CHEMIOTERAPIA CLINICA DEL CANCRO (Note dal Corso di Farmacoterapia I Prof. Giuseppe Cirino) L’aumento della sopravvivenza ad un dato tumore è direttamente collegato al numero di cellule tumorali vitali che rimangono dopo un trattamento chemioterapico. Uno schema chemioterapico produrrà una mortalità delle cellule relativamente costante e prevedibile indipendentemente dal numero di cellule tumorali inzialmente presenti. Per esempio se un trattamento farmacologico è capace di uccidere 105 cellule una cura sarà possibile se sono presenti 104 cellule ma non se sono presenti 106 cellule. Molti dei trattamenti chemioterapici sono non selettivi e tendono ad uccidere una frazione della popolazione cellulare normale ( per esempio midollo osseo, epitelio) oltre chiarmanete una frazione più grande di cellule tumorali. Quindi i problemi collegati alla chemioterapia dei tumori sono 1) mantenere quanto più è possibile una grande differenza tra le cellule maligne e le cellule normali uccise 2) riuscire a tenere sotto controllo tutte le complicazioni che si generalo a causa della distruzione di cellule normali. IL CICLO CELLULARE Il ciclo cellulare si riferisce afasi ordinate e strettamente regolate della crescita cellulare e consiste di 4 fasi G1 (gap 1) S (sintesi del DNA) G2 (gap 2) M (Mitosi) L’intervallo presente tra ciascuna divisione cellulare è denominato fase G0 La fase M è la più corta Ogni tipo particolare di cellula trascorre l’intervallo di tempo più lungo nella fase G1 o nella fase G0 Agenti chemioterapici cell-cycle specifici agiscono a livello della fase S o M I farmaci che non sono ciclo-specifici agiscono sulla fase G1 o G2 Le sostanze che uccidono le cellule in maniera indipendente dal loro stato di proliferazione sono noti come agenti di classe I e sono classificati come farmaci non ciclo-specifici. I farmaci di classe I uccidono le cellule staminali emopoietiche e le cellule tumorali alla stessa maniera. Esempi di agenti di classe I : agenti alchilanti (mostarde azotate, nitrosouree, alchilsolfonati , agenti alchilanti nonclassici, etilenimonio, BCNU (carmustina), analoghi del Platino, Actinomicina D, Mitomicina C. Cell-cycle specific agents (Agenti di Classe 2 e 3) sono capaci di eradicare la popolazione cellulare tumorale più selettivamente (minore incidenza sulle cellule normali). Agenti specifici per la fase S: Antimetaboliti (metotressato, 5-fluororacile, 5fluorodeossiuridina, citarabina, gemcitabina), Idrossiurea, Inibitori della topoisomerasi I (irinotecan, topotecan), Inibitori della topoisomerasi II (ectoposide, teniposide, antracicline); analoghi delle purine de delle pirimidine. Agenti specifici per le fasi G2 e M: Alcaloidi della Vinca, (vincristina, vinblastina), Tassani (paclitaxel, docetaxel), Bleomicina. L’attività farmacologia degli agenti ciclo cellulare specifici dipendono dallo schema di dosaggio cioè gli effetti terapeutici e quelli tossici sono dipendenti più dalla durata dell’esposizione che dalla dose. Per gli agenti non ciclo cellulare specifici invece è più importante la dose totale somministrata che lo schema di dosaggio. Infatti possono essere date alte dosi di farmaci ciclo-attivi se la durata dell’esposizione al farmaco è corta e l’intervallo trai due trattamenti è sufficientemente lungo. Per esempio alte dosi di metoressato (20gm/m2) sono efficaci e ben tollerate se la durata dell’esposizione dura 36h o meno utilizzando un fattore di crescita leucocitario per recuperare la conta cellulare e se il trattamento è ripetuto non più che una o due volte alla settimana. Al contrario metoressato 20gm/m2/die per 5 giorni è altamente tossico per per il midollo osseo normale e per la mucosa gastrointestinale.