IMAGEN INFLUENZA VIRUS A AND B IT K610511-2 50 Test di immunoflorescenza diretto per la determinazione del virus dell’Influenza A e B. 1. USO PREVISTO IMAGEN™ Influenza virus A e B test è un test di immunofluorescenza qualitativo diretto per la determinazione e la differenziazione del virus dell’influenza A e B in campioni clinici o per la conferma e la differenziazione del virus dell’influenza A e B in colture cellulari. 2. SOMMARIO I virus influenzali A e B appartengono al genere Influenza virus classificato all’interno della famiglia degli Orthomyxoviridae1. Il ceppo virale dell’influenza A infetta diverse specie animali, compreso l’uomo, il cavallo, il maiale, i mammiferi marini e gli uccelli, mentre il ceppo virale dell’influenza B sembra infettare solo l’uomo2. Nell’uomo le infezioni da virus influenzale A e B possono essere causa di malattie respiratorie acute e occasionalmente gravi in individui immunocompetenti e immunocompromessi. Le infezioni del virus influenzale A e B si manifestano in epidemie annuali, spesso con esordio rapido dell’infezione. Queste epidemie possono manifestarsi come piccole epidemie o come epidemie a livello mondiale in base al ceppo prevalente3. Periodicamente, come risultato dell’evoluzione del virus dell’influenza A, le epidemie della malattia possono avere un impatto significativo sulla salute mondiale2,4. La trasmissione delle infezioni da virus influenzale avvengono attraverso inalazione di goccioline di secrezioni delle vie respiratorie cariche di virus di portatori sintomatici od asintomatici. Le condizioni ambientali, come il sovraffollamento, aumentano la trasmissibilità dell’infezione. La replicazione virale avviene nelle cellule cigliate dell’epitelio colonnare delle vie respiratorie superiori e inferiori, con conseguente necrosi e cedimento delle cellule. Il periodo di massima virulenza si manifesta da 1 giorno prima a 3-4 giorni dopo l’esordio della malattia. Durante l’evoluzione dell’epidemia influenzale, il ceppo virale principale può essere associato al 15-50% delle infezioni delle vie respiratorie negli adulti e nei bambini. La tipologia della malattia respiratoria può variare da lieve malattia delle vie respiratorie superiori a polmonite severa3. La polmonite acuta a causa dei virus influenzali A o B può essere fatale, in particolare se associata a infezioni microbiche concomitanti o secondarie in pazienti anziani o immunocompromessi. I virus dell’influenza sono stati associati con epidemie nosocomiali di infezioni delle vie respiratorie in reparti pediatrici e geriatrici, con conseguente ricovero prolungato e aumento della morbilità e della mortalità. Una rapida diagnosi di laboratorio dei virus influenzali A e B riveste un ruolo importante nella gestione dei pazienti, influenzando l’impiego di terapie antivirali e consentendo la gestione e il controllo effettivi delle epidemie3,5. I metodi diagnostici comprendono la determinazione diretta del virus o delle proteine virali in campioni clinici (p.e. aspirati rinofaringei), l’isolamento del virus vivo nelle colture cellulari monostrato inoculate con secrezioni provenienti dalle vie respiratorie e determinazione delle immunoglobuline specifiche del virus dell’influenza. L’isolamento dei virus influenzali da campioni di materiale delle vie respiratorie può essere effettuato in linee cellulari, come le cellule renali di scimmie rhesus o renali canine Madin-Darby (MDCK), impiegando tecniche come l’emoassorbimento o l’emoagglutinazione per l’identificazione dellapresenza del ceppo virale. Sono state utilizzate diverse tecniche per confermare l’identificazione degli isolati del virus influenzale, ad es. inibizione dell’emoassorbimento, inibizione dell’emoagglutinazione, test di neutralizzazione, microscopia elettronica o immunofluorescenza indiretta. Queste tecniche sono laboriose, lunghe e richiedono un livello di competenza tecnica che potrebbe non essere disponibile in tutti i laboratori. I test di immunofluorescenza diretta che utilizzano anticorpi monoclonali specifici offrono un metodo rapido e sensibile per la determinazione dei virus influenzali A e B in campioni clinici, come aspirati rinofaringei, o per la conferma del virus influenzale isolato in colture cellulari monostrato6. IMAGEN Influenza virus A e B è un test di immunofluorescenza diretto per la determinazione e l’identificazione dei ceppi dei virus influenzali A e B in campioni clinici o in colture cellulari. Il