LA RIVOLUZIONE FRANCESE PAG. 249-282
Nel XVIII secolo la situazione economica francese è molto grave per cui il re Luigi XVI necessita di
attuare una riforma fiscale che abbatta i privilegi dei nobili e del clero al fine di ottenere nuovo
denaro per le casse dello stato, avendo speso molto a causa della guerra dei 7 anni e della guerra
in America a fianco dei coloni americani contro l’Inghilterra.
Il re Luigi XVI insieme al ministro delle finanze De colonne attua un piano di riforma, ma per
poterlo applicare necessita del consenso del Parlamento che invece si mostra contrario in quanto
non vuole che la nobiltà e il clero perdano i loro benefici. In questa situazione di stallo il re decide
di convocare gli Stati Generali che erano stati riuniti l’ultima volta nel 1614. Gli stati generali sono
la rappresentanza di tutta la società francese infatti sono divisi in 3 stati: la nobiltà, il clero e il
terzo stato formato dai commercianti, dai mercanti e dal popolo. Secondo la legge in vigore ogni
stato ha diritto ad un voto per cui se la nobiltà e il clero votassero uniti, la riforma proposta dal re
non passerebbe comunque. Gli esponenti del terzo stato chiedono non solo che il loro numero
venga aumentato, risultando pari a quello della somma fra nobiltà e clero, ma che si voti per
numero dei rappresentanti così da poter vincere e far varare le riforme. A sostegno di questa idea
si pone lo scritto dell’abate Sieyes il quale presenta lo scontro fra i nobili, il clero e il terzo stato
come lo scontro fra i privilegiati e i non privilegiati e modifica il concetto di libertà, sostenendo
che tutti gli uomini sono liberi per cui non devono esistere differenze e privilegi.
ll re convoca gli stati generali a Versailles il 5 maggio del 1789, avendo aumentato il numero dei
rappresentanti del terzo stato, ma non avendo ancora sciolto la questione del voto che accende
subito n forte dibattito finché il 17 giugno 1789 il terzo stato si proclama Assemblea Nazionale per
trasferirsi nella sala della pallacorda dove i rappresentanti giurano di rimanere uniti finché non
avranno scritto la Costituzione. Di fronte a questo evento il re ordina agli altri due stati di lavorare
insieme all’assemblea nazionale che diviene così assemblea costituente, ma nello stesso tempo
licenzia il ministro delle finanze e ordina all’esercito di circondare la città di Parigi.
La situazione precipita quando il popolo parigino assale la fortezza chiamata Bastiglia il 14 luglio
1789 uccidendone il suo comandante che aveva cercato di resistere. Il re, avendo paura di ciò che
sta accadendo, appoggia i rivoltosi.
Nell’estate del 1789 scoppia la rivolta nelle campagne da parte dei contadini verso i nobili, per cui
l’Assemblea vota l’abolizione del sistema feudale, togliendo tutti i privilegi ai nobili e al clero e
nello stesso tempo forma una guardia nazionale di volontari, con lo scopo di salvaguardare la
rivoluzione e fermare le violenze. A seguito di questo importante cambiamento, l’assemblea vota
la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Il re Luigi XVI tenta di opporsi a queste
riforme, ma una folla di donne seguite dalla guardia nazionale lo convince a trasferirsi insieme alla
sua famiglia a Parigi, mentre molti nobili tentano di lasciare la Francia recandosi all’estero.
L’assemblea costituente, che sta lavorando per redigere la Costituzione, si organizza in due
gruppi cioè a sinistra si schierano i radicali mentre a destra si schierano i moderati. Fuori
dall’assembla si formano i primi club, che supportano questi schieramenti, fra cui i più famosi
sono quello dei giacobini, di tendenza radicale, i foglianti che sono moderati e il potente club dei
cordiglieri, che è fortemente radicale, dove ci sono Marat e Danton.
L’assemblea tra il 1790 e il 1791 applica numerose riforme, quali:
1. la riforma del sistema giudiziario, dove il processo viene istituito in due istanze e si istituisce
la Corte di Cassazione ;
2. 2 si introduceva ghigliottina come macchina per eseguire le pene di morte , che non sono
abolite;
3. si tolgono tutti i titoli nobiliari e si annulla il diritto di primogenitura maschile per l’eredità,
stabilendo che tale eredità deve essere divisa equamente per tutti i figli e le figlie;
4. si confiscano i beni della chiesa, che vengono venduti al’asta e si annullano tutti gli ordini
religiosi. I nuovi funzionari del clero devono essere eletti dalle assemblee locali e devono
giurare sulla nuova costituzione se vogliono esercitare la loro professione. Di fronte a questo
sopruso il papa Pio VI condanna pubblicamente le azioni dell’assemblea creando uno scontro
fra la Francia rivoluzionaria e la Chiesa.
5. si riconosce la libertà di culto per tutte le religioni in quanto tutti i francesi sono cittadini al di
là del loro credo.
