1 Raccogli… Raccogli la luce del sole, l’acqua del mare, il profumo del vento. Raccogli le stelle del tuo firmamento. Raccogli il sorriso ed il pianto di chi hai accanto. Raccogli le parole d’amore, gli incontri inattesi, i segreti del cuore. Raccogli le note che guidano i passi della tua danza. Raccogli i ricordi che colmeranno il vuoto della lontananza G.G. 2014 Foresta_2014.indd 1 19/02/2014 15:02:51 Foresta_2014.indd 2 19/02/2014 15:02:51 Gli scenari della fertilità umana tra ambiente e società Gli scenari della fertilità umana tra ambiente e società Carlo Foresta Alberto Ferlin Andrea Lenzi Andrea Garolla 19/02/2014 15:02:51 Foresta_2014.indd 3 4 Prima edizione: febbraio 2014 ISBN 978 88 6787 184 1 © 2014 cleup sc “Coop. Libraria Editrice Università di Padova” via G. Belzoni 118/3 – Padova (t. 049 8753496) www.cleup.it www.facebook.com/cleup Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (comprese le copie fotostatiche e i microfilm) sono riservati. Immagine di copertina: Children Walking on Railroad Tracks © Peter Frank. Foresta_2014.indd 4 19/02/2014 15:02:51 INDICE 5 INDICE LA LUNGA STRADA DEL PAZIENTE ANDROLOGICO DALL’INFANZIA ALL’ADULTO Il criptorchidismo: epidemiologia e patogenesi A. Ferlin, A. Garolla, C. Foresta. ..................................................................................13 Il criptorchidismo: le conseguenze nell’adulto Y. Duca, R.A. Condorelli, E. Vicari, C. Campagna, L. Mongioì, S. La Vignera, A.E. Calogero...................................................................................................................19 La disforia di genere negli adolescenti: la necessità di un protocollo di assessment condiviso e la proposta del protocollo AGIR D. Dèttore................................................................................................................. 27 Orientamento sessuale e disturbi d’identità di genere in epoca adolescenziale. Il punto di vista dell’endocrinologo C. Manieri, S. Einaudi, A. Fisher......................................................................................35 Il varicocele: epidemiologia e clinica F. Ferro..............................................................................................................................41 Varicocele in età pediatrica – il trattamento: quale e quando C. Esposito, M. Iaquinto, M. Escolino, I. GiurinI, F. Turra, M.P. Cerulo, J. Petrone, R. Esposito, A. Farina, A. Savanelli, A. Settimi........................................49 Alterazioni della spermatogenesi: mito o realtà? F. Pallotti, I. Ionni, R. Conte, A. Palumbo, F. Lombardo, A. Lenzi, L. Gandini. ...........55 Nuove prospettive di preservazione della fertilità in epoca adolescenziale E. Magnani, S. Vezzani, M.L. Monzani, S. Belli, E. Kara, M. Simoni, D. Santi............59 La terapia ormonale: quale, come e quando M. Giaccardi, N. Di Iorgi, M. Maghnie. ..........................................................................67 La sindrome di Klinefelter. Il follow-up adolescenziale della funzione testicolare G. Russo, A. Di Lascio......................................................................................................75 Quando e come trattare e come preservare la fertilità G. Accardo, D. Esposito, F. Barbato, A. Di Lettera, D. Pasquali..................................83 La sindrome di Klinefelter nell’adulto: non solo fertilità R. Selice, A. Di Mambro, M. Ghezzi, N. Caretta, B. Tarantini, D. Pizzol, A. Ferlin, C. Foresta. .................................................................................................. 87 Foresta_2014.indd 5 19/02/2014 15:02:51 6 INDICE La funzione gonadica nell’adolescente obeso R. Cannarella, A.E. Calogero, R. Condorelli, E. Vicari, S. La Vignera. ....................99 Manifestazioni cliniche delle alterazioni endocrine nel bambino obeso S. Bernasconi, P. Lazzeroni, S. Merli, C. Sartori.........................................................115 L’obesità prepuberale e adolescenziale: le conseguenze nell’adulto M. Calanchini, F. Quintarelli, M. Caprio, A. Fabbri....................................................121 I bambini nati da Procreazione Medicalmente Assistita R. Fadini, C. Brigante, M. Mignini Renzini....................................................................125 LE INSIDIE DELLA FERTILITÀ NELLA DONNA Le alterazioni della fase ovulatoria A.M. Paoletti, M. Orrù, M. Pilloni, M.F. Marotto, B. Piras, V. Corda, M.N. D’Alterio, M. Indelicato, S. Cornacchia, C. Puletti, M. Neri, E. Batzella, G.B. Melis..................................................................................................137 Eziopatogenesi dei miomi uterini G.B. Melis, B. Piras, M. Pilloni, M.F. Marotto, M. Orrù, S. Cornacchia, C. Puletti, M. Neri, E. Batzella, A.M. Paoletti...........................................................147 La chirurgia mini invasiva nel trattamento dei miomi in prospettiva della fertilità futura V. Carbone, G. Monterossi, G. Scambia, F. Fanfani......................................................153 Endometriosi e infertilità P. Litta.............................................................................................................................157 Terapia medica: certezze, incertezze e prospettive R. Seracchioli, E. Geraci................................................................................................161 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ Eiaculazione precoce: disagio comportamentale o patologia? D. Mollaioli, G. Ciocca, E. Limoncin, G.L. Gravina, S. Di Sante, E. Carosa, A. Lenzi, E.A. Jannini......................................................................................................167 Sport e sessualità: dal bene al male L. Di Luigi, M. Sansone, P. Sgrò, V. Renzelli, A. Lenzi, F. Romanelli. ........................173 Dieta e sesso: dal buono al cattivo M.I. Maiorino, E. Della Volpe, G. Bellastella, K. Esposito.......................................183 Selenio e fertilità maschile G. Tirabassi, A. Lenzi, G. Balercia............................................................................... 