test utilizza anticorpi monoclonali specie-specifici per la determinazione dell’epitopo delle glicoproteine del virus influenzale e delle proteine di fusione specifiche del virus dell’influenza di tipo A o di tipo B. 3. PRINCIPIO DEL TEST IMAGEN Influenza virus A e B test contiene anticorpi monoclonali coniugati con isotiocianato di fluoresceina (FITC) specifici per il virus dell’influenza A o B. Questi vengono utilizzati in una tecnica di immunofluorescenza diretta mono-passaggio. I campioni vengono incubati con il reagente a base di anticorpo FITCconiugato per 15 minuti, successivamente l’eccesso di reagente viene dilavato con soluzione fisiologica in tampone fosfato (PBS). Le zone colorate vengono montate e visualizzate al microscopio, utilizzando illuminazione epifluorescente. Se è presente il virus dell’influenza A o B, utilizzando il rispettivo reagente, verrà visualizzata una caratteristica fluorescenza verde-mela nel citoplasma e nel nucleo delle cellule, che contrasterà con la colorazione di fondo rossa delle cellule non infette. Gli anticorpi monoclonali utilizzati in questo test sono stati prodotti dal Department of Health and Human Services, Public Health Service, Centers for Disease Control, Atlanta, Georgia, U.S.A. L’immunogeno usato per ottenere gli anticorpi anti-influenza A comprendeva i ceppi A / Puerto Rico / 8 / 34 (H1N1) e A / Bangkok /1 / 79 (H3N2). L’immunogeno usato per ottenere gli anticorpi anti-influenza B comprendeva i ceppi B / Lee / 40 e B / Singapore/-222 / 79. 4. DEFINIZIONI I seguenti simboli sono stati utilizzati nelle informazioni del prodotto. Codice del prodotto e numero di catalogo Consultare le istruzioni per l’uso N 6. REAGENTI AGGIUNTIVI 6.1. REAGENTI Acetone fresco (per il fissaggio). Utilizzare entro Codice del lotto Soluzione fisiologica in tampone fosfato (PBS) pH 7,5 per il lavaggio dei campioni colorati e per la preparazione dei campioni. Limiti di temperatura per la conservazione 5. REAGENTI FORNITI 50 - Ogni kit contiene materiale sufficiente per 50 preparati di coltura cellulare. - La conservabilità del kit è quella indicata sull’etichetta della confezione esterna. 5.1. IMAGEN INFLUENZA VIRUS A E B REAGENTS Un opuscolo di istruzioni per l’uso. 2 x 2 vetrini di controllo positivi con pozzetto contenenti cellule renali di scimmia verde africana (Vero) fissate in acetone, infettate con virus dell’influenza A o B in zone separate del pozzetto. Un flacone di: 3mL di liquido di montaggio. Il liquido di montag gio contiene un inibitore fotosbiancante in soluzione di glicerolo (pH 10,0). 1,4mL di IMAGEN Influenza A virus test reagent. Il reagente contiene anticorpi monoclonali murini purificati, specifici per il virus dell’influenza A, FITC-coniugati. Gli anticorpi monoclonali sono diretti contro la proteina matrice e le nucleoproteine dell’influenza A. 1,4mL di IMAGEN Influenza B virus test reagent. Il reagente contiene anticorpi monoclonali murini purificati, specifici per il virus dell’influenza B, FITC-coniugati. Gli anticorpi monoclonali sono diretti contro la nucleoproteinae a proteina emoagglutinina dell’influenza B. 5.2. PREPARAZIONE, CONSERVAZIONE E RIUTILIZZO DEI COMPONENTI DEL KIT Al fine di garantire una performance ottimale del kit, è importante che i componenti del kit non utilizzati vengano conservati secondo le modalità indicate qui di seguito. 5.3. VETRINI DI CONTROLLO POSITIVO I vetrini di controllo positivo vengono forniti individualmente in sacchetti di pellicola metallizzata sigillati, contenenti azoto. Conservare i vetrini non utilizzati a 2-8°C. La confezione contenente il vetrino deve essere esposta a temperatura ambiente (15-30°C) per 5 minuti prima di essere aperta. Colorare il vetrino subito dopo l’apertura. 5.4. LIQUIDO DI MONTAGGIO Pronto all’uso. Conservare a 2-8°C. Il liquido di montaggio deve essere esposto a temperatura ambiente (15-30°C) per 5 minuti prima dell’uso. Contenuto sufficiente per <N> test 5.5. Fabbricante Pronto all’uso. Conservare Reagent A e B non utilizzati a 2-8°C. I reagenti devono essere conservati al buio a 2-8°C ed esposti a temperatura ambiente (15-30°C) per 5 minuti prima dell’uso. Dispositivo medico-diagnostico in vitro IMAGEN™ INFLUENZA A E B REAGENTS - / 6.2. ACCESSORI I seguenti prodotti sono stati studiati per essere utilizzati con IMAGEN Influenza Virus A e B. Per ulteriori informazioni, contattare la filiale o il distributore Oxoid competenti. Generalità Vetrini per microscopia in vetro, ricoperti di teflon, con pozzetto singolo da 6mm di diametro (100 vetrini per confezione) disponibili presso la filiale o il distributore Oxoid competenti, (codice n. S611430-6). IMAGEN Influenza Positive Control Slide (codice n. - S611230-2). 