1 Corso di Sito WEB: http://www.dsa.unisa.it/Organigramma/ 5. Roma 3. Organizzazione dal periodo dell’Italia arcaico romana al IV secolo a.C. Antichità Romane Docenti/La_Greca/fernando_la_greca.php A.a. 2009-2010 Dott. Fernando La Greca [email protected] 2 3 5. Organizzazione dell’Italia romana Il tempio di Tellus Appunti ad esclusivo uso didattico per gli studenti del corso (non sostituiscono i testi di studio) 5. L’organizzazione dell’Italia romana 5. Organizzazione dell’Italia romana Dopo la vittoria sui Piceni nel 264 a.C. (deportati nel Salernitano) viene fondato il tempio di Tellus, la Terra divinizzata. Si completa la conquista della terra Italia: l’Italia è sentita come terra romana (vd. Annibale) Sacrifici umani (rari) a Tellus. Dipartimento di Scienze dell’Antichità Università degli Studi di Salerno 4 5. Organizzazione dell’Italia romana Nel tempio di Tellus viene dipinta una grande carta dell’Italia. 5 5. Organizzazione dell’Italia romana Tempio di Castore e Polluce, frammento della pianta marmorea di Roma (I-III sec. d.C.) Tabula Peutingeriana, copia medioevale da un originale romano di IV sec. d.C. (lunghezza totale 7 mt c.a, altezza 34 cm) Mosaico nilotico da Palestrina 6 5. Organizzazione dell’Italia romana Pianta ms su pergamena del monastero di San Gallo (Svizzera), prima metà del IX secolo, particolare. 7 5. Organizzazione dell’Italia romana 8 5. Organizzazione dell’Italia romana Si sfrutta l’ager publicus confiscato alle città ed ai popoli vinti per: Dal 241 a.C. inizia il sistema “provinciale”, con la prima provincia, la Sicilia. - distribuzioni viritane - colonie romane - colonie latine Dal 241 a.C. inizia ufficialmente la Letteratura Latina (Livio Andronico). - altro (affitti, vendite, ecc.) Conquiste romane al 133 a.C. Il profilo del Mediterraneo nella Carta nautica di Giovanni da Carignano, 1310 ca., probabilmente derivata da originali romani 5. Organizzazione dell’Italia romana L’ager publicus utilizzato veniva riportato su mappe (formae) conservate negli archivi. 11 5. Organizzazione dell’Italia romana Strumentazione antica greco-romana per il rilevamento Groma e corobate, semplici strumenti per misure e rilevamenti terrestri, usati dagli agrimensori romani per le operazioni di “centuriazione”. Mappe catastali da Orange 5. Organizzazione dell’Italia romana Organizzazione dell’Italia romana Dal 264 a.C. inizia la “conquista del Mediterraneo”. 10 9 Centuriazione di Minturnae Molti si impadronivano abusivamente dell’ager publicus indiviso. 12 5. Organizzazione dell’Italia romana 13 5. Organizzazione dell’Italia romana - Strumentazione Strumenti per il rilevamento: Gnomone / Meridiana portatile 14 5. Organizzazione dell’Italia romana Strumentazione antica greco-romana per il rilevamento Diottra, strumento per misure e rilevamenti astronomici e terrestri, con operazioni di trigonometria, equivalente al moderno teodolite. 15 5. Organizzazione dell’Italia romana La “macchina” di Anticitera Trovata nel 1902, nei pressi dell’isoletta greca di Anticitera, nel relitto di una nave naufragata verso il 100 a.C. - Congegno ad orologeria con complessi ingranaggi ed iscrizioni greche - Calendario perpetuo e planetario che simula i moti del sistema solare. - Calendario dei principali giochi periodici del mondo greco (olimpici, ecc.) La sola presenza di questo oggetto è sufficiente a cambiare le nostre idee sulla tecnologia antica. 