ICT, spazio virtuale - Apeiron

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NUOVE COMUNICAZIONI
GLOBALi
E
NUOVE GEOGRAFIE
a cura di
Giacomo Corna Pellegrini
Maria Paradiso
CUEM
Marzo 2009
© CUEM Soc. Coop.
Via Festa del Perdono 3
20122 Milano
[email protected]
È vietata la riproduzione, effettuata
con
qualsiasi mezzo, non autorizzata.
Stampa: Globalprint s.r.l.
Via degli Abeti, 17/1- 20064
Gorgonzola - Milano
In copertina:
Una prospettiva inconsueta, da
Ti racconto il Mondo, Collana di Geografia
diretta da G. Corna Pellegrini,
voI. Ti racconto ['ambiente terrestre,
di Corna Pellegrini G., Morazzoni M.,
Casari M., CUEM, Milano, 2001, p.16.
Introduzione. Nuove comunicazioni e nuove geografie
Giacomo Coma Pellegrini - Maria Paradiso
Parte Prima: Le nuove comunicazioni
p.
5
Il
Comunicazione globale e nuova Geografia dinamica
Giacomo Coma Pellegrini
13
Geografie della comunicazione globale. Acquisizioni e
frontiere degli studi per un'agenda di ricerca
Maria Paradiso
31
Nuove tecnologie della comunicazione nel campo della
cultura e del turismo. L'evoluzione del dialogo
interculturale
Alessia Mariotti
47
Lo spazio e il tempo della virtualità
Luisa Carbone
61
Libertà e Web. Implicazioni geografiche nell'accesso,
produzione e fruizione dell'informazione in rete
Francesca Zanutto
79
I siti web come forme di auto rappresentazione
territoriale. Una metodologia di analisi
Cristiano Giorda
97
Comunicazione,
Mario Casari
previsione e stati di natura
p.
111
Parte Seconda: Casi di studio
123
Comunicare la geografia nella rete globale: i progetti
"Maps in Literature" e "Maps in Movies and Tv"
Giacomo Andreucci
125
Spazi di creazione della conoscenza scientifica in rete
e nuove abilità
Paola Zamperlin
139
JCT, spazio virtuale e formazione digitale
Monica Morazzoni - Patrizia De Ponti
157
Facebook: il medium è il messaggio. Geografia di un
social network tra piazza di paese e villaggio globale
Fiammetta Martegani
167
J territori delle comunità d'interesse
comunicazione globale
Matteo Di Napoli
nell'era della
179
La mappatura
Pandora
Lorena Rocca
il Geoblog
dei valori territoriali:
L'JCT a supporto della condivisione nelle scelte
dei governi locali. Il Portale del Piano Strategico
'Metropoli Terra di Bari'
Maria Teresa Gatullo, Elena Palma, Antonella Rinella,
Francesca Rinella
191
213
Tecnologie della comunicazione e spazi della conoscenza:
nuovi rapporti tra luoghi reali e flussi virtuali
Michela Lazzeroni
p.
227
L'IT: àa ausiìio tecnico gestionale a fattore di cambiamento
territoriale. Un caso emblematico nella filiera viticola del
Veneto occidentale
Luca Simone Rizzo
237
L'Università, la Geografia e una manifestazione musicale
nei Castelli Scaligeri veronesi: fruizione e comunicazione
Claudia Robiglio
255
Monica Morazzoni - Patrizia De Ponti50
JeT, spazio virtuale e formazione digitale
E' NATA UNANUOVAREALTA',
LAREALTA' VIRTUALE
Umberto Tenuta, 2003.
Abstract. Le straordinarie innovazioni tecnologiche hanno aperto e
condizionato nuove possibilità di sfruttamento, organizzazione e
percezione dello spazio materiale e virtuale e la digitalizzazione è parte
Università IULM di Milano, Istituto di Scienze dell'Uomo, del
Linguaggio e dell'Ambiente. Gli autori condividono la responsabilità di
tale lavoro, tuttavia a Monica Morazzoni si deve la stesura del paragrafo
2, a Patrizia De Ponti del paragrafo 3. La stesura del paragrafo 1 è frutto
di entrambi gli autori. [email protected]; [email protected]
50
157
del contesto della cultura umana. Indagando il ruolo della tecnologia
possiamo evidenziare, infatti, le molteplici interazioni tra uomo,
ambiente e società che sono alla base del sapere geografico. Le reti di
telecomunicazione sono oggi il motore della globalizzazione, della
deterritorializzazione e della virtualizzazione degli spazi. Ma le nuove
tecnologie digitali offrono pure grandi opportunità alla formazione e
all'apprendimento in ambito scolastico. Attraverso le ICT lo studente
diviene protagonista dei processi di acquisizione e autore del suo
processo di formazione.