7. ATTREZZATURA E’ necessaria la seguente attrezzatura: pipette di precisione e puntali monouso per la dispensazione di 25µL Bagno di lavaggio Coverslip per la copertura del pozzetto di 6mm di diametro Olio per immersione non fluorescente Microscopio epifluorescente con sistema di filtraggio per FITC (max. lunghezza d’onda eccitazione 490nm, emissione media lunghezza d’onda 520nm) ed ingrandimento x200 x500 Incubatrice a 37°C Centrifuga a bassa velocità Per campioni diretti Estrattore di muco (solo per campioni rinofaringei) Per la conferma della coltura Tamponi sterili, mezzo di trasporto virale (VTM) e contenitore adatto alla raccolta, al trasporto e alla coltura dei virus influenzali Linee cellulari raccomandate per la coltura e l’isolamento di virus influenzali 8. PRECAUZIONI - Per uso diagnostico in vitro. Chiunque effettui analisi con questo prodotto deve essere qualificato al suo uso ed esperto nelle procedure di laboratorio. 8.1. PRECAUZIONI DI SICUREZZA 8.1.1 IMAGEN Influenza A e B reagents contengono 15mmol/L di azide sodica, prodotto tossico. L’azide sodica può reagire con le tubature in piombo e in rame, formando azidi metalliche esplosive. Smaltire sempre i materiali contenenti azide sodica, sciacquando abbondantemente con acqua. 8.1.2 I virus dell’Influenza A e B presenti sul vetrino di controllo positivo sono stati trattati con metodi di fissazione, in modo che non includano microrganismi vivi rilevabili. Tuttavia, il vetrino dovrebbe essere maneggiato e smaltito come potenzialmente infetto. 8.1.3 Se, sulla base degli attuali criteri clinici ed epidemiologici di screening raccomandati dalle autorità sanitarie, si sospettasse un’infezione dovuta a un nuovo virus dell’influenza A, andrebbero raccolti campioni biologici seguendo le precauzioni appropriate di controllo delle infezioni per i nuovi virus influenzali virulenti, che verrebbero poi inviati ai laboratori centrali di riferimento per i test. In questi casi, la coltura virale non deve essere condotta in assenza di un dispositivo di sicurezza biologica di livello 3 o superiore per la ricezione e la coltura dei campioni. 8.1.4 Il reagente contiene il colorante Evans blu che può essere cancerogeno, evitare pertanto il contatto con la pelle. 8.1.5 Osservare la massima attenzione nell’uso del liquido di montaggio, in quanto può provocare irritazione della pelle. In caso di contatto, la cute deve essere sciacquata abbondantemente con acqua. 8.1.6 Non mangiare, bere, fumare, conservare o preparare alimenti o utilizzare cosmetici nell’area di lavoro designata. 8.1.7 Non pipettare i materiali con la bocca. 8.1.8 Prima di maneggiare campioni clinici e cellule infette, indossare guanti monouso e lavare sempre le mani dopo aver trattato materiali infettivi. 8.1.9 Lo smaltimento di tutti i campioni clinici deve avvenire nell’osservanza della legislazione locale. 8.1.10 Le schede con i dati sulla sicurezza sono disponibili su richiesta degli utenti professionisti. 8.2. PRECAUZIONI TECNICHE 8.2.1 Non utilizzare i componenti dopo la data di scadenza stampata sulle etichette. Non miscelare o scambiare fra di loro diverse partite/lotti di reagenti. 8.2.2 I reagenti vengono forniti in concentrazioni di lavoro fisse. La performance del test sarà influenzata in modo negativo dall’uso di reagenti modificati o conservati in condizioni diverse da quelle descritte alla sezione 5. 8.2.3 Preparare esclusivamente il quantitativo di soluzione fisiologica in tampone fosfato (PBS) necessario all’uso giornaliero. 8.2.4 Il lavaggio in PBS è necessario. L’uso di soluzioni di lavaggio diverse da acqua di rubinetto o acqua distillata può compromettere i risultati dei test. 8.2.5 Evitare la contaminazione microbica dei reagenti. 8.2.6 Non congelare il reagente. 9. PRELIEVO E PREPARAZIONE DEI CAMPIONI7,8 Il prelievo e la preparazione dei campioni è di importanza fondamentale nella diagnosi delle infezioni da virus respiratori mediante immunofluorescenza diretta e tecniche di coltura cellulare. I campioni devono essere raccolti dal sito dell’infezione durante il periodo di massima virulenza, in modo da contenere il più possibile materiale infetto e devono essere preparati in modo da preservare intatte le cellule esenti da muco aderente ecc., per l’esame microscopico diretto dei campioni, o per preservare la vitalità dei virus nei campioni da sottoporre a coltura. 