ALLERGIA A FARMACI E SPORT All'inizio del 3°millennio lo sport viene considerato la migliore garanzia per un corretto sviluppo psicofisico, la socializzazione el'autostirna e la principale forma di prevenzione contro le malattie, soprattutto per le persone anziane. Con l'aumento della pratica sportiva è quindi inevitabile che il medico dello sport si trovi più frequentemente di fronte a varie patologie, in particolare di tipo allergico. Si definisce reazione avversa ad un farmaco ogni reazione indesiderata ed imprevista che si verifica in seguito alla sua assunzione. Gli effetti indesiderati dei farmaci possono essere distinti in 2 gruppi: 1) di tipo tossico ( da sovradosaggio, deficit enzimatico, alterato assorbimento, interazione, mancata in attivazione, ecc.) 2) reattivi propriamente detti (su base immunologica e su base extra-immunologica ) La differente patogenesi delle sindromi reattive propriamente dette si può distinguere con l'aiuto di alcuni parametri. Caratterizzano le reazioni allergiche un esame allergologico positivo, una bassa incidenza (15-20%), reazioni ingravescenti a successive somministrazioni di minime dosi del farmaco. Le reazioni da intolleranza o pseudo-allergiche (ipersensibilità non immuno-mediata) si distinguono invece per un esame allergologico negativo un'alta incidenza (80-85%), una dose -dipendenza. I chemioantibiotici (in particolare le betalattamine) rappresentano i farmaci più coinvolti nelle reazioni allergiche vere, così come i FANS lo sono nell' ambito delle reazioni pseudo-allergiche. Le reazioni allergiche sono in genere dovute ad immunoreazioni di I tipo (IgE-mediate) o di IV tipo (celi-mediate) e più raramente ad immunoreazioni di II tipo (citolitiche o citotossiche) o di III tipo (da immunocomplessi). Il meccanismo patogenetico delle reazioni pseudo-allergiche non sempre è chiaro. Può essere dovuto a liberazione diretta d'istamina e degli altri mediatori chimici a livello dei mastociti e dei basofili, ad attivazione del complemento, ad inibizione della cic1ossigenasi, a reazioni di tipo neurovegetativo. Nell'ambito delle reazioni pseudo-allergiche merita una particolare attenzione la sindrome da Intolleranza Polimedicamentosa, caratterizzata da intolleranza a molteplici farmaci non. correlabili tra loro dal punto di vista chimico, antigenico e farmacologico (almeno 3 ed assunti in momenti diversi). Per l'enorme uso dei farmaci betalattamici e la conseguente maggiore frequenza di reazioni avverse ad essi, questi sono senza dubbio gli antibiotici più studiati in senso allergologico. Le penicilline, analogamente alle cefalosporine hanno nella loro struttura il gruppo tetra-atomico beta-lattamico responsabile dell'allergia crociata tra penicilline, penicilline semisintetiche e cefalosporine. Negli ultimi anni però il problema di tale cross-reattività si è notevolmente ridimensionato per la scoperta di più epitomi antigenici rappresentati da gruppo tiazolidinico, dalle catene laterali e dal gruppo NAD. Oltre alla cross-reattività fra le betalattamine si deve tenere in considerazione la cross-reattività fra gli altri antibiotici, come fra c1oramfenicolo e tiamfenicolo, fra lincomicine, fra aminoglicosidici, macrolidi. In genere l'intolleranza all' ASA, di natura pseudo-allergica si associa ad un' intolleranza agli altri FANS, per cui esiste una cross-reattività fra tutti i farmaci di questa categoria. Ciò che accomuna tali farmaci è la loro interferenza nel metabolismo dell' acido arachidonico mediante inibizione della cicloossigenasi a favore della lipo-ossigenasi con conseguente inibizione della prostaglandino-sintesi e produzione di leucotrieni (soprattutto C4 eD4). Il loro ruolo patogenetico però ancora non è ben chiaro in quanto farmaci come il paracetamolo o la nimesulide, dotati anch'essi di potere prostaglandino-inibitore, sono generalmente ben tollerati da tali pazienti. Spesso l'intolleranza all' ASA si associa alla poliposi nasale e quando è presente anche asma bronchiale (per lo più di tipo intrinseco) viene a configurarsi la cosiddetta Malattia da ASA o ASA TRIAD, affezione generalmente piuttosto grave. Altri farmaci spesso coinvolti in reazioni d'ipersensibilità sono gli anestetici locali con un meccanismo di tipo neurovegetativo) gli anestetici generali (per azione istamino-liberatrice o per una reazione IgE-mediata). Anche i mezzi di contrasto iodati , soprattutto