Parole chiave. ICT, spazio materiale, spazio virtuale, didattica digitale,
lavagna interattiva multimediale (LIM).
Abstract. Technological innovation offered and innovate new uses,
organisation, perception, exploitation of material and virtual spaces
which are inter1inked. Exploring the mediation role of technologies we
can highlight the various relations of Man and Environrnent which are
the focus of geographical expertise. ICT offers also new opportunity of
leaming and teaching which are discussed in the paper.
Keywords. ICT, material space,
interactive multimedia blackboard.
virtual
space,
digital
teaching,
Spazio reale/Spazio virtuale
L'espressione "spazio virtuale" nel linguaggio comune è divenuto
sinonimo di "spazio sintetico generato dal computer"; in realtà, però, il
concetto di virtualizzazione dello spazio rimanda alla geografia: carte e
mappe mentali, ad esempio, sono tutte proiezioni virtuali dello spazio. Le
carte virtualizzano lo spazio materiale attraverso iL segno geometrico,
cosÌ come lo spazio è una produzione cultùrale umana, dove il linguaggio
consente di produrre luoghi.
E' possibile dunque pensare lo "spazio reale" come composto da una
componente materiale e una virtuale. La componente materiale
comprende il mondo fisico, quella virtuale rimanda alla materiale
attribuendo le nomi, valori, significato. L'attuale (ovvero lo spazio
materiale. in senso geografico), infatti, non avrebbe senso se non avesse
dei nomi, un linguaggio e degli esseri che hanno pensato e condiviso quei
nomi. Il nome è probabilmente la prima delle virtualizzazioni, la prima
decontestualizzazione dell'attuale in una virtualità (Giorda, 2000). Le
metafore, i simboli, le rappresentazioni sono tutte realtà virtuali.
L'uomo vive contemporaneamente
in entrambe le componenti,
potremmo dire che esperisce lo spazio materiale attraverso lo spazio
virtuale: posto di fronte ad un bosco fisico, fatto di piante e molecole di
legno ne registra l'estensione, la disposizione dei singoli alberi, l'odore,
il calore, le emozioni che provoca e, con questi dati, ne crea una mappa
mentale. Se il bosco fosse generato tramite grafica computerizzata, la
situazione rimarrebbe fondamentalmente la stessa: si creerebbe una
mappa mentale di un luogo sintetico.
Di conseguenza è possibile fare alcune considerazioni:
• gli spazi virtuali e le esperienze vissute all'interno di eSSI sono
assolutamente reali;
• l'uomo da sempre vive all'interno degli spazi virtuali, riflette su di
essi e ne crea dei nuovi;
• gli spazi virtuali digitali non sono concettualmente dissimili dagli
altri spazi virtuali. Questi hanno ottenuto il primato della definizione di
spazi virtuali per antonomasia, poiché sono i più recenti ad essersi
sviluppati, per la versatilità della tecnologia materiale che utilizzano e per
il loro sviluppo e la loro diffusione esplosiva. In un tempo molto breve si
sono imposti come una realtà quotidiana con cui una buona parte
dell'Umanità trova a confrontarsi.
La prospettiva adottata in questo lavoro è, dunque, orientata a superare la
dicotomia tra spazio reale e spazio virtuale. E' aperta, infatti, ad un
modello che include lo spazio virtuale fra le entità del reale e pone la
digitalizzazione nel contesto della cultura umana, senza confinarla in una
sfera della vita non definita.
"Rivoluzione" digitale e formazione
Tra gli elementi più significativi delle trasformazioni del secolo XX
bisogna porre in primo luogo le straordinarie innovazioni tecnologiche
che la ricerca scientifica ha reso possibili nei campi più disparati della
vita. Con capacità di comunicazione sempre maggiore, le tecnologie
informatiche hanno stabilito forti legami conoscitivi tra popoli e popoli,
tra persone e persone. In particolare, hanno messo in evidenza modalità
diverse del vivere e hanno evidenziato gli squilibri profondi esistenti tra
esse. Da ciò anche la loro carica "rivoluzionaria" (Coma Pellegrini,
2002).
La società nella quale ci troviamo a vivere è una "società
informazionale" (Castells, 1999, pp.57-64), una società fondata su un
costante e continuo scambio di flussi di informazioni e procedure che
attraversano, si creano, si aggiornano all'interno della rete reale e virtuale
di organizzazioni, istituzioni ed entità sopranazionali, la quale costituisce
il nostro mondo globalizzato. Questo scambio "materialmente" si realizza
attraverso le reti di comunicazione digitale.