9.1. CAMPIONI CLINICI 9.1.1 Aspirati/secreti rinofaringei Prelievo Raccogliere i campioni dalla zona rinofaringea in un estrattore di muco attraverso un tubetto di aspirazione da 8mm di diametro. Conservare l’estrattore e il tubetto a 2-8°C e inviarli in laboratorio il prima possibile. Separazione cellulare Se necessario aggiungere 2mL di soluzione fisiologica in tampone fosfato (PBS) al campione prima di centrifugarlo, per ridurre la viscosità e per diluire il muco. Centrifugare l’estrattore di muco a temperatura ambiente (15-30°C) per 30 minuti a 380g. Rimuovere il surnatante che può essere utilizzato per la coltura cellulare. Risospendere il deposito cellulare in 2mL di PBS e pipettare delicatamente su e giù le cellule con una pipetta a foro largo o agitare delicatamente su vortex fino a frantumare il muco, evidenziando il materiale cellulare. Non pipettare/agitare su vortex con forza per evitare danni alle cellule. Una volta ottenuta una sospensione cellulare omogenea, aggiungere ulteriore PBS se necessario, pipettare o agitare su vortex dopo aver aggiunto altra soluzione PBS e lavare ancora le cellule. Rimuovere ed eliminare le macchie di muco ancora visibili. Il muco in eccesso deve essere rimosso in quanto impedirebbe la penetrazione adeguata del reagente, con conseguente fluorescenza non specifica. Se tutte le secrezioni restano nel tubetto di aspirazione, senza raggiungere l’estrattore di muco, dilavare le secrezioni dal tubetto con PBS. L’operazione risulta più efficace inserendo una pipetta pasteur nel lato terminale del tubetto inserito sull’estrattore. Inserire la quantità di liquido adeguata nel tubetto ed espellerla ripetutamente fino a che tutte le secrezioni aderenti alle pareti del tubetto non saranno staccate. Pipettare su e giù la sospensione fino a che il muco non sarà frantumato adeguatamente. Preparazione dei vetrini Dopo aver effettuato il processo di separazione cellulare, centrifugare la sospensione cellulare ottenuta a temperatura ambiente (15 30°C) per 10 minuti a 380g ed eliminare il surnatante. Risospendere il deposito cellulare in un quantitativo sufficiente di PBS per diluire il muco rimanente, mantenendo allo stesso tempo un’alta densità cellulare. Applicare 25µL del deposito delle cellule risospese sulle zone dei pozzetti del vetrino. Lasciare asciugare completamente il campione all’aria a temperatura ambiente (15-30°C) e fissarlo in acetone fresco a temperatura ambiente (15-30°C) per 10 minuti. Se il campione non si colora immediatamente, conservarlo a -70°C, se necessario. I vetrini conservati dovranno essere analizzati entro due settimane dalla preparazione, in quanto una conservazione prolungata potrebbe essere causa di deterioramento. 9.2. COLTURA CELLULARE Inoculazione di colture cellulari I campioni raccolti per la diagnosi delle infezioni da virus influenzale devono essere inoculati nelle linee cellulari utilizzate abitualmente in laboratorio in base a metodi di laboratorio consolidati. Le colture cellulari devono essere esaminate regolarmente in relazione alla comparsa dell’effetto citopatico (CPE) e i test di emoassorbimento dovrebbero essere effettuati a intervalli regolari. Ogni coltura positiva all’emoassorbimento o colture cellulari evidenzianti CPE possono essere raccolte e analizzate in relazione alla presenza del virus influenzale A o B. Preparazione dei vetrini Inserire raschiando la lamina cellulare nel terreno di coltura liquido utilizzando una pipetta sterile. Lasciare depositare le cellule centrifugando a 200g per 10 minuti a temperatura ambiente (15-30°C) e rimuovere il surnatante. Lavare le cellule risospendendo il deposito cellulare in (PBS) e ripetere la centrifugazione. Rimuovere il surnatante e risospendere il deposito cellulare in un piccolo volume di PBS fresca per mantenere un’elevata densità cellulare. Applicare aliquote di 25µL della sospensione cellulare ai singoli pozzetti dei vetrini. Lasciare asciugare all’aria e fissare in acetone fresco a temperatura ambiente (15-30°C) per 10 minuti. Se il campione non si colora immediatamente, conservarlo a 4°C per una notte o a -70°C fino all’utilizzo. I vetrini conservati devono essere analizzati entro 2 settimane dalla preparazione, in quanto una conservazione prolungata potrebbe deteriorarli. cellule intatte, non infettate, del tipo utilizzato per la coltura e l’isolamento del virus influenzale. Le cellule devono essere preparate e fissate come descritto nella sezione 9.2 e colorate come descritto nella sezione 10. 