187 Ruolo del trasporto dello Zinco nello studio della fertilità maschile: dalle cellule germinali allo spermatozoo C. Foresta, A. Garolla, I. Cosci, M. Menegazzo, M. Ferigo, V. Gandin, L. De Toni........................................................................................................................193 Foresta_2014.indd 6 19/02/2014 15:02:51 INDICE 7 Nutraceutica e riproduzione: la vitamina D V. Palumbo, D. Esposito, A. Topa, A.A. Sinisi. ...............................................................203 Sessualità e riproduzione: dal sacro al profano G. Senofonte, A.C. Cefaloni, A. Petrozzi, M. Tenuta, R. Conte, I. Ionni, A. Lenzi, F. Lombardo.....................................................................................................209 Sport e riproduzione: dal bene al male D. Ferone, U. Goglia, M. Boschetti, D. Malpassi, F. Cocchiara, F. Minuto................213 Sport e riproduzione maschile: dal bene al male F. Romanelli1, V. Renzelli1, M. Sansone2, A. Lenzi1, P. Sgrò2, L. Di Luigi2. .................219 Funzione testicolare e metabolismo osseo – non solo testosterone A. Ferlin, L. De Toni, M. Ferigo, M. Ghezzi, D. Pizzol, C. Foresta.............................229 Strategie cliniche attuali e futuribili F.M. Ubaldi, E. Gravotta...............................................................................................239 Si possono migliorare le percentuali di gravidanza nella PMA? Definizione dell’embrione con il maggior potenziale d’impianto L. De Santis.....................................................................................................................241 Si possono migliorare le percentuali di gravidanza nella PMA? Definizione dell’embrione con il maggior potenziale d’impianto B. Iussig, L. Dusi, L. Buffo, A. Ciconte, F.M. Ubaldi, L. Rienzi...................................245 COMUNICAZIONI ORALI Isolamento, caratterizzazione e microincapsulamento di cellule del Sertoli di suino neonato ottenute da una colonia “specific pathogen free”: possibili applicazioni G. Luca, M. Calvitti, F. Mancuso, I. Arato, G. Falabella, A. Bufalari, G. Lombardi, A. Di Meo, V. De Monte, D.F. Cameron, F. Fallarino, C. Lilli, C. Bellucci, E. Tresoldi, T. Baroni, M.C. Aglietti, M. Bodo, R. Calafiore................251 Caratterizzazione funzionale piastrinica in pazienti con disfunzione erettile organica su base arteriosa G. Burgio, R. Condorelli, A.E. Calogero, S. La Vigner..............................................255 Pentraxine (PTX3): Possibile marcatore diagnostico e prognostico nelle dispermie associate a varicocele R. Lanzano, A. Morello, S. Di Martino, C. Maiello, G. Lanzano...............................265 I ROS prodotti dai leucociti sono la principale causa di danni al DNA negli spermatozoi umani eiaculati A.M. Lobascio, M. Terribile, M.G. Minasi, E. Greco....................................................267 Identificazione di recettori olfattori nel plasma seminale e sullo spermatozoo studio preliminare D. Milardi, G. Grande, C. Colussi, F. Vincenzoni, I. Messana, L. De Marinis, M. Castagnola, R. Marana, A. Pontecorvi...................................................................271 Foresta_2014.indd 7 19/02/2014 15:02:51 8 INDICE La risposta al trattamento con FSHr a basse dosi e supplementi multicomponente (acido d-aspartico versus l-citrullina/l-carnitina) in uomini infertili con ipogonadismo ipofunzionale normogonadotropo: studio retrospettivo G. Peluso, L. Filice, G. Arena, N. Gallo, F. Linori-Marrelli, C. Perri, G. Morrone.....................................................................................................................275 Effetti del trattamento con myo-inositolo sul liquido seminale in pazienti con varicocele di II-III grado ed in pazienti che presentano viscosità aumentata F. Scarselli, E. Iovine, M. Terribile, V. Zazzaro, T. Riccio, E. Cursio, M. Barberi, M.G. Minasi, E. Greco....................................................................................................281 Effetti del polimorfismo -211G/T del gene FSHB sui livelli ormonali e sui parametri seminali di pazienti infertili L. Tamburino, N. Barone, V. Tomaselli, R. Condorelli, L. Cimino, E. Vicari, S. La Vignera, A.E. Calogero........................................................................................285 Sistema dopaminergico e riproduzione: studio di espressione dei recettori D2-like in spermatozoi umani ed effetto di agenti dopaminergici sulla motilità F. Cariati, C. Pivonello, M. Sarnataro, G. Coppola, C. Alviggi, M. Galdiero, M.C. De Martino, C. Salzano, P. Vitale, L. Maioine, A. Colao, R. Pivonello............289 Caratterizzazione molecolare della mutazione R31C di GNRH1 associata a una forma dominante di ipogonadismo ipogonadotropo congenito L. Maione, J. Bouligand, F. Albarel, P. Bouchard, T. Brue, R.P. Millar, A. Guiochon-Mantel, J. Young, A. Colao, R. Pivonell ..............................................295 Descrizione di un caso di Sindrome di Klinefelter con Epilessia a Tipo di Assenza e revisione della letteratura C. Torniero, M.M. Mancardi, G. Prato, M.G. Baglietto, M. Elia. .............................301 Studio osservazionale sul contraccettivo ormonale contenente Estradiolo Valerato e Dienogest in formulazione quadrifasica: accettabilità, effetto favorevole sulla composizione corporea e sullo stato psicologico M.E. Malune, M.F. Fais, M. Neri, P. Fancello, M. D’Alterio, V. Corda, M. Orrù, M. Pilloni, M.F. Marotto, B. Piras, A.M. Paoletti, G.B. Melis..................307 Caratteristiche della “mestruazione”, della pressione arteriosa e dei sintomi psicologici in corso di sei cicli di trattamento con il contraccettivo ormonale a base di E2 1.5 mg/NOMAC 2.5 mg M. Neri, V. Corda, M.E. Malune, S. Cornacchia, C. Puletti, M. Indelicato, M.F. Fais, M.N. D’Alterio, M.F. Marotto, M. Zirone, M. Orrù, G.B. Melis, A.M. Paoletti..................................................................................................................313 Stress ed endometriosi: ruolo del training autogeno nelle psicoterapie di supporto G. De Mori.......................................................................................................................319 Studio osservazionale sul contraccettivo ormonale a base di estradiolo (E2) 1.5 mg/ nomegestrolo (NOMAC) 2.5 mg in formulazione monofasica: accettabilità, effetto favorevole sulla composizione corporea e sui parametri antropometrici