Etnometodologia Premesse e influenze Edmond Husserl. Husserl ha parlato di espressioni il cui senso non può essere deciso da chi ascolta senza necessariamente conoscere o presumere qualcosa circa la biografia o gli scopi di chi usa l'espressione,circa le circostanze in cui sono state formulate, circa il previo andamento della conversazione o i particolari rapporti di interazione sociale tra il parlante e l'ascoltatore. Inoltre, la conoscenza scientifica presuppone sempre la conoscenza del prescientifico, e anche questo sarà accettato dall'etnometodologia. Alfred Schutz. Per Schutz, il mondo della vita è sin dall'inizio intersoggettivo, costituito da significati condivisi. La conoscenza cambia con il cambiare degli individui e delle loro posizioni, ma attraverso la reciprocità delle prospettive nel mondo della vita quotidiana si presuppone che tale mondo sia percepito in modo identico da individui diversi. La stessa esperienza non è proprio la stessa per tutti gli individui, ma per gli scopi pratici della vita quotidiana si presuppone che sia uguale. Questo presupposto sarà accettato dagli etnometodologi. Si discosteranno però da Schutz per la sua concezione delle scienze sociali; per Schutz, la scienza e la vita quotidiana costituiscono province finita di significato diverso. Talcott Parsons. Nonostante le differenze, Garfinkel stesso ha riconosciuto il suo debito nei confronti di Parsons per aver ritenuto essenziale il problema dell'ordine. Interazionismo simbolico. Anche l'interazionismo simbolico ha esercitato influenze sull'etnometodologia per la sua concezione per la quale il significato degli oggetti è sempre di origine sociale ed è costantemente negoziato e rinegoziato nelle interazioni sociale: non può dunque essere considerato come stabile ed indipendente. Pensiero L'Etnometodologia è un "ramo della microsociologia che studia i processi del ragionamento pratico, le manifestazioni ricorrenti e tangibili del senso comune, i metodi che gli individui elaborano e mettono in atto per realizzare i compiti più minuti e banali, anche se svolgono un lavoro specifico" (L. Gallino) Caratteristiche dell'azione sociale sono: ◦ Account: L'account è un termine introdotto dall'etnometodologia di Garfinkel. Gli accounts sono quelle attività attraverso le quali gli individui riproducono il mondo, pratiche che formano i significati e contengono al loro interno le procedure stesse per interpretarli e spiegarli. a funzione degli accounts è quella di riprodurre e spiegare la realtà così com'è condivisa, come non problematica, come familiare e di intervenire con nuovi accounts qualora questa ordinarietà venga rotta attraverso la produzione di azioni che non corrispondono a nessuna etichetta di spiegazione. ◦ Indicalità (indexicality): nessuna affermazione può avere un significato indipendente dal suo contesto. Ogni spiegazione (account) indica molto di più di quanto esprima letteralmente, e il suo senso non può essere delineato pienamente e oggettivamente astraendo dai particolari contestuali della situazione in cui esso viene fornito (Husserl). Il significato di qualsiasi cosa dunque è sempre più vasto di quanto si sia affermato esplicitamente. ◦ Riflessività: un'affermazione è riferibile solo a stessa, rispecchia solo se stessa e non fa riferimento ad alcuna realtà diversa da se stessa. Non esistono da un lato la società e dall'altro modi di osservare, descrivere o spiegare la società. Dunque i membri di un gruppo agiscono, e nell'agire essi danno senso a quello che fanno, lo spiegano: questo senso non è diverso dalla loro attività, ma identico. In breve ogni account ha una natura indicale ossia per essere compreso deve essere considerato nel suo contesto più ampio. Il riferirsi ad un contesto più ampio richiederebbe nuovi accounts e quindi nuovi contesti di riferimento. Si entra così in un circolo di spiegazioni per cui il senso diventerebbe la continua produzione di accounts. Invece nella realtà sociale non si è interessati ad un’oggettiva conoscenza, tra l'altro impossibile da raggiungere, ma ad un "capirsi abbastanza" sufficiente per l'agire. Gran parte di ciò che l'affermazione significa, quindi è dato per scontato. Per dimostrare quanto nelle affermazioni quotidiane sia dato per scontato, Garfinkel escogita una tecnica che consiste nel dimostrare incomprensione dinanzi alle affermazioni più ovvie, oppure comportarsi in modo totalmente diverso da quello usuale. Lo sgomento, l'irritazione e la sorpresa che un tale atteggiamento suscitano indicano per Garfinkel la precarietà e la fragilità dell'ordine sociale. Il senso dunque