Le cause della Riforma La Riforma protestante ebbe il suo simbolico inizio nel 1517, anno in cui il monaco agostiniano tedesco Martin Lutero rese pubbliche presso il castello di Wittenberg le sue "95 tesi" polemiche contro la Chiesa di Roma. Motivo scatenante della contestazione di Lutero era stata la vendita delle indulgenze (cioè la remissione delle pene temporali per i peccati), voluta dal papa Leone X allo scopo di raccogliere denaro per la ricostruzione della basilica di San Pietro, ma l'idea di riformare la Chiesa aveva già da tempo radici consolidate. Da oltre un secolo prima della clamorosa protesta di Lutero si erano levate altre voci che condannavano il prevalere degli aspetti mondani su quelli pastorali nel ministero del papa e dei suoi sacerdoti, e con aspetti dottrinali e dogmatici diversi si era ipotizzata una riforma che recuperasse gli ideali di povertà e purezza alla base del messaggio dei Vangeli. Tra i precursori del movimento riformatore vi erano stati teologi come l'inglese John Wycliff e il boemo Jan Hus i quali negavano il ruolo del clero come intermediario tra Dio e i fedeli, e lungo questa linea avevano criticato ogni forma diptere temporale del papa e condannato la ricchezza delle gerarchie ecclesiastiche. Anche la predicazione di spirito egualitario di Girolamo Savonarola può essere inscritta nella stessa volontà riformatrice. Il movimento riformatore e soprattutto la rapida diffusione del protestantesimo trovarono alimento anche nella situazione politica e sociale. In quel periodo infatti ricordiamo che: -gli Stati europei tendevano a rafforzare il potere centrale -l'autorità nazionale del sovrano si scontrava con l'autorità universale del papa. La questione centrale di questo scontro politico era la limitazione dell'autorità di Roma in materia giudiziaria e fiscale (diritto di asilo nei luoghi sacri e nelle proprietà della Chiesa soggezione dei religiosi ai tribunali ecclesiastici e non a quelli statali, diritto della Chiesa a imporre tasse ed esenzione fiscale per le proprietà ecclesiastiche). Vi erano inoltre strette connessioni tra il contenzioso politico e l'interesse economico, la Chiesa infatti rastrellava con le indulgenze e le decime una significativa fetta della ricchezza nazionale, mentre l'interesse economico di governanti, borghesie cittadine e nobiltà di campagna era attirato dall'immenso patrimonio fondiario posseduto dalla Chiesa in ogni paese europeo. La Riforma luterana inoltre si innestò come utile pretesto nella lotta della grande feudalità contro il potere e contro l'impero cattolico del sovrano asburgico Carlo V. Infine, tra i fattori di rapida diffusione della riforma protestante va considerata la diffusione della stampa, che permise l'ampia circolazione delle tesi di Lutero. La riforma nel mondo tedesco La dottrina luterana Lutero, che era stato ordinato sacerdote nel 1507, era un giovane professore di Sacra Scrittura in Sassonia quando cominciò a sviluppare la sua teologia al centro della quale vi è la dottrina della "giustificazione per fede". Basandosi soprattutto sul l'analisi dei testi biblici, Lutero sosteneva che la giustizia divina è un atto che sfugge alla comprensione umana e quindi l'uomo per può essere giustificato da Dio, cioè perdonato dal peccato originale, solo per l'autenticità della sua fede. Non serve dunque cercare di comperare la salvezza dell'anima con opere di beneficenza in malafede o con l'acquisto di indulgenze, si può solo avere fiducia nella giustizia come un dono divino. Tale fondamento della dottrina luterana venne precisandosi nel contesto della contesa che oppose i monaci agostiniani, dei quali Lutero faceva parte, con i domenicani, incaricati di riscuotere le indulgenze per conto del papà e trasse alimento dall'opposizione di alcuni principi tedeschi al pagamento delle grosse somme richieste dai vescovi per inviarle a Roma. Il terreno fertile diede quindi ampiezza a quella che poteva essere una delle non rare dispute teologiche in seno alla Chiesa e avviò il movimento della Riforma. Dopo la clamorosa affissione del 1517 delle tesi luterane di critica alla Chiesa, l'affare crebbe di importanza e nel giugno dl 1520, con la bolla Exsurge Domine, Leone X condannò come eretica