Michele Dottori Francesco Defilippo Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e Emilia-Romagna [email protected] Cosa vuol dire specie esotica/invasiva? Esotica Specie presente in una data area e introdotta in un area diversa dove non era mai stata osservata prima Invasiva Specie non indigena che riesce a proliferare in una nuova area Insetti alieni introdotti in Europa Variazioni temporali del numero medio di specie artropodi alieni per anni in Europa dal 1500 1 al 2008. A) artropodi totali, B) dettaglio per regime alimentare Confronto tra il numero di specie aliene osservati per la prima volta in Europa per paese (in alto) e il numero totale di specie esotiche ormai presenti nel paese (in basso) 2 Comparazione della colonizzazione dei paesi dell'Europa continentale e isole da parte di specie di ditteri aliene. Arcipelaghi: 1Azzorre, 2 Madeira, 3 Isole Canarie 5 Totale specie di insetti alieni in Italia (grigio scuro) e quanti si son stabilizzati nel nostro paese (grigio chiaro). Totale specie di insetti alieni: n = 923; stabilite: n = 425. Alien Insects in Italy: Comparing Patterns from the Regional to European Level- Alberto F. Inghilesi et al. J Insect Sci. 2013; 13: 73 Fasi dell’invasione Arrivo Arrivo Radicazione • Popolazione di pochi esemplari • Presenza puntiforme • Estinzione naturale possibile • Controllo di facile gestione Radicazione • Crescita della popolazione • Estinzione improbabile • Controllo possibile ma dispendioso Diffusione • Espansione in nuove aree • Capacità di adattamento aumentate • Estinzione impossibile • Controllo difficile e dispendioso Diffusione Il problema delle specie invasive (Global Invasive Species Program – GISP) Ci sono tre tipi di approccio che si possono adottare per affrontare il problema delle specie invasive a seconda della presenza e del livello di diffusione della specie nel paese Prevenzione nel caso in cui la specie non sia ancora entrata Sorveglianza per trovare e rimuovere al più presto le specie stanno appena cominciando a diffondersi Valutazione e gestione e stabilizzate di quelle specie che si sono già ampiamente diffuse Cosa può succedere quando arriva una specie invasiva? • Sostituzione delle specie indigene • Perdita di biodiversità • Nuovi problemi di puntura d’insetti • Introduzione e trasmissione di nuovi patogeni • Trasmissione e diffusione di patogeni già esistenti Zanzare invasive vettori in aree dove è presente un patogeno Specie invasiva Scenario 1 Non sopravvive assente Scenario 2 Presente Localmente basso Scenario 3 diffusa Capacità vettoriale Rischio Rischio bassa moderato alta alto Zan zar a t igr e • Non sono grandi volatrici. Si stima che possano volare a 100-150 m dal luogo di sfarfallamento, arrivano più lontano sfruttando corridoi ecologici (500 m) od il vento (1km), ma sfruttano il trasporto passivo per diffondersi • Specie esofila, ma può entrare nelle abitazioni • Volano a circa un metro di altezza ma possono arrivare fino al 20 piano • Sono pungitrici molto aggressive, preferiscono i mammiferi ma possono pungere anche anfibi, rettili e uccelli • Pungono durante il giorno, i picchi di attività sono alla mattina presto e la sera • Quando non vola si rifugia all’ombra nella vegetazione • La vita media delle femmine in laboratorio è di 4-8 settimane (fino a 3-6 mesi), in natura possiamo stimata una vita media di circa 20 giorni • Primo pasto di sangue 2-3 gg post-emergenza, dopo 3-5 gg prima ovideposizione • La femmina depone 40-80 uova per volta • Può effettuare più cicli gonotrofici (fino a 7 in lab) arrivando a deporre 300-450 uova Brady et al 2013 Zan zar a t igr e Competenza vettoriale Aedes albopictus Ae.albopictus è competente per 22 arbovirus FLAVIVIRIDAE Dengue 1,2,3,4 Febbre gialla ++ St. Louis E. West Nile Zika Infezione +++ + ++ ++ Trasmissione ++ +++ + ++ ++ BUNYAVIRIDAE LaCrosse Jamest. Canyon Keystone Oropouche Potosi Rift Valley Fever Trivittatus REOVIRIDAE Orungo TOGAVIRIDAE Eastern Equine E. +++ ++ Western Equine E. +++ +++ Venez. Equine E. +++ ++ Ross River ++ ++ Mayaro ++ ++ Chikungunya +++ +++ Sindbis ++ ++ +++ alta; ++ moderata; + bassa; - negativa; (?) livello non determinato Infezione Trasmissione +++ +++ +++ + + ++ + ++ + + + - +(?) +(?) Aedes koreicus (zanzara coreana) Area di origine: Sud-est asiatico, Giappone, Coree, Cina, Russia Habitat: aree naturali ed antropizzate Biologia: Diurna, esofila, antropofila. Più tollerante al freddo della Ae. albopictus Si riproduce in siti naturali, ma