10. PROCEDURA DEL TEST FARE RIFERIMENTO ALLA SEZIONE 8.2 PRECAUZIONI TECNICHE PRIMA DI EFFETTUARE LA PROCEDURA DI TEST. 11.2. CAMPIONI CLINICI 11.2.1 Aspetto delle cellule infettate da virus influenzale 10.1. AGGIUNTA DEL REAGENTE Aggiungere 25µL di Reagent A in una zona della preparazione di cellule fissate in un pozzetto da 6mm e 25µL di Reagent B in un’altra zona della preparazione di cellule fissate in un altro pozzetto da 6mm sul vetrino (vedi sezione 6) o nei rispettivi pozzetti del vetrino di controllo positivo. Accertare che i reaganti coprano tutta l’area del pozzetto. Reattivo A deve essere utilizzato su un bene positve e reagente B deve essere utilizzato su B positivo pure. 10.2. PRIMA INCUBAZIONE Incubare i vetrini con il reagente in una camera di umidificazione per 15 minuti a 37°C. Non lasciare asciugare il reagente sul campione, in quanto ciò potrebbe risultare in una colorazione non specifica. 10.3. LAVAGGIO DEL VETRINO Dilavare l’eccesso di reagente con soluzione fisiologica in tampone fosfato (PBS) e lavare delicatamente il vetrino per 5 minuti in bagno di agitazione contenente PBS. Drenare la PBS e lasciare asciugare il vetrino a temperatura ambiente (15-30°C). 10.4. AGGIUNTA DI LIQUIDO DI MONTAGGIO Aggiungere una goccia di liquido di montaggio al centro di ogni pozzetto e posizionare un coprivetrino sul liquido di montaggio e sul campione, verificando che non vi siano bolle d’aria. 10.5. LETTURA DEL VETRINO Esaminare tutta la zona del pozzetto contenente il campione colorato, utilizzando un microscopio epifluorescente. La fluorescenza, come descritto alla sezione 11, deve essere visibile a ingrandimento x200 x500. (I vetrini che evidenziano i risultati migliori dovranno essere esaminati subito dopo la colorazione, ma possono essere conservati a 2 8°C al buio per max. 24 ore). 11. INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DEI TEST 11.1. CONTROLLI 11.1.1 Vetrini di controllo positivi Il vetrino di controllo positivo, colorato e visualizzato come descritto alla sezione 10, deve evidenziare cellule con fluorescenza nucleare, intracellulare e/o citoplasmatica verde mela, contrastante con il fondo rosso del materiale di controcolorazione. Queste cellule sono leggermente più grandi delle cellule delle vie respiratorie ma devono evidenziare fluorescenza nucleare e/o citoplasmatica simile se infettate con virus influenzale. I vetrini di controllo positivo devono essere utilizzati per verificare che la procedura di colorazione sia stata effettuata in modo soddisfacente. Questi vetrini vengono preparati da ceppi di virus influenzale in colture cellulari monostrato e costituiranno esclusivamente un controllo adeguato per la procedura di analisi, ma non per il processo di trattamento dei campioni. Le procedure per il trattamento dei campioni devono essere controllate utilizzando un campione clinico. 11.1.2 Controllo negativo Se è necessario un controllo negativo, si consiglia di utilizzare Le cellule epiteliali delle vie respiratorie infettate da virus influenzale devono evidenziare fluorescenza granulare intracellulare, nucleare e/o citoplasmatica di colore verde mela. Le cellule non infettate si colorano di rosso con controcolorante Evans blu. 11.2.2 Interpretazione La diagnosi è positiva se una o più cellule del campione fissato e colorato evidenziano la fluorescenza specifica descritta alla sezione 11.2.1, utilizzando Influenza A or Influenza B virus reagent. La diagnosi è negativa se i campioni fissati e colorati non evidenziano fluorescenza a contatto con il reagente. Per i campioni di aspirato rinofaringeo colorati direttamente, devono essere osservate almeno 20 cellule epiteliali delle vie respiratorie non infette, prima che possa essere riportato un risultato negativo. Vedi sezione 11.2.3 se sono presenti cellule insufficienti. Per i campioni prelevati da altre localizzazioni (p.e. escreato) devono essere osservate almeno 50 cellule dell’epitelio respiratorio non infette, prima che possa essere riportato un risultato negativo. 11.2.3 Cellule insufficienti Se le cellule presenti sul vetrino non sono sufficienti, il resto del campione clinico dovrà essere centrifugato a 380g per 10 minuti a temperatura ambiente (15-30°C). Risospendere le cellule in un volume minore di PBS prima di ridistribuirle (25µL) nelle zone dei pozzetti. In alternativa occorre ripetere il campione clinico. 