Igiene alimentare, nutrizione e benessere Corso di perfezionamento 2015-2016 Dipartimento di Biologia Università degli studi di Napoli “Federico II” Dott.ssa Angiola Fontanella AIF: Dott. P. Stellato Come si differenzia un bimbo da un adulto? Il bambino è un individuo in continua fase di crescita Stevens et al. BMC Genomics 2013, 14:547 CRESCITA: SPIA DI SALUTE Come valutare la crescita? Peso, Statura, Circ. Cranica, BMI Percentili Non un punto, ma una curva di crescita: strumento prezioso in ambito clinico ed epidemiologico TABELLE PERCENTILI • I percentili sono i limiti entro cui è contenuta una certa percentuale di popolazione per la variabile in esame (Peso,Statura,Circonf.cranio) • Il 50° Percentile è il punto che divide a metà la seriazione, separa il 50% dei soggetti con valore più alto dal 50% dei soggetti con valore più basso Il 50° percentile si identifica con la MEDIANA Il 95° percentile individua +2DS dal valore medio Il 5° percentile individua -2DS dal valore medio UN PO’ DI STORIA Percentili NCHS 1977 Bambini statunitensi allattati principalmente con formula Percentili CDC 2000: Novità Tabelle BMI BMI = PESO/ALTEZZA AL QUADRATO Revisione NCHS,ma riferite a popolazione americana di 20-30 anni fa, soggetti alimentati con formula e latte materno Percentili OMS 2006 Percentili Italiani Cacciari PERCENTILI CDC 2000 PERCENTILI OMS Birth to 24 months: Girls Length-for-age and Weight-for-age percentiles 98 95 90 75 50 25 10 5 2 98 95 90 75 50 25 10 5 2 Published by the Centers for Disease Control and Prevention, November 1, 2009 SOURCE: WHO Child Growth Standards (http://www .who.int/childgrowth/en) L’ OMS ha intrapreso nel 1997 uno studio multicentrico per stilare nuove curve di neonati e bambini di tutto il mondo. Tra il 1997 e 2003 sono stati seguiti 8440 bambini di 6 paesi (Brasile, Ghana, India, Norvegia, Oman e USA) con buon livello socioeconomico, buona salute madre e figlio, madre non fumatrice, allattamento al seno esclusivo per 4 mesi e parziale per 12 cercando di dare dei valori “ideali” non di fotografare il “reale” I bambini sani 0-5 anni di 6 diversi paesi hanno parametri auxologici pressoché identici quindi sono “internazionali” • La crescita “normale” e soprattutto la Velocità di crescita è diversa da quella che giudicavamo normale in precedenza. • Se le nuove Curve OMS fossero state disponibili 20 anni fa,forse ci saremmo accorti allora che stava per iniziare epidemia si obesità. TABELLE PERCENTILI • Curve tradizionali CDC: ruolo descrittivo, referenza su come crescono i bb in quel periodo e in quel paese • Curve OMS: ruolo prescrittivo, finalizzate a definire una “norma”, valore di riferimento ideale su cui il bambino sano dovrebbe crescere o Dal 2010 AAP e CDC : suggeriscono loro uso fino a 2 anni o Italia: validate nel 2007, ma non ancora raccomandate nella routine dalle società scientifiche PERCENTILI ITALIANI “Cacciari” 69.917 soggetti ( Già in epidemia italiana Obesità) Misurati: 1996-2004 Regioni: 16 su 20 Quali Curve di crescita per Diagnosi Precoce Eccesso Ponderale? Le più usate sono le CDC soprattutto nei programmi computerizzati dei PdF Per l’epidemia di sovrappeso e obesità bisogna valutare le CURVE DI BMI Bambini di 8-9 anni in sovrappeso e obesi per regione. Okkio alla Salute 2014 Quali Curve di crescita per Diagnosi Precoce Eccesso Ponderale? In alternativa si può ricorrere: Sovrappeso : BMI > 85 Centile Obesità : BMI > 95 Centile secondo Curve CDC 2000 o WHO oppure ai cut-off di Cole raccomandati dall’ International Obesity Task Force EVIDENTE che il numero di bambini per cui Sovrappeso : BMI > 85 Centile predisporre le cure in programmi di sanità pubblica in base di crescita