Scuola secondaria di 1° grado di Fontanarosa a cura della prof.ssa Giovanna Pepe Per svolgere un lavoro, sia fisico che mentale, abbiamo bisogno di energia. Tale energia è fornita dall’ATP (acido adenosintrifosforico), una molecola che consente di trasformare l’energia chimica contenuta nei cibi in energia meccanica. Il cibo viene prima smontato in molecole semplici costituite da glucosio e trigliceridi (grassi), questi vengono trasportati ai muscoli dove particolari cellule specializzate, i mitocondri, li trasformano in ATP. La quantità di ATP nelle cellule è molto limitata, quindi, deve essere riformata di continuo. Per produrre energia l’organismo utilizza 3 diversi meccanismi: • Il meccanismo anaerobico alattacido; • il meccanismo anaerobico lattacido; • il meccanismo aerobico. Durante l’attività sportiva l’energia è fornita dai tre meccanismi che lavorano insieme, a seconda del tipo di sforzo alcuni di essi prevalgono sugli altri. Ad esempio in uno sprint (scatto improvviso e velocissimo compiuto da un corridore alla partenza o in prossimità del traguardo), tutti i meccanismi si mettono in moto, ma quello che prevale è il sistema anaerobico alattacido. Quando ha esaurito l’energia e l’esercizio continua interviene il meccanismo anaerobico lattacido e quando i due meccanismi hanno impoverito le loro energie entra in funzione il meccanismo aerobico. Il meccanismo anaerobico alattacido, permette la più veloce e semplice via per ripristinare le molecole di ATP. Le reazioni avvengono in assenza di ossigeno e senza la produzione di acido lattico. È un meccanismo di grande potenza, ma si esaurisce rapidamente. Il meccanismo anaerobico alattacido si comporta come un dragster, che ha un motore in grado di esprimere una potenza elevatissima che si esaurisce però in pochi secondi a causa di un serbatoio di capacità assai ridotta. Sport ad attività anaerobica sono ad esempio: salti, lanci, tuffi, e tutti gli sport che impongono una prestazione al top in tempi rapidi (tra i 6-8 secondi). Il meccanismo anaerobico lattacido, permette la ricarica dell’ATP in assenza di ossigeno, utilizzando le scorte di zuccheri presenti nel sangue, nei muscoli e nel fegato, produce, però, anche acido lattico. Quando lo sforzo viene prolungato troppo a lungo rispetto alle possibilità del nostro organismo, l’acido lattico raggiunge un livello di concentrazione elevato provocando il fenomeno della fatica. I 400 metri meglio noti come «il giro della morte» sono la gara più dura dell'atletica leggera. Capita di vedere atleti che cedono di schianto negli ultimi metri; l’eccesso di acido lattico e l’incapacità del Questo meccanismo possiede un’elevata potenza, può sistema di produrre nuovo ATP essere paragonato a un’auto di formula 1. Il motore è costringono l’atleta a potente e il serbatoio garantisce una prolungata rallentare. autonomia prima di doversi rifornire nuovamente. Permette sforzi intensi, si esaurisce entro i 45 secondi. Tale meccanismo interviene per le prestazioni sportive di chi pratica, ad esempio, la velocità prolungata ( corsa 200 metri, 400 metri, 800 metri), lo slalom speciale nello sci. Ma questa richiesta energetica si trova anche nei calciatori, nei pallanuotisti e rugbisti, quando effettuano scatti massimali in rapida successione. Il meccanismo aerobico utilizza l’ossigeno per la combustione degli zuccheri, dei grassi e, in certi casi, anche delle proteine al fine di produrre ATP. Con attività aerobica si intende un’attività a bassa intensità e lunga durata. Se ben condotta può avere molti effetti benefici sull’organismo. L’attività aerobica, con la sua bassa intensità, permette di «bruciare» non solo gli zuccheri presenti nel sangue e nei muscoli, ma anche i grassi di deposito. Consumare i grassi significa anche abbassare i valori di colesterolo, trigliceridi, prevenire alcune malattie. L’attività e gli sport aerobici più praticati sono ad esempio: la camminata (circa a 4 km/h), la corsa, il ciclismo, il canottaggio, lo sci di fondo, il nuoto a bassa intensità, la maratona. Il meccanismo aerobico può essere paragonato a una vecchia cinquecento. Un mezzo che va piano, consuma poco e possiede un’autonomia di parecchi kilometri.