la dottrina di Lutero. La rottura divenne definitiva quando l'11 dicembre dello stesso anno Lutero bruciò pubblicamente le bolla papale e Leone X rispose nel gennaio 1521 con la scomunica del teologo riformatore. L'imperatore asburgico Carlo V convocò quindi Lutero davanti alla Dieta imperiale riunita a Worms (aprile-Maggio 1521), dove tuttavia il teologo rifiutò di ritrattare la sua dottrina e venne dunque messo al bando dal territorio di Sassonia. Nel corso del 1520 Lutero aveva intanto precisato e approfondito la sua teologia, che ebbe una trattazione sistematica nei quattro grandi scritti riformatori pubblicati in quell'anno. In queste opere venne precisato un altro dei punti fondamentali della dottrina luterana, la libera interpretazione della Bibbia, senza cioè tenere conto delle interpretazioni ufficiali né della mediazione dei sacerdoti; del resto, per la teologia luterana, ogni uomo ha un carattere sacro, può agire da sacerdote anche senza aver preso gli ordini, e quindi ogni fedele può amministrare i sacramenti. Questi, contrariamente all'uso stabilito dalla cristianità medievale, vengono ridotti da sette a due: il battesimo e l'eucaristia, gli unici nominati nelle Scritture. Il sacramento eucaristico fu inoltre diversamente interpretato rispetto alla dottrina della Chiesa di Roma: Lutero infatti rifiutava la dottrina della transustanziazione, seconda la quale il pane e il vino consacrati si trasformano nel corpo e nel sangue di Cristo e sostenne invece il valore esclusivamente commemorativo e simbolico del rito dell'Eucaristia. La rivolta sociale Grazie al successo editoriale delle opere di Lutero, soprattutto della sua traduzione in tedesco del Nuovo Testamento, e dei predicatori suoi seguaci, tra i quali, spiccò Filippo Melantone, la dottrina riformata ebbe una rapidissima diffusione nel mondo tedesco. Oltre a Federico il Saggio, elettore di Sassonia e protettore di Lutero, il luteranesimo fu accolta con favore anche dai principi tedeschi dell'Assia, del Brandeburgo, del Palatinato e da numerose città-Stato, che colsero l'occasione per incamerare beni della chiesa cattolica e accentuare la loro indipendenza dall'imperatore; alla divisione dei beni ecclesiastici aspirava anche la piccola nobiltà che fu protagonista nel 1552-53 di una rivolta contro la grande feudalità ecclesiastica e laica. La Riforma si diffuse anche tra le masse contadine, presso le quali furono recepite soprattutto le tematiche egualitarie della dottrina luterana (recupero dello spirito evangelico, polemica contro i ricchi), oggetto della predicazione di Thomas Müntzer, che fu tra i fondatori del movimento religioso degli anabattisti, così chiamati perché sostenevano la validità del battesimo solo per gli adulti consapevoli. Tra i contadini del Baden si accese nel 1524 una rivolta antifeudale per l'abolizione del corvées e la restituzione agli usi comuni di quelle terre recentemente usuravate dai signori locali. La rivolta dilagò rapidamente in altri Stati dell'impero e il movimento subì le influenze degli anabattisti, che in Turingia e Tirolo diedero vita nel 1525 a governo basati sull'uguaglianza universale e sulla comunione dei beni. Lo stesso Lutero, di fronte ai disordini provocati dai contadini, condannò la rivolta e le dottrine egualitarie degli anabattisti, mentre i principi scatenarono una sanguinosa repressione culminò con la sconfitta degli insorti nel maggio del 1525. Dopo altri tentativi insurrezionali nel decennio seguente gli anabattisti si spostarono gradualmente verso posizioni di non violenza, ma continuarono a essere perseguitati sia negli Stati cattolici sia in quelli luterani. I l f a l l i m e n t o d e l l a r i vo l t a s o c i a l e e b b e i m p o r t a n t i c o n s e g u e n z e sull'organizzazione del la Chiesa luterana, i cui principi egualitari e democratici (elezione dei capi spirituali per opera dei fedeli) furono assai sfumati da Lutero, che decise di porre la sua Chiesa sotto la protezione e la guida delle autorità politiche (principi elettori, grandi feudatari, assemblee delle città-Stato). La rivolta politica contro l'impero Dopo aver condannato Lutero a Worms, l'imperatore Carlo V, impegnato nella contesa con la Francia, si vide per