Corso Scienze Tecniche Dietetiche Applicate MED/49 REAZIONI AVVERSE AGLI ALIMENTI Maria Luisa Eliana Luisi “Scienze Tecniche Dietetiche ” Anno Accademico 2011-12 Reazioni avverse agli alimenti Classificazione A – Reazioni tossiche • • sostanze naturalmente presenti (tossine di pesce, fungine…) contaminanti accidentali (mercurio, piombo, pesticidi) • sostanze prodotte o aggiunte durante le varie fasi di preparazione del cibo B – Reazioni non tossiche • Immuno-mediate •Non mediate da Ig-E (ad es. m. celiaca) •Mediate da IgE (“allergie alimentari”) • Non immuno-mediate (“intolleranze alimentari”) Allergia ed intolleranza alimentare: Differenze cliniche Allergia alimentare Intolleranza alimentare Acuta Cronica Insorge da pochi minuti ad ore LENTA INSIDIOSA!!! • • Sono sufficienti piccole dosi Tipico dei cibi consumati sporadicamente (allergeni nascosti) Associazioni facilitanti : farmaci (FANS, ACEinibitori, beta-bloccanti), esercizio fisico (additivi e conservanti) con sintomi meno eclatanti, la cui gravità è spesso correlata alla quantità Sintomi comunemente attribuiti ad allergie e/o intolleranze alimentari •Pesantezza epigastrica •Gonfiore addominale •Dolore addominale •Alitosi, flatulenza •Diarrea, stitichezza •Dimagrimento,obesità •Stanchezza cronica •Ansia, depressione Allergia alimentare: prevalenza 2% popolazione generale 8% popolazione infantile 6% - 47% nei pollinosici in base al polline interessato Allergia alimentare • Nei bambini è più frequente: • • • • si tratta in genere di bambini atopici allergeni più frequentemente implicati: latte vaccino, uova tende a scomparire con la crescita Negli adulti è più rara: • soggetti pollinosici, con allergia crociata ad alimenti di origine vegetale Quali sono gli alimenti che possono provocare reazioni allergiche? Potenzialmente ogni alimento può indurre allergia in soggetti geneticamente predisposti I soggetti allergici ai pollini sono più a rischio di allergia verso alimenti di origine vegetale: frutta, verdura, semi, legumi, cereali I soggetti allergici agli acari della polvere o al pelo di gatto e cane sono più a rischio per alimenti di origine animale: crostacei, molluschi, lumache Nei bambini l’alimento più frequentemente responsabile è il latte, negli adulti la frutta fresca ed i semi (arachidi, noci…) Allergia alimentare: allergeni più frequenti • • • • • • • • Latte Uova Crostacei Arachidi Pesce Soia Frutta: mela, pesca Verdure: sedano, carota • • • • • Emergenti: Kiwi Papaia Semi di sesamo Lupini Allergia alimentare: cross-reattività Sostanze diverse aventi un determinante antigenico comune (epitopo) possono provocare sensibilizzazioni e reazioni crociate. • • • • Cross-reattività tra alimenti di origine vegetale Cross-reattività tra alimenti vegetali e pollini Cross-reattività tra alimenti di origine animale Cross-reattività tra alimenti e allergeni da inalazione non pollinici Cross- reattività più frequenti • • • • Rosacee-frutta (mela, pera, albicocca, pesca, prugna, mandorla, ciliegia, mora, fragola) Betulla-mela Acari-gamberetti (o chiocciole) Lattice-frutta (kiwi, banana, castagna, avocado) Manifestazioni cliniche CUTANEE •Orticaria e Angioedema •Dermatite atopica RESPIRATORIE •Rinocongiuntivite •Asma GASTROINTESTINALI •Gastroenteriti •Malassorbimento •Coliche •Gastroenterite eosinofila CARDIOCIRCOLATORIE •Ipotensione, collasso, alterazioni del ritmo cardiaco •Anafilassi da alimenti •Anafilassi da esercizio fisico Sindrome orale allergica Reazione avversa ad alimenti caratterizzata dalla comparsa di sintomi a livello della mucosa orofaringea (prurito, edema del cavo orale e delle labbra) a brevissimo intervallo di tempo (pochi minuti) dal contatto con vegetali, talvolta associati ad edema della glottide. Sindrome orale allergica • sindrome orale allergica è stata descritta in associazione a pollinosi soprattutto in soggetti sensibilizzati a betulla, graminacee, nocciolo (Sindrome mela-betulla: 30-70% di pazienti sensibili a betulla) • manifestazione di oculorinite precedono negli anni la sindrome orale allergica Stadiazione della SOA STADIO 1: 1 prurito orofaringeo, edema delle labbra STADIO 2: 2 difficoltà nella deglutizione, vomito, epigastralgie, diarrea STADIO 3: 3 orticaria, edema della glottide STADIO 4: 4 shock anafilattico Sindrome orale allergica latex-cibo Elevato potere allergizzante del latex • Cross-reattività con kiwi, banana, avocado, castagna • Manifestazioni cliniche: SOA, Orticaria, Angioedema Allergia alimentare: diagnosi • • • • • • Anamnesi Esame obiettivo Test cutanei Test in vitro Diete di eliminazione Test di scatenamento Problemi clinici Il 30% dei pazienti presenta una storia clinica chiara (con manifestazioni tipiche e riproducibili). Il 70% pazienti con manifestazioni varie con un andamento cronologico