V. Corda, M.E. Malune, M. Neri, M.F. Fais, S. Cornacchia, P. Fancello, E. Batzella, M. Orrù, M. Pilloni, M.F. Marotto, M. Zirone, B. Piras, A.M. Paoletti, G.B. Melis..............................................................................................323 Foresta_2014.indd 8 19/02/2014 15:02:51 INDICE 9 Studio del muco cervicale mediante tecniche di proteomica basata su spettrometria di massa ad alta risoluzione ed interattomica in silico G. Grande, D. Milardi, F. Vincenzoni, A. Pompa, A.L. Astorri, E. Fruscella, A. Biscione, I. Messana, M. Castagnola, L. De Marinis, A. Pontecorvi, G. Scambia, R. Marana...................................................................................................327 Disfunzioni sessuali in donne con diabete mellito tipo 1 e tipo 2 R. Mazzilli, J. Elia, N. Imbrogno, M. Delfino, O. Bitterman, A. Napoli, F. Mazzilli.....................................................................................................333 Studio della qualità del seme nel soggetto giovane in diverse macroaree della regione Campania G. Coppola, F. Cariati, L. Maione, M. Galdiero, C. Salzano, P. Vitale, F. Garifalos, D. Menafra, A. Colao, R. Pivonello.......................................................339 Studio epidemiologico sull’osteoporosi postmenopausale E. Batzella, E. Cabiddu, S. Lello, L. Minerba, V. Corda, M. Abis, M. Pilloni, M. Orrù, A. Serra, A.M. Paoletti, G.B. Melis..............................................................345 Prevenzione e contrasto della violenza contro le donne: aspetti socio-culturali, percorsi integrati interistituzionali A. Torrisi, A. Agnello, M. Boselli, S. Bortolami, R. Torrisi, C. Visentini, F. Vasoin, G.B. Nardelli. ...............................................................................................351 L’acido d-aspartico stimola la steroidogenesi Leydigiana attraverso la modulazione del signalling dell’LH M. Ferigo, L. De Toni, A. Lenzi, C. Foresta. .................................................................361 Prevenire patologie e disabilità congenite attraverso strategie di comunicazione efficaci L. Marchetto, R. Bortolus, C. Castellani, A.E. Tozzi, F. Lalatta, P. Mastroiacovo, B. Rusticali........................................................................................363 Effetto della progesteronemia pre triggering sul pregnancy rate nei transfers con diverso timing S. Piccolo, M. Cervi, G. Fuggetta, F. Tomei, V. Adamo, R. Tozzoli, M. Manno. .........367 Influenza del progesterone sul tasso di impianto in cicli di fecondazione in vitro a fresco: esperienza multicentrica M. Cattoi, P. Dal Rì, A. Lühwink, M. Franchi, C. Costantini, S. Zaffagnini...............371 Analisi retrospettiva delle aneuploidie e degli outcomes clinici in relazione ai parametri di valutazione seminale in 151 cicli di Preimplantation Genetic Screening (PGS) D. Cimadomo, L. Rienzi, A. Capalbo, F.M. Ubaldi.........................................................377 Età e gravidanze: i dati del centro pubblico di PMA di I° livello in Calabria G. Peluso, L. Filice, G. Arena, L. Cianni, N. Gallo, G. Chiodo, F. Linori-Marrelli, C. Perri, G. Morrone.....................................................................381 Studio esplorativo inter genere delle caratteristiche psicoaffettive di coppie che si sottopongono a Procreazione Medicalmente Assistita S. Salcuni, D. Miconi, S. Zaffagnini, R. Di Paola, A. Grillo, S. Tavano.....................385 Foresta_2014.indd 9 19/02/2014 15:02:51 10 INDICE Pentraxin: possible marker of the oocyte development R. Lanzano, C. Maiello, C. Costanzo, A. Morello, A. Lanzano..................................389 Polimorfismo Asn680Ser (N680S) del recettore per FSH (FSHR) ed IVF: studio pilota per la definizione di protocolli di stimolazione genotipo-dipendenti D. Leali, F. Rossetti, F. Facchetti, S. Metraglia, E. Vicari, C. Lapucci, M. Romano, E. Pasinetti, D. Gatti, A. Muciaccia. ........................................................391 Lo status androgenico come fattore predittivo di metabolismo e funzione sessuale nel giovane maschio: uno studio nella popolazione Campana C. Salzano, M. Galdiero, F. Cariati, G. Coppola, P. Vitale, D. Menafra, F. Garifalos, A. Colao, R. Pivonello.............................................................................395 Effetti della supplementazione di Mio-inositolo + Acido α-lipoico in donne normopeso con Sindrome dell’ovaio policistico già sottoposte ad un precedente ciclo di PMA con supplementazione di solo Mio-inositolo I. Marcucci, A. Sebastianelli, L. Caponecchia, G. Leto, P. Bonanni, P. Salacone, C. Fiori, R. Sacchetto, F. Forte, N. Pacini, G. Sorrenti, R. Rago................................403 Effetto del fumo sull’outcome riproduttivo in donne sottoposte a cicli di fecondazione assistita A. Sebastianelli, L. Caponecchia, I. Marcucci, P. Salacone, C. Fiori, R. Sacchetto, P. Bonanni, N. Pacini, G. Sorrenti, R. Rago....................................413 Spermatozoi selezionati con birifrangenza e MSOME hanno una ridotta frammentazione del DNA A. Garolla, I. Cosci, M. Menegazzo, M. Ghezzi, R. De Palo, A. Bottacin, B. Sartini, A. Bertoldo, C. Foresta...............................................................................419 Foresta_2014.indd 10 19/02/2014 15:02:51 11 LA LUNGA STRADA DEL PAZIENTE ANDROLOGICO DALL’INFANZIA ALL’ADULTO Foresta_2014.indd 11 19/02/2014 15:02:51 12 Foresta_2014.indd 12 19/02/2014 15:02:51 IL CRIPTORCHIDISMO: EPIDEMIOLOGIA E PATOGENESI 13 Il criptorchidismo: epidemiologia e patogenesi A. FERLIN, A. GAROLLA, C. FORESTA Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Medicina & Servizio per la Patologia della Riproduzione Umana, Padova INTRODUZIONE Per criptorchidismo (dal greco kryptos e orchis “testicolo nascosto”) si intende l’assenza di uno o entrambi i testicoli nella borsa scrotale alla nascita con arresto lungo il fisiologico tragitto di discesa dall’addome. Si tratta quindi di una definizione clinica piuttosto che di una diagnosi eziologica. Sebbene il criptorchidismo sia spesso considerato una patologia di lieve entità, in realtà esso rappresenta l’anomalia congenita più frequente dell’apparato urogenitale ed è il più importante fattore di rischio per infertilità e tumore del testicolo in età adulta. Una diagnosi precoce ed