“LE CROCIATE E IL MEDITERRANEO” PROF. MARCELLO PACIFICO Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo Indice 1 L’EVOLUZIONE DELL’IDEA DI CROCIATA ------------------------------------------------------------------------ 3 2 IL REGNO LATINO DI GERUSALEMME ----------------------------------------------------------------------------- 9 3 LE ULTIME CROCIATE --------------------------------------------------------------------------------------------------- 12 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 15 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo 1 L’evoluzione dell’idea di crociata “L’epoca d’oro” del movimento crociato è tradizionalmente articolata in una scansione di otto crociate: la prima che condusse alla conquista di Antiochia e Gerusalemme (1095-1099); la seconda lanciata in risposta alla caduta di Edessa (1147-1149); la terza guidata da Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto , dopo la notizia della caduta di Gerusalemme (1189-1192); la quarta che portò alla conquista di Costantinopoli (1202-1204); la quinta impantanatasi nel delta egiziano (1217-1221); la sesta organizzata dall’imperatore Federico II di Svevia, scomunicato da papa Gregorio IX (1228-1229); la settima (1248-1254) e l’ottava (1270) dominate dal capetingio Luigi IX ed entrambe fallite nonostante l’imponente sforzo messo in campo dalla corona francese. Tale scansione risponde a ragioni meramente pratiche e continua ad essere riproposta nella manualistica ma non intende naturalmente trascurare i recenti risultati della storiografia, che non considera più la storia delle crociate come una lenta e irreversibile crisi degli ideali originari espressi dai “nobili” partecipanti delle prime spedizioni, né etichettare qualsiasi movimento precedente la prima spedizione diretta a Gerusalemme come una sorta di “pre-crociata” o crociata ante litteram. Probabilmente sarebbe più fruttuoso indirizzare le ricerche verso una prospettiva che, invece di un nucleo stabile dell’esperienza crociata, ne individuasse piuttosto gli elementi salienti e studiasse le diverse configurazioni assunte dal movimento crociato nel corso dei secoli, valorizzando in questo modo le reti di connessioni instauratesi. In ogni caso, è evidente che la storia del movimento crociato oltrepassa l’età medievale ed anzi, per certi versi, va rafforzandosi nei secoli XV-XVI. Alla base delle spedizioni in seguito conosciute come «crociate» (successivamente, al posto dei termini iter, expeditio, peregrinatio) si possono individuare tre elementi fondamentali: l’impulso papale (l’effettività del controllo dei pontefici è un aspetto radicalmente diverso, vista la loro scarsa Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo presa non appena i pellegrini si incamminavano), il voto che legava i partecipanti all’impresa (la cui casistica con il passare del tempo divenne sempre più articolata e complessa della riflessione giuridica elaborata dai canonisti), il carattere armato delle spedizioni stesse (sin dalle origini le autorità ecclesiastiche favorirono il reclutamento degli appartenenti al ceto militare scoraggiando chi come donne, monaci, infermi non poteva ricoprire mansioni belliche). Da questo punto di vista appare evidente che la liberazione della Terrasanta e di Gerusalemme non rappresentava una conditio sine qua non, come invece a lungo affermato dai principali esponenti dalla scuola storiografica tradizionalista. Come dimostrato dal corso degli eventi, se esso avesse rappresentato un elemento irrinunciabile ben poche sarebbero le spedizioni pienamente ascrivibili al movimento crociato, tenendo conto sia delle cosiddette «deviazioni» (si ricorda la quarta che portò al sacco di Costantinopoli nel 1204) , sia di quelle dirette sin dall’inizio contro i cosiddetti nemici interni alla Cristianità (esemplare la crociata contro i catari che sconvolse il Midi francese nei primi decenni del Duecento, o quelle lanciate nel corso del Trecento contro i nemici