il momento costretto a trascurare di occuparsi della diffusione del luteranesimo nel mondo tedesco, e nella prima Dieta di Spira (1526) demandò alle autorità territoriali il regolamento delle questioni religiose, consentendo in pratica che i principi luterani dessero vita nei loro domini a Chiese riformate. In una fase di tregua sul fronte internazionale l'imperatore convocò una seconda Dieta di Spira (1529) che revocò ogni concessione fatta precedentemente, tuttavia cinque Stati e quattordici città dell'impero non si sottomisero alle imposizioni di Carlo V e presentarono un documento di protesta, da cui nacque il nome di protestanti poi esteso a tutti i riformati. In una nuova Dieta riunita ad Augusta nel 1530, Melantone presentò la Confessione Augustana, un documento di sintesi sulla dottrina luterana che appariva assai moderato e che presentava i seguenti obiettivi: -conciliare le posizioni cattoliche e protestanti -metter fine alla contesa religiosa nell'impero Il documento tuttavia fu respinto dai teologi cattolici e anche dai rappresentanti dei numerosi altri credi riformati che erano erano fioriti a livello locale e la conciliazione fallì. Principi e città protestanti si riunirono dunque nella Lega di Smalcalda per resistere all'esercito di Carlo V e dei principi cattolici dell'Impero, che comunque ebbe la meglio nella battaglia di Mühlberg, 1547. La guerra civile si riaccese negli anni seguenti grazie anche all'appoggio strumentale della Francia ai protestanti finché Carlo V promosse la pace si Augusta (25 settembre 1555), con la quale: -fu riconosciuta l'esistenza in Germania di due diverse fedi religiose -fu ammesso il diritto dei principi territoriali di imporre il proprio credo ai sudditi. La riforma nella Svizzera tedesca Uno dei principali luoghi di elaborazione della Riforma nel mondo di lingua testa fu Zurigo che era sottoposta all'autorità spirituale del vescovo di Costanza e dal 1450 faceva parte della Confederazione svizzera. Il cappellano della cattedrale di Zurigo, Ulrich Zwingli, che predicava la dottrina luterana ottenne nel 1523 l'appoggio delle autorità cittadine e trasformò la sua città in una democrazia teocratica. Istituzioni politiche ed ecclesiastiche riformate vennero fuse in un unico organismo elettivo e i beni della Chiesa furono secolarizzati. Il movimento riformatore si diffuse rapidamente: -nella Confederazione elvetica affermandosi a Berna per opera di Bertold Haller -a Basilea grazie alla predicazione di Giovanni Ecolampadio -nel cantone di San Gallo. Altri cantoni rimasero invece cattolici e con l'appoggio asburgico armarono un esercito contro i riformati di Zurigo, sconfiggendoli nel 1531 nella battaglia di Kappel e contenendo quindi l'espansione della Riforma nella confederazione. La riforma negli altri paesi La dottrina calvinista Promotore della Riforma nei cantoni svizzeri di lingua francese fu Giovanni Calvino, suddito francese costretto all'esilio nel 1534 per le sue idee religiose. Rifugiatosi in un primo momento a Basilea, Calvino scrisse la sua opera teologica fondamentale, Istituzione della religione cristiana (1536), poi più volte rielaborata nel ventennio successivo. Gli assunti di base della dottrina calvinista sono gli stessi di quella luterana: la giustificazione per fede e l'autorità esclusiva delle Sacre scritture, ma il riformatore francese pone al centro della sua concezione religiosa il concetto di predestinazione. Per Calvino la salvezza o la condanna delle anime dipende esclusivamente dall'arbitrio di Dio, il quale ha scelto sin dall'eternità coloro che saranno salvati. La sorte delle anime è dunque predestinata e il peccato originale oscura la capacità dell'uomo di comprendere il disegno divino; ogni cristiano ha però egualmente il dovere di glorificare Dio, e quindi di operare, di lavorare seguendo la strada che Dio stesso ha predestinato. Le buone opere non servono dunque per conquistare la grazia di Dio, ma la passività non è giustificata, perché proprio attraverso le opere degli uomini si manifesta la grazia, si realizzano i disegni della provvidenza divina. Trasferitosi nel 1536 a Ginevra, un importante centro commerciale e finanziario sottrattosi al dominio del duca di Savoia, Calvino fu