Obesitàè diverso :BMI > 95a curva Centile secondo usata curve CDC 2000 o WHO Cut off di Cole: punto di riferimento il percentile passante per 25 e 30 Kg/m2 Quali Curve di crescita per Diagnosi Precoce Eccesso Ponderale? L’aumento di sovrappeso e obesità in Italia e nei paesi industrializzati ha determinato lo spostamento verso l’alto dei valori normali di BMI nelle curve recenti con sottostima del sovrappeso/obesità e sovrastima della denutrizione CONCLUSIONI • Il dato importante è che il bambino si sviluppi in modo regolare continuando a seguire la “sua curva di crescita” • Si deve prestare attenzione al fatto che la “Velocità di crescita” nel tempo non vari in modo significativo Ruolo del Pediatra • Il PdF deve soprattutto monitorare la curva di crescita del SINGOLO bambino a suo carico, inquadrandola nel suo bersaglio genetico per la statura • Deve intercettare impennate per errori alimentari e/o scorretti stile di vita, consapevoli o no • • • • FONDAMENTALI Sostegno all’allattamento al seno Alimentazione complementare corretta Promozione di stile di vita corretti Collaborazione con programmi Distretto, Regionali e con le Scuole SVEZZAMENTO ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE • Fase particolare della crescita, importante per famiglia e lattante • Lo scambio alimentare è il primo ed essenziale contesto relazionale • Bambino e caregiver: sintonizzazione affettiva e “sincronia” intesa come scambio di segnali e risposte Non dimentichiamo il Gusto! • 50% Genetica • 50% Ambiente: – Importanti le abitudini specie precoci – Ruolo degli alimenti in Gestazione, Allattamento Svezzamento “Lo sviluppo del gusto L.Greco, G.Morini MB 2010,29(89)” PERCHÈ SVEZZARE? È IMPORTANTE ALIMENTARSI BENE! PERCHÈ gli alimenti che diamo ad un bambino costruiranno la sua struttura corporea, PERCHÈ il gusto si educa soprattutto nei primi anni di vita. PERCHÈ una sana alimentazione è protettiva nel futuro verso gravi malattie degenerative (obesità, cancro, ipertensione, diabete ed infarto). MANGIARE BENE GRANDI E PICCOLI Poiché il bambino utilizza il modello familiare per allestire e consolidare le proprie abitudini alimentari. È importante che tutta la famiglia abbia delle abitudini alimentari corrette. Può già digerire tutto? UOMO e Assorbimento Intestinale Lattosio: alla nascita Amido: 3° Mese (Digestibility of starches in infants and children MD B.de Vizia… and S.Auricchio) Legumi: dai 6 mesi (Auricchio, De Vizia MB) Grassi: si sviluppa nel primo mese (Development of fat digestion in infancy, WG Manson et al) TRADIZIONE ALIMENTARE: Garanzia di salute! Infatti gli Esquimesi non assumono saccarosio perché 3% hanno deficit Saccarasi/Isomaltasi QUANDO SVEZZARE? Letteratura scientifica scarsa e contraddittoria “Agostoni C.et al JPGN 2008,46:99-110” Ministero Salute : 6 mesi OMS : 6 mesi compiuti UNICEF : 6 mesi ESPGHAN 2008 : non prima delle 17 settimane e non oltre 26 settimane TIMING INTRODUZIONE ALIMENTI IERI • AAP 2004: solidi oltre i 4-6 mesi Rischio atopico: LV >1 anno, uovo >2 anni, arachidi, nocciole e pesce >3 anni • EAACI 2006: solidi oltre 4-6 mesi (LM e Formula) Rischio atopico: LM>4 mesi, solidi > i 6 mesi • ACAAI 2006: solidi >6 mesi e allergizzanti Dall’Avoidance alla Tolerance PIÙ ALLERGICI ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE E ALLERGIA Prophylaxisof atopic disease by six months' total solid food elimination. Evaluation of 135 exclusivelybreast-fed infants of atopicfamilies. KAJOSAARI M, SAARINEN UM. INDUZIONE TOLLERANZA Non troppo presto…ma neanche troppo tardi FINESTRA D’INDUZIONE DELLA TOLLERANZA NASCIT A 0 ME SI 2 4 6 8 10 12 ME SI rischio rischio allergia allergia Periodo finestra per