Schizofrenia, la causa in un gene che altera il processo di `potatura

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Schizofrenia, la causa in un gene che altera il processo di 'potatura' dei neuroni
Su Nature lo studio di tre istituzioni Usa. Per la prima volta individuati i geni colpevoli di
modificare il sistema di 'smaltimento' naturale del cervello. Il ruolo della proteina C4-A e
il perché la psicosi si manifesti nell'adolescenza e in giovane età. Una malattia che in
Italia colpisce 250 mila persone e accorcia le aspettative di vita
di IRMA D'ARIA
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28 gennaio 2016
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ROMA - Un'alterazione genetica che compromette la "potatura sinaptica" potrebbe essere
la causa che provoca la schizofrenia, un disturbo che è tra le prime dieci patologie a più
alto impatto di disabilità sociale. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, è stata fatta
dai ricercatori della Harvard Medical School, del Boston Children's Hospital e del Broad
Institute che insieme hanno portato avanti una ricerca biomedica su vasta scala e che per
la prima volta hanno ottenuto l'evidenza di una causa fisiologica per questa psicosi.
La "potatura" dei neuroni. I ricercatori hanno messo insieme i vari passaggi attraverso
cui i geni possono aumentare il rischio individuale di sviluppare schizofrenia. Hanno
scoperto che questo rischio è legato a un processo naturale chiamato "potatura sinaptica"
con la quale il cervello si libera dei neuroni che con l'età diventano deboli o ridondanti. Il
cervello, infatti, è estremamente plastico e occasionalmente effettua un'eliminazione (una
potatura, appunto) di sinapsi raramente utilizzate.
"Il meccanismo della potatura inizia ed è al suo massimo proprio negli anni
dell'adolescenza e fino al completamento dello sviluppo della corteccia cerebrale che
avviene intorno ai 24-26 anni" spiega Claudio Mencacci, presidente della Società italiana
di psichiatria e direttore del Dipartimento salute mentale dell'ASST Fatebenefratelli e
Sacco di Milano. Con questa operazione di 'scarico', il cervello accresce la propria
efficienza. Durante l'adolescenza e in gioventù, questa attività si svolge soprattutto nella
sezione del cervello dedicata alla capacità di pensiero e pianificazione, nota come
corteccia prefrontale. Ciò che ora i ricercatori americani hanno scoperto è che le persone
dotate di geni che accelerano o intensificano questa potatura hanno un rischio maggiore di
sviluppare schizofrenia rispetto agli altri. Questo perché una potatura eccessiva provoca
evidentemente problemi.
Alcuni ricercatori avevano già intuito che nei pazienti schizofrenici c'era qualcosa che non
andava nel meccanismo della potatura poiché studi precedenti avevano dimostrato che le
loro aree prefrontali avevano un numero inferiore di neuroni rispetto a chi non soffriva di
questa malattia. Il nuovo studio non solo conferma in maniera definitiva quel legame, ma
descrive perfettamente anche in che modo e perché il meccanismo della potatura
"deraglia" e inoltre ne identifica i geni responsabili. I pazienti affetti da schizofrenia hanno
dunque una variante genetica che altera e accelera il processo naturale di eliminazione
dei neuroni.
Il gene come la Statua della Libertà. Il team di ricercatori ha iniziato focalizzandosi sulla
posizione di un genoma umano, l'MHC (Major Histocompatibility Complex), che era già
stato fortemente associato alla schizofrenia in precedenti studi genetici. Su un grafico a
barre - denominato Manhattan perché somiglia a un gruppo di grattacieli - il gene MHC è
quello più alto. "L'MHC è come la Statua della Libertà del grafico Manhattan" ha detto Eric
S. Lander, direttore del Broad Institute. "La domanda che ci siamo fatti è: cosa c'è lì
dentro?". Quest'area è una sorta di labirinto notoriamente oscuro e noto perché contiene
geni che facilitano la risposta immunitaria del corpo, per esempio, segnalando batteri
invasori che devono essere distrutti. Proprio questa sua caratteristica, aveva fatto nascere
l'ipotesi che la schizofrenia potesse essere una sorta di condizione autoimmune, in cui il
corpo viene attaccato dalle proprie cellule. Ma ora i ricercatori hanno scoperto qualcosa di
diverso. Usando metodi statistici avanzati, hanno capito che l'MHC contiene quattro
varianti comuni di un gene chiamato C4 che producono due tipi di proteine, C4-A e C4-B.
