Manager Innovatori: un percorso di innovazione

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Manager Innovatori: un percorso di innovazione sociale
replicabile?
A cura di Costanza Patti e Giorgio Neglia
Manager e innovazione sono un binomio inscindibile, ne siamo convinti e crediamo che
questo valga anche nell’ambito sociale. Siamo abituati a pensare l'innovazione, quella
vera, come qualcosa che avviene nelle università e dentro i laboratori di grandi
organizzazioni. Alle “questioni” sociali ci pensa lo stato, con i servizi sociali, il sistema
sanitario, le politiche economiche e di sviluppo. A fare pressione sullo stato ci pensano le
organizzazioni politiche e sindacali, che sottolineano le cose che non vanno e che, di
conseguenza, necessitano un intervento. E le tre “sfere” rimangono separate. Nel mondo,
ma forse particolarmente in Italia, è palese che le cose non funzionino più così. Come
molti studiosi hanno giustamente sottolineato, è necessario un cambio di paradigma ed
una delle possibili chiavi di volta è l’innovazione sociale, ovvero un’innovazione che risolve
un bisogno sociale che non è stato risolto da interventi tradizionali, né da parte di soggetti
privati, né da servizi organizzati da parte dell’attore pubblico.
L’innovazione sociale indica una rottura nel modo di fare le cose, rappresenta una
discontinuità rispetto alle soluzioni apportate generalmente e offre una risposta creativa a
problemi di ordine economico e sociale non soddisfatti né dal mercato né dallo stato,
contribuendo così al miglioramento delle condizioni di vita degli individui e della collettività.
La vera novità che emerge da questa impostazione è che il focus non è tanto sugli attori o
sulle organizzazioni, ma sulle problematiche e sulle relative soluzioni; questo favorisce
l’emergere di nuove forme di collaborazione tra attori, pubblici, privati e non-profit.
L’innovazione sociale può assumere forme variegate: dall’impresa sociale, alle differenti
iniziative dell’economia sociale e solidale. Attraverso l’innovazione della gestione dei
problemi sociali (definizione del problema, identificazione di cause e soluzioni), si innova
anche la messa in atto di processi di cambiamento, includendo nuove idee, nuovi concetti,
nuovi prodotti e servizi, nuove pratiche, nuove forme di valutazione. L’innovazione sociale
implica anche l'impiego di nuove tecnologie e soprattutto di nuove forme organizzative,
dove l'organizzazione “dal basso” convive con una “socialità di rete” dove le relazioni
diventano strumenti da mobilizzare nell’attività; dove le differenze fra vita lavorativa, vita
“di comunità” e vita privata tendono a ridursi.
L'innovazione però non è solo una questione di fortuna, di idee geniali o di alchimia, e
nemmeno è cosa che appartiene esclusivamente alle menti più brillanti. L'innovazione può
e deve essere gestita, supportata e “coltivata”. Per questo le esperienze e le competenze
dei manager sono importanti per dare corpo e efficacia alle iniziative. I manager possono
svolgere un ruolo attivo nell’analisi dei fabbisogni e nella loro emersione, così come
nell’ideazione e nella gestione, compresa la capacità di attivare network tra istituzioni e
competenze sui territori. Il concetto di “restituzione” è centrale per il manager che è
chiamato a contribuire con competenza alla risoluzione di problemi della società, mettendo
a frutto il bagaglio di competenze e esperienze accumulato negli anni. Il give-back è il
cuore dell’azione di imprenditori “illuminati” come Michele Ferrero che - con le imprese
sociali e gli stabilimenti realizzati in aree del Sud del mondo - rappresentano esempi di
come lo spirito imprenditoriale e manageriale possa contribuire attivamente allo soluzione
di problemi della società. E’ necessario poi mettere in rete le esperienze anche per
favorire processi di diffusione delle buone pratiche a vantaggio delle stesse imprese e
della collettività. Ed è questo uno degli impegni che come Fondazione intendiamo
assumerci.
Per questo abbiamo ritenuto opportuno supportare i progetti “Manager Innovatori” e
“Leadership Umanistica”, promossi dalle organizzazioni dei soci sui territori di Bologna e
Treviso. In considerazione dell’interesse e dei risultati ottenuti dalle iniziative - delle quali
all’intero di questo numero di FD News troverete ampi riferimenti - ci auguriamo che le
positive esperienze possano essere replicate in altre realtà del Paese, grazie alla volontà
e alla pro attività degli attori sociali sui territori, in grado di cogliere le esigenze e tramutarle
in azioni formative e progettuali.
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