incongruo. PAZIENTE SINTOMATICO: • Dieta oligoallergenica • Miglioramento • Reintroduzione in aperto • Challenge doppio cieco PAZIENTE ASINTOMATICO: • Anamnesi • Prick-Test e/o IgE specifiche • Dieta di eliminazione Diagnosi di allergia alimentare RAST (Radio-Allergo-Sorbent-Test):dosaggio delle IgE specifiche per determinati alimenti Skin Prick Test (eventualmente effettuato con cibi freschi con la tecnica del “prick by prick”) Patch test (non presenta vantaggi reali rispetto al prick test ed è più difficoltoso da eseguire) L’unico test scientificamente accettato per la conferma di allergia alimentare è il DBPCFC (Double-Blind PlaceboControlled Food Challenge); altri tests (citotest, prime test…) non hanno alcun valore scientifico)!! Allergia alimentare: diagnosi Per definire la correlazione eziologica tra allergene alimentare sospettato dall’anamnesi o risultato positivo con test cutanei e/o sierologici Diete di eliminazione e test di scatenamento Allergia alimentare : diagnosi test di scatenamento Test di scatenamento: gli unici in grado di diagnosticare con certezza un’ allergia/intolleranza alimentare • Test potenzialmente pericolosi • Non danno informazioni sul meccanismo patogenetico delle reazioni • Modalità di esecuzione in base alla storia del paziente: • Scatenamento in aperto in base a esito della dieta di eliminazione (un alimento ogni 7 giorni) • Scatenamento in doppio cieco contro placebo =DBPCFC ritenuto il” gold standard” della diagnostica alimentare Management del paziente con allergia alimentare IgE-mediata Esclusione completa dalla dieta dell’alimento responsabile della sintomatologia Educazione del paziente e familiari: conoscenza dell’allergene, lettura delle etichette, lista dei cibi che lo possono contenere Diario alimentare ( descrizione delle reazioni, latenza, circostanze…) Come fronteggiare una reazione allergica: riconoscimento dei sintomi premonitori di anafilassi, quando e come usare autoiniettore di adrenalina Valutazione e sostegno psicologico Intolleranze alimentari • Reazioni pseudo-allergiche da cibi ricchi di istamina o istamino-liberatori • Intolleranze verso sostanze farmacologicamente attive naturalmente presenti o intenzionalmente aggiunte agli alimenti (additivi) • Intolleranze da deficit enzimatici di enzimi digestivi (ad es. deficit di lattasi) di enzimi non digestivi (G6PDH nel favismo) Reazioni pseudo-allergiche da cibi ricchi di istamina o istamino-liberatori Alimenti liberatori di istamina Pomodori Fragole Pesce Albume d’uovo Cioccolato Intolleranze verso sostanze farmacologicamente attive naturalmente presenti o intenzionalmente aggiunte agli alimenti (additivi) Principali additivi alimentari • Coloranti Tartrazina Eritrosina • Aromatizzanti Glutammato monosodico • Conservanti Benzoati Nitrati e Nitriti • Anti-ossidanti Butil-idrossi-toluene Butil-idrossi-anisolo Solfiti-metasolfiti Nitriti/nitrati Intolleranza al fruttosio Deficit del GLUT5 Incapacità ad assorbire il monosaccaride ingerito per deficit del sistema di trasporto duodenale del fruttosio Il fruttosio non assorbito raggiunge il colon, dove è scisso dalla flora batterica in acidi grassi a catena corta, CO2 e H2 con conseguente gonfiore, dolore addominale e, talvolta, diarrea osmotica; altri sintomi: spesso depressione mentale e alterazioni del tono dell’umore Diagnosi: Breath test all’idrogeno (HBT) dopo carico orale di fruttosio Alattasia Deficit di lattasi Forma congenita neonatale (alattasia di Holzel): esordio nei primi giorni di vita con diarrea acquosa, feci acide, eritema perianale, meteorismo, irrequietezza, disidratazione Forma ad inizio tardivo (alattasia dell’adulto): assai comune (50-70% della popolazione); sintomi non specifici (diarrea, dolore e gonfiore addominale…) Diagnosi: HBT (Breath test all’idrogeno), curva glicemica da carico orale con lattosio (che risulterà piatta); dosaggio dell’acido lattico nelle feci (aumentato), valutazione diretta dell’attività disaccaridasica sulla biopsia intestinale Favismo Deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD) Malattia genetica ereditaria causata da difetto congenito di G6PD normalmente presente nei globuli rossi e fondamentale per la loro sopravvivenza. La carenza dell'enzima provoca un'emolisi acuta (distruzione dei globuli rossi) con ittero. Favismo Deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD) La crisi è scatenata quando il soggetto fabico assume (o ne inala i vapori): fave, piselli, Verbena Hybrida, sostanze tipo (naftalina, trinitrotoluene) alcuni farmaci (antipiretici e analgesici, antimalarici, sulfamidici, salicilici, cloramfenicolo, alcuni chemioterapici, chinidina, menadione, blu di metilene ecc.). Tutte queste sostanze inibiscono l'attività dell'enzima, aggravando una situazione già carente di per sé.