una corretta gestione del testicolo criptorchide sono pertanto soprattutto necessari per preservare la fertilità, eseguire un corretto counselling e follow-up del paziente e per ridurre il rischio di trasformazione neoplastica dei testicoli e l’eventuale insorgenza di ipogonadismo. Il criptorchidismo è bilaterale in un terzo dei casi e monolaterale nei due terzi. I testicoli criptorchidi vengono classificati in base alla loro posizione lungo il tragitto di discesa (sede addominale alta/bassa, sede inguinale, sede soprascrotale, sede alto scrotale), e vengono quindi distinti dai testicoli ectopici, che sono localizzati al di fuori della fisiologica via di discesa. Tuttavia, nella pratica clinica e per indirizzare la terapia risulta utile anche una semplice distinzione tra testicoli palpabili e non palpabili e tra forme bilaterali e monolaterali. Una condizione particolare è rappresentata dall’assenza di uno o entrambi i testicoli, condizione nota come anorchia o sindrome del testicolo evanescente. Il criptorchidismo può essere un’anomalia isolata o più raramente si può associare ad altre malformazioni dell’apparato uro-genitale o può far parte di sindromi genetiche più complesse. Il criptorchidismo alla nascita va anche distinto dal testicolo retrattile (testicolo normalmente disceso alla nascita, che risale in canale inguinale e può essere riportato in sede scrotale manualmente da dove risale per riflesso cremasterico), dal criptorchidismo acquisito (testicolo normalmente disceso alla nascita e poi risalito in canale inguinale da dove non è più riposizionabile manualmente nello scroto) e dal testicolo mobile (testicolo non criptorchide alla nascita, che si muove facilmente per effetto del muscolo cremastere fuori dal sacco scrotale ma vi ritorna altrettanto facilmente). Tabella 1. Classificazione dei difetti di posizione testicolare. Criptorchidismo congenito Assenza di uno o entrambi i testicoli nello scroto Testicolo in ascensore (ascending testis Testicolo non criptorchide alla nascita o testicolo criptorchide disceso spontaneamente e poi risalito stabilmente in canale o criptorchidismo acquisito) inguinale (difficile manipolazione). Gliding testis Foresta_2014.indd 13 Appena sotto l’anello inguinale esterno e posizionabile manualmente solo in sede alto scrotale, da dove risale immediatamente 19/02/2014 15:02:51 14 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ Testicolo retrattile o alto scrotale In posizione scrotale alta, posizionabile manualmente in sacca scrotale, dove può rimanere per un certo periodo, e retrattile in sede alta per riflesso cremasterico Testicolo mobile o migrante In posizione scrotale, risale in canale inguinale spontaneamente (riflesso cremasterico, rapporti sessuali, freddo, etc) o con manipolazione e ritorna in sacca scrotale spontaneamente o con manipolazione. Testicolo in sede In posizione scrotale, che non risale mai in canale inguinale nemmeno per riflesso cremasterico o con manipolazione Figura 1. Classificazione del criptorchidismo (arresto lungo il normale tragitto di discesa testicolare) e dell’ectopia testicolare (posizionato fuori dal normale tragitto di discesa). EPIDEMIOLOGIA Il criptorchidismo interessa circa il 3-5% dei bambini nati a termine ed il 9-30% dei pretermine. Pertanto in Italia, dove ogni anno vi sono circa 300.000 nati a termine e 200.000 pretermine, si possono ipotizzare dai 25.000 ai 75.000 casi all’anno. Circa la metà dei testicoli criptorchidi alla nascita discende spontaneamente nei primi mesi di vita, soprattutto nei nati pretermine, e pertanto la prevalenza del criptorchidismo ad un anno di vita è circa il 1-2%. Anche il basso peso alla nascita è un importante fattore di rischio per criptorchidismo e la prevalenza nei nati con peso inferiore a 2.5 kg è di circa il 20-25%. La discesa spontanea si verifica in genere entro i 4-6 mesi di vita e la terapia dei testicoli criptorchidi non dovrebbe pertanto iniziare prima del quarto-sesto mese. Tuttavia, è altrettanto importante non intervenire troppo tardi, perché la compromissione della funzione spermatogenetica, e quindi della fertilità, è correlata con l’età dell’intervento. L’incidenza del criptorchidismo sembra essere aumentata negli ultimi decenni, soprattutto in alcuni paesi, probabilmente come conseguenza dell’esposizione a fattori ambientali con Foresta_2014.indd 14 19/02/2014 15:02:52 IL CRIPTORCHIDISMO: EPIDEMIOLOGIA E PATOGENESI 15 attività simil-ormonale, soprattutto di tipo estrogenico e/o anti-androgenico. Questi dati epidemiologici sarebbero in accordo con un simile incremento anche dell’incidenza di tumore del testicolo, infertilità maschile ed ipospadia e hanno portato all’ipotesi di una sindrome da disgenesia testicolare, conseguenza di un alterato sviluppo gonadico durante la vita fetale per cause ambientali e/o genetiche. In Italia, la prevalenza del criptorchidismo nei nati a termine sembra essersi ridotta da un 4.3% negli anni 1978-1987 al 2.7% negli anni 1988-1997. Tuttavia, la prevalenza ad un anno si è mantenuta simile (1.5% nella prima decade e 1.2% nella seconda decade). CENNI DI EMBRIOLOGIA La discesa del testicolo dalla sua posizione originaria in prossimità del rene fino alla borsa scrotale durante la vita fetale è un complesso meccanismo che richiede l’interazione di fattori anatomici, meccanici ed ormonali. Si distinguono due fasi principali, quella trans-addominale (tra la 10a e la 23a settimana gestazionale), che porta il testicolo in prossimità dell’orifizio inguinale interno, e quella inguino-scrotale (tra la 26a-28a settimana fino alla nascita), che porta il testicolo nella sua posizione definitiva nella borsa scrotale omolaterale. In questo processo giocano un ruolo fondamentale due legamenti: il legamento sospensore craniale (CSL), che connette la gonade alla parete addominale posteriore, ed il gubernaculum (o legamento genito-femorale caudale), che connette il testicolo e l’epididimo all’anello inguinale interno. La discesa del testicolo è regolata da due ormoni principali prodotti dalle cellule di Leydig, il testosterone e l’Insulin-like factor 3 (INSL3), aiutati dall’ormone anti mulleriano (AMH) prodotto dalle cellule di Sertoli e dal calcitonin-gene related peptide (CGRP) prodotto dal nervo genito-femorale. Durante la fase