L'UGUAGLIANZA APPARENTE E LA NECESSITA' DI NUOVI VALORI MORALI di Pierluigi Cenni Sicurezza, dignità, libertà e solidarietà sono elementi chiave del vivere civile e del principio di legalità e rappresentano una garanzia per la tutela dell'uguaglianza fra le persone. Il rispetto delle leggi è alla base del vivere civile e dei buoni rapporti interpersonali. Proprio le relazioni umane possono essere una chiave di lettura in quanto oggi tra gli adulti, ma non solo, è presente una tendenza sempre più grande all'appiattimento di certi valori morali ed etici che rendono le relazioni umane false e finalizzate spesso ad un secondo scopo. Gli atteggiamenti egoistici dell'uomo sono stati analizzati e sottolineati da numerosi filosofi nel corso della storia della filosofia. Uno tra questi è Karl Marx che toglie il velo dell'ipocrisia borghese e capitalistica alla società a lui contemporanea per smascherarne la natura egoistica, incentrata solo sulla logica materialistica del guadagno, e per evidenziare l'apparenza dell'uguaglianza universale, propugnata dagli Stati capitalistici, sotto la quale si nascondono le lotte di classe. “Homo homini lupus” è, invece, ciò che sostiene Hobbes, per il quale gli uomini, nello stato di natura, sono in conflitto tra loro e l'unico modo che può porre fine a questo stato di cose è un patto sociale che non guardi ai singoli interessi. E' possibile ritrovare quest'interpretazione nell'attuale concezione del diritto come espressione di un patto sociale che intende valorizzare l'interesse comune. Ma c'è anche chi, come Terenzio, ha una visione più possibilistica e positiva delle relazioni umane: lo scrittore latino, non a caso, introduce il concetto di “humanitas” e tratta esclusivamente “tutto ciò che è umano”. E' necessario, quindi, che ci sia qualcosa che regoli i rapporti fra le persone e garantisca il vivere civile. A volte le leggi vengono rispettate solo per il timore delle relative e successive punizioni e per un possibile giudizio negativo da parte della società nel caso in cui non fossero seguite. Altre volte succede che le leggi vengono percepite come “ingiuste” poiché, come afferma Callicle, espressione della forza di pochi sulla massa. E proprio la massa gioca un ruolo fondamentale nella nascita dell'accezione moderna del diritto alla legalità durante la rivoluzione francese. La rivoluzione francese è espressione di ciò che di nuovo ha portato l'Illuminismo: la massa per la prima volta della storia acquista la consapevolezza della propri maggioranza nel Paese e, guidata dagli intellettuali, sovverte la struttura dell' “ancient regime” creando i presupposti, poi smentiti, di una democrazia. Ne “La dichiarazione dei diritto dell'uomo e del cittadino” vi è un primo embrione degli elementi essenziali democratici che diventeranno successivamente garantiti e riconosciuti, almeno formalmente, nelle grandi democrazie moderne. Oggi si dà per scontato che l'uguaglianza dei cittadini in tutti i campi, considerata come massima espressione della democrazia, sia riconosciuta, ma non è sempre così: non solo negli Stati arretrati, bensì anche in Italia l'uguaglianza è a volte solo formale. L'uguaglianza di fronte alla legge non è riconosciuta nella sostanza: chi si può permettere gli avvocati migliori avrà una miglior difesa processuale rispetto a chi, invece, non può. Un'altra forma di disuguaglianza dinanzi alla legge è rappresentata dai parlamentari che godono dell'immunità parlamentare che li pone un gradini sopra ai “normali” cittadini. E proprio la classe governante, o meglio, quella politica, è oggetto delle maggiori indagini ed inchieste per casi di corruzione ed illegalità. La corruzione, come afferma il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, è “il problema maggiore dell'Italia”, ma l'elemento più preoccupante è “l'assuefazione a questo genere di crimine”. Ogni anno lo Stato italiano perde 60 miliardi di euro per questo fenomeno che rappresenta una tassa “occulta” di circa 800-1000 euro che grava su ciascuna persona, perfino i neonati. In questi anni il fenomeno è dilagato e ha coinvolto proprio tutti, da Nord a Sud, con gli scandali dell'EXPO, di Mafia Capitale, della sanità in Lombardia, la compravendita di parlamentari. Chi è danneggiato da questa situazione è il resto della popolazione la cui qualità di vita diminuisce per la carenza e per il malfunzionamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici. Un ottimo viatico da intraprendere per risolvere questo problema potrebbe essere l'applicazione del principio di legalità come mezzo di prevenzione di questi rischi. La corruzione, per Kant, sarebbe stata intollerabile perché i comportamenti umani, secondo il filosofo, sono guidati dall'imperativo categorico che altro non è che una voce interiore che “suggerisce” le migliori condotte e che crea nell'individuo un senso di colpa se quest'ultime non vengono seguite. Questo fenomeno è solo la conseguenza della perdita di valori morali ed etici che caratterizza la società moderna e che comporta una reazione nella massa che si sente vittima di tutto ciò: questa reazione prende i nome di “male di vivere”. Ritorna in un periodo, quello attuale, di crisi delle certezze, l'idea di inizio Novecento del male di vivere che ha afflitto numerosi poeti come Svevo, Montale e Pirandello e che, quindi, si rivela essere molto attuale. Il male di vivere si manifesta nella non fiducia nelle istituzioni, nell'assenza di punti di riferimento e di guide morali e nel lasciarsi andare a comportamenti apparentemente trasgressivi, ma in che realtà non hanno effetti costruttivi e distruttivi sulla società e sul “mainstream”. Affinché vi sia l'effettivo rispetto delle leggi, i diritti riconosciuti da quest'ultime dovrebbero essere percepiti come doveri: sarebbe necessario diffondere una cultura del legalismo inteso come obbedienza delle leggi per la condivisione del contenuto e non solo per l'esistenza della legge in sé. Se non vengono rispettati questi doveri, la convivenza viene inficiata e gli interessi individuali prevalgono su quello comune. In periodi di crisi e di guerra è possibile giustificare e legittimare deroghe in nome dell'interesse supremo dello Stato garantendo contemporaneamente il vivere civile. Un esempio è ciò che è successo in Francia quando il Presidente della Repubblica francese Francois Hollande ha dichiarato lo stato d'assedio in occasione degli attentati dell'ISIS. Lo stato d'assedio consiste nella sospensione temporanea di alcune libertà fondamentali per salvaguardare la sopravvivenza dello Stato. Nel concetto di “vivere civile” rientra necessariamente anche quello di pace che, per essere garantita, può portare a delle limitazioni temporanee delle libertà. Insomma, è di vitale importanza educare al vivere civile ed alla legalità, coinvolgere i ragazzi e le future generazioni in qualunque tipo di progetto legato al rispetto delle regole per formare nuovi punti di riferimento per le future generazioni senza dimenticare chi nel passato ha dedicato un'intera vita e la vita stessa per diffondere la legalità.