L'eccesso di C4. Gli scienziati hanno analizzato il genoma di più di 64mila persone ed
hanno scoperto che le persone affette da schizofrenia hanno in genere forme iperattive
della proteina C4-A rispetto ai soggetti sani. "Questa proteina sembrava essere il fattore
genetico che determina il rischio di schizofrenia - ha spiegato il dottor McCarroll - ma
dovevamo averne la certezza". Così, andando avanti nella ricerca, gli autori hanno visto
che quando c'è un eccesso di C4-A c'è anche un eccesso di "potatura sinaptica", cosa che
spiegherebbe non solo come mai chi è affetto da schizofrenia tenda ad avere una
corteccia cerebrale più sottile, con meno sinapsi, rispetto agli individui non colpiti dalla
patologia; ma anche la ragione per cui il disturbo appare con maggior frequenza nel corso
dell'adolescenza o entro i 20 anni, cioè proprio quando è più forte la potatura dei neuroni.
"Queste scoperte consentono di connettere tutte le piccole intuizioni che abbiamo
accumulato in anni di ricerca sulla schizofrenia e che ora hanno finalmente un senso", ha
commentato McCarroll.
Mix di genetica e immunologia. "È uno studio molto interessante perché per la prima
volta è stata individuata la variante genetica che fa aumentare in modo significativo la
potatura che si verifica nella corteccia prefrontale. È un meccanismo che non
conoscevamo e che può aumentare la nostra capacità di intervenire proprio sui giovani
che rappresentano la fascia d'età più sensibile", spiega Claudio Mencacci. Ma a rendere
questo studio ancora più interessante è il legame che viene individuato tra geni e sistema
immunitario. "L'individuazione della proteina C4 coinvolta nel funzionamento del sistema
immunitario conferma l'orientamento scientifico che vede sempre più spesso un mix tra
genetica e fenomeni auto-immuni - aggiunge Mencacci - . Lo studio chiarisce che c'è un
legame tra la variante genetica e la cascata infiammatoria che si crea quando l'organismo
non riconosce come proprie le sue sinapsi e le pota in modo più aggressivo del solito".
Verso nuovi farmaci? Ora i ricercatori sperano che, una volta definito meglio il profilo
genetico a rischio, si possa lavorare per la scoperta di bio-marcatori per il trattamento di
questa malattia che attualmente non ha una cura. Ma gli scienziati preferiscono essere
cauti nell'ipotizzare un farmaco che possa rallentare o modulare la potatura sinaptica. I
risultati di questa ricerca, comunque, forniscono la prima spiegazione biologica su un
disturbo le cui cause hanno confuso la scienza moderna per generazioni. E aiutano anche
a spiegare alcuni altri misteri, incluso perché il disturbo spesso compare in adolescenza o
comunque in giovane età.
La schizofrenia in Italia. La schizofrenia è una malattia cronica grave che in Italia
colpisce circa 250.000 persone e porta a una drastica diminuzione dell'aspettativa di vita
rispetto alla popolazione generale. Una condizione che riguarda circa 3,5 milioni di
persone in Eurpopa e approssimativamente 24 milioni (stima Oms) a livello mondiale. La
riduzione dell'aspettativa di vita va da 10 a 22,5 anni. I primi sintomi a comparire sono un
improvviso rallentamento della acuità mentale e della memoria o anche "voci" interne che
sembrano stranamente reali. Questo periodo inquietante può durare un anno o più e non è
detto che porti alla schizofrenia conclamata
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