COMUNICATO STAMPA “Nel passato la radice del presente nel presente il seme del futuro” continua il viaggio itinerante nei comuni della Basilicata. L’allestimento artistico di creazioni plastiche del maestro Giuseppe Ligrani - ormai alla diciassettesima tappa - sarà inaugurato ad Acerenza sabato 22 gennaio alle ore 18,00 nel Museo d'Arte Sacra Diocesano. All’evento, dopo l’introduzione di Lino De Luise - Direttore Artistico Infinite Lune del Comune di Spinoso, seguiranno gli interventi di Rossella Quinto Sindaco di Acerenza, Don Antonio Giganti - Direttore Museo d'Arte Sacra Diocesano, Giuliana Trama - Assistente Sociale e Mediatore Familiare. L’incontro sarà moderato da Lucia Santoro, scrittrice. In conclusione intervento dell’autore Giuseppe Ligrani. La mostra resterà ad Acerenza fino al 4 febbraio 2011. Collaborano all’iniziativa Maria Pistone – Musica Michele Villani (Bitmovies) - Arte della falconeria Gianluca Ligrani - Allestimento Christian Sassano - Grafica Annalisa Mancini - Fotografia Per informazioni e comunicazioni Giuseppe Ligrani [email protected], 340 5176058 Lucia Santoro [email protected] NOTIZIE MOSTRA GIUSEPPE LIGRANI "Nel passato la radice del presente - nel presente il seme del futuro" di Giuseppe Ligrani è una mostra di sculture lignee, itinerante nei comuni della regione. La rassegna è giunta alla diciassettesima tappa, rivelandosi sempre di più una iniziativa con molteplici peculiarità. - Oltre a far conoscere l'arte dell'intaglio e della scultura in legno, materiale caldo e vivo, è forte l'intento di esaltare la bellezza di borghi e paesi della regione; - di scoprire talenti, delle varie espressioni artistiche, che meritano di essere portati alla luce; - di mettere in risalto luoghi, antichi palazzi e strutture di grande pregio architettonico e storico; - di creare sinergie e collaborazioni spontanee con altre categorie artistiche, unite da un filo comune: l'amore per la Basilicata e la voglia di comunicare le proprie emozioni ad altri tramite le proprie creazioni e passioni. Un viaggio che ad ogni oasi aggrega un nuovo viandante, che, a sua volta, arricchisce e rende ancor più variegato e suggestivo il percorso. Il progetto sta riscuotendo un notevole apprezzamento sia da parte dei visitatori che delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Di comune accordo con l'Amministrazione Provinciale di Potenza, sarà realizzato un primo catalogo che racchiuderà le tappe percorse nel 2009/2010. Partita dalla Biblioteca Nazionale di Potenza nello scorso dicembre, la mostra ha toccato Moliterno - atrio Palazzo Giliberti; Montemurro - Chiesa di San Domenico; Marsico Nuovo - Palazzo Manzoni; Brienza - Palazzo Comunale; Spinoso - Terrazza di Piazza Plebiscito; ancora Potenza Scale mobili Santa Lucia, uscita Via Tammone; Brienza - Castello medioevale; Grumento Nova Scuderie Castello Sanseverino; Villa D'Agri - Enos Wine Bar Enoteca; Chiaromonte - Villa Monumento ai Caduti; Banzi - Supportico Abbadia; Vaglio di Basilicata - Sala Comunale Piazza dei Caduti; Tolve – Convento dell’Annunciata; Cancellara – Convento dell’Annunciata; Oppido Lucano – parrocchia San Giuseppe. La struttura dell'allestimento della rassegna ricorda, con la sua forma, un dinosauro che trasporta creazioni singolari, cesellate da mani sapienti. E' un tronco di noce, tagliato nei boschi del Pollino nel 1947 in una notte di luna calante. Un'opera d'arte che trasporta altre opere d'arte, in un viaggio carico di suggestioni. Suggestioni e incanto che raggiungono il culmine nel passaggio del "seme del futuro" da un decano del luogo ad un bambino, protagonista del domani. L'evento, come uno scrigno, contiene a sua volta altri eventi: uno spettacolo di falconeria, a