MTCP/5 Misuratore delle tensioni di contatto e di passo e resistenza di terra MANUALE D’USO INTRODUZIONE L'aumento della potenza di corto circuito nelle linee elettriche rende sempre più incombente la possibilità di incidenti, anche mortali, dovuti ad un dimensionamento insufficiente degli impianti di terra delle stazioni di trasformazione AT/MT e delle cabine MT/BT. Per questo motivo le Norme CEI 11.8 ed il DPR 547 impongono la verifica dell'impianto di terra di qualsiasi sistema elettrico sia prima della messa in servizio, sia successivamente ad intervalli non superiori a 2 anni per gli impianti utilizzatori. L'articolo 3.2.01 elenca le operazioni da effettuare per verificare l0efficienza dell'impianto di terra: - Misura della resistenza di terra - Misura delle tensioni di passo e contatto - Verifica dei conduttori di terra e di protezione. 13 Fig.1 LEGENDA: 1 - Alimentazione di potenza (220V -50Hz) 2 - Interruttore magnetotermico differenziale (20A - 0,03A) 3 - Voltmetro con resistenza interna da 1000* per la misura delle tensioni di passo e contatto (max 200V) 3a - Interruttore per esclusione resistenza da 1000* (l'esclusione da effettuare solo per la misura della resistenza di terra) 3b - Selettore di portata del voltmetro (2 - 20 - 200V fondo scala) 4 - Amperometro per la misura della corrente erogata (max 10A) 5 - Pulsante "on" di abilitazione all'erogazione di corrente 6 - Pulsante "off" di disabilitazione all'erogazione di corrente 7 - Interruttore d'inversione della polarità 8 - Interruttore per la memorizzazione dei valori di corrente e tensione visualizzati 9 - Regolatore (Variac) della tensione d'uscita 10 - Boccole d'ingresso del voltmetro 11 - Boccole d'uscita per il circuito di terra (11A - 11B) 12 - Spia luminosa per indicazione d'intervento della protezione temica sul trasformatore di erogazione (intervento a circa 120°C) 13 - Spia luminosa per indicazione errata inserzione ( fase / neutro ) Pag.2 Prescrizioni di sicurezza - messa in servizio L'MTCP/5 ha un contenitore metallico, all'interno del contenitore tutte le parti metalliche sono collegate ad un nucleo di terra che a sua volta è collegato al conduttore entrale della presa di alimetazione ausiliaria per la messa a terra dello strumento. - Prima di applicare tensione di alimentazione allo strumento si deve verificare la messa a terra dello strumento alla terra dell'impianto (è disponibile sulla carcassa dello strumento anche un morsetto aggiuntivo per la messa a terra dello strumento). - Non aprire lo strumento quando è alimentato. Per alimentare e disalimentare l'M TCP/5 utilizzare l'interruttore magnetometrico differenziale posizionato sul pannello superiore. - Abilitare l'uscita del trasformatore di erogazione solamente con la calotta di protezione posta sui morsetti di uscita. - Prima di collegare i conduttori del circuito di terra all'uscita di potenza è necessario che siano già collegati ai rispettivi picchetti, e che l'MTCP/5 sia disalimentato. Messa in servizio Dopo aver tolto lo strumento dell'imballaggio verificare la presenza di tutti i componenti del KIT di misura. - Alimentare tramite l'apposita presa l'MTCP/5 (220V - 50Hz) - vedi 1 di fig.1. - Per verificare la funzionalità dell'apparecchio portare in posizione di "ON" l'interruttore generale (2 fig.1): Si accenderanno il voltmetro e l'amperometro digitali e si illuminerà il pulsante verde "off". - Spegnere lo strumento portando l'interruttore generale in posizione di "OFF" prima di eseguire la predisposizione dei picchetti e dei conduttori per le misure alle tensioni di passo e contatto e della resistenza di predisposizione dei picchetti e dei conduttori per le misure alle tensioni di passo e contatto e della resistenza di