11.3. CONFERMA DELLA COLTURA CELLULARE 11.3.1 Aspetto delle cellule infettate da virus influenzale Le cellule infettate evidenzieranno fluorescenza intracellulare, nucleare e/o citoplasmatica color verde-mela e dovranno essere registrate come positive per il virus influenzale. Le cellule non infette verranno controcolorate di rosso con controcolorante Evans blu e dovranno essere registrate come negative per il virus influenzale. 11.3.2 Interpretazione dei risultati La diagnosi è positiva se una o più cellule del campione fissato e colorato evidenziano la fluorescenza specifica descritta alla sezione 11.3.1, utilizzando IMAGEN™ Influenza A o Influenza B reagent. Si devono osservare almeno 50 cellule non infettate della coltura cellulare da sottoporre al test nel pozzetto del vetrino prima che possa essere riportato un risultato negativo. Vedi sezione 11.2.3 se le cellule presenti non sono sufficienti. 11.3.3 Cellule insufficienti Se le cellule presenti sul vetrino non sono sufficienti, il resto del campione clinico dovrà essere centrifugato a 200g per 10 minuti a temperatura ambiente (15-30°C). Risospendere le cellule in un volume minore di PBS prima di ridistribuirle (25µL) nelle zone dei pozzetti. In alternativa occorre ripetere il campione clinico. 12. LIMITI DI PERFORMANCE 12.1. Utilizzare esclusivamente il liquido di montaggio fornito. 12.2. L’aspetto visivo dell’immagine fluorescente ottenuta può variare a causa del tipo di microscopio e della sorgente luminosa utilizzati. 12.3. Si raccomanda di utilizzare 25µL di reagente per coprire la zona del pozzetto da 6mm. Un volume minore potrebbe non essere sufficiente per coprire la zona del campione e potrebbe ridurre la sensibilità. 12.4. I reagenti vengono forniti in concentrazioni di lavoro fisse. La performance del test può essere influenzata dalla modifica dei reagenti o se questi non vengono conservati alle condizioni raccomandate. 12.5. La mancata determinazione del virus influenzale può essere attribuita a prelievo inadeguato, a campionatura e/o trattamento inadeguato del campione, coltura cellulare inadeguata ecc. Un risultato negativo non esclude la possibilità di un’infezione da virus influenzale. 12.6. IMAGEN Influenza virus A e B test rileva gli antigeni tipospecifici dell’influenza A e B. Non può essere utilizzato per l’identificazione dei sottotipi di influenza A e B. 12.7. La presenza del virus influenzale nelle secrezioni rinofarinegee non esclude necessariamente la possibilità di una concomitante infezione da altri germi patogeni. I risultati dei test devono essere interpretati congiuntamente alle informazioni disponibili sugli studi epidemiologici, nel contesto della valutazione clinica del paziente e di altre procedure diagnostiche. 12.8. A volte in test immunochimici si osserva colorazione non specifica derivante dal legame fra le regioni anticorpali Fc e l’antigene della proteina A della parete cellulare di alcuni ceppi di Staphylococcus aureus9. IMAGEN Influenza virus A e B test reagents sono stati modificati in modo che non si leghino alla proteina A del ceppo Cowan 1 dello Staphylococcus aureus. 12.9. I risultati dei test devono essere interpretati congiuntamente alle informazioni disponibili sugli studi epidemiologici, nel contesto della valutazione clinica del paziente e di altre procedure diagnostiche. 12.10. Gli individui cui è stato somministrato il vaccino antiinfluenza A per via nasale possono esibire risultati positivi ai test fino a 3 giorni dopo la vaccinazione. 13. VALORI PREVISTI Nelle zone temperate, le epidemie di influenza causate dal tipo A o B si manifestano nel tardo autunno e all’inizio della primavera, mentre nelle zone tropicali non è interessata una stagione in particolare. In genere, le quote di infezione del virus dell’influenza A nei bambini non immunizzati e negli adulti è simile e le manifestazioni cliniche dell’infezione evidenziano una correlazione inversa all’età10,11,12. Durante le epidemie di virus dell’influenza B la quota più rilevante di casi viene riferita in bambini in età scolare13,14. Nel corso di un inverno, in cui il virus influenzale prevalente corrisponde a un ceppo in circolazione da diversi anni, con conseguente immunizzazione di gran parte della popolazione, ai virus influenzali può essere attribuita la causa di ca. il 15% delle infezioni delle vie respiratorie. Se un nuovo ceppo di virus influenzale viene introdotto in una comunità e un gran numero degli individui esposti non è immune, il ceppo influenzale può causare il 50% di tutte le infezioni respiratorie. In un’epidemia riconosciuta e definita, si possono individuare fino al 100% dei casi, utilizzando metodi sierologici e di determinazione antigenica a scopo diagnostico15. 