cura di Bitmovies di Potenza, interpretazioni musicali di giovani musicisti, letture di prosa e declamazioni di componimenti poetici. L'iniziativa del maestro Giuseppe Ligrani, ha altresì dato vita ad un secondo viaggio itinerante, che segue o precede le tappe della sua mostra: La carovana dell'Arte. Tutti gli artisti incontrati nei comuni visitati si sono uniti in un gruppo di venticinque artisti - il numero è in costante aumento denominato CarovanArt, che ha già raggiunto 6 tappe con l'esposizione a Vaglio Basilicata di tutte le opere e creazioni. Cenni biografici LIGRANI Giuseppe Ligrani, scultore e pittore, è nato a Potenza il 16 ottobre nel 1951. Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Potenza e ha completato gli studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Ha esposto nelle principali città Italiane e nei piccoli centri della Basilicata. Preferisce spostarsi fra la gente. Alcune opere sono presenti nei giardini pubblici, tante appartengono a collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Brasile, Cile, Uruguay e Stati Uniti D'America. Dell'opera di Ligrani hanno scritto: Mariadelaide Cuozzo, Enrico Volpe, Renato De Simone, Salvatore Gallo, Diego Polani, Antonietta Acierno Pellettieri, Gianfranco Blasi, Catia Sardone, Angelo Perrone, Piero Ragone, Teresa Lovaglio, Luigia Ierace, Luciano Gruosso, Emma Salbitani, Giulietta Laura Valentino, Dario Aprea, Antonio Coppola, Mimmmo Mastrangelo, Antonietta Miraglia, Lino De Luise, Carmine Pepe, Lucia Santoro, Giuliana Trama. LIGRANI RACCONTATO DA SANTORO, CUOZZO, RAGONE Il simbolismo bicipite Guardando le opere dal doppio profilo di Giuseppe Ligrani viene naturale vedere una corrispondenza con Giano Bifronte. Giano (Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica, rappresentato nella iconografia classica con due facce contrapposte che guarda con una il passato e con l’altra il presente ed il futuro. L’analogia e il parallelismo non è il solo, se andiamo ad esaminare la divinità romano-italica, Già gli antichi mettevano il nome del dio bicefalo in relazione al movimento: Macrobio e Cicerone lo facevano derivare dal verbo ire "andare", perché secondo Macrobio il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso ritorna. Gli studiosi moderni hanno confermato questa relazione stabilendo una derivazione dal termine ianua "porta". Giano era quindi preposto alle porte (ianuae), ai passaggi (iani) e ai ponti: le due facce vegliavano nelle due direzioni, a custodire entrata e uscita. Settimio Sereno lo chiama "principio degli dèi e acuto seminatore di cose". È lui ad accogliere il dio dell'agricoltura Saturno, spodestato da Giove. Giano ricevette dal dio Saturno per l'ospitalità ricevuta, il dono di vedere sia il passato che il futuro, all'origine della sua rappresentazione bifronte. E’ naturale che queste similitudini ci portino ad altre riflessioni: Oltre alla figura bicefala, è il movimento che accomuna la simbologia di Giano Bifronte alle opere di Ligrani, così come il simbolo del seme, il tutto in uno spazio temporale che passa dal passato al futuro attraverso il presente. Simbologia, riflessioni e messaggi che ritroviamo nella creatività di Ligrani, nella sua rassegna di figure bicefale, in un duplice movimento di spazio e di tempo, nella concezione di pensiero, che già il titolo della mostra rende chiaro “Nel passato la radice del presente, nel presente il seme del futuro”. In una visione attuale potremmo dire, riferendoci al simbolismo bifronte, che l’Essere Umano con un volto guarda dentro di sé e con l’altro se stesso ed il mondo che lo circonda. Così come il Dio dalle due facce contrapposte che guarda con una il passato e con l’altra il presente ed il