terra. Attenzione Prima di riattivare l'MTCP/5 con l'inter ruttore magnetometrico 2 di fig.1 devono essere eseguite tutte le operazioni che verranno successivamente elencate relativamente a tipo di misura da eseguirsi. E' assolutamente necessario che si tenga sempre presente che gli schemi d'inserzione non sono "a sicurezza contro errori o distrazioni" per cui occorre un costante controllo al fine di evitare sovraccarichi di corrente o messe in tensione intempestive o sbagliate. Verifica delle tensioni di contatto (Schema d'inserzione vedi fig.5) Per poter attuare questa verifica bisogna fare disperdere all'impianto una corrente alternata che non deve essere inferiore all'1% di quella di guasto, ilcui valore deve essere chiesto al distributore di energia elettrica unitamente al tempo di intervento delle relative protezioni. Il fascicolo 176 delle norme CEI art.3.2.04 stabilisce che il valore minimo di corrente da disperdere per le cabine e gli impianti ricevitori deve essere almeno 5A. L'apparecchio MTCP/5 è in grado di erogare un valore massimo di corrente di 10A regolabili mediante variatore di tensione (max 2minuti). E' comunque presente una termosonda di sgancio per evitare surriscaldamenti eccessivi al trasformatore interno. La disposizion e degli elettrodi precede le misurazioni vere e proprie. Infatti l'MTCP/5 dovrà iniettare una corrente nel ramo del circuito dall'impianto di terra, terreno ed elettrodo ausiliario. Fig.2 Pag.3 L'elettrodo ausiliario, formato da un picchetto metallico dato in dotazione, deve essere fissato nel terreno ad una distanza dal conduttore della rete di terra, pari ad almeno 5 volte la diagonale maggiore della rete stessa. Il suddetto criterio può così chiarirsi: - se l'impianto di terra è costituito da un solo picchetto la dimensione massima è costituita dalla sua lunghezza. - se l'impianto di terra e costituito da più picchetti le dimensioni massime da considerare sono: - per i picchetti tutti allineati: lo sviluppo lineare tra il primo e l'ultimo picchetto; - per i picchetti formanti una figura geometrica o piastra: la diagonale maggiore; - per i picchetti formanti una rete ad anello: il diametro se la rete è circolare; l'asse maggiore se la rete ha forma ellittica o assimilabile. Specie nel caso di difficoltà a reperire la zona idonea per il dispersore ausiliario si dovrà esaminare la possibilità di ricorrere a particolari soluzioni, quali quella dell'utilizzo cone dispersori ausiliari, di impianti di terra lontani e lo sfruttamento di linee elettriche fuori servizio per effettuare collegamenti particolarmente lunghi. Teuto conto del fatto che, nel caso di dispersore ausiliario infisso in zona non elettricamente indipendente, si tende, con tutta probalbilità, ad avere errori per ecesso nei rilievi delle t.c.p. Nelle parti di impianto di terra più vicine a tale dispersore ausiliario ed errori per difetto nelle parti più lontane e tenuto conto che si possono accettare i primi, che sono a favore della sicurezza, ma non i secondi, un criterio da seguire, quando sia impossibile la realizzazione dell'indipendenza, quello di usare successivamente diversi dispersori ausiliari in modo da effettuare tutti i rilievi t.c.p. In condizione di erroe per eccesso. Altro criterio potrebbe essere quello di usare più dispersori, collegati insieme, dislocati piuttosto uniformemente su di un anello racchiudente l'intera area dell'impianto in prova. Appena infisso il sistema disperdente ausiliario, se ne rleverà la resistenza. A seguito di tale rilievo, può emergere la necessità di migliorarlo variandone gli elementi o cambiandone la dislocazione. Infatti, oltre al requisito della distanza, il dislocatore ausiliario dovrà possedere una resistenza