trans-addominale il testicolo rimane vicino alla futura regione inguinale grazie anche all’allargamento della cavità addominale e alla pressione viscerale. Il CSL regredisce mentre il gubernaculum si sviluppa soprattutto nella sua porzione caudale e protrude nel sacco scrotale in formazione. In tal modo il testicolo viene mantenuto in prossimità dell’anello inguinale interno. Durante la fase inguino-scrotale il gubernaculum si ritrae ed il testicolo può attraversare il canale inguinale. Il testosterone, sotto l’azione dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli, oltre ad essere il principale ormone per lo sviluppo in senso maschile del feto e per il corretto sviluppo degli organi genitali esterni, è il maggior attore della fase inguino-scrotale della discesa testicolare grazie alla sua azione principalmente sul CSL ed in parte sul gubernaculum. L’INSL3 invece controlla la differenziazione del gubernaculum ed è quindi il maggior responsabile della fase trans-addominale. L’AMH provoca la regressione dei dotti di Muller. Foresta_2014.indd 15 19/02/2014 15:02:52 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ 16 A Parete addominale posteriore B Regressione CSL CSL Epididimo e dotto deferente Testicolo T AMH S L INSL3 Canale inguinale Gubernaculum Gubernaculum in crescita Parete addominale (anello inguinale) Fase trans-addominale “INSL3-dipendente” C D Anello inguinale GFN T Testicolo Testicolo Scroto Gubernaculum in regressione Gubernaculum completamente regredito Fase inguino-scrotale“androgeno-dipendente” Figura 2. Schema della discesa testicolare. La differenziazione del testicolo dalla gonade indifferenziata in presenza del cromosoma Y (A) porta alla produzione di AMH dalle cellule di Sertoli (S) e di testosterone e INSL3 dalle cellule di Leydig (L) (B). L’effetto diretto e indiretto (attraverso il nervo genitofemorale, GNF, ed il CGRP) di questi due ormoni principalmente sul legamento sospensore craniale (CSL) e sul gubernaculum è alla base del processo bifasico di discesa testicolare. La regresisone del CSL è sopratutto sotto il controllo del testosterone, mentre l’INSL3 agisce principalmente sul gubernaculum (B) sul quale agiscono in misura minore l’AMH ed il testosterone, verosimilmente atraverso il nervo genitofemorale ed il CGRP (C-D). Foresta_2014.indd 16 19/02/2014 15:02:52 IL CRIPTORCHIDISMO: EPIDEMIOLOGIA E PATOGENESI 17 EZIOPATOGENESI Le cause del criptorchidismo sono molteplici, ma nella maggior parte dei casi non si riscontrano fattori eziologici certi. I fattori di rischio più importanti sono rappresentati dalla prematurità e dal basso peso alla nascita, ma sembrano avere un ruolo anche il diabete in gravidanza ed il fumo. Si riconoscono cause meccaniche, ormonali, genetiche ed ambientali. Le anomalie anatomiche sono frequenti e includono l’impervietà del canale inguinale, l’ernia inguinale, la brevità del funicolo spermatico. Le cause ormonali sono da ricondurre prevalentemente ad un’ipogonadismo ipogonadotropo, ma non sono frequenti. Tuttavia alcuni Autori sostengono che tutti i bambini criptorchidi abbiano un certo grado di ipogonadismo relativo. Le cause genetiche riguardano mutazioni dei geni che codificano per il recettore degli androgeni, per l’INSL3 o il suo recettore, o anomalie cromosomiche, tra le quali la più frequente è la sindrome di Klinefelter (cariotipo 47,XXY). Le cause genetiche sono più frequenti nei casi di criptorchidismo bilaterale e non si associano a discesa spontanea dei testicoli dopo la nascita. In generale circa il 5-10% dei casi di criptorchidismo isolato (non associato ad altre anomalie dell’apparato urogenitale) sono da attribuire a cause genetiche. Il criptorchidismo può anche far parte del corteo sindromico di molte malattie genetiche complesse, la cui incidenza è comunque molto bassa. Sono stati ipotizzati diversi fattori ambientali, soprattutto sostanze ad azione estrogenica o anti-androgenica e anti-INSL3, ma attualmente non ci sono chiare prove di un loro ruolo nella patogenesi del criptorchidismo nell’uomo, a differenza di quanto osservato sperimentalmente negli animali da laboratorio. Tabella 2. Cause principali del criptorchidismo. Idiopatico Fattori di rischio maggiori • basso peso alla nascita • prematurità • piccolo per età gestazionale (SGA) Cause endocrine: non sono frequenti, • ipogonadismo ipogonadotropo (idiopatico, sindrome di ma alcuni Autori sostengono che tutti i Kallmann, altri difetti genetici) bambini criptorchidi abbiano un certo • ipogonadismo ipergonadotropo grado di ipogonadismo relativo Foresta_2014.indd 17 19/02/2014 15:02:52 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ 18 Cause genetiche: circa il 5-10% dei • monogeniche: casi non associati ad altre anomalie mutazioni del gene INSL3 e del suo recettore (RXFP2) dell’apparato uro-genitale; più frequenti mutazioni del gene per il recettore degli androgeni nei casi di criptorchidismo bilaterale, mutazione del gene per il recettore dell’LH non si associano a discesa spontanea dei testicoli dopo la nascita • cause cromosomiche e sindromi genetiche complesse: sindrome di Klinefelter maschio 46,XX sindrome da insensibilità agli androgeni sindrome di Down sindrome di Noonan sindrome di Beckwith-Wiedemann sindrome di Prader-Willi FG syndrome (o s. di Opitz-Kaveggia) del 22q11.2 del 1p36 Fattori materni • diabete • fumo • alcool • assunzione di sostanze ad attività estrogenica o anti-androgenica in gravidanza Anomalie anatomiche (frequenti) • impervietà del canale inguinale • ernia inguinale • brevità del funicolo spermatico BIBLIOGRAFIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 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CALOGERO Università di Catania, Dipartimento di Scienze Mediche e Pediatriche, Sezione di Endocrinologia, Andrologia e Medicina Interna, Catania INTRODUZIONE Il criptorchidismo è la più frequente malformazione del tratto urogenitale maschile alla nascita. Esso è definito come la mancata o incompleta discesa del testicolo dalla regione lombare allo scroto durante la vita fetale. Interessa il 2-4% dei nati a termine e il 20-30% dei prematuri (1). Durante il primo anno di vita, i bambini criptorchidi non presentano disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo e nessuna alterazione nella biosintesi di