soprattutto in contenitori artificiali Vettore: Encefalite giapponese e Dirofilaria immitis Aedes koreicus in Nor d It alia (Montarsi et al. 2015) Aedes aegypti Biologia: Diurna, esofila, antropofila Poco tollerante al freddo. Le uova non superano l’inverno. Si riproduce in siti naturali, ma soprattutto in contenitori artificiali Area di origine: Tutta l’area tropicale Aree colonizzate: sud-est USA, Madeira Habitat: aree naturali ed antropizzate Vettore: Dengue Febbre gialla Chikungunya Zika virus Aedes aegypt i Aedes japonicus Habitat: aree antropizzate Biologia: Diurna, esofila, antropofila È la più tollerante al freddo delle Aedes Si riproduce in siti naturali, ma soprattutto in contenitori artificiali Vettore: West Nile Virus Da studi in laboratorio risulta vettore anche: Japanese encephalitis virus La Crosse virus Saint Louis encephalitis virus Eastern equine encephalitis virus Chikungunya virus and Dengue virus Aedes japonicus in Eu r opa 6 Aedes atropalpus??? Biologia: Diurna, esofila, antropofila Tollerante al freddo Si riproduce in siti naturali come cavità di rocce, ma anche in contenitori artificiali Rinvenuti per la prima volta in un deposito di copertoni sito nel comune di Villorba, in provincia di Treviso, nel settembre 1996 (Romi et al. 1997e). Non si hanno informazioni su ritrovamenti successivi in Italia Area di origine: Nord e Centro America Habitat: aree naturali e antropizzate Vettore: WND e in laboratorio : La Crosse virus, Japanese encephalitis virus, Saint Louis encephalitis virus, e Eastern equine encephalitis virus Culex tritaeniorhynchus specie comune in tutta l'Asia meridionale, il Medio Oriente e la regione Afrotropicale Si riproduce generalmente in zone paludose, ma le larve sono anche comuni nei campi di riso, le acque di inondazione, paludi,stagni, fossi, infiltrazioni e impronte di animali. Le femmine di solito si alimentano su volatili, e diversi animali domestici, e l’uomo, sia all'interno che all'esterno. È il vettore primario di encefalite giapponese nelle aree dell'Asia meridionale. E 'stata rinvenuta infetta da: -dengue, -Rift Valley Fever -Sindbis, -Tembusu virus, In molte aree dell'Asia orientale e sud-orientale. E’ stata rinvenuta la prima volta in Grecia nel 2003 in una zona vicino all'aeroporto internazionale e di Atene. Sorveglianza delle specie invasive: metodi Ricerca delle uova • Possibile ed efficace • Con ovitrappole • Poco dispendiosa, ma deve essere piuttosto intensiva Ricerca delle larve • Possibile ed efficace • Ricerca dei focolai larvali e raccolta manuale • Poco dispendiosa in termini economici, ma richiede impegno e conoscenze entomologiche specifiche È il miglior metodo per intercettare una specie di nuova introduzione Ricerca degli adulti • Possibile • Soprattutto con BG Sentinel con attrattivo odoroso e CO2 • Abbastanza dispendiosa e deve essere intensiva Non solo zanzare - Culicoides Più di 50 virus sono stati isolati nei Culicoides nel mondo: •Bunyaviridae: 20 •Reoviridae: 19 •Rhabdoviridae: 11 •Il 45% di questi virus sono stati isolati solo nel genere Culicoides Una specie di origine afro-asiatica, C. imicola è considerato l'agente principale dei recenti focolai di febbre catarrale degli ovini in Europa, anche se alcune specie autoctone potrebbero essere coinvolti (ad esempio, C. pulicarius e C. obsoletus complex (Purse et al. 2007)). sembra che la più probabile modalità di incursione di C. imicola in Europa è stato il trasporto passivo con il vento come «plancton aereo» dalle regioni nord africane Probabilità di diffusione di C.imicola in base a parametri climatici (Wittmann et al. 2001) Probabilità di diffusione di C.imicola con aumento di 2°C della T° media mondiale (Wittmann et al. 2001) Zecche – Hyalomma marginat um Hyalomma marginatum è ampiamente distribuita in nord Africa e Asia Capacità invasiva Le zecche sono di per se poco mobili ma possono essere trasportati su lunghe distanze dai loro ospiti vertebrati, in particolare uccelli migratori e ungulati. Una volta attaccate alla pelle di un ospite vi possono rimanere fino a trenta giorni. È proprio questa caratteristica che ne aumenta la loro capacità di dispersione. I cambiamenti climatici in atto aumento dell’evapotraspirazione in estate, elevate temperature minime in autunno possono rendere possibile la colonizzazione dell’Europa meridionale e orientale. Vettore Hyalomma marginatum è considerato importante vettore di Crimean-Congo haemorrhagic fever in Eurasia . Rickettsia aeschlimannii