suffcientemente bassa in modo che con le tensioni erogabili dal gruppo fisso si possa avere la fissata corrente di prova e, al tempo stesso, sia ridotta la pericolosità della prova. Molto spesso sarà necessaria, comunque, l'infissione di più paletti in parallelo. Come sopra riportato è consigliabile determinare il valore della resistenza del circuito di prova (vedi fig.3) per calcolare il valore della corrente erogabile dal trasformatore in funzione della sua potenza e per selezionare l'uscita di tensione adatta al valore resistivo riscontrato. Operare ne modo seguente: - collegare un cavo al picchetto ausiliario infisso nel terreno - collegare un altro cavo al dispersore posto all'interno del pozzetto di terra - collegare le estremità libere di questi cavi ad un ohmometro a bobine incrociate e leggere su di esso il valore di resistenza corrispondente. (Questo valore è strettamente funzionale, cioè legato ai parametri di misura, e non corrispondente al valore della resistenza di terra). Fig.3 Pag.4 Questa misura è consigliata per evitare di erogare correnti nel terreno maggiori di 10A. La tensione massima d'uscita è di 440V per cui la resistenza del circuito di terra non deve essere inferiore a circa 40Ω. In ogni caso l'utente controlli sempre l'amperometro mentre con il Variac imprime tensioni sempre maggiori ai morsetti d'uscita. - In ogni caso erogare un valore massimo di 10A. Ai fini di evitare surriscaldamenti e quindi eventuali danni al trasformatore di erogazione è indispensabile che le misure siano ragionevolmente brevi (10A erogati per un tempo massimo di 2 minuti): ai fini protettivi una termosonda provvede al comando di "arresto erogazione" quando la temperatura sugli avvolgimenti del trasformatore supera i 120°C. Questo intervento è segnalato dall'allarme ottico n.7 di fig.1. - Accedere alla morsettiera 11 di fig.1 rimuovendo il coperchio isolante. - Collegare una estremità del conduttore da 4mmq. Al dispersore di terra dell'impianto e l'altra estremità al morsetto (11A) di fig.1. - Collegare una estremità dell'altro conduttore non schermato in dotazione all'elettrodo ausiliario e l'altra estremità alla presa 11b dell'uscita amperometrica. - Posizionare i due elettrodi da 25kg. Con area di base di 200 cm 2 (fasc.CEI n.176 art.3.2.04) uno accanto all'altro alla distanza di 1m. Dalla proiezione verticale della parte metallica sotto controllo. (Infissi metallici, cancellate, recinzioni metalliche ecc.) - Collegare insieme i due elettrodi da 25kg. Con un conduttore del cavo schermato. Portare l'altra estremità del conduttore medesimo ad uno dei due morsetti denominati 10 fig.1 (ingresso voltmetrico). - Collegare un'altro conduttore del cavo schermato in dotazione la parte metallica sotto controllo all'altro morsetto indicato con il n.10 fig.1. N.B. Prima di procedere con la prova è bene recintare la zona del dispersore ausiliario e renderla inaccessibile a persone o animali. - Chiudendo l'interruttore 2 fig.1 dovranno accendersi contemporaneamente i due strumenti (voltmetro e amperometro), ¾ fig.1, e il pulsante luminoso "OFF" (6 fig.1). - Fare attenzione che l'interruttore 3A non sia in posizione di R=1000* escluso. Infatti le norme prescrivono che il voltmetro deve avere una resistenza interna da 1000*: Chiudere la calotta coprimorsetti con le apposite viti di fissaggio. A questo punto si procede alla misura vera e propria. Controllare che Variac (9 fig.1) sia posizionato sull'indicazione zero. Premere il pulsante luminoso "ON" di colre rosso (5 fig.1). - Ruotare la manopola del Variac fino ad erogare la corrente desiderata (max 10A per 2 minuti). Riportare su un foglio i valori di tensione e corrente rilevati. - Portarsi con le portate voltmetriche (interruttore 