16 5. Organizzazione dell’Italia romana Radiografia del meccanismo di Anticitera 17 5. Organizzazione dell’Italia romana Ricostruzione del meccanismo di Anticitera 18 5. Organizzazione dell’Italia romana 19 5. Organizzazione dell’Italia romana 20 5. Organizzazione dell’Italia romana Distribuzioni viritane (per i singoli cittadini romani optimo iure) - Attuate a Veio (distrutta) - Attuate a Tuscolo, ad Arpino, a Priverno, ecc. (annesse con la civitas sine suffragio) - Attuate in zone lontane da città (con la creazione di fora, luoghi di riunione) 21 5. Organizzazione dell’Italia romana Distribuzioni viritane Distribuzioni viritane - Si creano disparità fra i cittadini optimo iure privilegiati) ed i cittadini sine suffragio. - Col tempo viene concessa a tutti la cittadinanza completa: ad es. Arpino, a fine IV sec. civitas sine suffragio, e dal 188 civitas optimo iure, darà personaggi come Mario e Cicerone. - Per i rapporti giuridici non facili tra questi cittadini, Roma invia particolari magistrati emissari del pretore, i prefetti (praefecti iure dicundo). - Attuate lungo le strade (per i cd. viasii vicani obbligati alla manutenzione della strada) 22 5. Organizzazione dell’Italia romana Porta di Arpino 23 5. Organizzazione dell’Italia romana sine suffragio - Territorio espropriato per 2/3 e diviso fra i coloni viritani fra il 329 e il 312 (prima della via Appia). - Nel 318 creata la tribù Oufentina, dal nome del fiume che attraversa il territorio. - Nel 318 viene creata la prefettura di Priverno. 5. Organizzazione dell’Italia romana I municipia Distribuzioni viritane - Un caso simile è quello di Priverno, nella pianura Pontina. - Città incorporata con la civitas 24 - Al centro del territorio di Priverno vi era probabilmente un foro, con luoghi di culto (altari) dove sono state trovate delle lamine con dediche a divinità in latino, in connessione ai coloni romani. - Queste città come Tuscolo, Arpino, Priverno, e tante altre (annesse con la civitas sine suffragio, e private di una parte del territorio, assegnata a cittadini romani con distribuzioni viritane) erano chiamate in origine municipia, municipi, in quanto abitate da cittadini soggetti ad un munus, un onere, ma privi di honos, del diritto di voto e della possibilità di concorrere per le magistrature. - Dopo la guerra sociale (se non prima) tutti i municipi ebbero la cittadinanza completa. 25 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie romane - Colonie di cittadini romani (+/- 300: già lo sono, o lo diventano), dedotte da magistrati appositi - Assegnazioni di terra limitate (2 iugeri) - Piccoli insediamenti in genere marittimi per il controllo delle coste 26 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie romane - Nel 197 si delibera la fondazione di alcune colonie romane marittime, fra cui Salerno e Bussento (oggi Policastro Bussentino). - Nel 195 i Ferentinati (latini) iscritti alle colonie chiedono la cittadinanza romana solo per aver dato i nomi, ma il senato la rifiuta. - Nessuna autonomia, manca un’amministrazione locale. - Pozzuoli, Volturno, Literno, Salerno, Bussento e Siponto sono fondate nel 194, con 300 coloni ciascuna. 28 29 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie latine - Si divide in lotti l’ager publicus da assegnare a numerosi coloni (da 5.000 a 20.000) a partire da un minimo di una ventina di iugeri (5 ettari). - I coloni perdono la cittadinanza originaria; sono divisi in fanti e cavalieri (pedites - equites) - Nasce una nuova città autonoma di diritto latino, con funzioni militari, a somiglianza di Roma - La colonia è soggetta a tributi e all’invio di truppe/navi 27 5. Organizzazione dell’Italia romana 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie romane - Ma solo 8 anni dopo, nel 186, le colonie di Bussento e Siponto furono trovate spopolate (crisi economica? Trasferimento a Roma?), e fu necessario inviare nuovi coloni. 30 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie latine - La colonia latina di Paestum viene fondata nel 273 a.C. - Il console che cura la fondazione è Claudio Canina; la gens Claudia è ben rappresentata nell’onomastica di Paestum, anche con magistrati (duoviri). - Fra le più antiche iscrizioni della colonia, troviamo anche nomi lucani. Poseidonia-Paestum, sacello ipogeico,, interrato dai Romani dopo il 273 a.C. 31 32 5. Organizzazione dell’Italia romana 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie Romane e Latine - I cittadini romani delle colonie romane, scarsi di numero, di fatto non potevano influenzare la politica