testosterone (2). In epoca pre-puberale e, soprattutto, post-puberale i livelli di LH ed FSH dipendono dalla produzione di testosterone ed inibina B, che a loro volta riflettono l’istopatologia testicolare. I livelli plasmatici di FSH aumentano generalmente nei maschi con oligozoospermia grave e microrchidismo (volume testicolare <12 ml). I livelli plasmatici di LH e testosterone sono generalmente normali, anche se i valori basali e al picco di LH dopo stimolo con GnRH sono leggermente superiori alla media, suggerendo una lieve disfunzione delle cellule di Leydig (3). Il criptorchidismo rappresenta un noto fattore di rischio per testiculopatia primitiva ed è causa di alterazioni della spermatogenesi associata a complicazioni a lungo termine di tipo funzionale (infertilità) e/o degenerativo (neoplasie testicolari) (4). La percentuale di complicanze a lungo termine (infertilità e neoplasie testicolari) varia in base alla regione in cui alloggia il testicolo, alla mono- o bilateralità del criptorchidismo e all’età in cui il paziente viene sottoposto all’orchidopessi (5). INFERTILITÀ Il criptorchidismo è incluso tra le patologie testicolari primitive che causano infertilità maschile di tipo secretorio. Si calcola che circa il 20% dei pazienti che si sottopongono all’orchidopessi alla pubertà siano a rischio di infertilità anche dopo tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) (6). Tutti gli Autori sono concordi nell’affermare che i bambini affetti da criptorchidismo bilaterale che non vengono trattati in età precoce sono candidati a divenire infertili in età adulta. Inoltre, la maggior parte degli Autori afferma che la probabilità di diventare infertili è inversamente proporzionale al timing dell’orchidopessi (7-9). Studi di follow-up hanno registrato un tasso di infertilità ampiamente variabile nei pazienti con pregresso criptorchidismo bilaterale (28.5-82%) o monolaterale (62-74%) (8, 10). Sembrerebbe, pertanto, che il criptorchidismo non sia, nella maggior parte dei casi, in grado da solo di determinare infertilità. È stata ipotizzata la presenza di fattori predisponenti genetici, ormonali (testosterone, alterazioni genetiche dell’insulin-like factor 3) e ambientali (11). Il “marcatore” dello stato di fertilità sembra essere rappresentato dalla presenza di spermatogoni di tipo Ad al momento dell’orchidopessi (10); quindi la biopsia testicolare, eseguita durante l’intervento di orchidopessi, può fornire informazioni utili a predire la futura fertilità (12). Foresta_2014.indd 19 19/02/2014 15:02:52 20 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ L’infertilità è associata ad un quadro anatomopatologico testicolare particolarmente compromesso che può essere già osservato nei giovani criptorchidi (8, 10, 13): 0 spermatogoni Ad e <0.2 cellule germinali/sezione tubulare trasversa (v.n. >2 cellule germinali/sezione tubulare trasversa). Secondo alcuni studi (10, 13), il suddetto quadro anatomopatologico correla in maniera significativa con: • una ridotta produzione nemaspermica (in media 8.9 x 106 spermatozoi/eiaculato), 25 volte inferiore rispetto al gruppo di controllo (criptorchidi che mostrano alla biopsia testicolare eseguita al momento dell’orchidopessi spermatogoni Ad in entrambi i testicoli); • azoospermia nel 20% dei casi. Un altro pattern istopatologico che può essere frequentemente osservato nelle biopsie dei testicoli criptorchidi è l’atrofia testicolare mista, definita come la contemporanea e sincrona presenza in proporzioni variabili di tubuli seminiferi che presentano una normale e progressiva maturazione spermatogenetica delle cellule germinali e di tubuli affetti da sindrome a sole cellule del Sertoli. In uno studio condotto su 18 pazienti che si sono sottoposti a biopsia testicolare durante l’orchidopessi e successivamente in età adulta (14), le alterazioni della spermatogenesi osservate nelle biopsie prepuberali sono state classificate come tipo I (modeste alterazioni), tipo II (ipoplasia germinale) e tipo III (ipoplasia germinale severa). Le alterazioni della spermatogenesi rilevate nell’adulto sono state suddivise in lesioni del compartimento ad-luminale o del compartimento basale dei tubuli seminiferi, confrontando le biopsie prepuberali con quelle postpuberali dello stesso paziente. Gli Autori hanno riportato che il quadro istopatologico responsabile più frequentemente di infertilità è quello dell’atrofia testicolare mista, che corrisponde al tipo III con spermatogenesi incompleta e lesioni più gravi dell’epitelio germinale. Le lesioni di tipo III, legate ad un quadro di atrofia testicolare mista, determinano la prognosi peggiore anche nei programmi di PMA (14). Dall’altro lato, una situazione istopatologica meno grave è quella descritta da Bergada e collaboratori (15) e verificata in un altro sottogruppo di pazienti con pregresso criptorchidismo, che avvalorerebbe i risultati di uno studio retrospettivo (16) condotto su 142 pazienti con pregresso criptorchidismo (71.8% trattati con orchidopessi prima dei 10 anni di età), che si sono sottoposti a ricerca di spermatozoi mediante biopsia (TESE) tra il 1995 e il 2005, durante programmi di PMA mediante intracytoplasmatic sperm injection (ICSI). In questo studio, il recupero nemaspermico, considerato buono, è risultato pari al 65%. Gli Autori quindi concludono dicendo che fattori predittivi per il successo del recupero nemaspermico sono: a) valori normali di FSH; e b) volume testicolare >10 ml (16). Un recente studio ha confermato che il criptorchidismo monolaterale è associato ad una fertilità normale se trattato precocemente (prima dei 36 mesi di vita); mentre la prognosi peggiora nei soggetti con criptorchidismo bilaterale (17). Questi ultimi presentano in età adulta, rispetto ai controlli, livelli di FSH più elevati, un volume testicolare ridotto e alterazioni del liquido seminale (17, 18). Tuttavia, non è ancora certo che interventi in epoca ancora più precoce (prima dei 12 mesi di vita) migliorino ulteriormente la prognosi riproduttiva. I dati in tal senso sono discordanti (18, 19). Modelli sperimentali di criptorchidismo hanno dimostrato che l’insulto termico testicolare causa una forma reversibile di oligozoospermia o azoospermia, dovuta alla ridotta espressione di molecole associate alle tight