3B) nelle zone più idonee alla misura. Fare attenzione che lo strumento inavvertitamente non si porti a fondo scala. - Per facilitare le operazioni di lettura, portando l'interruttore 8 di fig.1 in posizione "Memor" è possibile memorizzare i valori letti fino a quando il medesimo interruttore non è riportato nella posizione di riposo. Annotare il valore: - Ritornare a zer con il Variac. - Con l'interruttore 7 invertire la polarità d'uscita. Ripetere la misura precedente. - Annotare tutti i valori delle tensioni e correnti: - A misura e memorizzazioni effettuate, ritornare a zero con il Variac e premere il pulsante verde di "OFF" (6 fig.1). - Rilevare il valore di tensione segnato dal voltmetro quanto non viene iniettata corrente nel terreno per valutare l'eventuale presenza di tensioni di disturbo. Verifica della tensione di passo (Schema d'inserzione vedi fig.5-6) Il procedimento per il rilievo della tensione di passo è identico a quello sopra indicato, cambiano solo i collegamenti degli elettrodi da 25kg. Che dovranno essere così eseguiti: Pag.5 - Scollegare il conduttore che univa i due elettrodi nella precedente misura; - sistemare i due elettrodi da 25kg. Ad 1 metro l'uno dall'altro nel luogo in cui si vuole effettuare la misura della tensione di passo; - collegare i due conduttori del cavo schermato agli elettrodi sopracitati (un conduttore per ogni elettrodo); - allacciare poi le altre estremità dei conduttori del cavo ai morsetti 10 di fig.1 (ingresso voltmetrico); - finiti questi preparativi provvedere nella misura iniettando corrente nel terreno secondo la procedura per il rilievo delle tensioni di contatto; - rilevare i valori di tensione indicati dal voltmetro e delle correnti lette sull'amperometro con la serie di manovre e con le procedure indicate nel paragrafo precedente. Analisi dei risultati Nel fascicolo 176 le norme CEI prescrivono che: "Per le misure si deve far disperdere all'impianto di terra in esame una corrente alternata a 50Hz possibilmente con inferiore all'1% di quella per la quale è proporzionato l'impianto stesso e comunque non inferiore a 5A per le cabine e gli impianti ricevitori. Le tensioni misurate devono essere riportate al valore effettivo della corrente di terra per il quale è proporzionato l'impianto, ammettendo che esse variano proporzionalmente alla corrente dispersa". Pertanto effettuate le misure della tensione di contatto e di passo, rilevati con l'iniezione della corrente di prova si deve passare alla individuazione dell'effettivo valore della tensionein oggetto in condizioni di guasto franco a terra durante l'esercizio. Per determinare i valori effettivi applicare le seguenti formule: Tensione di contatto nelle reali condizioni di guasto franco a terra Vc: Vc=K x Vcm. Tensione di passo nelle reali condizioni di guasto franco a terra Vp=K x Vpm. Dove Vcm = tensione di contatto rilevata durante la misura Vpm = tensione di passo rilevata durante la misura K = costante amperometrica = Ig/Idm - Ig = corrente di guasto franco a terra (valore fornito dall'Enel) - Idm = corrente rilevata dall'amperometro durante la misura. Quando questi calcoli sono stati eseguiti si tratta di verificare se i valori determinati sono inferiori ai valori previsti dalle norme CEI 11.8 ossia: - 50 V quando si provveda all'eliminazione rapida dei guasti a terra. - 125 V quando si provveda all'eliminazione rapida entro un secondo dei guasti a terra. Considerazioni sui risultati Non è improbabile che nell'analisi delle misure rilevate dalle due prove, risultino alcuni valori che superino di poco i valori limite stabiliti dalle Norme. In questi casi occorre verificare l'incidenza delle tensioni di disturbo sulla globalità della misura. Le tensioni