Al-Fārābī, L’armonia delle opinioni dei due saggi Platone il divino e Aristotele, Prefazione di G. Endress,
Introduzione, traduzione italiana e commento di C. Martini Bonadeo, Plus, Pisa 2008.
Quarta di copertina
Nella Bagdad del X secolo dell'era cristiana, IV dell'Egira, Al-Fārābī commenta le opere di Platone e di
Aristotele e scrive trattati di filosofia, nella convinzione che l'eredità greca trasmessa "da Alessandria a
Bagdad" rappresenti il perno di una società umana virtuosa e lo strumento indispensabile per la
comprensione del senso del Corano. I nemici della filosofia accuseranno questo sapere antico ed estraneo
alla fede islamica di essere empio, inutile, contraddittorio: l’Armonia, qui presentata con testo arabo
rivisto, traduzione italiana e ampio commento, dimostrerà che essi si sbagliano. Non soltanto
l'insegnamento di Alatone e quello di Aristotele sono in pieno accordo, ma le apparenti divergenze
sono il risultato di esegesi superficiali o faziose. Affinché i nemici della filosofia siano confutati,
coloro che se ne considerano gli eredi nella città musulmana devono conoscere intimamente il pensiero
di Platone e di Aristotele, che è in profonda sintonia. Nel solco della tarda antichità greca, che nelle
scuole neoplatoniche proclamava l'unità delle dottrine di Platone e Aristotele, l'Armonia si presenta
come una raccolta di argomenti di controversia. La sua attribuzione ad Al-Fārābī è stata contestata da
alcuni; altri hanno pensato che si trattasse di uno scritto divulgativo, in cui egli avrebbe addirittura
sostenuto tesi di comodo: un'analisi paziente e rigorosa mostra che tanto i dubbi sull'autenticità quanto
la lettura dell'opera in chiave di pamphlet sono da archiviare.
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