quelli ionici, sono responsabili di effetti indesiderati con meccanismo prevalentemente tossico e solo eccezionalmente immunologico. Le manifestazioni cliniche provocate dai farmaci sono prevalentemente cutanee, soprattutto erticarioidi angioedematose. Seguono i sintomi respiratori, gastrointestinali ecc. lo shock anafilattico si verificato in una piccola percentuale dei casi (0,15%- 2,2%). Differenziando i vari sintomi tra i pazienti allergici e quelli pseudo-allergici, non si osservano differenze statisticamente significative carico delle manifestazioni più frequenti Interessanti disparità invece si ritrovano se osserviamo i sintomi più rari come l'esantema fisso, che si ritrova esclusivamente nelle reazioni pseudo-allergiche, o la sindrome di Steven-Johnson ( mucosità pluriorifiziale) e la sindrome di Lyell (necrolisi tossica epidermica) (tra le reazioni più gravi, e a volte mortali, in genere mediate da meccanismo extraimmunologico) La diagnosi si basa, oltre che su un'accurata anamnesi, su tests in vivo ed in vitro. Tra i test in vivo, le cutireaz. (prick, id, patch) rappresentano il cardine della diagnostica allergologico. I prick e le id sono utili per la ricerca di IgE cutisensibilizzanti farmaco-specifiche. La lettura si effettua dopo 20'. Si considera positivo l'esame se si ha una reazione pomfo eritematosa di almeno 5mm. di diametro. I patch test, eseguiti per la ricerca di un'evo allergia di IV tipo, vengono letti dopo 48/72 ore dall'applicazione del cerotto contenente il farmaco opportunamente diluito; il test si considera pos quando è presente una reazione eritemato-infiltrativa di almeno 1 cm di diametro. I test di provocazione orale, nasale, bronchiale, parenterale, sempre più di frequente vengono usati per identificare farmaci alternativi oppure quando è necessario documentare da un punto di vista eziologico anche se non patogenetico la responsabilità dei vari farmaci. Tali test vanno ovviamente effettuati in ambienti specialistici attrezzati per fronteggiare eventuali emergenze. Per quanto riguarda i test in vitro, il RAST ha una resa limitata e non è disponibile per tutti i farmaci Infine il dosaggio delle IgE totali È un esame poco specifico; infatti in una nostra casistica è risultato in media nell'ambito della norma senza alcuna differenza statisticamente significativa tra allergici e pseudo-allergici. L'esame allergologico dà la possibilità di diagnosticare allergia ai farmaci in circa il 20% dei casi negli adulti, percentuale. che scende ulteriormente nei bambini. Quando ci si trova di fronte ad un paziente con una reazione avversa in corso si deve subito attuare una terapia sintomatica che deve essere adeguata al grado della sintomatologia. In caso di reazioni lievi sono sufficienti antistaminici e/o cortisonici per os In caso di reazioni di grado moderato si dovrà intervenire con una terapia antistaminica e cortisonica per via parenterale In caso di gravi reazioni il farmaco di prima scelta sarà l' adrenalina, la cui somministrazione deve essere sempre seguita dalla somministrazione di cortisonici ed antistaminici e.v In caso di terapia di emergenza ovviamente non ci si deve preoccupare dell' effetto dopante dei cortisonici, che sono indispensabili, insieme agli altri farmaci, a bloccare le reazioni avverse. In caso di necessità di somministrare farmaci a pazienti di cui non si conosce la storia clinica è buona norma interrogarli su eventuali pregressi episodi di intolleranza. In tali casi si dovranno evitare i farmaci incriminati e tutti quelli ad essi correlati, e consigliare altri alternativi completamente diversi dal punto di vista immunogenico. In caso di assoluta necessità, se l'esame allergologico è negativo si suggerisce una profilassi con DSCG (in caso di farmaci orali) e/o un'associazione con terapia antireattiva (antistaminici ed eventualmente cortisonici). Se l'esame allergologico è positivo, o quando , in caso di esame allergologico negativo, la profilassi antireattiva non è sufficiente e non è possibile sostituire il farmaco con un altro alternativo si deve sottoporre il paziente a desensibilizzazione. La desensibilizazione si attua somministrando dosi progressivamente crescenti del farmaco fino ad arrivare alla dose terapeutica senza disturbi tale procedimento ovviamente deve essere attuato in ambiente adeguato e con le opportune cautele (per i rischi che comporta)