoriche settecentesche. Così come ornie, stipiti, davanzali e basamenti in pietra del casale sono stati asportati e riutilizzati per altre anonime costruzioni. Emblematico è il caso del monumentale portale in pietra bruna, opera del 1564, utilizzato così come alcuni a memoria ancora ricordano per costruire l’attuale lavatoio del Convento. A memoria ancora si ricordano altri avvenimenti come il terribile boato provocato dal crollo delle gorde di sostegno del campanile in una serata invernale del 1940. Anche la forma e l’aspetto esteriore è da alcuni ancora ricordato come la facciata a capanna con due falde asimmetriche, più lunga quella di sinistra; la presenza di un pavimento in mattoncini di cotto; nicchie absidale sul lato destro in ognuna Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano delle arcate; un rosone che sovrastava la facciata principale; un accesso laterale ed altri piccoli ricordi da non trascurare. Una delibera del Decurionato (organismo amministrativo comunale) in data sette febbraio 1856 stabilisce in via definitiva che la chiesa parrocchiale di Viggiano, sotto il titolo di San Pietro e Paolo sia di patronato comunale e di conseguenza ad esso competono le spese necessarie per riattazioni e restauri. La descrizione della chiesa e gli interventi necessari per il recupero del manufatto vengono riportati in una perizia del luglio 1854 di alcuni anni precedente all’atto deliberativo citato a firma del muratore Francesco Pinto e controfirmata dal parroco Francesco Maria Vietri e dal sindaco Gagliardi. La perizia ha come oggetto i lavori urgenti di riparo del campanile e la costruzione della volta di detta chiesa matrice dedicata ai Santi Pietro e Paolo. La prima parte della perizia fornisce dati dimensionali, lunga palmi 104 (27,56 mt) larga palmi 32 ( 8,48 mt) lato ingresso e 36 palmi (9,54 mt) lato altare maggiore. La chiesa è quindi costituita da un’unica navata coperta da una volta a botte, la maggiore larghezza su lato altare rispetto a lato ingresso pari a palmi 4 (1,06 mt) corregge otticamente la convergenza delle linee prospettiche verso il fondo dove si trova l’altare ed attenua l’effetto della profondità creando una divergenza nel cono visivo. L’utilizzo di tale accorgimento è degno di sensibilità tecnica e di buone competenze costruttive che lasciano pensare alla presenza di un dettagliato progetto unitario. La costruzione della volta sarà preceduta dalla realizzazione di sette archi dei quali cinque interni larghi palmi 3 (79,5 cm) e due larghi 1,5 palmi (39,75 cm) dei quali il primo da costruire sopra la porta lato ingresso ed il secondo sopra l’altare maggiore. Gli archi avranno la funzione di irrigidire la volta creando dei collegamenti trasversali tra le pareti laterali. Il materiale da utilizzare per la costruzione della volta sarà il tufo ( leggero e resistente) , mentre gli archi saranno composti da mattonacci, mattoni, 35 tufi e pietra del casale oltre a graste di embrici ed altro materiale minuto da utilizzare per il riempimento. La perizia descrive anche alcuni accorgimenti strutturali da utilizzare che, sia gli archi che la volta dovranno avere per non oscurare la luce proveniente da alcune finestre e per una migliore distribuzione dei carichi sulle pareti laterali. In particolare per non dare eccessivo peso al muro di mezzogiorno e consentire un puntuale scarico dei pesi vengono realizzate lunette laterali che interrompono la curva della volta ed indirizzano le linee di scarico verso i pilastri degli archi. La stima dei lavori da eseguire divide la struttura nei seguenti elementi 1. La realizzazione degli archi del valore complessivo di ducati otto per ogni canna quadrata, secondo l’uso antico, ovvero misurazione antecedente al 1840 all’otto per otto palmi ( 4,5 mq), per uno sviluppo complessivo della superficie pari a canne 36 ed un valore totale di 288 ducati. Al costo degli archi viene aggiunta la somma di ducati 256 per forme, legname, chiodi, manodopera, calce, arena e manodopera ( maestrie e manipoli). Interessante notare il dosaggio della malta per la muratura rapporto calce/arena 1/ 2.33 2. Le appressature previste e sulle quali dovranno poi poggiare le volte sono complessivamente sei, quanto i settori in cui è divisa dagli archi la navata. Avranno una larghezza di 14/1/3 di palmi (3,79 mt) ed un’altezza non minore di 6 palmi (1,59 mt) per una superficie complessiva di 1/3/4 canne quadrate (7,88 mq) e costruite parimenti in tufi e mattoni. La spesa per questi lavori è di ducati 40,00 3. Lo spazio occupato dalla volta, tolti gli archi e le appressature è nove canne quadrate (40,5 mq ). Per la costruzione necessitano 440 tufi per ogni canna quadrata al costo di 1 tornese a tufo, da cui ogni volta costa per i soli tufi 19,80 ducati. In totale le sei volte da realizzare costano ducati 118,80. 