L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento Test n. 5 Dalle olimpiadi delle Scienze Naturali 2006 1. Quali di queste piante non presenta tessuti specializzati, come il tessuto conduttore? a) b) c) d) e) Angiosperme dicotiledoni Angiosperme monocotiledoni Briofite (muschio) Gimnosperme Felci 2. Nel ciclo vitale di quale/i di queste piante la fase diploide prevale su quella aploide? a) b) c) d) e) Gimnosperme. Felci. Angiosperme Angiosperme e Gimnosperme. In tutte. 3. Quale di queste piante NON ha il seme? a) b) c) d) e) Pino. Magnolia. Orzo. Felce. Palma. Dalle olimpiadi delle Scienze Naturali 2007 PARTE SESTA – Una pianta veramente particolare Le 5 domande che seguono riguardano una pianta molto particolare: la mercorella. Esse sono introdotte da un breve testo al quale dovrai fare riferimento per fornire le risposte. La mercorella comune, Mercurialis annua L. , è una pianta erbacea annuale, infestante, che cresce in aprile e maggio su tutto il territorio italiano, dal livello del mare fino a 1300 m, su terreni coltivati e incolti abbandonati. E’ alta 10-40 cm e presenta foglie picciolate ovate ellittiche con margine seghettato; presenta fiori maschili in pannocchiette apicali e fiori femminili su brevi peduncoli ascellari. La pianta, generalmente dioica, può, però, durante il suo sviluppo, comportarsi in modo strano: prima porta fiori maschili e successivamente fiori femminili o ermafroditi. E’ stato recentemente dimostrato che tale comportamento risulta influenzato dalle variazioni delle condizioni ambientali. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento 4. Con il termine dioica si indica: a) b) c) d) e) Una pianta che porta fiori maschili e fiori femminili su individui diversi. Una pianta che porta fiori maschili e fiori femminili sullo stesso individuo. Una pianta che porta esclusivamente fiori ermafroditi. Una pianta le cui cellule sono tutte rigorosamente diploidi. Una classe del regno delle Piante. 5. La mercorella appartiene al gruppo delle: a) b) c) d) e) Monocotiledoni poiché presenta foglie picciolate, nervature ramificate e fiori. Monocotiledoni poiché presenta foglie picciolate ovate ellittiche, nervature ramificate e fiori. Dicotiledoni e presenta foglie picciolate, nervature ramificate e fiori. Dicotiledoni poiché presenta foglie picciolate, nervature parallele e fiori. Monocotiledoni e si trasforma in Dicotiledone quando, in condizioni ambientali sfavorevoli, porta fiori ermafroditi. 6. La mercorella in condizioni ambientali non favorevoli produce fiori ermafroditi. Quale delle seguenti affermazioni spiega questo comportamento? I fiori ermafroditi, producendo polline e ovuli, assicurano la riproduzione asessuale anche in presenza di una sola pianta. b) I fiori ermafroditi, producendo solamente polline, assicurano la riproduzione sessuale anche in presenza di una sola pianta. c) I fiori ermafroditi sono presenti solo nelle piante dicotiledoni, mentre la mercorella é una pianta monocotiledone. d) I fiori ermafroditi nelle piante dicotiledoni sono rari. e) Il comportamento non può essere spiegato da nessuna delle affermazioni precedenti. a) 7.1 La pianta della mercorella è erbacea perché: a) b) c) d) e) Il suo sviluppo è limitato e determinato dall’assenza di tessuti vascolari: è una pianta annuale. Il suo sviluppo è limitato e determinato dall’assenza di radici: è una pianta annuale. Il suo sviluppo è determinato da una crescita secondaria scarsa o assente: è una pianta annuale Può vivere senza acqua: è una pianta annuale. Sono valide tutte le affermazioni precedenti. PARTE QUARTA - La fotosintesi Le 8 domande che seguono riguardano la fotosintesi. Esse sono introdotte da un breve testo e da una figura ai quali dovrai fare riferimento per fornire le risposte. La produzione di ossigeno, uno dei due prodotti della fotosintesi, fu scoperta nel 1780 da Joseph Priestley, un chimico inglese, che trovò che le piante erano in grado di “ripristinare l’aria che era stata inquinata da candele accese”. Egli pose una piantina di menta in un recipiente di vetro rovesciato in un vaso d’acqua e scoprì alcuni giorni dopo che “l’aria non poteva spegnere una candela o essere nociva ad un topo immesso nel vaso”. Successivamente Jan Ingenhousz, un medico olandese, eseguì numerosi esperimenti che portarono alla scoperta del ruolo della luce nella fotosintesi: “Osservai che le piante non solo hanno la facoltà di correggere l’aria cattiva in sei o dieci giorni, crescendo in essa come indicavano gli esperimenti del Dr. Priestley, ma che esse attuano questo compito importante in modo completo in poche ore; che questa straordinaria operazione non è dovuta alla vegetazione ma all’influenza della luce del sole sulle piante”. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento 7.2 Il brano riporta la scoperta di Priestley del primo dei due prodotti della fotosintesi: l’ossigeno. Il secondo prodotto della fotosintesi è: a) b) c) d) e) L’acqua L’anidride carbonica Il glucosio L’ossigeno Nessuno di questi 8. Nell’esperimento di Priestley si utilizza “aria che era stata precedentemente inquinata da candele accese”. Quest’aria conteneva in realtà: a) b) c) d) e) Ossigeno Vapore acqueo Anidride carbonica Gas tossici Solo azoto perché l’ossigeno era stato consumato dalle candele. 9. Perché dopo che per alcuni giorni era stata lasciata crescere una piantina di menta in quell’aria, essa non era più in grado di “spegnere una candela o essere nociva ad un topo immesso nel vaso”? a) b) c) d) e) Perchè la piantina aveva prodotto anidride carbonica. Perchè la piantina aveva prodotto ossigeno. Perchè la piantina aveva neutralizzato i gas tossici. Perché la piantina aveva consumato l’anidride carbonica. Sono vere b) e d) 10. Le osservazioni di Jan Ingenhousz portarono a capire che: a) b) c) d) e) Le piante hanno la facoltà di correggere l’aria cattiva. La fotosintesi ha bisogno della luce del sole. La fotosintesi ha bisogno di ossigeno La fotosintesi ha bisogno di anidride carbonica. La fotosintesi ha bisogno di acqua 11. La fotosintesi può essere considerata come un processo di ossido-riduzione che rientra nello schema generale. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento DH2 + A D + AH2 dove D indica una sostanza donatrice di elettroni e A una sostanza accettrice di elettroni. Nella reazione generale della fotosintesi il donatore di elettroni e l’accettore di elettroni sono rispettivamente: a) b) c) d) e) L’acqua e la CO2 La CO2 e l’acqua L’ossigeno e la CO2 Il glucosio e l’acqua L’acqua e la luce 12. Nella fotosintesi sono distinguibili una fase luminosa, che può svolgersi solo in presenza di luce, ed una fase oscura, che avviene anche al buio. Quale di questi processi NON si verifica durante la fase luminosa? a) b) c) d) e) Un intermedio a 6 atomi di C è scisso in due molecole di 3 fosfoglicerato. Gli elettroni passano dal fotosistema II al fotosistema I. Si produce ATP Si produce NADPH Avviene la fotolisi dell’acqua 13. La fase luminosa produce: a) b) c) d) e) NADH, ADP e ossigeno NADPH, ATP e anidride carbonica ATP e anidride carbonica NADPH, ATP e ossigeno NADH e ossigeno 14. L’evento chiave della fase oscura è: a) La fissazione del carbonio su di un composto a 3 atomi di carbonio per dare un intermedio a quattro atomi di carbonio che viene subito idrolizzato a due molecole a due atomi di carbonio. b) La fissazione del carbonio su di un composto a 4 atomi di carbonio per dare un intermedio a cinque atomi di carbonio che viene subito idrolizzato in una molecola a tre atomi di carbonio ed in una a due atomi di carbonio. c) La fissazione del carbonio su di un composto a 5 atomi di carbonio per dare un intermedio a sei atomi di carbonio che viene subito idrolizzato a due molecole a tre atomi di carbonio. d) La rottura da parte del fotosistema II della molecola di acqua che porta alla liberazione di due elettroni. e) La produzione di ATP mediante un meccanismo che accoppia la formazione di un gradiente protonico durante la catena di trasporto che collega i due fotosistemi con la fosforilazione dell’ADP. 15. Durante la fase oscura della fotosintesi quante volte deve svolgersi il ciclo di Calvin-Benson per ottenere una molecola di glucosio? Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento a) b) c) d) e) Una sola volta Almeno due volte Quattro volte Sei volte Otto volte 16. Le piante della California centro-meridionale, pur appartenendo a famiglie e generi diversi, sono molto simili a quelle del bacino mediterraneo, avendo sviluppato gli stessi adattamenti per superare la siccità estiva. Si tratta di un tipico esempio di: a) b) c) d) e) Speciazione geografica Evoluzione divergente Diffusione adattativa Coevoluzione Convergenza evolutiva 17. Lo sporofito del muschio: a) b) c) d) e) Produce gameti aploidi. È aploide. È indipendente dal gametofito. Contiene cellule che si dividono per meiosi. Possiede veri e propri tessuti, come il tessuto vascolare. Dalle olimpiadi delle Scienze Naturali 2003 PARTE OTTAVA – Il ciclo delle felci Le 9 domande che seguono riguardano il medesimo argomento: il ciclo delle felci. Esse sono introdotte da una figura. Nella figura è illustrato il ciclo biologico delle felci. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento 18. I due momenti chiave di ogni ciclo biologico sono la meiosi e la fecondazione. Quale di queste affermazioni è corretta: a) b) c) d) e) La meiosi segna il passaggio dalla fase aploide a quella diploide di un ciclo. La fecondazione segna il passaggio dalla fase aploide a quella diploide di un ciclo. La meiosi dà origine allo zigote, la prima cellula diploide dello sporofito. La meiosi genera sempre gameti. La fecondazione dà origine alle spore aploidi. 19. L’utilità di un ciclo biologico è quella di creare variabilità all’interno di una specie. Gli individui di una specie hanno infatti caratteristiche simili tra loro ma non sono identici. E’ proprio questa variabilità che conferisce alle specie la possibilità di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali. Quale di questi meccanismi NON è implicato nella creazione della variabilità? a) Fecondazione casuale tra i gameti. b) Crossing over durante la profase della prima divisione meiotica. c) Orientamento casuale dei bivalenti (tetradi) alla metafase della prima divisione meiotica. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento d) Segregazione casuale dei cromosomi nella prima divisione meiotica. e) Rottura del centromero e separazione dei cromatidi nella seconda divisione meiotica. 20. Il ciclo delle felci è di tipo a) Aplonte b) Aploide c) Diploide d) Aplo – diplonte e) Vegetativo 21. Quale di queste strutture illustrate nella figura del ciclo delle felci NON è costituita da cellule diploidi? a) b) c) d) e) Il gametofito. Lo sporofito giovane. Lo sporofito maturo. Lo sporangio. Lo zigote. 22. La meiosi nelle felci produce: a) b) c) d) e) Cellule diploidi. Gameti. Lo zigote. La cellula uovo. Le spore. 23. In un negozio di piante hai comprato un esemplare di capelvenere (Adiantus capillus-veneris) una felce che, per la particolare bellezza ed eleganza delle sue fronde, è stata paragonata alla capigliatura della dea Venere. La pianta contenuta nel vaso: a) b) c) d) e) È un gametofito. È uno sporofito. Possiede sporangi aploidi. Produce gameti. Possiede anteridi e archegoni. 24. Le felci: a) b) c) d) e) Hanno il seme ma non il fiore. Hanno il fiore ma non il seme. Non hanno né seme, né fiore. Hanno seme e fiore. Non hanno cellule aploidi. 25. Alcuni studiosi hanno paragonato il livello evolutivo raggiunto dalle felci nel corso dell’evoluzione vegetale a quello degli anfibi durante l’evoluzione animale perché sia le felci sia gli anfibi: a) Sono ancora legati all’acqua per la riproduzione. b) Presentano numerosi adattamenti alla vita terrestre. c) Sono organismi diploidi. d) Presentano strutture di sostegno capaci di sopportarne il peso. e) Conducono nelle prime fasi del loro sviluppo una vita acquatica. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento 26. Sulla pagina inferiore di alcune fronde di una felce aquilina (Pteridium aquilina) hai notato delle strutture rilevate di forma rotondeggiante disposte in maniera ordinata. Qual è la loro spiegazione? a) Sono galle provocate dalla puntura di insetti parassiti. b) Sono cancri provocati da un’infezione fungina della pianta. c) Sono le normali strutture riproduttive dello sporofito. d) Sono iperplasie dei tessuti fogliari dovute a carenza di elementi minerali nel terreno. e) Sono le strutture della pianta contenenti i gameti. Prof.ssa R. Spagnuolo L. Scientifico “G. Rummo” - Benevento CHIAVI DOMANDA 1 2 3 4 5 6 7.1 7.2 8 9 10 11 12 13 14 15 Prof.ssa R. Spagnuolo C E D A C E C C C E B A A D C D DOMANDA 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 E D B E D A E B C A C