YAHOO Notizie 30 luglio 2009 Salute: Ricercatore Italiano Scopre Ruolo Proteina Utile Per Paraplegia (ASCA) - Roma, 30 lug - Si chiama atlastina e fino ad+ oggi era nota ai ricercatori soltanto per essere difettosa nelle persone affette da una rara malattia genetica, la paraplegia spastica ereditaria. Ma grazie al lavoro di Andrea Daga, ricercatore finanziato da Telethon che lavora presso l'Istituto Scientifico ''Eugenio Medea'' di Conegliano, si e' finalmente chiarito il ruolo di questa proteina nella cellula. A conferma del contributo della scoperta all'avanzamento delle conoscenze sul funzionamento della cellula, il lavoro e' stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature. Le paraplegie spastiche ereditarie sono un gruppo molto eterogeneo di malattie neurodegenerative che colpiscono in particolare il midollo spinale e il cervelletto, la porzione del cervello responsabile della coordinazione dei movimenti. Possono insorgere nell'infanzia oppure in eta' adulta, in due forme differenti: quella pura, caratterizzata da spasticita' e debolezza muscolare degli arti inferiori, e quella complicata, che presenta anche anomalie della vista, sordita' e ritardo mentale. Attualmente si conoscono piu' di 30 geni che - se mutati - possono essere coinvolti nell'insorgenza della malattia. Uno di questi e' SPG3A, associato a una delle forme piu' gravi di paraplegia pura: un errore in questo gene provoca un'alterazione dell'atlastina, proteina di cui finora si ignorava completamente la funzione all'interno della cellula. Si sapeva pero' che questa proteina e' piuttosto conservata dal punto di vista evolutivo: anche un organismo molto semplice e apparentemente ''lontano'' dall'uomo come la Drosophila melanogaster - il famoso moscerino della frutta, storico protagonista della ricerca genetica - ne possiede una versione molto simile. Questa analogia ha offerto quindi l'occasione di studiare il ruolo dell'atlastina con molta piu' facilita'. Il prossimo passo sara' approfondire il compito dell'atlastina, per capire come fa esattamente a far fondere le membrane, ma anche verificare che cosa succede nella Drosophila quando si introduce la proteina alterata tipica dei pazienti con paraplegia spastica ereditaria di tipo SPG3A. Attualmente non esiste infatti alcun modello animale che simuli la patologia umana: questi studi rappresentano quindi i primi fondamentali passi per cominciare a comprendere i meccanismi alla base della malattia, finora praticamente sconosciuti. SI PARLA DI: IRCCS “E. MEDEA”