romana. - I cittadini di diritto latino delle colonie latine, anche se numerosi, non potevano influenzare la politica romana, ma di fatto erano sfruttati per l’esercito in qualità di alleati. - Nel II sec. a.C. si aumentano gli iugeri concessi ai singoli coloni per invogliarli al trasferimento. - Nel I sec. a.C. le colonie furono usate soprattutto per assegnare terre ai veterani. Poseidonia-Paestum, Ekklesiasterion, interrato dai Romani dopo il 273 a.C. 34 5. Organizzazione dell’Italia romana Ad es. in ogni colonia latina troviamo: - Comunque tutte le colonie contribuirono potentemente alla romanizzazione dell’Italia. 33 5. Organizzazione dell’Italia romana Colonie come “modelli” di Roma L’imperatore Adriano (II sec. d.C.) rivolgendosi agli abitanti di Italica (Spagna), afferma che le colonie sono parva simulacra urbis, piccole riproduzioni di Roma. Città romana in un affresco di Pompei 35 5. Organizzazione dell’Italia romana 36 5. Organizzazione dell’Italia romana In ogni colonia latina troviamo poi, come a Roma: - il foro - il capitolium - il comitium. - duoviri (=consoli) - decurioni, senato locale (=senato) Città romana, rilievo dal Fucino Le colonie fondate da Roma sono in qualche modo un modello, una “copia” di Roma, sia sul piano politico che si quello architettonico. Iscrizione su fontana pubblica, Paestum, I sec. a.C. Brescia, Capitolium Poseidonia-Paestum, Foro 37 5. Organizzazione dell’Italia romana 38 5. Organizzazione dell’Italia romana Interessante è il comitium di Paestum, realizzato exnovo in un sito dove pur esisteva il parallelo edificio greco, l’ekklesiasterion, che viene colmato. 39 5. Organizzazione dell’Italia romana Le colonie romane, rispetto a quelle latine, sono molto piccole, e rispecchiano in qualche modo la semplice forma di un castrum, un accampamento militare. Non c’è il foro. Solo in seguito furono aggiunti il foro e gli edifici pubblici. Paestum, ricostruz. del Comitium 40 5. Organizzazione dell’Italia romana Le deduzioni viritane e le colonie latine e romane, sia impiantate sul sito di antiche città (ad es. Paestum), sia poste nelle vicinanze, finivano per assorbire e romanizzare le antiche comunità locali. Poseidonia-Paestum, Comitium 41 5. Organizzazione dell’Italia romana 42 5. Organizzazione dell’Italia romana Città alleate o federate Le province - Conservano magistrati e indipendenza, garantita da un trattato o foedus. - Con la fine della prima guerra punica nasce un altro sistema per gestire i territori conquistati: la provincia. - Non possono avere una politica estera propria (sono di fatto soggette) - In origine è il territorio assegnato all’azione di un console in guerra. - Devono fornire tributi, truppe o navi. - Diventa un territorio assoggettato, con autonomie locali, governato da un proconsole (o pro-pretore) romano coadiuvato da un esercito, e tenuto al pagamento di tributi. 43 5. Organizzazione dell’Italia romana 44 5. Organizzazione dell’Italia romana 45 Aristocrazia romana e clientele italiche - La potenza dell’aristocrazia romana si misura secondo l’ampiezza delle reti clientelari a Roma e in Italia. - I magistrati romani diventano patroni di popoli e città vinte, delle colonie fondate, degli alleati e degli stranieri che chiedevano protezione. - Nascono stretti legami e interessi comuni, che portano ad una rapida romanizzazione. 46 5. Organizzazione dell’Italia romana 47 5. Organizzazione dell’Italia romana I nomi romani Ogni romano aveva, nell’erà più antica, un solo nome (es. Romulus). Poi si aggiunsero, di regola, un secondo, e poi un terzo nome, per cui ogni romano aveva tria nomina. 1) Il “prenome” (praenomen) era il nome personale: Appius, Caius, Lucius, Marcus, Publius, Quintus, Servius, Titus, ecc. 2) il “gentilizio” (nomen), ereditario, indicava il gruppo familiare (gens) di appartenenza: Aemilius, Claudius, Cornelius, Fabius, Iulius, Manlius, Papirius, Pomponius, Porcius, Sempronius, Tullius, Valerius, ecc. 5. Organizzazione dell’Italia romana Il mosaico del dominio romano - Il dominio romano in Italia si configura come mosaico che assomma varie forme giuridiche, risultato di “esperimenti”, per trovare la soluzione migliore. - Il cittadino romano optimo iure in Italia si distingue allora non per il nome, ma per l’appartenenza ad una delle 35 tribù, indicata negli atti che lo riguardano. 