in un primo tempo male accolto è costretto a stabilirsi a Strasburgo ove si era affermata la chiesa riformata luterana. Nel 1541 il Consiglio cittadino di Ginevra richiamò Calvino e gli affidò la riforma delle istituzioni religiose e politiche della città che in breve divenne il punto di riferimento per tutti i protestanti di lingua francese. Calvino inaugurò a Ginevra un governo rigidamente teocratico con le Ordinanze ecclesiastiche (1541), che imposero come organo supremo della piccola Repubblica il Concistoro, composto da addetti all'esercizio del culto (pastori) e da laici anziani, con il compito di sorvegliare la moralità e la condotta dei cittadini ginevrini e degli stessi organi politici civili. La ferrea disciplina morale instaurata in città divenne anche intolleranza religiosa: i fedeli di diverse confessioni vennero esiliati e non mancarono scomuniche e processi per eresia, come quello che nel 1553 portò al rogo il riformatore spagnolo Michele Serveto, condannato per aver negato il dogma della trinità. Lo Scisma di Enrico VIII in Inghilterra In Inghilterra il sovrano Enrico VIII Tudor aveva in un primo momento preso posizione contro la fede luterana, scrivendo un trattato contro Lutero e in difesa dei sette sacramenti, che gli valse dal papà Leone X il titolo di difensore della fede. In seguito fu tuttavia lo stesso Enrico VIII a promuovere lo Scisma del cattolicesimo e la fondazione di una Chiesa nazionale o Chiesa anglicana. Dopo aver chiesto invano al pontefice Clemente VII il permesso di divorziare dalla legittima moglie Caterina d'Aragona, sorella dell'imperatore Carlo V, per sposare la cortigiana Anna Bolena, Enrico VIII ruppe i rapporti con il papato e fece approvare dal Parlamento l'Atto di supremazia (1534), con il quale il re era proclamato unico e supremo capo della Chiesa anglicana. Sulla decisione pesarono anche importanti interessi economici, infatti nel periodo immediatamente successivo allo scisma i beni della Chiesa cattolica furono incamerati dallo Stato e dalla grande nobiltà. È tuttavia da rilevare che lo scisma anglicano ebbe soprattutto i caratteri di un affare di Stato più che di una riforma religiosa di tipo protestante. Furono infatti perlopiù mantenuti i dogmi cattolici e rispettati i sacramenti; la stessa gerarchia ecclesiastica rimase in vigore, ma passò sotto il controllo reale. Le dottrine protestanti, e in particolare il calvinismo, trovarono più facile terreno di diffusione in Inghilterra durante il regno di Edoardo VI, quando la Chiesa anglicana assunse una propria fisionomia anche sotto l'aspetto dottrinale e cerimoniale, con l'adozione del Book of Common Prayer (1549). Il libro della preghiera comune scritto dall'arcivescovo di Canterbury Thomas Carmmer. Dopo il regno di Maria Tudor in cui venne tentata una restaurazione del cattolicesimo, la chiesa anglicana si consolidò nell'età elisabettiana, con il rinnovo nel 1559 dell'Atto di supremazia. La diffusione del protestantesimo nel resto d'Europa Le dottrine protestanti ebbero una rapida diffusione in tutta l'Europa centro settentrionale. Il luteranesimo divenne culto ufficiale in Svezia, appena tornata all'indipendenza sotto la dinastia dei Vasa e si diffuse anche in Danimarca, Norvegia e Islanda sotto il re Danese Cristiano III. In Scozia, soprattutto a opera del predicatore John Knox penetrò il calvinismo, che formò la dottrina della Chiesa presbiteriana, divenuta la confessione prevalente nel paese. Luteranesimo e calvinismo ebbero vasta diffusione anche nel Paesi Bassi, nella Francia centro-meridionale, dove i protestanti presero il nome di ugonotti, e in Polonia, dove i sovrani cattolici praticarono comunque una politica di tolleranza verso i riformatori. Alla riforma calvinista aderì in Italia (ducato di Savoia) la comunità valdese, le cui origini risalgono al XII secolo e alla predicazione di Lione Pietro Valdo. Per il resto il protestantesimo italiano rimase una realtà marginale, anche se nella penisola operarono alcune importanti personalità di riformatori, come Bernardini Ochino, Lelio e Fausto Socini, fondatori della corrente riformata del socianesimo, che in quanto negatrice della trinità di Dio fu perseguitata da cattolici, luterani e calvinisti.