Oristano – Pag. 9 13 marzo 2007 IL PARCO TECNOLOGICO COMINCIA DALLA QUALITÀ DEI MATERIALI EDILI Ricerche in galleria sulla radioattività ANCHE NEL CEMENTO SONO PRESENTI I RADIOISOTOPI DELLA CROSTA TERRESTRE IL MERCATO RICHIEDE PRODOTTI SICURI IGLESIAS. Sardegna Ricerche, nella neonata sede di Carbonia Iglesias, è già operante con il progetto Cluster “Radioattività nei materiali da costruzione”. Il Parco tecnologico del Sulcis Iglesiente, insediato nei giorni scorsi, punta a sfruttare le gallerie delle miniere metallifere per impiantarvi un laboratorio di ricerca sulla radioattività nei materiali da costruzione. Comincia così la tappa di un viaggio verso l’affermazione del territorio nella ricerca d’eccellenza. «Nella crosta terrestre - sostiene Andrea Redegoso di Sardegna Ricerche - è presente una quantità piccola, ma non trascurabile, di radioattività naturale dovuta alla presenza di tre radioisotopi: Uranio 238 (U 238), Torio 232 Th (232) e Potassio 40 (K 40). Nei materiali da costruzione, provenienti quindi dalla crosta terrestre sono presenti gli stessi radioisotopi in concentrazioni variabili a seconda della tipologia e della provenienza. Anche il cemento presenta quantità di radioattività significativa a causa dell’impiego delle ceneri volanti come addittivo nella preparazione del prodotto finale. Le ceneri volanti prodotte nelle centrali a carbone presentano spesso elevate concentrazione di U238 e Th 232 che poi vengono trasferite nel cemento prodotto con tali ceneri». Il progetto Cluster quindi punta ad acquisire il know-how specifico sugli strumenti e sulle tecniche di misurazione della radioattività naturale e nel contempo caratterizzare il materiale da commercializzare dal punto di vista della radioattività naturale. I Paesi del Sol levante ogni qualvolta acquistano in Italia materiali da costruzione (piastrelle, cotto, ceramiche e prefabbricati) pretendono la certificazione del materiale venduto dal punto di vista della radioattività. Un’operazione non facile da effettuare, perchè qualsiasi laboratorio in superfice viene influenzato dalla radiazioni solari e quindi i risultati non sono attendibili. Le gallerie dell’Iglesiente possono essere utilizzate come schermo alle radiazioni solari e i risultati delle analisi avrebbero maggiore attendibilità. I pericoli per la salute umana arrivano dal Radon, gas radiottivo derivante dal decadimento del U 238 che inalato nei polmoni e le particelle alfa emesse producono effetti dannosi ai polmoni. Nessun allarme, tengono a precisare a Sardegna Ricerche, ma il problema non può essere sottovalutato ed è quindi opportuno che venga effettuata una seria ricerca sui materiali da costruzione. I vantaggi di una possibile certificazione della radioattività nei materiali da costruzione sarebbero molteplici soprattutto per i gestori delle cave e per i commercianti dei semilavorati e dei prodotti finiti. Sardegna Ricerche Oristano – Pag. 9 13 marzo 2007 mette a disposizione 120 mila euro per l’avvio del progetto ma è disponibile a riconoscere la partecipazione di imprese e di suggerimenti che possano contribuire alla riuscita.