48 5. Organizzazione dell’Italia romana 3) In seguito si aggiunse anche un “soprannome” (cognomen), tratto da situazioni di vita, divenuto ereditario per distinguere le varie famiglie nell’ambito della stessa gens: Agricola, Barbatus, Calvus, Cicero, Crassus, Longus, Lucanus, Marcellus, Naso, Pulcher, Rufus, Scipio, ecc. Gli schiavi liberati (liberti) prendono il prenome e il gentilizio del padrone, e come soprannome il loro vecchio nome di schiavi. 49 50 1. Presentazione 5. Organizzazione dell’Italia romana 51 Il census - Perché tutte queste precisazioni insieme al nome? - Sono essenziali nelle operazioni del census, il censimento dei cittadini romani, effettuato ogni 5 anni dai censori. Fra il gentilizio e il soprannome vi sono due elementi importanti: b) l’indicazione della tribù (attesta la cittadinanza romana) 52 Costituivano l’assemblea più importante di Roma. Eleggevano i consoli, i magistrati superiori, ed approvavano le leggi. Il popolo vi prendeva parte diviso per classi di ricchezza e per centurie (193). Ogni centuria dava un voto (dopo le votazioni preliminari al suo interno). Le decisioni erano prese a maggioranza dei voti. I cavalieri ed i fanti della prima classe (i più ricchi) avevano a disposizione 18 + 80 centurie = 98 voti, cioè la maggioranza. - Livio, XXVI, 36, 2 (discorso ai senatori del console Valerio Levino, nel 210 a.C., che chiede un prestito volontario ai cittadini): <<Se quello che intendete imporre ai vostri inferiori decidete di imporlo innanzitutto a voi stessi ed ai vostri, otterrete più facilmente l’obbedienza di tutti. E nessun onere apparirà troppo pesante, se il popolo vedrà che i principali cittadini se ne assumono il peso maggiore>>. M(arcus) Tullius M(arci) f(ilius) Maec(ia tribu) Cicero equiti romano sibi fecit vivus. 5. Organizzazione dell’Italia romana I comizi centuriati Il census - Il sistema delle classi di censo e dei comizi centuriati era fondato sull’uguaglianza “geometrica” di Pitagora: ai più ricchi, più onori, ma anche più oneri; chi decideva doveva anche farsi carico delle spese e dei rischi. Questo sistema generava il consenso di tutti. a) la filiazione, ossia il nome del padre seguito dalla F di filius (attesta la condizione di libero) 5. Organizzazione dell’Italia romana 53 5. Organizzazione dell’Italia romana 54 5. Organizzazione dell’Italia romana 193 = 122 + 72 - Per quanto possa sembrare strano, ci sono anche altri indizi nel sistema dei comizi centuriati che ci riportano a Pitagora ed alla Magna Grecia. - Il numero 193 è un numero “pitagorico”, riferito al famoso teorema (in un triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa (193) è pari alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti (122 + 72 = 144 + 49 = 193). - In riferimento all’astrologia/astronomia, ed alla sacralità religiosa della politica e del calendario a Roma, il numero 12 è quello dei segni zodiacali, ed il numero 7 è quello dei corpi celesti “erranti” fra le stelle fisse. - Inoltre, tra i limiti delle classi esistono rapporti che si possono riconoscere come “rapporti armonici” pitagorici. 