14. CARATTERISTICHE DI PERFORMANCE SPECIFICHE 14.1. REATTIVITA’ DEGLI ANTICORPI MONOCLONALI Gli anticorpi monoclonali utilizzati in questo test, attraverso immunoanalisi, sono stati evidenziati come specifici. Gli anticorpi del virus dell’influenza A determineranno i ceppi H1N1, H2N2, H3N2 del virus dell’influenza A e gli anticorpi del virus dell’influenza B determineranno i diversi virus dell’influenza B raccolti durante il 1940 ed il 19846,16,17. 14.2. STUDI CLINICI IMAGEN Influenza virus A e B test è stato studiato in due centri di sperimentazione clinica su secrezioni rinofaringee e su escreato, prelevati da bambini e adulti ricoverati con sintomatologia da infezione delle vie respiratorie. Il test è stato inoltre valutato in 5 centri di sperimentazione su culture cellulari di ceppi polivalenti del virus per confermare la presenza di virus influenzali. Gli studi sono stati effettuati negli USA, in Europa e in Estremo Oriente. I centri di sperimentazione hanno effettuato test diretti su 213 campioni clinici e su 227 campioni per la conferma della coltura cellulare. I ceppi determinati dagli anticorpi monoclonali dell’ IMAGEN Influenza virus A e B test comprendono 22 diversi ceppi di virus dell’influenza A e 20 diversi ceppi del virus dell’influenza B. I metodi standard (di riferimento) utilizzati, comprendevano test di immunofluorescenza indiretta effettuati direttamente sui campioni e colture cellulari di cellule renali di babbuino, cellule MDCK o di uova di gallina embrionate. Le colture positive al virus sono state confermate mediante immunofluorescenza indiretta, utilizzando anticorpi monoclonali o policlonali o inibizione dell’emoagglutinazione (HAI). 14.3. PERFORMANCE CLINICA 14.3.1 Campioni diretti I campioni clinici sono stati prelevati principalmente durante gli inverni 1984-1987 e i centri di sperimentazione hanno comparato IMAGEN Influenza virus A e B test con i metodi standard. Per questa valutazione sono stati utilizzati sia campioni clinici freschi sia campioni precedentemente congelati. sensibilità era pari a 86,7% (13/15) e la specificità pari a 99,5% (197/198). I valori predittivi dei risultati positivi e negativi erano pari rispettivamente a 92,9% (13/14) e a 98,9% (197/199). Tabella 14.3.1 Comparazione tra i risultati dei test di IMAGEN Influenza virus A reagent utilizzato direttamente su campioni clinici e i test standard TEST RISULTATI Metodo standard IMAGEN Influenza virus A Centro 1 Centro 2 N. COMPLESSIVO di campioni (213) Neg Neg 59 101 160 Pos Pos 35 16 51 Pos Neg 1 1 2 Neg Pos 0 0 0 Tabella 14.3.2 Comparazione tra i risultati dei test di IMAGEN Influenza virus B reagent utilizzato direttamente su campioni clinici e i test standard TEST RISULTATI Metodo standard IMAGEN Influenza virus B Centro 1 Centro 2 N. COMPLESSIVO di campioni (213) Neg Neg 81 116 197 Pos Pos 12 1 13 Pos Neg 1 1 0 Neg Pos 1 0 1 14.3.2 Conferma della coltura cellulare Cinque centri di sperimentazione hanno testato IMAGEN Influenza virus A e B test su isolati clinici e su ceppi polivalenti isolati in colture cellulari. L’isolamento del virus è stato effettuato utilizzando cellule renali primarie o secondarie di babbuino o cellule renali canine Madin-Darby (MDCK). Le colture cellulari prima dell’applicazione sui vetrini sono state lavate in PBS (vedi sezione 9.2). I vetrini sono stati fissati in acetone e testati con IMAGEN Influenza virus A e B reagents. Per questa valutazione sono stati utilizzati sia campioni clinici freschi, isolati, che campioni precedentemente congelati. Sono state valutate complessivamente 227 colture, che comprendevano 54 colture positive al virus dell’influenza A e 30 colture positive al virus dell’influenza B. Gli isolati delle colture cellulari sono stati confermati attraverso immunofluorescenza o inibizione dell’emoagglutinazione (HAI). Il risultato dei metodi di riferimento veniva considerato positivo se la coltura cellulare o l’immunofluorescenza indiretta erano positive sui campioni diretti. Ciò ha permesso di rilevare la presenza