di disturbo si rilevano sul voltmetro l'eventuale valore di tensione che compare quando con il circuito predisposto alla misura non viene iniettata corrente nel terreno. Qualora si rilevi la presenza della tensione di disturbo, è necessario procedere alla depurazione vettoriale della stessa, utilizzando il metodo ERBACHER con le seguenti formule: V cmD E P = V c2m 1 V c2m 2 + - V c2m 2 2 V pmD E P = Pag.6 V c2m 1 V c2m 2 + - V c2m 2 2 Dove Vcm DEP = tensione di contatto depurato Vpm DEP = tensione di passo depurato Vcm 1; Vcm 2 = tensioni di contatto misurate nel corso delle prove (gli indici 1 e 2 si riferiscono a 2 misure della stessa lettura, di cui la seconda con polarità invertita). Vdm = tensione di disturbo (gli indici C e P indicano che si tratta delle misure relative alle tensioni di passo e di contatto). Consigli partici sulla misura delle tensioni di passo e contatto Cone abbiamo visto una delle prime operazioni da eseguire è l'infissione del dispersore ausiliario nel terreno. La scelta della zona d'infissione dovrà tener presente che esso deve risultare elettricamente indipendente dall'impianto di terra in prova. In questo tipo di prove il dispersore ausiliario deve offrire la minima resistenze possibile per permettere la circolazione di correnti sufficientemente elevate, senza dover richiedere tensioni troppo alte al trasformatore di carico. La zona del dispersoreausiliario darà, durante le misure, zona di pericolo, infatti gran parte della tensione erogata dal gruppo si localizzerà tra il dispersore ausiliario ed il terreno circostante con fortissimi gradienti; è bene quindi recintare la zona per renderla inaccessibile a persone o animali. Per quanto concerne i due elettrodi da 25kg. è consigliato umidificare il terreno dove saranno dislocati per ilrilievo delle tensioni di passo e contatto, con una soluzione conduttrice (ad esempio acqua con qualche grammo per litro di cloruro di sodio): questa accortezza utile impiegarla anche sui picchetti dell'impianto di terra e soprattutto sul dispersore ausiliario. Le norme impongono che il voltometro abbia una resistenza interna di 1000 Ω o una resistenza superiore con in parallelo una resistenza da 1000Ω. Per il complesso MTCP/5 è stata scelta la seconda soluzione. Infine si raccomanda di predisporre una piantina o uno schizzo della zona in cui si faranno le prove e così l'indicazione, sia pure simbolica, della parti di cui si verificheranno le tensioni di contatto. E' chiaro che se si potesse indovinare la posizione del punto di massima tensione (di passo o di contatto), tutto si ridurebbe alla sua misura e solo ad essa; in realtà si è costretti ad una serie di misurazioni durante le quali occorre almeno sapere scegliere le parti e posizioni in cui, essendo probabile l'esistenza dei massimi valori, non si rischi di farseli sfuggire ed al tempo stesso si possa contenere il numero dei rilievi. Per ulteriori informazioni circa l'esecuzione pratica delle misure si vedranno anche gli opportuni testi specializzati in materia. Misura della resistenza di terra. Fig.4 Pag.7 Nell'ambito normativo sulla serie di misurazioni da effettuare per la verifica dell'impianto di terra è compresa anche la misura della resistenza di terra. In fig.4 è riportato lo schema circuitale per la misura della Rt con il metodo della caduta di tensione che le stesse CEI fascicolo 176 art. 3.2.01 prescrivono per la prova. In questa misura come nel rilievo della tensione di passo e contatto l'infissione dei picchetti precede la prova vera e propria. Con l'MTCP/5 disalimentato, infissare il dispersore di corrente in dotazione ad una distanza dall'impianto di terra di almeno 5 volte la sua dimensione massima. Sono comunque valide tutte le