55 56 5. Organizzazione dell’Italia romana I censori 5. Organizzazione dell’Italia romana Ara di Gneo Domizio Enobarbo (censore nel 113), fine II inizio I sec. a.C. Particolari della scena con lustrum censorio, con soldati e sacrificio a Marte (Parigi, Louvre) - Ogni cittadino deve giurare sulla verità della sua dichiarazione, e far registrare il suo nome completo, l’età, il valore stimato della sua proprietà, il nome del padre, l’età ed il nome della moglie e dei figli, la tribù di appartenenza secondo la sua residenza a Roma o nelle campagne. - Censori - Consoli - Pretori - Il cittadino che non assolve questo dovere può subire la confisca dei beni ed essere venduto come schiavo. - Edili (curuli e plebei) - Questori - Tribuni della plebe (con ingresso in senato) Via Appia Il lustrum dei censori era una cerimonia di purificazione della città e dei cittadini, ogni 5 anni, in occasione del censimento 5. Organizzazione dell’Italia romana - Il censore convoca davanti a lui, a Roma, per mezzo degli araldi, tutti i cittadini, anche quelli lontani, nelle colonie. - Dittatore I censori erano due, eletti ogni cinque anni, ma in carica per soli 18 mesi. Erano di solito senatori di grande esperienza, che avevano percorso tutta la carriera delle magistrature. 57 Svolgimento del census Le magistrature repubblicane (cursus honorum) I censori erano incaricati di eseguire il censimento della popolazione. In seguito preparavano anche la lista dei senatori. Si occupavano di appalti e lavori pubblici (strade, acquedotti...) 58 5. Organizzazione dell’Italia romana - E’ possibile comunque farsi rappresentare, ad esempio, dai curatori di ciascuna tribù. - Tribuni militari 59 5. Organizzazione dell’Italia romana Svolgimento del census 60 5. Organizzazione dell’Italia romana Svolgimento del census - Dopo la guerra sociale ci furono nuove disposizioni, anche in seguito all’enorme folla venuta a Roma nel 70 a.C. per il censimento. - Augusto introdusse nuove norme (9 d.C.) che di fatto consentirono di svolgere diversamente le operazioni di censo. - Entro 60 giorni rispetto a Roma il censimento deve svolgersi anche nei municipi, nelle colonie romane e nelle prefetture, a cura dei magistrati locali, richiedendo gli stessi dati. - Fu possibile ad ogni cittadino, in ogni momento, far riconoscere la propria identità e dichiarare i figli nati liberi. - I dati sono trascritti sui registri pubblici locali, e inviati a Roma ai censori, che li ritrascrivono sui registri di Roma e li archiviano. - L’archivio si trovava in un edificio chiamato Atrium Libertatis, nei pressi del foro, dal nome significativo. - Con la semplice collazione dei registri, divenne possibile rilevare le statistiche del censimento, ed anche rilasciare certificati, come oggi. 61 5. Organizzazione dell’Italia romana L’esercito - Anche l’esercito fu uno strumento di romanizzazione, in quanto i socii, gli alleati italici erano tenuti al servizio militare nell’esercito romano. - Ce ne parla Polibio (VI, 26 sgg.). - Ogni coorte o gruppo (500-600 uomini di una stessa città) è comandato da un capo italico; l’insieme delle truppe dei socii sono comandate da 12 prefetti romani, che li organizzano e li addestrano. 64 1. Presentazione 62 5. Organizzazione dell’Italia romana - Nell’insieme i fanti italici raggiungono lo stesso numero di quelli romani, mentre la cavalleria italica è tre volte più numerosa. - Fra tutti i socii vengono scelti i cavalieri (per 1/3) ed i fanti (per 1/5) più adatti al servizio dei consoli (extraordinarii). - I rimanenti sono divisi in due parti, l’ala destra e l’ala sinistra, e vanno ad integrare le 4 legioni, due per ogni console. 65 1. Presentazione 63 5. Organizzazione dell’Italia romana - Fra gli extraordinarii, si procede ad una seconda scelta di cavalieri e fanti (delecti), che va a costituire la guardia personale dei consoli. - Polibio ci descrive poi lo schema tipico di un accampamento, nel quale hanno una parte importante gli Italici. 66 1. Presentazione 67 1. Presentazione 68 5. Organizzazione dell’Italia romana - E’ importante notare che nell’accampamento i socii devono apprendere necessariamente latino, per i comandi, le parole d’ordine segrete, ecc. - Tutte le conquiste romane vanno attribuite in buona parte anche ai socii italici. La presenza dei socii accanto ai Romani nell’esercito fu un potente fattore di romanizzazione. 70 1. Presentazione 71 5. Organizzazione dell’Italia romana - Contro quasi 800.000 uomini, dice Polibio, Annibale giunge in Italia con meno di 20.000 uomini. - Evidentemente Annibale aveva informazioni precise sul fatto che alcuni popoli ed alcune città sarebbero passate dalla sua parte. 