Letture Liturgiche Anno C III domenica Tempo Ordinario C 2a lettura Paragone con il corpo: unità nella molteplicità (1 Cor 12, 12-30) 12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. 14 E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 15Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 16E se l'orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. 17Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? 18Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. 19Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». 22Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; 23e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, 24 mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, 25perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. 26Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. 29Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? 30Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? (1 Cor 12, 12-30) Paolo inserisce in mezzo al discorso sull’unità interiore della varietà dei carismi, cioè dei doni suscitati dall’unico Spirito, questo apologo delle parti del corpo umano, perché in modo molto evidente si presta a dimostrare il legame vitale tra “uno solo e molte membra”, come logica possibile per la natura della comunione ecclesiale, che non è inquadramento massificante nell’uniformità, che elimina la singolarità delle persone, e non è nemmeno la contrapposizione di diversità avulse tra loro! L’insistenza nel riferimento a questo apologo è sul rischio di assolutizzazioni di singole parti e sull’esclusione di altre, invece di cogliere la ricchezza vivificante che reciprocamente le varie parti compongono perché il corpo sia realtà viva. E la conclusione sorprendente è che tutto questo dinamismo diventa la manifestazione del corpo di Cristo; cioè, senza questa varietà di manifestazione dei doni dello Spirito, non c’è manifestazione di Gesù nella generazione attuale! E Gesù non ha semplificato la missione della Chiesa con un’unica ricetta o modelle da imporre, ma con questa varietà di figure con cui coinvolgere la vita di tanti nella varietà di presenze, strumenti indispensabili perché la comunione animata dallo Spirito si dilati per realizzare la pienezza del Corpo di Cristo, che è la Chiesa. 12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. Letture Liturgiche Anno C La molteplicità e l’unione tra le membra del corpo è propria anche del corpo di Cristo che è la Chiesa, formata da persone, culture e popoli diversi! 14 E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 15Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 16E se l'orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. 17Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? 18Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Un primo ostacolo all’unità è l’orgoglio che porta all’invidia ed al blocco di chi pretende di essere tutto e non accetta la diversità di doni, di ruoli ed attività. 19 Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». 22Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; 23e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, 24mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Altra difficoltà viene da chi si considera autosufficiente, non accettando la mutua collaborazione. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, 25perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. 26Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. In positivo l’unità nella diversità, comporta pure al cura reciproca nelle difficoltà. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. 29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? 30Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? La diversità di ruoli nella Chiesa è costitutiva come lo è la varietà di membra nel corpo. Tale varietà è posta da Dio come doni molteplici per la ricchezza della vita ecclesiale. E questa varietà non è per una uniformità, così che tutti si ritengano da se stessi la parte più perfetta. Le domande finali ben si prestano a ripensare l’attuale confusione-pretesa di rapporto tra libertà ed uguaglianza, per cui ognuno si sente libero di pensare la propria vita come gli pare e piace, purché tutti accettino che quello è regola anche per gli altri, altrimenti si sente discriminato!