futuro, le sculture lignee di Giuseppe Ligrani ci indicano un ciclo che si chiude … ed un altro che si apre; da comprendere quello passato, da scoprire quello futuro, nell’affascinante e suggestiva scoperta del segreto del cerchio della vita. Nel passato la radice del presente nel presente il seme del futuro Un stormo di rondini si rincorre sul placido Bradano: ultime coreografie di volo del ciclico addio autunnale. Il tempo ostenta il suo esistere, non frammenti di passato presente e futuro: solamente Infinito. L'artista ha creato magia e bellezza con gesti guidati da vibrazioni interiori. Aneliti antichi e nuovi uniscono passato e futuro: l'invisibile diventa visibile. Il re Tempo, non più imprigionato dalle misure e dagli schemi delle convenzioni scorre libero, duttile pronto a plasmarsi per lei sola, la dea Arte, che leggera si inchina al Grande Scultore della Vita, giacché l'Arte ci mostra in ogni cosa Dio. Prendono vita ricordi e visioni di antichi eroi che sui loro passi ritornano in mitici racconti, coperti di polvere come le antiche pietre della bianca terra dei Lichy Nell'oasi di Acerenza si ferma la carovana delle emozioni per donarci bellezza – suggestione – stupore Emozioni avvolte dai riflessi d’argento di Iside signora di ogni paese: Sentinella silenziosa e attenta che sorveglia il cerchio del tempo aspettando, di questa terra lucana, il nuovo giorno con radici forti, fiere, che partono dal cuore di ognuno di noi. (Lucia Santoro) Formazione artistica Tematiche Interessato da sempre all'osservazione diretta, la bozza di partenza è il disegno. Schizzi che contengono già l'esistenza, espressa dalle immediate composizioni. Un percorso unitario dove cambiano elaborati e soggetti, ma dove resta immutata l'impostazione sulla originalità di scelte. Contengono accenni di figure, profili appena delineati, occhi nascosti , arti in movimento. Difatti sono azioni in divenire, fenomeni in corso, dinamicità estrapolata. Un terreno di confine tra pensiero vista e cognizione che da impalpabile si affaccia ad una possibilità di rivelazione. Il colore e i toni si manifestano, escono fuori dalle mani più che dai tubetti. In qualche caso richiedono spessore e profondità per meglio distribuire ed esternare sensazioni e stati d'animo. L'olio, la sabbia, gli impasti vinilici, le variazioni plastiche e cromatiche si offrono al visitatore. lo catturano in una circolarità, in una spirale di sentimenti, sfaccettati, sovrapposti, avvincenti.(Piero Ragone) Tecniche Realizzate prevalentemente in un materiale organico come il legno. Le sculture, anche quando utilizzano materiali inorganici come il metallo o la pietra, appaiono sempre ispirate ai principi biologici della crescita e della trasformazione continua della materia vivente. Esse parlano infatti un linguaggio vivo e mobile. Che procede per convessità e concavità e nel quale la struttura e l'espressività del materiale, nel caso specifico del legno, con le sue forme e le sue venature sempre accattivanti - vengono sostanzialmente rispettati e assecondati dalla mano dell'artista salvo interventi minimi e poco invasivi. Ma il linguaggio parlato delle sculture è duplice, naturale e culturale insieme, poiché l'artista, pur non recidendo mai i fili che lo legano tenacemente alla sua sfera e al Genius Loci della sua terra Lucana, dimensioni in cui le sue opere sono profondamente radicate, guarda a questi attraverso il filtro di una memoria culturale altrettanto profonda, dalla quale trae molteplici suggestioni linguistiche e formali. E dunque anche alla storia dell'arte che egli fa riferimento, in particolare alla storia della scultura del novecento. la cui eco è percettibile in tutte le sue opere. (Mariadelaide Cuozzo)