69 5. Organizzazione dell’Italia romana La formula togatorum del 225 aC. - Alla vigilia della seconda guerra punica, per l’anno 225 a.C., Polibio (II, 24) ci dà la consistenza delle forze armate romane ed alleate disponibili per la leva (in vista di un attacco dei Galli). - Questo elenco era chiamato formula togatorum. - La fonte è Fabio Pittore, annalista che scrive la prima storia di Roma, in greco, alla fine della seconda guerra punica. 72 5. Organizzazione dell’Italia romana - Annibale trattò con ogni riguardo gli alleati di Roma allo scopo di farli passare dalla sua parte. - Annunciò di essere venuto a liberare i popoli dell’Italia dal giogo di Roma e a ridare loro le città ed i territori perduti. - Solo dopo Canne ottenne le adesioni sperate: Campani, Irpini, parte degli Apuli e dei Sanniti, i Bruzi, i Lucani, la costa con le colonie greche (Taranto, Metaponto, Crotone, Locri), i Galli Cisalpini. 73 5. Organizzazione dell’Italia romana - Capua chiese ad Annibale piena autonomia politica, di governarsi con magistrati propri, e di non essere soggetta a tasse ed arruolamenti forzati (l’esatto contrario della civitas sine suffragio). - Ma la presenza di Annibale davanti alle mura evidenziava le divisioni interne nelle città dell’Italia, che portavano a scelte diverse. 74 5. Organizzazione dell’Italia romana 5. Organizzazione dell’Italia romana Durante la seconda guerra punica, i Romani introdussero nella città numerose nuove divinità e fondarono nuovi templi. Religione e politica non possono essere separate nella storia di Roma. Un interessante esempio di questo intreccio è costituito dall’introduzione del culto della dea Mens (Mente) a Roma. 5. Organizzazione dell’Italia romana - Le sconfitte costrinsero i Romani ad un grande sforzo finanziario e di reclutamento, e ad un controllo stretto degli alleati per timore di ulteriori defezioni. - Le necessità della guerra contro Annibale portarono i Romani ad arruolare nel 217 i liberti nella marina, cosa che poi divenne una regola. - Importante fu l’episodio delle 12 colonie latine che nel 209 si rifiutarono di inviare uomini e denaro; le altre invece obbedirono. - Dopo Canne nel 216 si arruolò un esercito di schiavi volontari (8.000), comprati dallo Stato e armati. Questo esercito era comandato da Tiberio Sempronio Gracco, nonno dei fratelli Gracchi, e sconfisse i Cartaginesi a Benevento, ottenendo come premio la libertà. - Qualche anno più tardi le 12 colonie furono punite portando a livelli altissimi i loro contributi ordinari. - Quindi, tutta la disponibilità sulla carta degli alleati, vantata da Polibio, era solo teorica, e vi erano enormi difficoltà ad arruolare gli eserciti. 76 75 77 5. Organizzazione dell’Italia romana Nel giugno del 217 a.C., l’esercito romano subì una nuova sconfitta da parte di Annibale al lago Trasimeno. Lo stesso console Gaio Flaminio cadde sul campo. Fu nominato dittatore Fabio Massimo, il quale spiegò che la causa della sconfitta era stata più la trascuratezza del console Flaminio verso la religione e gli dèi, che non la sua incapacità militare. I due erano stati avversari politici, ma Fabio considerò solo le sue colpe verso la religione. - Nel 216 si arruolarono anche i carcerati, con la promessa della remissione delle pene e dei debiti. 78 5. Organizzazione dell’Italia romana Fabio ordinò di consultare i libri sibillini, e il responso dei sacerdoti addetti fu che bisognava attuare una serie di cerimonie religiose per Marte, Giove e tutti gli dèi, ed inoltre bisognava votare dei templi per Venere Ericina e per Mens. Così il dittatore Fabio votò il tempio per Venere Ericina, e il pretore Otacilio il tempio per Mens. I templi furono subito costruiti, l’uno accanto all’altro sul Campidoglio, e dedicati agli inizi del 215. 