del virus non vitale attraverso fluorescenza o di individuare il virus esente da cellule attraverso coltura cellulare. I risultati (Tabelle 14.3.3 e 14.3.4) indicano che l’Influenza virus A reagent individua tutti gli isolati del virus dell’influenza A (sensibilità 100%), mentre l’Influenza virus B reagent rileva tutti gli isolati del virus dell’influenza B (sensibilità 100%). La tabella 14.3.1 indica i risultati ottenuti con IMAGEN Influenza virus A reagent. L’incidenza generale di influenza in queste popolazioni era pari al 24,9%. I risultati del test IMAGEN Influenza A evidenziavano correlazione con i test standard in 211 casi (99,1%). La sensibilità era del 96,2% (51/53) e la specificità del 100% (160/160), assumendo una specificità e una sensibilità dei metodi standard pari al 100%. I valori predittivi dei test positivi e negativi erano rispettivamente pari al 100% (51/51) ed al 98,8% (160/162). Tabella 14.3.3 Comparazione tra i risultati dei test di IMAGEN Influenza virus A reagent utilizzato per la conferma colturale e i test standard La sensibilità, la specificità e i valori predittivi sono stati calcolati come descritto in precedenza18. La tabella 14.3.2 indica i risultati ottenuti con IMAGEN Influenza virus B reagent. L’incidenza generale di influenza B in queste popolazioni era pari al 7,0%. Ciò riflette una bassa prevalenza di casi di influenza B in Europa durante sperimentazioni cliniche. I risultati del test IMAGEN Influenza B evidenziavano l’esistenza di una correlazione con i test standard in 210 casi (98,6%). La La specificità di entrambi i reagenti era pari al 100%. TEST RISULTATI Metodo standard IMAGEN Influenza virus A Centro 1 Centro 2 Centro 3 Centro 4 Centro 5 N. COMPLESSIVO di campioni (227) Neg Neg 59 27 43 23 21 173 Pos Pos 13 1 13 22 5 54 Pos Neg 0 0 0 0 0 0 Neg Pos 0 0 0 0 0 0 Tabella 14.3.4 Comparazione tra i risultati dei test di IMAGEN Influenza virus B reagent utilizzato per la conferma colturale e i test standard TEST RISULTATI Metodo standard IMAGEN Influenza virus B Centro 1 Centro 2 Centro 3 Centro 4 Centro 5 N. COMPLESSIVO di campioni (227) Neg Neg 69 25 54 27 22 197 Pos Pos 3 3 2 18 4 30 Pos Neg 0 0 0 0 0 0 Neg Pos 0 0 0 0 0 0 14.4. CROSS-REATTIVITA’ IMAGEN Influenza A e B test è stato eseguito contro preparati di altri virus e organismi presumibilmente presenti nelle secrezioni delle vie respiratorie o in colture cellulari. Tutti gli organismi testati (Tabella 14.4) sono risultati negativi con IMAGEN Influenza virus A e B reagents. Tabella 14.4 Organismi analizzati con l’ IMAGEN Influenza virus A e B Test risultati negativi Acholeplasma laidlawii Adenovirus tipo 1 5 e 7 Bordetella parapertussis Bordetella pertussis Branhamella catarrhalis Candida albicans Chlamydia psittaci Chlamydia trachomatis Coxsackie virus tipo A9 e B4 Cytomegalovirus Echovirus tipi 3, 6, 9, 11 e 22 Virus di Epstein-Barr Mycoplasma pneumoniae Mycoplasma salivarium Mycoplasma orale Mycoplasma hominis Mycoplasma arginini Mycoplasma hyorhinus Neisseria meningitidis A Neisseria meningitidis B Neisseria lactamica Neisseria perflava Neisseria cinerarea Virus parainfluenzale tipo 1, 2 e3 Foamy virus Pneumocystis carinii Virus del Herpes simplex tipo Polio virus tipo 1 e 2 1e 2 Legionella pneumophila Virus sinciziale respiratorio Virus del morbillo Rinovirus Virus della parotite Virus delle scimmie tipo 5 e 40 Mycobacterium tuberculosis Staphylococcus aureus Mycobacterium avium Streptococcus gruppi A,B,C,D FeG Mycobacterium intracellulare Virus varicella zoster 15. BIBLIOGRAFIA 1. Frankl, R.I.B., Fauquet, C.M., Knudson, D.L., and Brown, F. (1992) Classification and Nomenclature of Viruses. Fifth Report of the International Committee on Taxonomy of Viruses. Archives of Virology Supplement 2, Spurger Velacy, New York, pp 263-270. Webster, R.G., Bean, W.J., Gorman, O.T., Chambers, T.M., and Kawaoka, Y. (1992) 2. 3. Evolution and Ecology of Influenza A viruses. Microbiological Reviews. 56: No 1, 152-179. Potter, C.W. (1990) Influenza. In Principles and Practice for Clinical Virology (eds A.J. Zuckerman et al). John Wiley and Sons Ltd, Chichester, pp 213-238. Murphy, B.R., and Webster, R.G. (1990) 4. 5. Orthomyxoviruses in Virology (eds B.N. Fields and D.M. Kripe) Raven Press, New York, pp 1091-1152. Galbraith, A.W. (1980) 6. Influenza - Recent developments in prophylaxis and treatment. British Medical Bulletin. 41: 381-385. 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