Test di filosofia
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Qual è la premessa della riflessione dei sofisti sulla legge?
In quanti sensi si può dire che, per Platone, la materialità degli oggetti non è prioritaria?
Quante sono le archai della realtà secondo Aristotele?
Che cosa si intende con l'espressione “intellettualismo etico”?
Scrivere le risposte nello spazio qui sotto, che funziona come un normale foglio di WORD.
Alla fine, salvare la prova da FILE, attribuendole il proprio nome seguito dalla data.
I sofisti, legati alla democrazia di Pericle del V secolo, hanno aperto un campo di indagine vastissimo in
relazione allo studio dell’uomo. Il loro modo di fare filosofia non si basa sulla ricerca della verità assoluta,
ma sull’elaborazione di una verità utile all’uomo. Dal momento che esistono tante verità quanti sono i
punti di vista sul mondo (come risulta implicito nel principio di Protagora secondo cui “l’uomo è misura di
tutte le cose”), per i sofisti nel regno delle norme umane (ossia nell’ambito delle leggi dello stato) non è
possibile fissare alcun riferimento univoco ed universale al tempo stesso. Questo tema è stato poi
sviluppato da Ippia ed Antifonte, i quali alla mutevolezza delle leggi dello stato hanno sostituito la
stabilità di quelle della natura a cui tutti gli uomini sono ugualmente soggetti, in quanto dotati degli stessi
bisogni. (da Sparaco, con correzioni)
Secondo Platone la materia è divisibile fino ad arrivare ad isolare alcune particelle elementari che quindi
sono i costituenti di tutti gli oggetti reali. Tali particelle, però, corrispondono ad entità geometriche,
quindi non sono a loro volta materiali. Platone identifica come particelle prime cinque solidi regolari
corrispondenti alle quattro radici di Empedocle più un quinto elemento di cui invece sarebbe costituito
l’universo. Ad esempio, il cubo corrisponde all’elemento terra e in questo modo Platone spiega la realtà
degli oggetti fisici che risultano dalla mescolanza di acqua, aria, terra e fuoco. In secondo luogo, se si
accetta la teoria della mimesi, allora la materialità delle cose è secondaria in quanto gli oggetti sensibili
sono copie delle idee che quindi li precedono ontologicamente. Che per Platone la materialità degli
oggetti non è qualcosa di prioritario lo si vede infatti anche dal punto di vista della teoria della
conoscenza che è reminescenza, cioè ricordo delle idee. Quindi gli oggetti materiali non sono prioritari
per l’acquisizione della verità e sono definiti “ombre” (come si evince anche dal mito della caverna).
Platone è un idealista e come tale contrappone il mondo immanente a quello trascendente,
riconoscendo il primato ontologico al mondo delle idee. (da De Noia, con integrazioni attinte da
Polonara)
Aristotele, studiando il pensiero elaborato dai filosofi a lui precedenti, era arrivato alla conclusione che le
archai della realtà fossero 4: la causa materiale (il sostrato di cui è fatto un oggetto), la causa formale (in
che modo è disposta la materia di cui l’oggetto è composto), la causa efficiente (che cosa ha fatto in
modo che quell’oggetto esistesse) e la causa finale (qual è lo scopo per cui quell’oggetto esiste). La
scienza moderna tutto sommato riprende le cause aristoteliche per lo studio della realtà, rinunciando
però a quella finale. Secondo Aristotele, inoltre, volendo risalire alla causa efficiente prima, si arriverebbe
a Dio che è l’essere in atto di per sé, perfetto, la ragione del movimento e anche ciò cui tutto tende.
Aristotele è un immanentista ed individua queste archai nel mondo fenomenico, opponendosi così a
Platone con l’argomento del “terzo uomo”. (da Caimmi, con integrazioni attinte da Polonara)
Con l’espressione “intellettualismo etico” si intende quella concezione introdotta da Socrate secondo la
quale chi conosce il bene non può compiere il male, perciò solo chi non ha conosciuto cosa sia il bene è in
grado di compiere il azioni malvagie. È così che Socrate, che conosce il bene, non si sottrae alle leggi della
sua polis (azione malvagia), neppure quando viene condannato a morte. (da Servadio)
Illustrare (con la massima formalità possibile) la logica di almeno
uno degli argomenti di Zenone di Elea suscettibili di sviluppi nella
storia della filosofia. Spiegare la dialettica di Platone e definire con
le risorse di quest’ultima il seguente oggetto:
La bellezza
Zenone di Elea, per confutare la concezione eraclitea secondo cui la realtà è mutevole e in movimento,
propone fra gli altri il paradosso della “dicotomia” (divisione a metà) in base al quale egli afferma che il
movimento non esiste, perché se un determinato oggetto volesse passare da un punto detto A ad un punto
detto B, allora necessariamente dovrebbe attraversare la metà dello spazio tra A e B, individuata dal punto C.
