La gestione farmaci La dei gestione dei >> La gestione dei farmaci in chiave lean: il caso ICZ LA GESTIONE DEI FARMACI IN CHIAVE LEAN: IL CASO ICZ Presentato al convegno Ailog di novembre 2011 (www.logfarma.it) da Massimo Castoldi, Direttore Sanitario ICZ, e Michele Mattioli, Chief Consultant Healthcare Management, il progetto messo in atto presso gli Istituti Clinici Zucchi riguarda praticamente la riorganizzazione dei processi di riordino dei farmaci in chiave “lean” G li Istituti Clinici Zucchi, in collaborazione con il consorzio Healthcare Management, hanno colto l’occasione di un’ampia riorganizzazione interna per ripensare a fondo anche tutto il ciclo relativo alla gestione dei farmaci. I risultati conseguiti non sono solo numeri e percentuali, ma anche un cambiamento di linguaggio e di mentalità del personale medico, primo e fondamentale pilastro di questo processo. 14 Qualche nota sugli attori coinvolti. Gli Istituti Clinici Zucchi, che fanno parte del Gruppo Ospedaliero San Donato - primo gruppo ospedaliero privato in Italia – comprendono due Presidi ospedalieri (Monza e Carate) e un Poliambulatorio a Brugherio, con un numero di 429 posti letto accreditati e circa 750 tra dipendenti e collaboratori. Dal canto suo il Consorzio HealthCare Management è la realtà che Assist Consulting e Jmac Europe hanno creato con l’obiettivo di diffondere la cultura, i principi e la pratica del lean >gennaio/febbraio 2012< Logistica Management management nella sanità italiana. Il progetto di revisione delle modalità di gestione dei farmaci e presidi ospedalieri è partito intorno alla fine del 2009, con i seguenti obiettivi: ridurre il livello medio delle scorte e conseguentemente degli spazi di stoccaggio; riequilibrare la distribuzione delle scorte per farmaci e presidi riducendo il rischio di stock out; semplificare le attività di riordino e di verifiche inventariali. in chiave casoilICZ farmaci in lean: chiaveillean: caso ICZ Gli Istituti Clinici Zucchi, in collaborazione con il consorzio Healthcare Management, hanno colto l’occasione di un’ampia riorganizzazione interna per ripensare a fondo anche tutto il ciclo relativo alla gestione dei farmaci Grazie al supporto di Healthcare Management, questi obiettivi sono stati perseguiti adottando l’approccio lean per la gestione delle scorte, e seguendo in particolare tre passi successivi: l’analisi del processo allo stato attuale e re-design in logica pull, al fine di ridurre le scorte e realizzare approvvigionamenti nelle quantità minime necessarie; l’introduzione di un sistema visuale di rilevazione dei fabbisogni, mediante il ricorso a un sistema “kanban” (“cartellino”); e, infine, la costruzione di una modalità ordinata e standardizzata nella disposizione e stoccaggio dei farmaci a magazzino e nei reparti, in grado di evidenziare tempestivamente l’emergere di un fabbisogno (“5S”). Da sottolineare che in questo lungo processo si è puntato fortemente sulla formazione e sul coinvolgimento del personale, cosa che ha notevolmente ridotto le resistenze al cambiamento che spesso si riscontrano in queste situazioni. La reale collaborazione con il personale ha probabilmente influito sul tasso di risultati conseguiti in fase di test, che si possono riassumere in una diminuzione del 20% nel valore dello stock, e del 30% in termini di tempo da dedicare alle operazioni di riordino materiali all’interno dei reparti. Inoltre, come riportato dal direttore sanitario, questa nuova visione dei processi ha portato un GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO Tre, come detto sopra, erano gli obiettivi del progetto: riduzione delle scorte, riduzione nel contempo dei rischi di rottura di stock e semplificazione dei processi di riordino. Cominciamo dal primo. Osservando la distribuzione delle scorte nel reparto, risultava evidente lo sbilanciamento verso i punti di consumo (ovvero i reparti) con un conseguente aumento del livello di scorte complessivo, generato ad esempio dalla presenza di “scorte di sicurezza” in tutti i punti di consumo. E questo per il timore di non avere il farmaco giusto al momento giusto. Per evitare tali evenienze, i capisala tendevano ad incrementare in modo piuttosto incontrollato le scorte disponibili all’interno dei reparti. E l’aumento delle scorte ai punti di consumo, comportava un aumento delle scorte in generale, anche presso il magazzino centrale. forte contributo alla qualità delle attività sanitarie, che invece vedono una fonte di tensione continua nel sovraccarico burocratico e normativo che da anni grava sulla sanità nazionale. Applicando invece dei processi più semplici e correttamente pensati sulle reali esigenze della struttura, l’intero contesto medico ne risulta migliorato, con un cospicuo beneficio sul carico emotivo e psicologico del personale. Tutto questo, grazie anche ai concetti di snellimento insiti nella visione lean. Ora, tale situazione aveva come conseguenza non tanto quella voluta, ovvero la riduzione del rischio di mancanza dei farmaci al momento opportuno, ma proprio l’opposto. La “polverizzazione” delle scorte nei numerosi luoghi di stoccaggio aumentava le possibilità di disservizio, ovvero l’eventualità di non poter reperire determinati farmaci e presidi. Nonostante il sovraccarico delle scorte nei punti di consumo, anzi forse proprio per questo motivo, le cosiddette “rotture di stock” erano