6. si vara la Costituzione che riconosce al re il potere esecutivo e il potere di veto nei confronti
delle leggi presentate dall’assemblea, mentre a quest’ultima rimane il potere legislativo.
Il re non accetta queste limitazioni al suo potere di sovrano e tenta di scappare vero l’Austria, ma
viene fermato e ricondotto a Parigi, dove è costretto a sotto firmare la Costituzione, tuttavia la
sua ostilità verso queste riforme è palese per cui la situazione precipita.
Nel settembre del 1791 viene eletta la prima assemblea legislativa a suffragio censi torio indiretto,
cioè possono votare solo i cittadini maschi che pagano le tasse, dove compaiono 3 schieramenti,
cioè i foglianti, i giacobini e i girondini guidati da Brissot. Questa assemblea promuove diverse
riforme in materia giuridica, come il matrimonio civile e il divorzio, tuttavia l’attenzione è rivolta
verso la possibilità di dichiarare guerra all’Austria e alla Prussia: nel precipitare degli eventi Austria
e Prussia hanno condannato apertamente le vicende francesi e si sono poste in un atteggiamento
ostile. Sia l’assemblea che il re vogliono la guerra in quanto l’assemblea spera così di far cessare le
proteste all’interno della Francia, mentre il re spera invece che grazie agli eserciti stranieri questa
rivoluzione venga definitivamente sconfitta. Il 20 aprile 1792 la Francia dichiara guerra all’Austria,
la quale ottiene l’immediato appoggio della Prussia.
La guerra inizia con diverse vittorie da parte degli eserciti austro-prussiani in quanto l’esercito
francese non è composto da soldati preparati a combattere ma da volontari, per cui il governo è
costretto a imporre il reclutamento obbligatorio al fine di far fronte alle numerose perdite di vite
umane. Il comandante delle forze prussiane comunica che non sarà tollerato alcuna forma di
violenza nei confronti della famiglia reale francese, alimentando il malcontento del popolo
francese.
In questo clima di grande confusione, il leader giacobino Robespierre si allea con i sanculottes
parigini, che sono un gruppo socio-politico formato da artigiani e impiegati radicali e mette a
punto un piano per abbattere l’assemblea legislativa e formare una Convenzione elettiva. Tale
piano viene realizzato con l’appoggio anche dei girondini il 10 agosto del 1792. Caduta
l’assemblea legislativa, il re viene esautorato dai suoi poteri e imprigionato, mentre si procede alle
elezioni dei rappresentanti della convenzione. Intanto sul fronte della guerra, la Francia ottiene le
prime vittorie contro gli eserciti di Austria e Prussia.
La convenzione decide di processare il re per tradimento e lo condanna a morte, di fatto il 21
gennaio 1793 Luigi XVI viene ghigliottinato a Parigi.
All’interno della convenzione si scontrano i girondini di Brissot e i giacobini di Robespierre sul
piano delle riforme, dove :
 si decide di istituire un tribunale rivoluzionario a Parigi, che ha il compito di condannare
chiunque abbia agito contro il popolo francese;
 si decide di dichiarare guerra anche all’Inghilterra, all’Olanda e alla Spagna facendo
precipitare la situazione in quanto per far fronte ad un allargamento così vasto del
conflitto , la convenzione deve imporre una nuova leva forzata, che tuttavia genera
numerose rivolte soprattutto nelle campagne a partire dalla Vandea;
 si cerca di attuare nuove misure economiche al fine di far calare l’inflazione, mentre i
sanculotti chiedono che venga istituito un calmiere dei prezzi sui cereali e sulla farina.
Di fronte a questo malcontento i sanculotti assalgono il 31 maggio del 1793 la convenzione dove
sono arrestati i girondini, dando il potere ai giacobini di Robespierre, il quale salito al potere
insieme a Saint-Just e Couthon istituisce la repubblica del Terrore, attuando 4 misure importanti,
che sono:
1. l’istituzione della legge del sospetto, secondo la quale chiunque può essere arrestato e
quindi condannato a morte anche solo per il sospetto di avere agito contro il bene della
Francia. Grazie a questa legge i giacobini mandano a morte numerose persone.
2. l’istituzione del calmiere dei prezzi, che tuttavia non fa migliorare la grave crisi economica
presente in Francia.
3. la riforma del calendario e della religione, dove viene imposto il culto della Ragione;
4. la coscrizione di massa, attuata per avere nuovi soldati da mandare al fronte. In questo
periodo, tuttavia, l’esercito francese segna diverse vittorie sia contro l’Inghilterra sia
contro la Spagna.
Di fronte a queste vittorie i francesi si aspettano che questo clima di terrore imposto dai giacobini
venga meno, ma ciò non è così per cui il 27 luglio 1794 i sanculotti parigini affiancati dalle classi
medie attua un colpo di stato a Parigi condannando immediatamente a morte Robespierre e i suoi
collaboratori. Finisce così la repubblica del terrore.