F.Casalboni Valutazione della risposta pupillare - La motilità dalla pupilla è assicurata da un duplice sistema muscolare e nervoso a) La costrizione pupillare è operata dal muscolo sfintere dell’iride. Esso e innervato da fibre parasimpatiche che originano nel mesencefalo, seguono il decorso del III nervo cranico e di una delle sue branche, la radice breve del ganglio ciliare, a livello del quale le fibre sinaptano con i nervi ciliari brevi b) La dilatazione attiva della pupilla è La via parasimpatica assicurata dal muscolo dilatatore. Esso è innervato da fibre simpatiche che originano nel centro ipotalamico di Karplus e Kreidl discendono lungo il neurasse e, a livello del midollo cervicale, fuoriescono per portarsi nel ganglio cervicale inferiore, quindi seguono la catena cervicale e penetrano nuovamente nel cranio decorrendo attorno alla carotide interna, dopo di che raggiungono il bulbo La via simpatica attraverso i nervi ciliari lunghi. - Valutazione statica della pupilla: misura del diametro pupillare in condizioni di stimolo costante. Si misura in entrambi gli occhi facendo attenzione ad un’eventuale anisocoria (differenza di diametro pupillare). Si utilizzano vari tipi di righello (per iridi scure meglio utilizzare la lampada di Burton). - La valutazione della dinamica pupillare consiste nell’analisi della variazioni del diametro pupillare evocate dalla stimolazione luminosa (riflesso fotomotore) o accomodativa. Quest’esame permette di valutare: a) L’integrità della via afferente – Essa comprende le cellule gangliari retiniche, il nervo ottico, i tratto ottico (bandelletta) fino al collicolo superiore. Una lesione a questo livello si associa 1 F.Casalboni ad un ridotto invio di segnale quindi ad una ridotto risposta pupillare; sono in genere unilaterali e non inducono anisocoria. b) L’integrità della via efferente – Essa comprende il sistema di motoneuroni che hanno il compito di portare il segnale dal sistema nervoso centrale ai muscoli dell’iride (la via simpatica e parasimpatica). Una lesione della via efferente si associa di solito ad anisocoria. - Esame del riflesso pupillare diretto: serve a valutare la variazione pupillare evocata illuminando l’occhio esaminato, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il “sensore” principale per questo riflesso è il sistema fotopico (sistema dei coni) quindi l’illuminazione dell’area foveale induce una risposta maggiore 1) Si esegue ad illuminazione ambiente sufficiente a vedere la pupilla 2) Mentre il soggetto esaminato guarda una mira lontana, si osserva il diametro pupillare di un occhio. 3) Si posiziona una penna luminosa vicina all’asse visivo del soggetto, lo si invita a continuare a fissare la mira, quindi si accende la penna luminosa. 4) Si osserva la variazione pupillare in termini quantitativi (variazione del diametro) e qualitativi (velocità). 5) Indichiamo al quantità di variazione indotta utilizzando la seguente scala di punteggio: 0 (nessuna variazione); 1 = (variazione minima); 2 = (variazione media); 3 = (variazione ampia). 6) Registriamo la qualità della risposta evocata indicando con segno (-) una risposta lenta e con segno (+) una risposta veloce. 7) Ripetiamo l’esame nell’occhio controlaterale - Esame del riflesso pupillare indiretto (o consensuale): serve a valutare la variazione pupillare evocata in un occhio mentre si illumina il controlaterale, sia in termini quantitativi che qualitativi. L’esame si svolge con le stesse modalità viste per l’esame del riflesso diretto dal quale si differenzia solamente perché illuminiamo un occhio ed osserviamo la risposta indotta nel controlaterale. - Esame del riflesso pupillare con stimolazione accomodativa: serve a valutare la variazione pupillare evocata dalla sincinesia tra accomodazione e diametro pupillare. 1) Si esegue ad illuminazione ambiente sufficiente a vedere la pupilla 2) Mentre il soggetto esaminato guarda una mira lontana, si osserva il diametro pupillare 2 F.Casalboni 3) Si posiziona una mira accomodativa a circa 25 cm dal soggetto tenendola davanti ad un occhio (per evitare la convergenza all’occhio esaminato) e leggermente più bassa dell’asse visivo. 4) Si chiede al soggetto di fissare la mira per vicino e si osservano le variazioni pupillari sia in termini quantitativi che qualitativi con le stesse modalità descritte in precedenza. - Alterazioni del diametro (valori medi 2-4 mm alla luce, 4-8 mm al buio) e della dinamica, possono indicare la presenza di una lesione alla via afferente o a quella efferente. La valutazione pupillare si può ritenere normale quando: a) Si verifica una normale costrizione pupillare - Ciò indica un’integrità della via afferente e di quella efferente oculoparasimpatica b) Si verifica una normale dilatazione pupillare al buio - Ciò indica l’integrità della via oculosimpatica. c) È presente un’anisocoria fisiologica (di circa 0,5 mm) - Una pupilla eccessivamente midriatica si può associare ad altre alterazioni di origine neurologica quali la ptosi, una riduzione del potere accomodativo, deviazioni di tipo exo. - Pupille miotiche sono comuni nel periodo infantile e nei soggetti anziani, negli ipermetropi non corretti. Una miosi eccessiva si riscontra nei soggetti diabetici di vecchia data, in conseguenza a lesioni del tronco encefalico (ma risponde alla luce), ad iriti, secondaria ad uso di miotici per il trattamento di glaucoma. - Analisi e significato dell’anisocoria a) Un’alterazione del parasimpatico si caratterizza con un’anisocoria che aumenta alla luce, in particolare illuminando l’occhio interessato: il suo diametro pupillare si stringerà meno del controlaterale a causa di una paralisi del muscolo sfintere dell’iride (innervato dal parasimpatico). Quindi risulterà affetto l’occhio con il maggior diametro pupillare. b) Un’alterazione del simpatico si caratterizza con un’anisocoria che aumenta al buio, in quanto il muscolo dilatatore risulterà ipofuzionante. In questo caso l’occhio affetto sarà quello che in un ambiente scarsamente illuminato mostrerà la pupilla più piccola. 3 F.Casalboni - Alterazioni del riflesso fotomotore a) Una lesione a carico della via afferente è caratterizzata da una perdita del riflesso fotomotore diretto e dalla conservazione di quello consensuale. Questa risposta è causata da una lesione della retina o del nervo ottico (neuriti, tumori che lo comprimono) b) Una lesione a carico della via efferente si manifesta con la perdita sia del riflesso fotomotore diretto che di quello indiretto. c) Una ridotta velocità del riflesso fotomotore diretto si riscontra negli occhi ambliopi. In tali occhi il riflesso consensuale risulta normale. 4