Ma quali sono le principali conseguenze di questa tendenza globale, con
particolare riferimento al sistema della formazione?
In primo luogo, è necessario notare come il potere degli individui e delle
organizzazioni dipenda sempre più dalla loro capacità di accesso alla
conoscenza e dalla loro capacità di generarne di nuova, rimettendola
nella rete globale. Viviamo oggigiorno nella "società della conoscenza e
della formazione" (Ferri, 2008, p.l6), e dai sistemi della formazione
istituzionale, formale, informaI e e continua dipende la capacità degli
individui di affermarsi in essa.
In secondo luogo, la produttività e il tasso di competitività di un sistema
economico e sociale dipendono anche dalla loro capacità di innovare e
creare nuova conoscenza. Dipendono cioè dalla "classe creati va"
(Florida, 2005), che per crescere ha bisogno di formazione.
In terzo luogo, i flussi di immagini, suoni e messaggi creati dai nuovi
media, nonché la crescita della comunicazione bidirezionale da essi
generata sono un elemento fondamentale e senza il quale non esisterebbe
la "società in rete". Afferma Castells (1999, p.61):
"Abbiamo lasciato la galassia di Gutemberg alcuni anni fa e non
viviamo piÙ nell'epoca \dei massmedia, ma siamo immersi in una
costellazione e in un flusso dissonante di simboli e segni. Un universo
ipermediale di comunicazione audio visuale che scorre, si deposita e si
aggiorna continuamente attraverso la rete mondiale del! 'informazione e
dell 'intrattenimento digitale. E' compito dell 'istituzione formativa farsi
carico della nuova alfabetizzazione che con questo processo è
connessa ".
Lo scenario in cui la comunicazione formativa si trova a operare è
dunque profondamente mutato in questi anni. Si tratta di uno scenario
che non vede più solo nel "libro gutenberghiano" e nella "comunicazione
in presenza" i principali vettori della formazione.
Siamo nell'Era della "crossmedialità",
ovvero della possibilità di
trasmettere lo stesso contenuto attraverso media diversi, in modo da poter
ottenere vantaggi specifici da ciascun mezzo. E possiamo definire per
crossmediale qualsiasi contenuto (informazione, musica, testo, immagini,
video ... ) pubblicato su più media. Viviamo in un meccanismo di
relazione per il quale i contenuti mediali inducono il destinatario a
passare da un medium all'altro, per potenziare ed arricchire la propria
esperienza comunicativa, Iudica, formati va. Ci "muoviamo" attraverso
relazioni incrociate, che incoraggiano (gli utenti) a passare da una
destinatario) e
comunicazione unidimensionale
(mittente
bidirezionale (mittente ~
destinatario), a quella pluridimensionale e
incrociata (mittente e destinatario utilizzano diversi canali comunicativi, i
quali rimandano l'uno all'altro).
--+
Il Web 2.0 è la più evidente manifestazione della transizione (in atto) da
una modalità gutenberghiana
di trasmissione
del sapere e di
apprendimento alla nuova "intelligenza connetti va" , che caratterizza il
modo di comunicare e apprendere nelle "società informazionali"
contemporanee. Il W eb 2.0 prevede non solo la fruizione di informazioni,
ma la creazione di contenuti, la loro condivisione, la loro valutazione
critica. Si tratta, quindi, di un networking sociale e dinamico, che vede gli
utenti come principali protagonisti della generazione di contenuti, poi
fruiti dalla Comunità.
Sono gli utenti che determinano e danno senso ai data base delle
applicazioni Web 2.0 (Wikipedia, YuoTube, Dailymotion, ecc.), i quali
diventano sempre più ricchi di significati.
Questo "mercato"
dell'innovazione sociale e tecnologica è fatto di storie, narrazioni ed
esperienze degli user; è un "mercato fatto di conversazioni" (Levine et
all., 2000) che si confrontano e interagiscono tra di loro attraverso le
nuove piattaforme del "sodal networking".
Di fronte alle innovazioni tecnologiche, la scuola e i sistemi di
formazione attuali rischiano di rimanere arretrati. Si rischia cioè che tra
società e istituzioni educative si apra un gap molto pericoloso, laddove
invece la scuola ha il compito di mettere un po' di ordine nella
confusione dei media e di messaggi che bombardano tutti noi, ma in
particolare le giovani generazioni. La scuola ha, dunque, il compito di
educare ai media (Rivoltella, 2006) e di stimolare la capacità di "far
conversare" contenuti e codici comunicativi diversi tra loro. Si tratta di
insegnare, a bambini ed adolescenti, a mixare formati e contenuti diversi.