4. Spianamento ed intonaco delle volte per ducati 69,60 compreso di calce, arena, maestria e manipoli per dieci giornate ciascuna. Per intonaco e spianamento il rapporto calce/arena è di 1 a 2, si ottiene così una malta più facile da lavorare. Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano 5. Imbiancamento dell’intera volta per ducati 12,00. In totale il costo complessivo dei lavori è di 784,40 ducati. Segue la perizia per i lavori di riparazione del campanile della stessa chiesa. Mancando la parte descrittiva, le deduzioni sulla forma architettonica, a dire il vero abbastanza imprecise, le ricaviamo direttamente dalla stima degli interventi da eseguire. Anche il campanile così come la stessa chiesa, si presenta notevolmente rovinato ed in precarie condizioni di stabilità. Complicata ed onerosa è la prima fase prevista di puntellamento delle parti in pericolo di crollo da realizzare con due gorde da 34 palmi, due altre di 37 palmi e un’altra di 30 palmi per un costo comprensivo di trasporto, posa in opera, assistenza ed altri piccoli legnami pari a ducati 41,60. La parte di campanile che si eleva al di sopra del piano terreno è di 50 palmi (13,25 mt) e sarà consolidata “ ove necessità richiede” con mattoni e pietra del Casale per una superficie stimata di nove canne quadrate al costo di 8 ducati per canna e complessivi 72,00 ducati. La descrizione non chiarisce su quale lato del campanile verrà costruito un contrafforte di sostegno detto “mazza”. Ricaviamo però la lunghezza (24 palmi), la larghezza ( 8 palmi) e la profondità (14 palmi) dello scavo, in metri (6.36 * 2.12 * 3.71) e le dimensioni della cosiddetta mazza: larga palmi 16 (4.24 mt) grossa palmi 5 (1.32 mt) alta palmi 57(15.10 mt) che termina per uno spessore non inferiore ad un palmo, ed una lunghezza non inferiore a palmi otto (2,12 mt), profonda fino alle fondamenta per sedici palmi circa ( 4.24 mt). I materiali da utilizzare sono pietre vive e mattoni ed ad intervalli di due palmi ( 53 cm) in altezza, una fila di pietre piane del casale. L’opera avrà un costo di 4 ducati per ogni canna quadrata sempre all’uso antico otto x otto, da intendere per quella parte di fabbrica che va dalle fondamenta al piano terreno per complessive dieci canne quadrate ed un costo totale di 40 ducati. Un’altra mazzetta di dimensioni più ridotte (7 x 3 x 32 ) palmi (1.85 x 0.79 x 8.48) metri, verrà realizzata dalla parte di ponente, necessaria anche per riprendere la muratura di base sopra la volta del coro. 36 La superficie complessiva è di tre canne e mezzo quadrate per un totale di 44 ducati. Altri 9 ducati serviranno a riadattare la facciata del campanile a ridosso del tetto della chiesa da cui cadono e stanno cadendo delle pietre. La riattazione prevede anche la ricciatura e l’imbiancatura per altri 8 ducati, compreso maestri e manipoli. Il campanile coperto da una cupola è organizzato su tre livelli e presenta dei segna piani in pietre del casale sporgenti, dei quali è prevista in perizia la ricollocazione per 110 palmi ( 29,15 mt) e la sistemazione della cupola per un valore complessivo di 13 ducati. In totale la somma occorrente per la riparazione del campanile è di 257,40 ducati. Allo stato attuale il monumento si trova completamente nascosto dalla piazza denominata “ Largo Castello” ad eccezione di due Cappelle laterali sistemate a ridosso della parete rocciosa su cui sorgono i resti dell’antico castello. L’area è oggetto di studio da parte della Sovrintendenza ai beni ambientali ed architettonici della Basilicata che ha incaricato il dott. Antonio Capano attuale Sovrintendente e responsabile del Museo Archeologico di Grumento di seguire i lavori di scavo ed a cui va la nostra stima e questo nostro modesto contributo di ricerca. Arch. Giuseppe Rocco DI CAPUA Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano Chiesa matrice dei Santi Pietro e Paolo Ricostruzione architettonica: Pianta 37 Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano Perizia dei lavori di Costruzione della volta e riattazione del campanile della Chiesa Matrice DOCUMENTO DI ARCHIVIO a cura del Prof. A. Signoretti 38 39 Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano PARTICOLRE DECORATIVO IN STUCCO DI UNO DEGLI ALTARI DELLA CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO IN VIGGIANO VEDUTA AEREA DELL’AREA DEL CASTELLO ANGIOINO GIA’ CASTRO LONGOBARDO Informatutti Bollettino d’Informazione del Comune di Viggiano PARTICOLARE DEL CAMPANILE – BASAMENTO FINO AL PIANO TERRA CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO DI VIGGIANO –MODELLO- 40