politici del papato). Occorre inoltre sottolineare l’importanza dell’area iberica nell’ottica dell’ampliamento del campo di intervento della crociata, nonché delle modificazioni intervenute in seguito all’assimilazione della lotta contro i musulmani della regione a un negotium crucis ben definito. A partire dall’XI secolo i regni iberici sopravvissuti all’invasione musulmana dell’VIII secolo diedero il via a una serie di operazioni militari tese ad avvantaggiarsi della caotica situazione in cui si trovavano i cosiddetti reinos de tayfas, deboli staterelli sorti in seguito al collasso del califfato di Cordova (1031). Il secolare movimento passato alla storia con il nome di Reconquista, sostanziato da un discorso propagandistico intensificato dal confronto con il secolare predominio politicomilitare dei musulmani nella regione, innervato dalla consapevolezza di costituire il primo fronte contro l’Islam e anche alimentato da periodiche campagne militari di combattenti francesi, comportò una duplice serie di conseguenze sulla concezione della crociata nel mondo cristiano. Da Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo un lato la Reconquista attirò l’attenzione dei pontefici che presto richiamarono i combattenti cristiani sull’equivalenza tra la difesa delle regioni iberiche e quelle della Terrasanta, dall’altro la penisola iberica costituì un campo di battaglia in cui si cimentarono con successo numerose generazioni di crociati, aprendo in questo modo la strada a una futuro sganciamento del combattimento contro i musulmani dal fronte mediorientale. I nemici della fede cristiana dovevano essere affrontati in qualunque luogo si trovassero: nelle regioni dell’Est europeo, nonché in tutte quelle occasioni in cui vi fosse la necessità di richiamare i cristiani alla difesa delle terre ritenute legittimamente spettanti ai seguaci di Cristo. Così, il desiderio di avventura , unito all’espiazione dei peccati, unito ad un clima millenaristico sulla fine del mondo, all’aumento della popolazione , agli interessi mercantili amplia il sentimento religioso e la sete di conquista propria delle crociate. Nel 1095 il papa Urbano II , durante il Concilio di Clermont-Ferrand , aveva esortato tutti i cavalieri cristiani a fare un pellegrinaggio in Terrasanta come mezzo di purificazione. Le sue parole ebbero il potere di fa muovere verso Oriente moltissimi cavalieri che, nel corso dell’XI secolo, erano animati da un forte slancio espansivo in quanto la popolazione era in aumento, si cercavano nuove terre da mettere a coltura, i mercanti erano alla ricerca di nuovi mercati dove poter operare. A questo ottimistico dinamismo si affiancava un’inquietudine religiosa che generava il desiderio di espiazione dei peccati che, associato allo spirito avventuriero, ebbe come risultato l’arrivo in Terrasanta di numerosi pellegrini. Spesso si è cercato di giustificare l’avvio delle crociate contro i musulmani sostenendo l’oppressione dei Turchi contro le comunità cristiane dell’Oriente e sui pellegrini ma oggi sappiamo che i musulmani assicuravano libertà di culto a tutti. È vero che a volte si manifestavano fenomeni di violenza e intolleranza , anche perché i Turchi si erano da poco convertiti all’Islamismo ma niente fa pensare che le condizioni dei Cristiani fossero così gravi da richiedere l’intervento dei cavalieri europei. I cavalieri che si recarono in Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo Terrasanta oltre allo spirito d’avventura e al desiderio di conquista ebbero di certo un forte entusiasmo religioso che gli permise di superare molte prove difficili, difficoltà e privazioni. La crociata è bandita dal papa e parte dopo un Concilio. Ha un legato apostolico. La definizione del termine è del tardo XIII secolo. Pellegrinaggio in armi, milites Christi, segnati della croce come vessillo, partono da penitenti. Si connota subito come guerra santa nata dalle Paci di Dio e da attesa millenaria. Dalla conversione del cristianesimo