79 5. Organizzazione dell’Italia romana Una delle particolarità della religione romana è il culto di divinità astratte, personificazioni di concetti politico-morali utili allo Stato: Fides, Honos, Virtus, Salus, Mens, Victoria, Concordia, Fortuna, ecc. In questo momento, si sente in particolare il bisogno di Mens, dea della ragione e della saggezza, in rapporto alla poca saggezza rimproverata al console Flaminio. 80 5. Organizzazione dell’Italia romana Inoltre, lo stesso Fabio Massimo, soprannominato “cunctator” perché adottò contro Annibale la tattica del “temporeggiare”, con queste disposizioni religiose volle indicare ai Romani che l’unico modo per battere Annibale consisteva nel far buon uso della ragione, della saggezza, e non lanciarsi in imprese sconsiderate. I voti e le dediche sono messe in atto da magistrati romani: il dittatore Fabio e il pretore Otacilio. E’ questo l’unico modo, per le nuove divinità, di entrare in Roma. L’altra divinità, Venere Ericina, ossia venerata sul monte Erice, in Sicilia, si riallacciava al mito di Enea. A Venere, madre di Enea e protettrice del popolo romano, si chiedeva la salvezza da Annibale. 82 83 5. Organizzazione dell’Italia romana Mens è anche una importante divinità della colonia latina di Paestum, alla quale è dedicato un tempio ed alcune iscrizioni da parte di magistri che si occupavano del suo culto. 5. Organizzazione dell’Italia romana - Nonostante tutte le sconfitte, nonostante le numerose defezioni (soprattutto Capua), nel complesso la fedeltà degli alleati di Roma restò salda, e consentì la vittoria finale. - In questo modo Polibio spiega ai Greci le ragioni delle vittorie di Roma, poi estese all’Oriente. 81 5. Organizzazione dell’Italia romana Questa apertura religiosa romana verso nuove divinità (Venere Ericina, Mens, la Magna Mater o Cibele, introdotta negli stessi anni), aveva un valore politico e diplomatico: - garantiva il successo degli eserciti romani, protetti dalle nuove divinità; - avvicinava a Roma altri popoli: gli Italici, le città della Magna Grecia, il regno di Pergamo, ecc., perché le loro divinità erano rese romane, con comunanza di culto; - rinnovava la tradizione dei Romani discendenti dai Troiani e da Venere (la Magna Mater, divinità dell’Asia Minore, era considerata Troiana). 84 5. Organizzazione dell’Italia romana - Ma le città ed i popoli che avevano defezionato in Italia meridionale furono trattati come nemici: distruzioni, confische di terre, riduzione della popolazione in schiavitù. - A Capua e in altre città con la civitas sine suffragio che avevano fatto secessione furono colpiti gli aristocratici delle classi dirigenti, messi in carcere e giustiziati (si nominò appositamente un dittatore); la città fu privata delle strutture pubbliche e trasformata in luogo di abitazione, sotto un prefetto inviato da Roma. 85 5. Organizzazione dell’Italia romana - Iniziò una fase di diffidenza e di rapporti difficili fra Roma e le città italiche, che alla lunga portò alla guerra sociale. - Gran parte delle terre confiscate dell’Italia meridionale divenne ager publicus, venduto o affittato a favore di nuovi proprietari romani che lo destinavano all’allevamento, estendendo i loro latifondi. 88 5. Organizzazione dell’Italia romana - Si rafforza il potere romano in Italia, con una maggiore uniformità culturale. - Si sviluppa la classe dei cavalieri, aristocratici che si arricchiscono sfruttando le nuove opportunità e gli appalti pubblici. - In definitiva, la presenza di Annibale in Italia con le sue conseguenze, nel bene e nel male, contribuì all’unificazione ed alla romanizzazione. 86 5. Organizzazione dell’Italia romana 87 5. Organizzazione dell’Italia romana - Riprese la fondazione di colonie, soprattutto nella Gallia Cisalpina (Bologna, Aquileia), e ripresero le assegnazioni individuali ai veterani. - Ad Aquileia, colonia latina, furono dati 50 iugeri (12,5 ettari) per ciascun colono, 100 iugeri (25 ettari) ai centurioni e 140 iugeri (35 ettari) ai cavalieri. Colonie e centuriazione dell’ager gallicus lungo la via Emilia