l’introduzione degli alimenti ai fini dell’induzione della tolleranza (da Prescott et al., 2008, mod.) Fattori che influenzano tolleranza • Colonizzazione ottimale • Predisposizione genetica • Proprietà allergene (dose,intervallo,timing,preparazione) • Permeabilità intestinale/maturità/ph • Continuare latte materno? • Altri fattori immunomodulanti (ac.grassi?stress? antiossidanti) • La dieta di evitamento in bambini con d. atopica è deleteria perché impedisce normale sviluppo tolleranza alimentare • 640 lattanti inglesi considerati a rischio allergia ad arachidi con d.atopica grave randomizzati a ricevere da subito almeno 6g/sett di proteine di arachidi o esclusione totale per i 5 anni dello studio. Nel 15% era già presente Prick positività A 5 ANNI Allergia 17,2% bb a dieta di esclusione Allergia 3,2% lattanti a dieta libera Raccomandazioni ed evidenze AAP 2008 Nessuna restrizione alimentare per la madre durante la gravidanza nella prevenzione della malattia atopica del bambino né durante l’allattamanto Per i neonati ad alto rischio di sviluppare malattie atopiche vi è evidenza che l’allattamento al seno esclusivo per almeno 4 mesi riduca l’incidenza cumulativa di dermatite atopica ed allergie al latte vaccino nei primi 2 anni di vita L’allattamento al seno esclusivo per almeno 3 mesi riduce il rischio di wheezing nei primi anni di vita; Nessuna evidenza he la ritardata introduzione degli alimenti (compresi quelli considerati altamente allergizzanti quali pesce, uova e arachidi) oltre i 6 mesi abbia un effetto protettivo sullo sviluppo di malattie allergiche sia nel lattante con latte in formula che con latte materno Raccomandazioni ed Evidenze ESPGHAN 2008 Allattamento materno esclusivo per almeno 6 mesi, se possibile L’introduzione di cibi solidi non prima della 17° settimana e non oltre la26° settimana Somministrare gli alimenti singolarmente per valutare una possibile reazione Inesistenza di evidenze scientifiche convincenti sull’evitare o il ritardare l’introduzione dei cibi potenzialmente allergizzanti sia nei bambini ad aumentato rischio di allergia che in quelli non a rischio Raccomandazioni e Linee Guida NIH 2010 L’introduzione di alimenti solidi non dovrebbe essere rimandata oltre l’intervallo tra i 4 mesi e i 6 mesi di vita. Gli alimenti potenzialmente allergenici possono essere introdotti in questo stesso intervallo temporale Razionale: vi è un’evidenza insufficiente per ritardare l’introduzione di cibi solidi, inclusi quelli potenzialmente allergenici oltre l’intervallo 4-6 mesi di vita, anche nei bambini a rischio di sviluppare malattie allergiche ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE E M.CELIACA:Più Genetica che Ambiente - Né la ritardata introduzione del glutine né l’allattamento al seno modificano il rischio di malattia,sebbene la tardiva introduzione di glutine è associata a malattia tardiva. Alto rischio :Omozigosi DQ2 E Lionetti et al N Engl J Med 2014 -Precoce introduzione glutine non riduce rischio M.celiaca in geneticamente predisposti né il latte materno.Alto rischio :Omozigosi DQ2 S.L.Vriezinga et al N Engl J Med 2014 QUANDO ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE? • Considerare non solo esigenze nutrizionali • Valutare maturità neurologica e interesse nei confronti del cibo • INSOMMA: Quando lo chiede il Bimbo! MODALITÀ ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE • “Da soli” • Metodo tradizionale Da soli “AUTOSVEZZAMENTO” • Approccio alternativo che enfatizza la capacità del bimbo di autoalimentarsi con cibo tenuto in mano piuttosto che con cucchiaino da parte dell’adulto. (Cameron SL Nutrients 2012;4(11) 1575-609; L.Piermarini Quaderni ACP 