alla guerra alla rivisitazione del concetto di guerra giusta. Il papato trasforma la guerra in santa, anche se l’immagine di Gerusalemme nel 1100 infiamma sempre più i fedeli. Il Papato si eleva sopra tutta la cristianità. Senza dubbio la crociata è apparsa, per i cavalieri e i contadini dell'XI secolo, uno sfogo al potere dell'occidente , al desiderio di terre, di ricchezze, di feudi oltremare ed è stata la primordiale attrattiva. Ma le crociate non hanno appagato la sete degli occidentali e questi hanno dovuto cercare rapidamente in Europa , dapprima nello sviluppo agricolo, la soluzione che il miraggio di oltremare non aveva loro consentito. Fronte di combattimenti, la Terra Santa non è stata quel focolare di acquisti, buoni o cattivi, che storici ingannevoli hanno piacevolmente descritto. Le crociate non hanno arrecato alla cristianità né lo sviluppo commerciale nato da rapporti anteriori con il mondo musulmano e dallo sviluppo interno dell'economia occidentale, né le tecniche e i prodotti venuti per altre vie, né l'attrezzatura intellettuale fornita dai centri di traduzione e dalle biblioteche di Grecia, di Italia (innanzi tutto di Sicilia) e di Spagna dove i contatti erano diversamente stretti e fecondi. Senza dubbio i vantaggi ritratti soprattutto, non dal commercio, ma dal nolo dei battelli e dai prestiti consentiti ai crociati hanno permesso a certe città italiane (Genova e Venezia principalmente) di arricchirsi rapidamente. Che le crociate abbiano suscitato il risveglio e lo sviluppo del commercio della cristianità medievale, non si può pienamente ammettere. Che esse abbiano invece contribuito all'impoverimento dell'occidente, in particolare della classe cavalleresca, che lungi dal creare l'unità morale della cristianità abbiano fortemente contribuito a inasprire i contrasti nazionali nascenti Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo (basta, fra le numerose testimonianze, leggere il racconto della seconda crociata a opera di Eudes de Deuil, monaco di Saint-Denis e cappellano del capetingio Luigi VII, dove si esaspera a ogni episodio l'odio fra Tedeschi e Francesi, e pensare a quello che sono stati in Terra Santa i rapporti per esempio fra Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto o il duca di Austria che al suo ritorno si affretterà a farlo prigioniero), che esse abbiano scavato un solco definitivo fra occidentali e bizantini (da una crociata all'altra si accentua l'ostilità fra Greci e Latini la quale culminerà nella quarta crociata con la presa di Costantinopoli da parte dei crociati), che lungi dal mitigare i costumi, la furia della guerra santa abbia condotto i crociati ai peggiori eccessi, dai pogrom perpetrati sulla loro strada ai massacri e ai saccheggi (di Gerusalemme per esempio nel 1099, e di Costantinopoli nel 1204 , come possiamo leggere nelle narrazioni dei cronisti sia cristiani sia musulmani sia bizantini). Si nota ancora che il finanziamento della crociata sia stato il motivo o il pretesto dell'appesantimento della fiscalità pontificia, della pratica inconsiderata delle indulgenze e che finalmente gli ordini militari impotenti a difendere e a conservare la Terra Santa si siano ripiegati sull'occidente per abbandonarsi a ogni sorta di esazioni finanziarie o militari. Il bilancio storico delle crociate nella lunga durata è stato valutato in maniera molto diversa. Fino a poco tempo fa gli studiosi occidentali le hanno considerate essenzialmente un fermento di unione europea e un segno della vitalità dell’Occidente medievale. Questa concezione è sempre meno seguita. Essa sigilla la coincidenza per molto tempo fra cristianità ed Europa. Quanto a Bisanzio, bisogna riconoscere che le crociate hanno approfondito il fossato tra Europa occidentale e Europa orientale, Europa latina e Europa greca, soprattutto dal 1204, quando la quarta crociata, dimenticando il proprio obiettivo in Palestina, si rivolse alla conquista e al sacco di Costantinopoli per instaurarvi un effimero