un’eventualità non rara. A fronte di Logistica Management >gennaio/febbraio 2012< 15 >> La gestione dei farmaci in chiave lean: il caso ICZ Il livello di soddisfazione, espresso dai responsabili della struttura, ma anche dai tanti operatori e medici che hanno contribuito al progetto, è tangibile previsti, frequenza di somministrazione e tempo complessivo previsto per la terapia. magazzini sovradimensionati, insomma, nel complesso si riscontravano problemi di rifornitura del farmaco. Con ovvie ripercussioni sui pazienti in termini di qualità del servizio. Conseguenza più ovvia di questa situazione, era la forte complessità delle procedure di riordino e di verifica inventariale, tali da sottrarre diverso tempo alle attività a più alto valore aggiunto. Da considerare anche la numerosità e complessità dei materiali che vengono gestiti all’interno di un ospedale, che ha pochi paragoni sul mercato. L’attività di riprogettazione ha preso il via innanzitutto con un’analisi puntuale dello storico dei consumi, sia nei reparti che nel nel magazzino centrale: un prerequisito fondamentale per capire il comportamento dei vari articoli gestiti. Da questa analisi preliminare è emerso che il 24% della giacenza si aveva nel magazzino centrale, contro il 76% presente nei magazzini di reparto/punti di consumo, come puntualizzato da Michele Mattioli nel corso del convegno. Un dato che spiega i rischi elencati sopra, ovvero l’eventualità di stock out pur in presenza di scorte eccessive, in quanto polverizzate fra i vari reparti. Successivamente, anche a seconda del reparto o servizio in cui è stato effettuato il test, il progetto ha preso due direzioni distinte. Presso il servizio di endoscopia scelto come area test, è stato introdotto uno strumento di tipo kanban per effettuare il riordino dei materiali. Si ritrovano in 16 questa operazione una serie di concetti tipici dell’approccio lean, ovvero la collaborazione con gli operatori nella definizione degli strumenti da utilizzare, l’introduzione di segni visivi immediatamente riconoscibili, l’idea di puntare all’assoluta semplicità (il famoso concetto Toyota di “poka yoke”, “a prova di errore”). In sintesi, il cartellino kanban serviva a determinare la scorta minima oltre la quale doveva partire il riordino, in modo che la caposala potesse effettuare tale operazione in base a un criterio fisso. Oggi insomma si capisce a colpo d’occhio il limite oltre il quale bisogna riordinare. In questo modo sarà l’effettiva previsione di consumo a “tirare” la fornitura del farmaco dal magazzino al reparto, e non il timore di una sua eventuale mancanza. Un altro percorso ha invece trovato applicazione presso un diverso reparto test, quello del day hospital oncologico. In questa situazione, l’analisi dei consumi non poteva fornire dati sufficienti all’avvio di una nuova procedura di riordino, in quanto tali consumi hanno una componente di imprevedibilità che non si può trascurare, dovuta anche al recente aumento del numero dei pazienti e della numerosità delle patologie. In presenza quindi di questa percentuale incomprimibile di discontinuità della domanda, è stato necessario aggiungere uno strumento apposito per la previsione del fabbisogno, basato su altri criteri oltre alla sola analisi dello storico. Come dati di partenza, sono stati inseriti: i piani di terapia che vengono definiti per ciascun paziente sull’arco di cinque settimane, comprensivi di farmaci >gennaio/febbraio 2012< Logistica Management Lo strumento proposto consentiva di mettere in relazione questi dati con la disponibilità dei farmaci, ottenendo in risposta tre tipi diversi di codice colore: rosso, equivale a scorte eccedenti i consumi previsti; verde, significa che la disponibilità di farmaci è coerente con le cinque settimane tipicamente previste dai piani terapia, mentre infine il codice bianco significa che per tale farmaco è necessario effettuare un riapprovvigionamento per soddisfare le cinque settimane di durata prevista. I RISULTATI CONSEGUITI Il livello di soddisfazione, espresso dai responsabili della struttura, ma anche dai tanti operatori e medici che hanno contribuito al progetto, è tangibile. Procedure più snelle e più correttamente impostate consentono di definire meglio il flusso del valore per il paziente, che è in ultima analisi il principale destinatario di questi progetti. Gli strumenti proposti consentono di gestire determinate procedure in modo più veloce e più semplice; a colpo d’occhio, sia grazie ai cartellini kanban, che allo strumento di previsione dinamica proposto nel reparto di oncologia. Va ancora sottolineato che i tre obiettivi di partenza del progetto, già di per sé significativi, hanno ulteriormente enfatizzato il loro effetto per la loro concomitanza con l’ampio progetto di ristrutturazione aziendale, e con la volontà di coinvolgere profondamente il personale in quello che è stato principalmente un nuovo percorso culturale. Con il passare del tempo, conclude il dott. Castoldi, un progetto nato da un’esigenza circoscritta, ovvero la necessità di gestire meglio il ciclo dei farmaci, si è allargato all’intera struttura ed è diventato un serio motivo di riflessione organizzativa, interfacciandosi strettamente con tutto il percorso di ristrutturazione degli ospedali. Andando a toccare così diversi nuclei vitali dell’azienda, ai quali ha aperto profonde possibilità di miglioramento.