A sua volta, però, dovrà percorrere la metà dello spazio tra A e C, e così via all’infinito, dato che dal punto di
vista matematico un numero, posto che sia diverso da 0, diviso per 2 non porta mai 0 (n/2≠0) e quindi ci sarà
sempre dello spazio da percorrere prima di poter lasciare da A.
Si può definire dicotomica anche la logica platonica che mira ad individuare discorsivamente le caratteristiche
o proprietà ontologiche di un oggetto. Attraverso la dialettica dicotomica, Platone intende scomporre in due
rami le possibili caratteristiche di cui un determinato ente partecipa, specificandone i generi (campi più ampi)
e le specie (campi più ristretti). Per utilizzare questo strumento argomentativo, egli ammette l’esistenza del
non-essere (relativo), in quanto, per esempio, un ente non può essere sia materiale che immateriale, per cui
deve anche non-essere ciò che non è. Secondo Platone l’idea della bellezza si esprime nella parusia, un tipo
particolare di metessi, che rende accessibile ciò che di norma è trascendente anche nel mondo immanente. La
bellezza, in quanto tramite sensibile verso il mondo iperuranio, è propria delle opere d’arte.
Ente: LA BELLEZZA
Materiale
NON MATERIALE
Matematico
NON MATEMATICO
Del tutto trascendente
TRASCENDENTE, MA PERCEPIBILE AI SENSI
MEDIANTE PARUSIA
(da Amagliani e Servadio)
Determinare il valore di verità delle seguenti proposizioni, analizzandole:
1) Non è affatto vero che o è falso che per tutti i filosofi fino ad Aristotele la realtà si spiega con una
causa efficiente, o non è falso che gli enti del mondo fisico implicano il divenire.
a) Per tutti i filosofi fino ad Aristotele la realtà si spiega con una causa efficiente (F: non per tutti)
b) Gli enti del mondo fisico implicano il divenire (V: Aristotele riconosce che c’è movimento nel mondo e
che c’è passaggio dalla potenza all’atto)
non[[non a] V [non[non b]]]
non[non-F V non-non-V]
non[V]=F
2) Non è falso che sia Senofane che Protagora accusano la filosofia di Eraclito di antropomorfismo,
oppure è falso che Platone ci presenta un dio che ha significativi punti di contatto con il pensiero
giudaico-cristiano.
a) Senofane accusa la filosofia di Eraclito di antropomorfismo (F: la critica dell’antropomorfismo di
Senofane riguarda gli dei di Omero e di Esiodo)
b) Protagora accusa la filosofia di Eraclito di antropomorfismo (F: Protagora afferma il principio “homo
mensura rerum”, ma non in relazione specifica al pensiero di Eraclito, il principio del quale, inoltre,
non ha alcun aspetto antropomorfico – logos, fuoco)
c) Il demiurgo crea dal nulla le cose (F: il demiurgo plasma le cose con una materia preesistente ed
attingendo alle idee che pure sono già date)
d) Il dio giudaico-cristiano crea le cose dal nulla (V: secondo il Bereshit, in principio non c’era nient’altro
che dio)
Non-non[[a&b] V [non[c&d]]]
Non-non[[F&F] V [non[F&V]]]
F V non-F
F V V= V
3) È non falso che o “Qualche uomo è mortale” non è una proposizione compatibile con “C'è almeno
un uomo che è mortale”, oppure non è non vero che essa può entrare in un sillogismo BARBARA in
quanto premessa minore.
a) “Qualche uomo è mortale” significa: “C’è almeno un uomo che è mortale” (V: vedere quadrato
aristotelico)
b) Le proposizioni che significano la stessa cosa sono compatibili (V: principio di identità)
c) “Qualche uomo è mortale” è una proposizione che può entrare in un sillogismo BARABARA (F: il
sillogismo BARBARA ha tutte proposizioni affermative universali)
d) “Qualche uomo è mortale” è una proposizione che può fungere da premessa minore di un BARBARA
(F: se non entra affatto in un BARBARA, allora non può trovarsi in nessuna posizione in esso)
Non-non[non[a&b] V [non-non[c&d]]]
3Non-non[non[V&V] V [non-non[F&F]]]
1
Non-V V F
7
FVF=F
(l’impostazione generale della formula risulta corretta in Guerrini)