impero latino. Il carattere negativo dell’influenza delle crociate sussiste sia per l’Europa stessa che per l’Occidente. Invece di favorire un’unione tra Stati cristiani, la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo crociata ha accentuato le loro rivalità. Ciò è evidente tra la Francia e l’Inghilterra. Bisogna sottolineare anche che le forze vive dell’Europa: mercanti italiani e catalani prendono parte solo marginalmente a questo fenomeno ricercando a margine e al di fuori delle crociate i propri vantaggi economici in Oriente. La crociata impoverisce l’Europa sia dal punto di vista demografico che da quello economico. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo 2 Il regno latino di Gerusalemme Dell’entusiasmo religioso si fece interprete un predicatore itinerante, Pietro l’Eremita il quale, nel 1095, promosse la «crociata dei poveri»: gruppi di pellegrini fanatici, emarginati e poveri partirono verso l’Oriente senza armi e senza organizzazione attraversando le valli del Reno e del Danubio e quei pochi che riuscirono a giungere in Terrasanta furono massacrati dai Turchi. La prima crociata ufficiale iniziò nel 1096, ad essa prese parte il fior fiore della feudalità europea (soprattutto francese) che raggiunse Costantinopoli attraversando i Balcani o con le loro navi. I cavalieri (chiamati in generale Franchi) si stabilirono a Costantinopoli e fu stabilito che l’imperatore Alessio Comneno li rifornisse dei viveri loro necessari e delle armi , in cambio della restituzione dei territori sottratti all’impero e del riconoscimento , da parte delle future formazioni politiche franche in Oriente , della sua superiorità. La spedizione partì nel 1097 ma subito i crociati dovettero affrontare molte difficoltà dovute al clima estivo sfavorevole per i cavalieri armati in maniera inadeguata; alla migliore tecnica militare turca che usava arcieri e cavalieri armati alla leggera; agli odi e le rivalità che dividevano i più importanti crociati; alla scarsa autorità di Goffredo di Buglione, capo dell’esercito crociato. Il 15 luglio 1099 prendono Gerusalemme dopo che ad Edessa come principe s’insedia Baldovino di Fiandra, ad Antiochia Boemondo di Taranto, formalmente vassalli di un regno di cui Goffredo capo dei crociati rifiuta la corona: advocatus Santi Sepulchri. Il fratello Baldovino, alla sua morte, 1100, sarà incoronato re di Gerusalemme affidando , ai nobili della spedizione , in feudo le terre, date anche a chi veniva in pellegrinaggio e desiderava rimanere nelle città, non si ebbero successivamente, nelle comunità, fenomeni di apartheid. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo Il 15 luglio 1099, nonostante tutti questi aspetti negativi e sconfortanti, la città di Gerusalemme fu conquistata dai crociati e tutti i musulmani i gli ebrei furono massacrati. L’impero latino d’Oriente si rivelò una costruzione politica molto debole in quanto la popolazione rimase ostile ai nuovi governanti occidentali; la speranza di Innocenzo III di riunire le due Chiese risultò perciò vana. Gli imperatori del nuovo impero inoltre non avevano il controllo di tutto il territorio bizantino; in molti territori nacquero dei piccoli stati retti da signori locali o da membri della vecchia dinastia imperiale. La presa di Gerusalemme fu un fatto davvero straordinario se si pensa che gli europei non erano esperti nell’arte degli assedi e che molti crociati avevano rinunciato a proseguire fino a Gerusalemme quando avevano avuto la possibilità di ritagliarsi un dominio in territori che conquistavano man mano che procedevano verso Gerusalemme. Il Regno di Gerusalemme che si creò fu affidato a Goffredo di Buglione che, in segno di umiltà, assunse il titolo di “avvocato del Santo Sepolcro” ma Goffredo morì l’anno dopo e gli successe il fratello Baldovino con il titolo di re. Baldovino consolidò il regno, conquistò anche i territori litoranei e rese più sicure le strade percorse dai pellegrini; molti cavalieri inoltre rinunciarono