Le innovazioni tecnologiche aprono (o potrebbero aprire) all'interno
della scuola nuovi percorsi formativi, che richiedono però una salda
governance e una regia educativa assai attenta. Occorre integrare i
tradizionali strumenti di alfabetizzazione con le tecnologie della didattica
digitale, il cui valore sta nella funzione comunicativa, nella rapida
circolazione (e nel veloce accesso!) delle informazioni e nella stessa
creazi011e cooperativa del sapere.
Si tratta, quindi, di progettare percorsi didattici di introduzione alla
multimedialità, che permettano di valorizzare tutte le possibili abilità e
formae di intelligenza, in prÙnis quella relazionale e comunicativa (Ferri,
2008).
La didattica può, dunque, trovare nuove declinazioni nelle classi virtuali
e nelle innumerevoli opportunità offerte dalla tecnologia: Internet, iPod,
e-learning, lavagne digitali.
Dall'ardesia alla lavagna digitale
La didattica tradizionale si è sempre basata su diversi livelli di
rappresentazione: da quella concreta, che è sperimentata dagli alunni
attraverso il gioco o la manipolazione di materiale strutturato e non, si
passa a quella iconica (il disegno), fino a giungere alla rappresentazione
simbolica (ad esempio, il numero).
La diffusione delle tecnologie educative nel sistema scolastico italiano
cominciata nei primi anni Novanta del secolo scorso ha cambiato tale
situazione, introducendo una nuova rappresentazione, quella virtuale, che
si esprime anche attraverso l'utilizzo della Lavagna Interattiva
Multimediale (LIM).
La LIM è una superficie interattiva di dimensioni simili alla lavagna
tradizionale di ardesia, collegata a un computer connesso ad un proiettore
che manda l'immagine dello schermo sulla LIM. Ciò consente di
"lavorare" rimanendo davanti alla lavagna, usando tutte le risorse
presenti nel PC. Infatti, se immaginiamo che la LIM sia un foglio
(output) e operiamo con una apposita penna elettronica o un dito, tale
segnale (input) è "sentito" dalla lavagna, in quanto essa ha una superficie
elettronicamente sensibile. Il segnale viene poi trasmesso al computer
che, usando il software della LIM, lo elabora offrendo una serie di
opportunità agli allievi, quali: memorizzare il testo della lezione,
implementare la qualità del contenuto, scambiare materiali con altri
compagni, reperire contenuti digitali presso librerie e repository locali
online. In quest'ottica
l'uso della LIM facilita l'interazione,
la
multimedialità e la connettività, e permette al docente di migliorare la
progettazione,
la pianificazione
e ·1'organizzazione
dell' intervento
didattico.
Inoltre, mentre sulla tradizionale lavagna d'ardesia via via si cancella il
contenuto, la LIM, essendo uno spazio digitale, memorizza i diversi
"fogli" e conserva tutta la sequenza delle operazioni che compongono le
lezioni. Questo è un grande vantaggio: la LIM favorisce la conservazione
della "storia" del processo formativo di ciascun alunno e, mantenendone
traccia, agevola il recupero del suo svolgersi. L'alunno può così
interagire con lo schermo per rivedere, valutare, modificare il suo
percorso di apprendimento, che diventa in tal modo metacognizione
individuale. La tracci abilità può servire, a sua volta, al docente per "far
passare" i contenuti disciplinari attraverso la rivisitazione dei percorsi di
costruzione delle conoscenze, avviando una metacognizione sociale
(Carletti, Varani, 2005).
Dunque, la nuova lavagna rende possibile l'apprendimento attivo dello
studente, abbattendo l'isolamento della classe rispetto al mondo esterno e
favorendo l' acquisizione di quei codici espressivi e quei linguaggi che lo
studente usa nella vita quotidiana. D'altro canto, la lavagna d'ardesia
raramente si è concessa alla ricerca e alla scoperta dell'allievo.
Le infinite possibilità offerte dalle risorse digitali tolgono alle risorse
didattiche tradizionali (tra le quali il libro di testo) il ruolo
monopolizzante di fonte esclusiva del sapere per integrarlo in un più
ampio patrimonio di risorse differenti di apprendimento.
La capacità di integrare (e non di sostituire) le tecnologie tradizionali e la
prassi didattica consolidata alla luce delle nuove potenzialità della LIM
consente di gettare un ponte fra la realtà fisica e quella virtuale, facendo
diventare l'aula il luogo di incontro fra questi due mondi.
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