(Attn. grammi per alte dosi e mg per infusione). Spiegazione: La differenza in tossicità relativa è data dal fatto che una breve esposizione ad late dosi di antimetaboliti preserva le cellule staminali del midollo osseo. La proliferazione delle cellule staminali porta al rimpiazzo delle cellule proliferanti e/o differenzianti decimate dal trattamento. Invece un’esposizione prolungata (48h o più) comincia ad interessare le cellule staminali che sono state inserite nel ciclo di rimpiazzo. I farmaci ciclo-specifici si sono dimostrati i più efficaci nelle malignità di tipo ematologico ed in altri tumori nei quali una proporzione relativamente ampia delle cellule è nella fase di proliferazione o di crescita. I farmaci non ciclo-specifici molti dei quali si legano al DNA e dannegginao queste macromolecole sono utili nel trattamento di tumori solidi a bassa ed alta crescita. In tutti i casi i farmaci efficaci inattivano le cellule staminali che sono spesso solo una piccola frazione delle cellule presenti in un tumore EFFETTI SULLA CRESCITA La sintesi di DNA nelle cellule in fase di plateau delle crescita è meno sensibile all’azione dei farmaci ciclo-specifici che le cellule nella fase logaritmica della crescita. In molti casi all’aumentare del grandezza del tumore il grado di crescita diminuisce. Questo fenomeno potrebbe rispecchiare un aumento del tempo necessario alla generazione della massa tumorale e/o un aumento della mortalità delle cellule tumorali. In questa fase di crescita la popolazione tumorale potrebbe non essere in uno stato di proliferazione attiva. Entrambe le cellule normali e tumorali potrebbero essere in uno stato di riposo compromettendo in questo modo la distruzione differenziale delle cellule da parte di agenti ciclo-specifici. L’uso di farmaci non ciclo specifici potrebbe essere di interesse terapeutico se il recupero del tessuto normale è più rapido del receupero del tessuto maligno. Se viene ottenuta una soppressione sufficiente di cellule tumorali la fase logaritmica della crescita cellulare può essere ristabilita ed gli agenti ciclo-specifici riguadagnare il loro effetto terapeutico. COMPARTIMENTALIZZAZIONE DELLE CELLULE Non tutti i compartimenti del nostro organismo sono colpiti con la stessa intensità da un ciclo di chemioterapia. Le cellule presenti nel SNC sono meno colpite dalla chemioterapia in quanto molti farmaci non passano la barriera ematoencefalica. La somministrazione intratecale di farmaci chemioterapici è necessaria in pazienti in cui ci sia un coinvolgimento del SNC. Le cellule del sangue sono più sensibili agli effetti degi antimetaboliti (meotressato). La sensibilità delle cellule tumorali in differenti organi può variare a seconds dal farmaco utilizzato. Differenze organospecifiche nella sensibilità ai tumori possono essere collegate a legami specifici od al metabolismo del farmaco in differenti tessuti od ad influenze biochimiche degli organi coinvolti sulla crescita od il metabolismo di cellule neoplastiche. FARMACO RESISTENZA Le cellule tumarali possono essere intrinsecamente resistenti ad alcuni tipi di farmaci o possono aquisire resistenza dopo un periodo iniziale di sensibilitá. La resistenza ai farmaci intrinseca si pensa rifletta fattori genetici tipici del tumore. Per esempio i meccanismi intrinseci di resistenza possono compromettere la capacitá del farmaco di mantenere concentrazioni intracellulari elevate o ridurre la risposta della cellula al danno molecolare prodotto dal farmaco. Per esempio le cellule che mancano di P53 nonstatnte l’inibisione dell’enzima target e.g. la deidrofolatoreduttasi da parte del metotressato non si fermano nella fase G1/S e vanno in incontro ad apoptosi ma possono continuare attraverso la fase S ed il resto del ciclo cellulare generando cloni con alterazioni genetiche multiple.