considerazioni fatte a riguardo di tale operazione a pagamento 3 - 4. Il picchetto N di fig. 4 è denominato "sonda di tensione"; è in dotazione con l'MTCP/5 e va infisso nel terrenorispettando il criterio che deve essere a una distanza dall'impianto di terra e dal dispersore ausiliario di corrente M di almeno 5 volte la sua dimensione massima: Sono comunque valide tutte le considerazioni fatte a riguardo di tale operazione a pagamento 3 - 4: Il picchetto N di fig. 4 è denominato "sonda di tensione", è in dotazione con l'MTCP/5 e va infisso nel terreno rispettando il criterio che deve essere a una distanza dall'impianto di terra e dal dispersore ausiliario di corrente M di almeno 5 volte la dimensione massima dell'impianto di terra stesso. Non è detto che le sonde vadano poste lungo la stessa retta, anzi è preferibile che le due sonde ausilarie M ed N formino un triangolo un triangolo con il dispersore X, sempre mantenendo le distanze sopra raccomandate. N.B. Le resistenze delle sonde influiscono in maniera non apprezzabile sulle misure. Infatti la resistenza della sonda di tensione è sempre trascurabile nei confronti della restenza interna del voltometro, mentre la restienza della sonda di corrente limitata solo la corrente di prova, ma la misura è valida qualinque sia il valore della corrente. Si possono quindi utilizzare i due dispersori a picchetto in dotazione al complesso MTC/5 come sonde di corrente e di tensione. Attenzione: Tutte le operazioni di predisposizione del circuito di prova devono venire effettuate con l'interruttore 2 di fig.1 in posizione di riposo (OFF). Dopo aver infisso nel terreno i picchetti eseguire le seguenti operazioni: - Accedere alla morsetteria 11 fig.1 rimuovendo la protezione isolante. - Collegare il dispersore di terra X alla presa 0 (11A) con l'apposito cavo. - Collegare la presa 11B al dispersore di corrente M di fig.4. - Allacciare con un conduttore del cavo schermato la sonda di tensione N di fig.2 ad uno dei morsetti 10 di fig.1 (ingresso voltmetrico). - Allacciare con l'altro conduttore del cavo schermato il dispersore di terra X di fig.4 all'altro morsetto dell'ingresso voltmetrico. - Chiudere il coprimorsettiera isolante e fissarlo con l'apposita vite. - Portare l'interruttore 3A in posizione di resistenza da 1000 Ω esclusa. - Dopo avere preso le opportune misure di sicurezza, alimentare l'MTCP/5. Azionare l'interruttore d'alimentazione 2. Si illuminerà il pulsante verde "OFF" e la strmentazione. - Premere il pulsante rosso "ON". - Regolare il Variac per iniettare nel circuito la corrente desiderata (max 10A). - Rilevare ed annotare su un modulo i valori di tensione e corrente misurati dagli strumenti (utilizzare la funzione memor per facilitare le operazioni di lettura). - Ritornare con il Variac a zero. Premere il pulsante "OFF". Quando sono stati rilevati i valori di tensione e correnteper ottenere il valore della resistenza di terra applicare la formula: R=V_I N.B.: Le prove devono essere eseguite in intervalli di tempo molto brevi. In tale modo si evita che il surriscaldamento nell'area circoscritta al picchetto ausiliario, dovuto al forte passaggio di corrente, alteri l'attendibilità delle misure. Pag.8 Per poter individuare con sicurezza maggiore il punto del terreno dove infliggere la sonda di tensione è utile eseguire tre musire di resistenza, spostandosi alternativamente con la sonda di qualche metro verso il dispersore di terra e poi verso il picchetto ausiliario di corrente. Se le misure danno praticamente lo stesso valore, questo rappresenta senz'altro la reale resistenza di terra Rt: se invece i tre valori risultano diversi, bisognerà allontanare il dispersore di corrente e ripetere le musire come sopra, fino ad