APERITIVI FILOSOFICI
Gli incontri si svolgono presso L’Albero dei Desideri di Montebelluna i sabato pomeriggio dalle 17,30
04.02
Damiano Cavalin
L'interpretazione dei sogni: tra Freud e Jung
La psicologia del profondo, a partire da Freud, guarda al sogno come via d'accesso privilegiata al mondo
dell'inconscio, trasformandolo così da evento notturno privo di senso a strumento di conoscenza del sé.
Ma come nascono i sogni? Quali significati nascondono? E cosa ci dicono su di noi? Un percorso alla
ricerca della chiave dei sogni, tra topiche freudiane e archetipi junghiani.
04.03
Simone Furlani
Oltre il linguaggio: sulla poesia (e l'estetica) di Paul Celan
Senza dubbio, la poesia di Paul Celan intende essere testimonianza dello sterminio degli ebrei nel corso
della Seconda guerra mondiale, ma intende anche indagare le modalità linguistiche di questa
testimonianza. Infatti, la lirica celaniana riflette continuamente su se stessa, ovvero sulle possibilità, sui
limiti e anche sui rischi di un linguaggio che, altrimenti, può essere esso stesso fonte di violenza. È per
questa struttura riflessiva, è per questo continuo ripiegarsi su se stessa della lirica celaniana, che essa è
diventata oggetto di interrogazione e di ricerca da parte di filosofi contemporanei di grande rilievo, da
Heidegger a Derrida, da Gadamer a Szondi.
Rileggendo alcune delle poesie più significative di Celan, cercheremo di discutere, in dialogo con Igor
Cannonieri, i concetti fondamentali della poetica di Celan.
08.04
Danilo Bonora
I romanzieri mentono, ma anche no
A partire dalla censura platonica della Repubblica - secondo cui i poeti corrompono i costumi e inventano
un mondo diverso da quello che dovrebbe essere se fosse governato secondo l’idea del bene - la narrativa
ha dovuto sopravvivere per secoli relegata al ruolo di decorazione, entertainment ed elegante riscrittura di
verità garantite altrove, cioè dalla filosofia e dalle scienze. Dall’età romantica in avanti - però - il romanzo
si è fatto strada come epopea borghese e rivoluzione letteraria del terzo stato, divenendo lo strumento
della rappresentazione di individui che inseguono scopi privati tra altri individui che perseguono altri
scopi privati nella società di massa.
Gli scrittori, infine, hanno avuto l’arroganza di considerarsi superiori «al santo, allo scienziato, al filosofo
e al poeta - che sono tutti grandi esperti di parti diverse dell’uomo vivente, ma che non colgono mai
l’intero» (D. H. Lawrence, Why the Novel Matters, 1925): ma come si permettono?
13.05
Melania Cassan
Filosofia del teatro: Seneca e Artaud
Cosa hanno in comune Seneca, o più in generale gli antichi tragediografi, e Antonin Artaud, geniale e
tormentato protagonista della scena francese del primo ‘900?
In quest'intervento cercheremo di riflettere sulla profonda connessione che esiste tra l'idea di "teatro della
crudeltà", elaborata da Antonin Artuad, e la natura della tragedia antica, in particolare quella del romano
Lucio Anneo Seneca. Naturalmente sarà anche l’occasione per provare a interrogarci su affinità e
differenze tra linguaggi - quello della filosofia e quello del teatro - che lungo la loro storia plurimillenaria
hanno spesso intrecciato i loro cammini.