Scuola di Canto DIPLOMA ACCADEMICO DI 2° LIVELLO (BIENNIO) IN CANTO NELLA MUSICA DA CAMERA Tesi di Laurea Le liriche da camera di Claude Debussy e Maurice Ravel tra Ottocento e Novecento CANDIDATO DEOK KI, LEE N° Matricola: B.8818 RELATORE CORRELATORE Prof.ssa. Barbara Lazotti Prof. Giampiero Bernardini 1 ANNO ACCADEMICO 2011-2012 Sessione invernale INDICE INTRODUZIONE: Uno sguardo alla vita musicale francese della seconda metà dell’Ottocento CAPITOLO Primo - L'Impressionismo francese CAPITOLO Secondo - Decadentismo e Simbolismo CAPITOLO Terzo - La Mélodie e la lirica da camera in Francia nell'Ottocento CAPITOLO Quarto - Le liriche da camera di Maurice Ravel 4.1 Profilo biografico di Maurice Ravel 4.2 Trois Chansons de Don Quichotte à Dulcinèe 4.3 Testi poetici di Paul Morand 4.4 Profilo biografico di Paul Morand 4.5 Quatre Chants Populaires CAPITOLO Quinto - Le liriche su versi di Claude Debussy 5.1 Profilo biografico di Claude Debussy 5.2 Trois Mélodies su versi di Paul Verlaine 5.3 Profilo biografico di Paul verlaine 5.4 Le liriche su versi di Paul Bourget 5.5 Testi poetici di Paul Bourget 5.4 Profilo biografico di Paul Bourget BIBLIOGRAFIA PROGRAMMA DELL'ESECUZIONE 2 INTRODUZIONE: UNO SGUARDO ALLA VITA MUSICALE FRANCESE DELLA SECONDA METÀ DELL’OTTOCENTO Evento unico nella storia della cultura, la musica svolge un ruolo centrale e decisivo rispetto alle manifestazioni letterarie e figurative del Decadentismo francese. La vita culturale francese è dominata dalla musica di Wagner. I pittori ed i poeti innalzano la musica alla dignità di arte organizzatrice dell’immaginazione; tutti vogliono creare secondo i modelli della musica, in quanto è la sola a poter comunicare agli uomini l’indicibile.1 Quello che attrae i poeti nella musica di Wagner è l’unione del verbo e del suono, il simbolismo dei motivi musicali, il “leitmotiv”, e il suo misticismo. In realtà gli artisti si entusiasmano più alla sua estetica che alla sua produzione musicale, visto che ne conoscono solo dei frammenti eseguiti a qualche concerto o ne hanno sentito parlare nei racconti di chi era stato a Bayreuth. Si è venuta a creata una situazione paradossale. Parigi è divisa in due “fronti”: da una parte, l’élite intellettuale che “contrabbanda” la poetica di Wagner e la promuove, dall’altra, la Parigi borghese che ignora e rifiuta la conoscenza della tetralogia, avendo sentore che nei suoi miti si nasconda l’orgoglio germanico. Nel 1871 viene fondata da Camille Saint-Saëns la Société nazionale de la Musique che si propone di diffondere le opere dei compositori francesi, favorendo le esecuzioni delle loro musiche strumentali e vocali da camera. Nella «Revue wagnérienne», Théodore de Wyzewa scrive che consistendo il ruolo del poeta o dello scrittore nel suggerire piuttosto che nel descrivere, in fondo la letteratura diventa musica, poiché è la musica ad avere maggiormente sviluppato il potere di suggestione e poiché essa può evocare i misteri della vita molto meglio della parola. (in S. Jarocinski, op. cit.) 1 3 Nelle istituzioni insegnano i “grandi maestri” del tempo: ma anche i più dotati tra loro, come Gounod, Massenet e lo stesso Saint-Saëns, si accontentano di ripetere la stessa formula o trovata stilistica, un tempo originale, arrivando ad irrigidirsi in un accademismo quasi scontato. Colui che sembra incarnare l’ideale del creatore instancabile e sempre alla ricerca di forme sempre più perfette è César Franck. La sua figura suscita rispetto e, attorno a lui, si forma un gruppo di discepoli devoti, tra i quali troviamo Chausson, Duparc, D’Indy.2 Tuttavia, sebbene Franck abbia contribuito ad approfondire l’interesse dei compositori francesi per la musica sinfonica e strumentale, delude le aspettative di chi vedeva in lui un capostipite di una “scuola” che avrebbe dato grandi opere francesi alla Francia; i suoi discepoli, usciti principalmente da ambienti nazionalistici, diventano, loro malgrado, apostoli del neoromanticismo tedesco e saranno loro ad indebolire la resistenza dei musicisti francesi al diffondersi del wagnerismo. L’unico a dimostrare una pressoché totale indifferenza non solo nei confronti di Wagner, ma anche di Saint-Saëns e di Franck, è Gabriel Fauré. In questo contesto, il giovane Debussy non può che sentirsi a disagio: il suo spirito indipendente e ribelle preferisce legarsi gli ambienti dei pittori e dei poeti, piuttosto che mettersi in relazione con un mondo musicale che si limita a ripetere modelli del passato o ad imitare Franck e Wagner. Chausson, Duparc e D’Indy fonderanno nel 1894 la “Schola Cantorum”, un’istituzione che si contrapponeva al Conservatorio, rivalutando lo studio del canto gregoriano e della polifonia classica. 2 4