ottenere tre determinazioni praticamente coincidenti. Verifica dell'indipendenza di due impianti di terra Con l'MTCP/5 è possibile anche verificare l'indipendenza di due impianti di terra come richiesto dalle norme per gli impianti a tensione nominale minore di 1000V in c.a. Fig.5 N.B. I morsetti riportati in fig.5 sono relativi alla numerazione dell'MTCP/5 di fig.1. La misura deve essere effettuata con l'impianto disposto come per le ordinarie condizioni di funzionamento. Per verificare se sia un'impianto di terra A indipendente rispetto ad un'impianto di terra B, occorrono un dispersore ausiliario ed una sonda di tensione disposti a sufficente distanza sia dall'impianto di terra A sia dall'impianto di terra B, come per la misura della resistenza di terra dell'impianto stesso. All'impianto di terra B si fa disperdere, con l'ausilio del dispersore ausiliario, una corrente di terra con inferiore all'1% di quella per la quale esso è proporzionato o comunque non inferiore a 5 A. In queste condizioni si misura la tensione tra la sonda di tensione e l'impianto di terra A e si riporta questa tensione al valore della corrente di terra per il quale è proporzionato l'impianto di terra B, ammettendo che essa vari proporzionalmente alla corrente dispersa. L'impianto di terra A è ritenuto indipendente rispetto all'impianto di terra B quando la differenza di tensione così determinata non supera il valore considerato in relazione alle condizioni ambientali ed al tempo di intervento dele protezioni (per es. 50V in c.a). Si richiama l'attenzione sul fatto che l'essere l'impianto di terra A indipendente rispetto all'impianto di terra B non implica che l'impianto di terra B sia indipendente rispetto all'impianto di terra A, per cui la prova deve essere effettuata per entrambi gli impianti: Pagina 9 I morsetti indicati in figura sono quelli dell'apparecchiatura. La resistenza interna da 1000 Ω del voltometro deve essere esclusa con l'apposito interruttore. Le modalità di sicurezza e di rilievo dei dati sono le medesime di quelle elencate nei paragrafi precedenti esclusi i collegamenti circuitati che devono fare riferimento allo schema indicato. Per l'analisi dei risultati valgono le condizioni precedenti: i valori cioè rilevati devono essere riportati alle effettive correnti di guasto franco a terra dell'impianto. Cautele per la sicurezza durante le misure su elementi "sezionati" Nel caso di impianto di terra per bassa tensione comprende un solo sistema o dispersore sezionabile, prima di effettuare la misura, togliere tensione all'impianto e quindi distaccare il collegamento del dispersore. Tenere presente che se non è possibile togliere la tensione, non si deve interrompere il collegamento elettrico a terra con l'impianto protetto poichè ciò annullerebbe la protezione contro eventuali dispersioni in atto. Anche nel caso di impainto di terra per bassa tensione costituito da più dispersori, sempre che sia possibile, togliere tensione all'impianto protetto. Ove non vi sia questa possibilità, staccare dal complesso di protezione un solo dispersore per volta ed eseguire la misura di esso. Collegare nuovamente detto dispersore al complesso di protezione, prima di staccare il successivo. Nel caso di impianti di terra per alta tensione (superiore a 1000 V) è praticamente impossibile effettuare le misure sul complesso disperdente distaccato dall'impianto protetto, per l'impossibilità quasi costante di mettere fuori tensione la linea in alta tensione che alimenta la cabina da controllare. Detta linea ifatti, impegna la "prima" mensola e l'eventuale "cornice" metallica della finestra o la muffola terminale di entrata nella cabina, che possono essere sotto tensione per eventuale guasto verso