Il Cimarosa che non ti aspetti di trovare L’iconografia cimarosiana vanta un considerevole numero di ritratti non ben conosciuti dal grande pubblico, e tuttavia di gran pregio, tra cui vanno sicuramente annoverati il pastello colorato e a biacca realizzato su carta da Pompeo Batoni, attualmente conservato a Ferrara in collezione Adriano Cavicchi, e l’incisione dello scultore inglese Henry Moses che si osserva a pagina 39 del quarto tomo de Le Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova, una raccolta di descrizioni delle opere dello scultore veneto scritte da Isabella Teotochi Albrizzi ed edite a Pisa tra il 1821 e il 1824 da Nicolò Capurro. Nel pastello di Batoni, che misura cm. 52,5 x 41, il musicista è raffigurato negli anni della sua prima maturità a mezzo busto di tre quarti, volto verso destra. Ha la testa coperta da una parrucca bianca con tre boccoli in corrispondenza delle orecchie. Indossa una marsina e la sottomarsina nera, da cui fuoriesce il colletto e una sciarpa bianca plissettata. Il ritratto si ispira, con molta libertà, al ritratto del musicista conservato nel Museo storico del Conservatorio napoletano di San Pietro a Majella attribuito alla Vigée Le Brun e noto attraverso la vellutata incisione realizzata più tardi, nel 1818, da Giuseppe Asioli. Figlio di un orafo, Pompeo Batoni (Lucca 1708-1787), dopo una prima formazione, trascorsa per lo più a copiare le opere di Raffaello e Annibale Carracci e un Ferrara, Coll. A. Cavicchi, P. Batoni, periodo di attività dedito soprattutto alla Ritratto di D. Cimarosa realizzazione di pale d’altare, tra cui la prestigiosissima Caduta di Simon Mago per la basilica di San Pietro (oggi a Santa Maria degli Angeli), si specializzò nei ritratti, conquistandosi ben presto, con uno stile composto e tendente al neoclassicismo, la fama di miglior ritrattista italiano. Tra i suoi effigiati si segnalano, tra gli altri, anche l’imperatore d'Austria Giuseppe II e papa Pio VI. Al busto realizzato da Antonio Canova per il cardinale Ercole Consalvi, oggi nella Promoteca del Campidoglio, s’ispira invece l’incisione di Henry Moses con il ritratto di Cimarosa che arricchisce con numerose altre incisioni, parte realizzate da lui, parte da Giovanni Paolo Lasinio, la raccolta di Opere di Canova di Isabella Teotochi Albrizzi, una letterata di origine greca (era nata a Corfù nel 1760), animatrice a Venezia di un salotto letterario frequentato dai più grandi letterati e artisti del tempo, tra cui il giovane Foscolo che ne diventò l’amante. Nella raccolta, che ebbe anche un’edizione in inglese, The works of Antonio Canova, in sculpture and modelling, la scrittrice greca annota, a proposito della scultura canoviana: «… Egregio n’è il lavoro; e ben t’avvedi celarsi sotto ai tratti della vivace fisionomia, uno di que’ rari ingegni, nati a segnare di punti luminosi gli annali del mondo. La fronte è rivolta verso del Cielo, sicché sembra invocare la celeste armonia delle sfere: e celeste armonia pure ricordano i nesti, e a un tempo giocondi concetti delle sue numerosissime musiche …». Incisore e disegnatore tra i principali maestri della scuola inglese dell’inizio del XIX secolo, Henry Moses (Londra, 1782 ca. - Cowley, 1870) fu a lungo attivo per il British Museum di Londra, per il cui bollettino Ancient H. Moses, Ritratto di D. Cimarosa Marbles in the British Museum, edito (dal busto di A. Canova) dal 1812 al 1845, incise numerosi soggetti d’antichità. Nel 1828 pubblicò anche una Selection of Ornamental Sculptures from the Museum of the Louvre. Ebbe, altresì, una variegata produzione di paesaggi marini e collaborò con numerose illustrazioni al volume A Picturesque Tour of Italy di James Hakewill edito a Londra nel 1820. Franco Pezzella