2007) • Prevede: - allattamento al seno a richiesta -inizio 6 mese -condivisione pasto con famiglia Implicazioni positive: valore sociale,promozione autonomia bambino,risparmio, autoeducazione famiglia a stile più sano AUTOSVEZZAMENTO • • • • • • Alcune perplessità: Rischio inadeguatezza intake di ferro Rischio apporto eccessivo NaCl Rischio apporto calorico inadeguato Rischio di aspirazione Di fatto la > parte delle famiglie che aderiscono sceglie un apporto flessibile “ Cameron SL et al.BMJ 2012;26:2 6)” LATTANTE E DIETA MEDITERRANEA FIMP CRESCERE FELIX DIETA MEDITERRANEA Patrimonio Immateriale dell’Unesco 17 novembre 2010 • La “WESTERN DIET” è un fattore di rischio per le malattie infiammatorie croniche e il cancro. È caratterizzata da elevati livelli di carni rosse, zuccheri, grassi e cereali “raffinati”, bassi livelli di vegetali,frutta e pesce. “Thoburn AN et al Immunity 40; June 2014:833-842” • La DIETA MEDITERRANEA è ricca di olio di oliva, frutta, cereali “grezzi”, moderato consumo di pesce e pollame, povera di carni rosse e carboidrati semplici. Riduce rischio di mm.cardiovascolari, cancro, Alzheimer, Parkinson e morte prematura in genere. “S.W.tracy.NewEngl.J.Med 2013,368,1274” DIETA MEDITERRANEA • Sono le proprietà nutrizionali del complesso degli alimenti piuttosto che i singoli macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi) e micronutrienti (vitamine e minerali) che giocano un ruolo importante nell’effetto protettivo della dieta mediterranea Alimentazione complementare con dieta mediterranea MODERAZIONE SCOPO: Fare sviluppare il gusto del bambino verso alimenti della nostra tradizione alimentare Latte e derivati Pane Cereali Patate Carni Uova Grassi Dolciumi L E G U M I Olio vergine di oliva P E S C E Zuccher i Frutta fresca secca essiccat a Verdura Vino Apporto energetico = Dispendio energetico Stile di vita il più salutare possibile Eur J Epidemiol. 2016 Feb 5 Quantifying the benefits of Mediterranean diet in terms of survival. Bellavia A, Tektonidis TG, Orsini N, Wolk A, Larsson SC. Author information Astract Beneficial effects of Mediterranean diet (MD) have been consistently documented. However, to fully understand the public health implications of MD adherence, an informative step is to quantify these effects in terms of survival time differences. The aim of this study was to evaluate the impact of MD on survival, presenting results in terms of differences in median age at death. We used data from 71,333 participants from a large population-based cohort of Swedish men and women, followed-up between January 1, 1998, and December 31, 2012. A total score of MD, ranging from 0 to 8, was calculated by including information on vegetables and fruits consumption, legumes and nuts, nonrefined/high fiber grains, fermented dairy products, fish, red meat, use of olive oil/rapeseed oil, and moderate alcohol intake. Multivariable-adjusted differences in median age at death were estimated with Laplace regression and presented as a function of the MD score. During 15 years of follow-up we documented 14,697 deaths. We observed a linear doseresponse association between the MD score and median age at death, with higher score associated with longer survival. The difference in median age at death between participants with the extreme scores (0 vs 8) of MD was up to 2 years (23 months, 95 % CI: 16-29). In this study we documented that adherence to MD may accrue benefits up to 2 years of longer survival. NOVITÀ DIETA MEDITERRANEA IN PEDIATRIA • • • • • Aromi,spezie,verdure di stagione Solo olio extravergine di oliva Pesce e legumi Monitorare proteine Coinvolgimento tutta la famiglia 10 Errori e 10 Suggerimenti “La dieta Mediterranea nel primo anno di vita” Raffaella de Franchis 2015 Cuzzolin Editore 1) Cibo utilizzato come ricompensa: Non utilizzare cibo come premio 2) Eccessivo apporto energetico: Offriamo cibi poco raffinati e non troppo energetici 3) Eccessivo consumo di grassi: Sin dai primi mesi grassi giusti (olio oliva extra,pesce,ridurre carni,formaggi) 10 Errori e 10 Suggerimenti 4) Troppe proteine,soprattutto animali Monitoriamo apporto proteine nei primi anni di vita 5) Scarso apporto di fibre Abituiamo a frutta e verdure(almeno 3 porzioni al giorno) 6) Troppi zuccheri semplici Riduciamo zuccheri semplici favorendo i complessi 10 Errori e 10 Suggerimenti 7) Eccessivo consumo di sale Usiamo erbe aromatiche e spezie 8) Scorretta distribuzione pasti Abituiamo a prima colazione e spuntini con frutta o yogurth 9) Ripetitività alimenti Varietà seguendo la stagionalità 10) Poco a tavola insieme Almeno un pasto principale tutti insieme Come Svezzare? COME? Consistenza degli alimenti: uno scopo dello svezzamento consiste nel passaggio dall’alimento liquido al semisolido. E poi dal semisolido è bene passare “ai pezzetti” per educare e favorire la deglutizione e in seguito la masticazione. Farinacei: pappe a base di crema di riso, semolino, o pastina di piccolo formato. Secondi: per i primi tempi sia carne che pesce possono essere cotti, frullati e aggiunti alla pappa. In un secondo momento il pesce verrà sminuzzato con la forchetta e la carne macinata. Grassi: l’olio di oliva va impiegato sempre misurando con un normale cucchiaio da minestra (7 ml) Frutta: fresca di stagione, anche mista, passata, grattugiata o frullata. Introdurre gradualmente tutti i tipi di frutta, lasciando per ultimi albicocche, pesche, ciliegie e fragole. Senza zucchero aggiunto Per iniziare: sostituire una poppata di latte per una pappa. • 30g (2 cucchiai) di crema di riso o pastina, o semolino in brodo vegetale • 1 cucchiaio olio di oliva • 30-40g di carne (pollo, coniglio, manzo) o pesce opportunamente sminuzzati, oppure 15 g di parmigiano grattugiato, da aggiungere alla pappa • 1 porzione di frutta fresca si stagione passata o schiacciata (1 frutto) Dopo 2 settimane: Aggiungere una seconda pappa come la prima oppure A. Un passato di verdure (con 1 patata, 1 pomodoro, 1 carota etc) + 30 gr di carne o pesce + 1 cucchiaio d’olio di oliva seguito dalla frutta oppure B. Un passato di legumi (con una patata) + 1 cucchiaio d’olio di oliva + 1 cucchiaio di formaggio grattugiato, seguito dalla frutta CONCLUSIONI 1 • Introdurre cibi complementari fra 4 e 6 mese • Epoca introduzione INDIVIDUALE, in base a competenze e interesse del bambino • Non ritardare alimenti allergizzanti per prevenire malattie allergiche • Incoraggiare condivisione al momento del pasto e soddisfare curiosità alimentare ma ATTENZIONE alle porzioni • Evitare TV e distrazioni con giochi perché non consentono di apprezzare gli alimenti che sta conoscendo • Proporre cibi tritati, a pezzetti o finger food quando il bimbo ha maturato necessarie competenze posturali e oromotorie Conclusioni 2 • Non è possibile basare sulle evidenze un modello di alimentazione complementare (Bedogni e Agostoni Prospettive in Pediatria 2012) • Occorre prudenza nell’indicare con certezza i modelli più vantaggiosi (Area Pediatrica 2015 :16,18-30) PROBLEMI APERTI • Alimentare a volontà dalla nascita con controllo parametri auxologici • Evitare errori alimentari che favoriscano obesità • Non superare fabbisogno proteico 1,5g/Kg/die 1° semestre; 1.2 g/Kg/die 2 °semestre; 1g/Kg/die 2 °anno • Preferire carboidrati a lento assorbimento • Solo acqua e no bevande zuccherate ALIMENTAZIONE 1-3 Anni ALIMENTAZIONE 1-3 Anni