terra. Pertanto se non può essere tolta la tensione, il dispersore, nel suo complesso, non va distaccato dal conduttore di terra proveniente dalla cabina stessa. Se tuttavia il complesso disperdente è costituito da più elementi sezionabili e situati in pozzetti d'ispezione distinti, si può misurare la resistenza di terra di ciascun dispersore procedendo come appresso: A) assicurare con un "ponte" di sufficiente sezione, almeno paria a quella del conduttore di terra, e con collegamenti seguiti a perfetta regola d'arte, la continuità elettrica del conduttore di terra " a monte" ed a "valle" del primo dispersore elementare o degli intermedi, prima di distaccarli dal complesso; B) eseguire la misura di terra sul dispersore elementare; C) collegare il dispersore elementare esaminato agli altri prima di staccare il successivo procedendo come al punto A): Se invece il dispersore è costituito da un unico elemento o da elementi non sezionabili o non elettricamente indipendenti, si procederà così: -a) infliggere le sonde ausiliarie, stendere i relativi conduttori e, prima di collegare l'apparecchio misuratore di terra, controllare il voltmetro, se tra le singole sonde e il dispersore in esame sussiste o meno una differenza di potenziale (alternata) per eventuale guasto verso terra sulle strutture protette (eventuale, rara presenza di tensione continua non è imputabile a guasti a terra sui circuiti ad alta tensione). Se l'eventuale tensione supera il valore di 25V in alternata la misura di terra non va eseguita, sia per non incorrere in pericoli di elettrocuzione, sia perchè il valore della resistenza di terra sarebbe sensibilmente influenzato ed alterato. -b) se non sussiste tensione o questa è inferiore a 25V (alternata) si collegherà l'apparecchio misuratore e si rileverà il valore della resistenza di terra dell'intero complesso. Prima di qualsiasi misura, sia per impianti in alta che in bassa tensione, si dovrebbe comunque effettuare il controllo dell'esistenza o meno di eventuali differenze di potenziale tra i dispersori e le sonde ausiliarie.Inoltre è sempre opportuno fare uso di idonee pedane isolanti, di guanti per elettricisti, di pinze e cacciaviti con manico isolato, ecc. Soprattutto nel controllo delle tensioni verso terra, ossia verso le sonde ausiliarie dei dispersori in esame. Pagina 10 SCHEMA D’INSERZIONE PER LA MISURA DELLA TENSIONE DI CONTATTO Piastre matalliche min. 200 cm 2 Fig.6 VARIANTE PER LA MISURA DELLE TENSIONI DI PASSO Fig.7 Pagina 11 COMPOSIZIONE DEL KIT STANDARD - N° 1 strumento misuratore MTCP / 5. - N° 1 presa da cavo per alimentazione strumento. - N° 1 matassa cavo schermato bipolare lunghezza 100 m per misura della tensione. - N° 2 matasse filo conduttore isolato lungh.100 m cadauno sezione 4mm². - N° 3 picchetti di terra lunghi 1m cad. - N° 5 morsetti per l' ancoraggio dei conduttori ai picchetti. - N° 2 elettrodi da 25 Kg. con area di base da 200 cmq.cad. - N° 1 martello. - N° 1 cassetta contenitore per tutti gli accessori. CARATTERISTICHE DELLO STRUMENTO MTCP / 5 - Variatore monofase di tensione: 220 / 0 - 220 V 2.2 KVA - Trasformatore monofase: 220 / 400 V 1.5 KVA. - Protezione termica del trasformatore: intervento a 120°C con interruzione dell'alimentazione sul primario e segnalazione ottica dell'intervento. - Amperometro digitale: 3 1/2 digit, portata 20A, classe 1. - Voltmetro digitale: 3 1/2 digit, portata 200V, classe 1, impedenza interna 1K - Interruttore magnetotermico differenziale: 20A, I n 0.03 A - Segnalazione errata inserzione La Dossena & C. declina ogni responsabilità per eventuali danni a persone o cose originati da uso improprio o da erratoimpiego dei prodotti. Soggetto a modifiche senza preavviso. Rev.00 MU 170 1/99 Pagina12