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Amore e Psiche P.P 1

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ANTONIO CANOVA
1788-1793
AMORE E PSICHE
“Amore e Psiche” sono due
protagonisti di una famosa storia
narrata da Apuleio, un autore e
poeta latino del II secolo d.C.
Essa racconta questo amore
impossibile e turbolento tra i due
giovani in questione.
L'interpretazione dell'opera
Psiche era considerata una delle ragazze più belle del mondo e Venere, che come ben
sappiamo appare in assoluto la dea dell’amore e della bellezza stessa, non poteva accettare che
una mortale potesse competere con il suo fascino. L'invidiosa Venere per vendicarsi decise
quindi di chiedere aiuto a suo figlio Amore. Quest'ultimo accettò ma una volta arrivato di
fronte alla fanciulla rimase incantato dalla sua bellezza, innamorandosi così perdutamente.
ANTONIO CANOVA
L'opera in questione fu realizzata da
Antonio Canova, considerato uno dei
massimi artisti del Neoclassicismo
Europeo nel 1788 circa.
- Commissionata dal Colonnello
Inglese John Campbell e conservata
al Museo de Louvre a Parigi.
Canova stesso infatti produsse al meglio la scena segnando l’idea di quest’amore
irrealizzabile con un ipotetico bacio, che sancisce la loro unione come lieto fine.
Un contatto che sta per avvenire e che gli sguardi preannunciano già.
La struttura
La scena è studiata su una
precisa composizione
geometrica piramidale; una
prima retta infatti percorre il
corpo di Psiche fino ad una
delle ali di Amore, mentre la
seconda passa ancora una
volta dall’ala di quest’ultimo
e termina con il suo piede.
- L'incrocio delle due
diagonali segna il punto di
fuga, che si trova nello
spazio tra le due bocche
dell’opera stessa.
Questa geometria la
si può trovare,
inoltre, anche
nell'intreccio
circolare delle
braccia dei fanciulli.
MATERIALE USATO
PER LA
REALIZZAZIONE
La scultura è stata realizzata totalmente in marmo
bianco di Carrara, levigato e rifinito con cura ed
eleganza. Il marmo di Carrara è un tipo di marmo
estratto dalle cave delle Alpi Aprone, e noto
universalmente come uno dei marmi più pregiati al
mondo. L'escavazione risale ad epoche assai remote ed
ha subbito nei diversi secoli profonde trasformazioni.
Il marmo ha un basso indice di
rifrazione che permette alla luce di
penetrare la pietra prima di essere
riflessa, assumendo così un'aspetto
cereo, simile alla cera per
consistenza e lucidità, che nelle
statue ricorda la vera pelle umana.
Lo possiamo notare infatti
nell'andamento dei corpi armoniosi,
morbidi e sinuosi..
Un'opera che esprime al meglio
l’idea di Canova del“bello”
nell’Età Classica.
CATIANA DI BLASI 3C
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