a fare ritorno in Occidente e ottennero in feudo territori del Regno di Gerusalemme ma le rivalità tra i cavalieri non furono mai superate e questo si rivelò un fattore di debolezza. Un ruolo molto importante fu assunto dagli ordini monastico-militari, i cui membri oltre che pronunciare i voti di castità, povertà e obbedienza, si impegnavano a combattere contro gli infedeli; i più importanti ordini furono: gli Ospedalieri di san Giovanni (i Cavalieri di Malta), i Templari e i Cavalieri teutonici. Importante fu anche il contributo delle città marinare italiane. I Veneziani Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo all’inizio furono diffidenti perché temevano che l’azione dei crociati potesse in qualche modo distruggere l’equilibrio economico esistente nella regione orientale. I Genovesi e i Pisani diedero invece un’adesione più convinta: i Genovesi contribuirono alla costruzione di macchine belliche. Tutte e tre le città ottennero privilegi commerciali così nelle città portuali nacquero vere e proprie colonie commerciali, formate da mercanti di una stessa nazionalità. Il successo dei crociati fu reso possibile anche dalle lacerazioni che in quel periodo caratterizzavano il mondo musulmano; queste lacerazioni però nel corso del XII secolo furono superate grazie all’intraprendenza dell’emiro Imad-al-Din Zinki il quale riuscì a formare un dominio tra l’odierno Iraq e la Siria e a mettere sotto pressione gli Stati crociati che si trovarono impreparati di fronte alla sua avanzata. La prima città a cadere nel 1144 fu Edessa; quando la notizia arrivò in Occidente destò molta preoccupazione tanto che il monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle organizzò una nuova crociata a cui parteciparono tre giovani sovrani europei: Corrado III (imperatore tedesco), Luigi VII (re di Francia) e Ruggero II (Re di Sicilia); i tre giovani sovrani però fallirono perché ognuno perseguì i propri fini personali. La riscossa turca si realizzò completamente con il curdo Saladino che si rese indipendente da Baghdad e creò un personale sultanato che si estendeva dal Tigri all’Egitto; il 2 ottobre 1187 , dopo aver sconfitto ripetutamente i Franchi , entrò a Gerusalemme. Questo evento produsse una grande mobilitazione tra i sovrani , tanto che parteciparono alla successiva crociata l’imperatore Federico Barbarossa, il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone e il re di Francia Filippo Augusto ma ancora una volta i risultati furono scarsi. Gerusalemme rimase in mano ai musulmani, l’entusiasmo religioso si affievolì e la crociata fu intrapresa solo da pochi fervidi idealisti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo 3 Le ultime crociate La terza crociata si concluse nel 1192 quando era salito al trono da un anno l’erede di Federico Barbarossa, Enrico VI il quale aveva preso in moglie Costanza d’Altavilla, la figlia del re di Sicilia Guglielmo II, morto nel 1189. A contestargli il dominio sul regno normanno si presentò un figlio illegittimo di Ruggiero II, Tancredi ma questo non fermò Enrico che aveva l’intento di fare della Sicilia il punto di partenza per una politica mediterranea e di conquista degli stati bizantini e musulmani. I suoi progetti furono purtroppo fermati dalla morte prematura che nel 1197 lo colse a soli 32 anni. La scomparsa di Enrico non permise ai cristiani della Terrasanta di sfruttare la situazione favorevole prodotta dalla morte di Saladino in seguito alla quale il suo impero si era frantumato. Tutto l’Occidente ne era ben consapevole e soprattutto il pontefice Innocenzo III che si fece promotore di una grande crociata con il duplice obiettivo di recuperare Gerusalemme ai cristiani e di ricondurre la Chiesa d’Oriente sotto la sovranità pontificia. I crociati si riunirono nel 1202 a Venezia per raggiungere l’Oriente via mare; il doge offrì ai crociati le sue navi con la promessa che facessero prima scalo a Zara e riprendessero il possesso della città che si era data al re d’Ungheria. Il doge, conquistata Zara, riuscì a convincere i crociati a dirigersi verso Costantinopoli con la promessa di lauti compensi. I crociati allora nel 1203 si impadronirono di Costantinopoli e misero al trono Alessio che però non riuscì a sedare l’ostilità del popolo verso gli occidentali e la Chiesa di Roma. I crociati allora , nel 1204 , saccheggiarono orribilmente la città e dopo essersi spartiti il bottino fondarono l’Impero latino d’Oriente che venne diviso tra i cavalieri. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo Un quarto di esso fu assegnato a Baldovino di Fiandra; degli altri tre quarti , una metà andò a Venezia mentre l’altra metà fu divisa in vari domini assegnati come feudi ai capi dei contingenti armati che avevano partecipato all’impresa. A completare questo quadro di instabilità contribuirono anche i contrasti di Genovesi e Pisani contro Venezia, questi erano insofferenti alla posizione preminente della città lagunare e si resero disponibili a qualsiasi azione che avesse il fine di ripristinare gli equilibri politici ed economici esistenti prima della quarta crociata. Nel 1261 la città di Genova strinse un’alleanza con Michele Paleologo, signore di Nicea (uno dei piccoli stati bizantini); l’impresa fu molto facile e Michele riuscì a salire al trono in quello stesso anno dando inizio alla dinastia dei Paleologhi che restò al potere fino alla presa di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453. L’esito sconfortante della quarta crociata non aveva demoralizzato Innocenzo III il quale non rinunciò al suo progetto di recuperare almeno la città di Gerusalemme e gli altri luoghi sacri della Palestina. Poco prima di morire, nel 1215, il pontefice durante il IV Concilio lateranense riuscì a far bandire una nuova crociata. La spedizione partì nel 1217 ma già nel 1221 si concluse senza aver raggiunto risultati importanti; un luogo strategico per il controllo della Palestina divenne l’Egitto. Proprio sull’Egitto concentrò i suoi sforzi il sovrano francese Luigi IX che credeva fermamente negli ideali religiosi della crociata. Purtroppo anche lui non riuscì ad ottenere risultati importanti durante le sue spedizioni che ebbero un esito disastroso in quanto , durante la prima (1248-1254) , il re e il suo esercito furono fatti prigionieri ; e la seconda, nel 1270, non iniziò nemmeno perché nell’accampamento francese si diffuse la peste che non risparmiò nemmeno il re. Tra la quinta e la sesta crociata ci fu quella di Federico II che, nel 1229, era riuscito ad ad ottenere la restituzione di Gerusalemme senza fare ricorso alle armi. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo Federico II aveva infatti stipulato un patto con il sultano del Cairo che prevedeva anche lo smantellamento di tutte le fortificazioni in città; questo però lasciò Gerusalemme senza difese e infatti nel 1244 una tribù di Turchi nomadi ne approfittò per occuparla e saccheggiarla. Mentre Luigi IX di Francia era impegnato nelle sue spedizioni , sempre in Egitto si creò una situazione nuova che vide la presa di potere da parte dei Mamelucchi, una casta di schiavi-guerrieri, i quali riuscirono ad estromettere dal potere gli ultimi discendenti di Saladino a nominare un loro sultano che avviò la conquista sistematica dei territori rimasti ancora in mano ai cristiani. Le ultime città a cadere furono nel 1291 Tiro, Sidone, Beirut e San Giovanni d’Acri. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 15 Università Telematica Pegaso Le crociate e il Mediterraneo Bibliografia • C.D. Fonseca, Particolarismo Istituzionale E Organizzazione ecclesiastica nel Mezzogiorno Medioevale, Galatina, Congedo, 1987 • F. Giunta – U. Rizzitano, Terra Senza Crociati, Palermo, Flaccovio, 1967 • G. Vitolo, Istituzioni Ecclesiastiche e Vita Religiosa Dei Laici Nel Mezzogiorno Medievale. Il Codice Della Confraternita Di S. Maria Di Montefusco (Sec. XII), Roma, Herder, 1982 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 15