è stato isolato da esemplari importati in Germania, Ungheria e Russia attraverso gli uccelli migratori Formiche esotiche in Italia - In Italia vivono circa 230 specie di formiche - Gli scambi commerciali e il turismo internazionale creano i presupposti perché ulteriori invasori estendano il loro areale fino al nostro paese. - Negli ultimi anni diverse segnalazioni di formiche potenzialmente infestanti, prevalentemente di origine tropicale, hanno messo in allarme gli entomologi per i rischi sanitari Tra le varie formiche recentemente segnalate sul nostro territorio va ricordato: Tapinoma melanocephalum, rinvenuta in una cucina di un’abitazione in provincia di Milano. Tipica delle zone urbanizzate tropicali e subtropicali T. melanocephalum è la formica più diffusa negli ospedali in Brasile, e ha il più alto potenziale come veicolo di patogeni. Infatti, Moreira et al. (2005) hanno trovato almeno 14 diversi tipi di batteri, compresi i ceppi resistenti agli antibiotici. 8 Altre specie recentemente rinvenute in Italia sono Wasmannia auropunctata (la segnalazione è dubbia) e Technomyrmex pallipes. Wasmannia auropunctata è conosciuta come “piccola formica di fuoco” a causa delle dolorose punture che infligge nonostante sia lunga appena 1,5 mm ed è una delle principali specie ad ampia diffusione, quasi esclusivamente tropicale, molto studiata per la sua invasività Technomyrmex pallipes è stata rinvenuta in un appartamento di Milano e insieme ad altre specie sono da considerarsi moleste 9 Linognathus africanus (Kellogg e Paine, 1911) Prima segnalazione in Italia nel 2006 Il 29 Marzo 2006 è stata conferita al recapito di Rimini dell’IZSLER la carcassa di una capra di razza meticcia nata e cresciuta in un allevamento sito a circa 350 m s.l.m. in provincia di Forlì-Cesena, comune di Roncofreddo. All’esame esterno della carcassa sono risultati evidenti un gran numero di pidocchi appartenenti alla specie L. africanus, mentre all’esame necroscopico l’animale è risultato affetto da paratubercolosi conclamata e presentava una forte anemia, probabilmente dovuta all’infestazione parassitaria. Il fatto che il capo sia nato e cresciuto nell’allevamento fa supporre che questo insetto sia effettivamente presente sul nostro territorio, 10 Ordine Blattodea (Fam. Blattellidae e Blattidae) Blattellidae = in Europa sono presenti 135 specie appartenenti a questa famiglia Nyctibora laevigata di origine tropicale presente soprattutto nel nord Europa solo 2 possono considerarsi aliene(paesi scandinavi) Supella longiplapa introdotto da regioni afrotropicali abitudini sinantropiche Blattidae = Solo 6 specie sono note in Europa, tutte introdotte dalle regioni tropicali o subtropicali Blatta orientalis, Periplaneta spp. e Neostylopyga rhombifolia sono specie sinantropiche da tempo introdotte in Europa Di più recente introduzione è Shelfordella lateralis, lo scarafaggio del Turkistan. Arrivato a Cagliari nel 2007. La specie è stata precedentemente introdotta nel 1970 nel sud degli Stati Uniti (California, Texas, Arizona) probabilmente con militari di ritorno dal Medio Oriente Impatto da un punto di vista sanitario Le specie appartenenti all’ordine Blattodea hanno una grande rilevanza da un punto di vista medico e diversi specie di blatte rappresentano una potenziale minaccia per la salute umana e il benessere animale. (Baumholtz et al. 1997) 1_ sono una fonte importante di allergeni, essi si trovano nel loro corpo, saliva e materia fecale. Possono causare reazioni asmatiche negli esseri umani e reazioni cutanee 2_ A causa del loro movimento tra rifiuti e alimenti, sono in grado di acquisire, trasportare e trasferire direttamente al cibo e utensili da cucina numerosi batteri patogeni. Circa 40 specie di batteri patogeni per l'uomo sono stati trovati naturalmente all’interno e/o all’esterno del corpo di una blatta (Es: Staphylococcus, Clostridium perfringens, Escherichia coli, Enterococcus faecalis, Salmonella typhi) (Burgess e Chetwyn 1981). Sorveglianza delle specie invasive: cosa fare Monitorare le aree dove il rischio d’introduzione di specie invasive è alto (porti, aeroporti, importazione piante, ecc.) Mettere in campo forze e conoscenze diversificate: operatori sanitari, enti locali, entomologi, medici, ecc.) Diversificare il monitoraggio in base al livello d’invasione (introdotta, radicata,diffusa) Effettuare prontamente le azioni di controllo per evitare l’espansione Grazie per l’attenzione! Dr. Michele Dottori [email protected]