junction. Tuttavia, la permeabilità della barriera emato-testicolare risulterebbe completamente ripristinata dopo appena 10 giorni dalla rimozione dell’esposizione a ipertermia (20). L’infertilità indotta dal criptorchidismo può essere conseguente ad un’alterata mini-pubertà (21), definita come un breve periodo durante la prima infanzia in cui si ha un picco di gonadotropine necessario ad indurre lo sviluppo e la trasformazione dei gonociti in spermatogoni Ad (8, Foresta_2014.indd 20 19/02/2014 15:02:52 IL CRIPTORCHIDISMO: LE CONSEGUENZE NELL’ADULTO 21 9, 13, 21-24). Questa fase è insufficiente ed inadeguata in circa il 50% dei testicoli criptorchidi situati in regione inguinale e nel 90% di quelli che si trovano in regione intraddominale (21). I bambini criptorchidi con alterata mini-pubertà sviluppano infertilità nonostante un trattamento chirurgico andato a buon fine e temporalmente appropriato. Alcuni Autori hanno ipotizzato che il diminuito numero di cellule germinali in questo gruppo di pazienti possa essere il risultato di un’incontrollata attività transposonica, capace di indurre instabilità genomica e apoptosi delle cellule germinali. Una mini-pubertà normale sembrerebbe essenziale per lo sviluppo di un sistema endogeno di difesa mediato dal silenziamento transposonico (25). Al fine di correggere le alterazioni della mini-pubertà, alcuni Autori hanno dimostrato che una terapia di 5 mesi a giorni alterni con un analogo del GnRH (buserelin) prima dei 6 anni di età non inibisce la secrezione endogena di gonadotropine e assicura livelli più alti di LH alla fine del trattamento (24), ma soprattutto determina un aumento nel numero di cellule germinali rispetto ad un gruppo di controllo costituito da pazienti che si sono sottoposti alla sola orchidopessi (8, 9, 13, 21-23). Un altro studio, che ha valutato gli effetti della somministrazione del GnRH (spray nasale) prima dei 24 mesi di età, non ha evidenziato differenze statisticamente significative tra parametri seminali e livelli ormonali di pazienti e controlli, mentre il volume testicolare (considerato come predittore di spermatogenesi) è risultato ridotto nei pazienti che hanno ricevuto la terapia ormonale rispetto ai controlli (18). Una recentissima revisione della letteratura conclude che, essendo il tasso di paternità normale negli uomini con storia di pregresso criptorchidismo unilaterale trattati con la sola chirurgia, vista la scarsa efficacia del trattamento ormonale nel produrre la discesa testicolare, considerati i costi elevati e i potenziali effetti collaterali, il trattamento ormonale non dovrebbe più essere raccomandato nei pazienti affetti da criptorchidismo unilaterale (26). Tuttavia, Hadziselimovic fa notare che, quando i pazienti a più alto rischio di infertilità (quelli con perdita degli spermatogoni Ad alla biopsia testicolare) ricevono trattamento con analogo del GnRH, si ottengono spermiogrammi normali nell’86% dei casi (27), e che più di un terzo dei soggetti del gruppo ad alto rischio di infertilità sviluppa azoospermia (8/21) (14) mentre nessuno (0/50) degli uomini con la stessa patologia testicolare che ricevono trattamento con buserelin dopo l’orchidopessi diviene azoospermico. L’autore dunque conclude dicendo che il trattamento ormonale dovrebbe continuare ad essere altamente raccomandato nei bambini che, pur essendo stati sottoposti con successo ad orchidopessi, rimangono ad alto rischio di infertilità (valutato biopticamente) (28). In conclusione, nonostante gli effetti del criptorchidismo sullo sviluppo testicolare e la fertilità siano stati studiati ampiamente, l’unica certezza allo stato attuale è che circa il 90% dei pazienti con criptorchidismo bilaterale sviluppa azoospermia. Le altre varianti del criptorchidismo (tra cui, in primis, il criptorchidismo monolaterale) continuano a mostrare un tasso di fertilità e paternità imprevedibile (29). NEOPLASIE TESTICOLARI Il tumore testicolare è la neoplasia solida più comune tra i giovani maschi e colpisce l’1% dei soggetti tra i 15 e i 34 anni di età (Fig. 1). Il criptorchidismo rappresenta il fattore di rischio maggiore associato con le neoplasie testicolari a cellule germinali (seminomi, SEM; neoplasie non seminomatose, NSEM). Foresta_2014.indd 21 19/02/2014 15:02:52 22 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ Figura 1. Incidenza e mortalità del tumore testicolare per fasce d’età. Dati del registro italiano tumori 2006. Nei testicoli criptorchidi, i tumori a cellule germinali hanno un’incidenza 3-7 volte più elevata Nei testicoli criptorchidi, a cellule germinali un’incidenzaeffettuato 3-7 volte più rispetto ai testicoli normalii tumori (30). Un recente studiohanno caso-controllo, su 6593 casi di tumo elevata rispetto ai testicoli normali (30). Un recente studio caso-controllo, effettuato su 6593 Figura 1. Incidenza e mortalità del tumore testicolare per fasce registroun italiano 2006. di 3.1 testicolare a cellule germinali registrati tra il 1964 e ild’età. 2008,Dati hadel rivelato oddstumori ratio (OR) casi di tumore testicolare a cellule germinali registrati tra il 1964 e il 2008, ha rivelato un odds per il criptorchidismo, di 2.41 per l’ipospadia, di 1.37 per l’ernia inguinale e di 2.19 per le altre ratio (OR) di 3.18 per il criptorchidismo, di 2.41 per l’ipospadia, di 1.37 per l’ernia inguinale e malformazioni genitali. Nessuna associazione è stata trovata tra tumori testicolari a cellule gemin di 2.19 per le altre malformazioni genitali. Nessuna associazione è stata trovata tra tumori testie altre malformazioni (nonmalformazioni genitali) (31). Una metanalisi ha metanalisi riportato ha risultati colari a cellule geminali e altre (non genitali) (31). Una riportatosimili al succitato studio,simili calcolando un studio, rischiocalcolando relativo un di rischio 2.9 per i pazienti di sviluppare neoplasia risultati al succitato relativo di 2.9 criptorchidi per i pazienti criptorchidi di sviluppare rispetto neoplasia alla testicolare rispetto alla popolazione testicolare popolazione generale (32).generale (32). L’istotipo più comune di tumore a cellule germinali riscontrato nei testicoli è il L’istotipo più comune di tumore a cellule germinali riscontrato neicriptorchidi testicoli criptorchidi è il seminoma. Il seminoma classico deriva da una lesione