dell'account sta nel suo fare-argomentare, nel suo fareinterpretare, nel fornire una spiegazione e non nell'oggetto dell'account (il senso di alzare il braccio non sta nel braccio o nel gesto ma nel rapporto tra il gesto e il contesto che spiega la situazione e porta ad un'azione successiva, ad esempio come intervenire in aula o esprimere la propria appartenenza). Inteso questo, dunque un account è indicale perché prende senso non nell'oggetto della pratica, ma per la sua capacità di contestualizzarsi entro un contesto più ampio e fornirne la stessa spiegazione. Non sta così nella parola o nell'azione, ma nella parola o nell'azione che narra e si narra, argomenta e si argomenta in relazione al contesto e all'interno del contesto stesso. Ciò significa che il significato dell'account è sempre rimandato a qualcosa d'altro, come in un vocabolario il significato di una parola è sempre rimandato ad altre parole, così all'infinito. Proprio questa continua necessità di rimandare ad altri significati per comprendere il senso completo dell'account, come in un gioco di scatole cinesi, rende l'accordo tra gli individui sulla realtà e sulla sua comprensione come qualcosa di instabile, mai indagato o perfettamente raggiunto, poiché ci si scontrerebbe con il grande vuoto dell'indicalità (e dei suoi rimandi, come il famoso gioco del “perché” dei bambini ci mostra ogni volta) e della soggettività dell'interpretazione. Ecco allora perché, secondo Garfinkel, la comprensione è sempre fondata sul non detto, sul dato per scontato, finché permette agli individui di compiere le proprie azioni. L'etnometodologia costituisce una presa di posizione critica e polemica nei confronti della sociologia ufficiale. Presupposto dell'etnometodologia, infatti, è che la spiegazione scientifica è comprensibile come quella dell'attività quotidiana, ovvero solo in base alla situazione specifica in cui è espressa. L'impresa della sociologia ufficiale di giungere a spiegazioni oggettive, è impossibile. Anche nell'ambito della vita quotidiana coloro che si trovano in determinate situazioni cercano di creare norme che possano orientarli in esse. In questo senso sono sociologi profani: come il sociologo professionista cercano di dare un ordine alla situazione secondo norme che sono considerate come valide indipendentemente dalle situazioni specifiche. Per esempio, anche se il sociologo e il poliziotto possono avere teorie molto diverse sul modo in cui un ragazzo diventa un delinquente, saranno d'accordo sul fatto che ci siano persone riconoscibili come delinquenti minorili e che ci siano modi strutturati in cui queste persone diventano tali: presuppongono un insieme ordinato di fatti strutturato in un determinato modo indipendentemente dai metodi attraverso cui si cerca di capirli. Entrambi non si rendono conto come la situazione in cui gli individui si trovano ad agire e a dare senso alle loro attività, anziché costituire una situazione preesistente, sia sempre indicale. Critica Una delle critiche più frequenti è quella di essersi fermata al microsociologia, all’interazione, ai rapporti interpersonali e di non poter cogliere, considerate le sue stesse premesse, problemi di condizionamento storico-sociale. Coser, in particolare, critica aspramente gli etnometodologi accusandoli di trascurare totalmente qualsiasi problema istituzionale e di potere, quindi, problemi quali l’oggettivazione, la reificazione dei rapporti, i condizionamenti storico sociali che agiscono sullo stesso soggetto agente e entro certi limiti lo formano rimangono al di fuori dell’ambito dell’etnometodologia. Ci si trova così di fronte a due diverse concezioni della sociologia: secondo una di esse il mondo istituzionale costituisce il suo effettivo ambito problematico; per l’altra, tale ambito è costituito dalle interazioni che si danno tra soggetti agenti nel mondo della vita quotidiana. Questa dicotomia rende problematico l’accostamento dell’etnometodologia al marxismo che hanno in comune il tentativo di smascherare il carattere reificato dei rapporti tuttavia, per l’etnometodologia questo carattere deificato della realtà sociale (che coincide poi con il mondo dato per scontato) non ha nulla di storicamente specifico ma di sa piuttosto in qualsiasi interazione sociale e le tecniche messe in atto per demistificarlo non hanno alcun intento politico ma finalità meramente conoscitive. L’ordine sociale per l’etnometodologo non ha una forza strutturale che va mutata politicamente ed egli non lotta al fine di instaurare una società migliore ma vuole solo portare un attacco al senso comune della realtà.