intratubulare (carcinoma in situ, CIS) che seminoma. Il seminoma classico deriva da una lesione intratubulare (carcinoma in situ, CIS) che secondo alcuni autori potrebbe svilupparsi già in utero dalle cellule germinali primordiali (PGS) secondo alcuni autori potrebbe svilupparsi già in utero dalle cellule germinali primordiali (PGS) o o dai gonociti precoci. Le cellule neoplastiche rimaste quiescenti durante l’infanzia, inizierebbero gonociti Le cellule neoplastiche rimaste quiescenti l’infanzia, inizierebbero a adai proliferare allaprecoci. pubertà sotto l’influenza di fattori come le gonadotropine ed ildurante testosterone (33). alla pubertà sotto di fattori come le differenziati. gonadotropine ed il testosterone (33). I Ilproliferare seminoma spermatocitico, invece,l’influenza si ritiene derivi da spermatogoni seminoma spermatocitico, ritiene derivi da spermatogoni differenziati. Alcuni studi indicano che ilinvece, rischio disineoplasia è maggiore nel criptorchidismo bilaterale rispetto a quello unilaterale e che esiste una correlazione diretta tra la posizione del testicolo bilaterale rispetto Alcuni studi indicano che il rischio di neoplasia è maggiore nel criptorchidismo criptorchide, il tempo di permanenza della gonade al di fuori della sacca scrotale e l’incidenza quello unilaterale e che esiste una correlazione diretta tra la posizione del testicolo criptorchide, i di tumori a cellule germinali. Il rischio di degenerazione neoplastica è maggiore nei testicoli tempo di permanenza della gonade al di fuori della sacca scrotale e l’incidenza di tumori a cellule situati in sede addominale rispetto a quelli localizzati in sede inguinale (34, 35); mentre uno germinali. Il rischio di degenerazione neoplastica è maggiore nei testicoli situati in sede addomin studio svedese ha dimostrato che il tasso di incidenza di neoplasia è più che raddoppiato nei rispettosottoposti a quelliadlocalizzati indopo sedei inguinale (34,a35); uno studio svedese ha dimostrato ch pazienti orchidopessi 13 anni rispetto quellimentre operati in epoca prepuberale il tasso di incidenza (5.4% vs 2.23%) (36). di neoplasia è più che raddoppiato nei pazienti sottoposti ad orchidopessi dop Nonostante la chirurgia notevolmente il rischio di neoplasia, in alcuni casi(36). tumori a 13 anni rispetto a quelli riduca operati in epoca prepuberale (5.4% vs 2.23%) cellule germinali si sviluppano in testicoli riportati precocemente in sede scrotale, suggerendo Nonostante la chirurgia riduca notevolmente il rischio di neoplasia, in alcuni casi tumori a cellule germinali si sviluppano in testicoli riportati precocemente in sede scrotale, suggerendo la possibil esistenza di mutazioni epigenetiche permanenti nel testicolo con pregresso criptorchidismo (37). Anche fattori ambientali, come l’insulto termico e l’esposizione a distruttori endocrini, potrebber giocare un importante ruolo nel determinismo delle neoplasie testicolari nei pazienti criptorchidi. Da alcuni anni la letteratura ha introdotto il concetto di sindrome da disgenesia testicolare (TDS) Foresta_2014.indd 22 15:02:52 definita come la contemporanea presenza di una o più delle seguenti anomali 19/02/2014 uro-genitali: IL CRIPTORCHIDISMO: LE CONSEGUENZE NELL’ADULTO 23 la possibile esistenza di mutazioni epigenetiche permanenti nel testicolo con pregresso criptorchidismo (37). Anche fattori ambientali, come l’insulto termico e l’esposizione a distruttori endocrini, potrebbero giocare un importante ruolo nel determinismo delle neoplasie testicolari nei pazienti criptorchidi. Da alcuni anni la letteratura ha introdotto il concetto di sindrome da disgenesia testicolare (TDS), definita come la contemporanea presenza di una o più delle seguenti anomali uro-genitali: criptorchidismo, ipospadia, infertilità e neoplasia testicolare (38). Questa nuova entità nosografica suggerirebbe l’esistenza di un disordine embrionale capace di determinare un sovvertimento dello sviluppo gonadale durante la vita fetale. La TDS presenta un rischio particolarmente alto di degenerazione neoplastica della gonade, specialmente nei pazienti con fenotipo alla nascita complesso (criptorchidismo ed ipospadia) e nei pazienti che presentano complicanze a lungo termine, come infertilità e/o pregresse neoplasie testicolari (39). Inoltre, il rischio è ancora più elevato se la sindrome si associa a fattori genetici (OR = 3.8 se il padre del paziente è affetto da neoplasia testicolare; OR = 7.6 se lo è il fratello) (40) e ambientali (esposizione a distruttori endocrini come inquinamento, pesticidi, ftalati; fumo di sigaretta della madre). L’espressione testicolare finale risulterebbe quindi dall’interazione tra l’alterato sviluppo embrio-fetale della gonade e le influenze ambientali pre- e/o post-natali (41). Dall’altro lato, l’origine fetale della neoplasia testicolare è supportata dall’associazione con fattori di rischio clinici e biologici (basso peso alla nascita, malformazioni urogenitali congenite) (39, 42, 43). Il criptorchidismo, non solo è un fattore di rischio accertato per neoplasia testicolare, ma i pazienti con tumori a cellule germinali e anamnesi positiva per criptorchidismo presentano una prognosi peggiore. Nei pazienti con pregresso criptorchidismo, infatti, il tasso di recidiva posttrattamento, chirurgico e/o radioterapico, è più elevato (50% vs 13.3% in caso di neoplasie non seminomatose in stadio I) (44). Il periodo libero da malattia sembra, inoltre, essere più breve (45). Durante il follow-up post-orchidopessi, accanto alla valutazione clinica, un importante ruolo adiuvante è giocato dall’ecografia scrotale. Oltre a fornire informazioni sull’ecostruttura e l’ecotessitura ipoecogena del testicolo precedentemente criptorchide e identificare eventuali masse solide, essa può rivelare la presenza di aree di microlitiasi. La prevalenza di microlitiasi nei testicoli criptorchidi riportata nei diversi studi risulta variabile (3-10%), senza differenze significative tra criptorchidismo congenito e acquisito (46, 47). La microlitiasi non deve comunque essere considerata un reperto infrequente e necessita di uno stretto monitoraggio in quanto il rischio di trasformazione neoplastica di queste aree è significativo (48-50), come confermato dai numerosi report in letteratura. Alcuni autori suggeriscono, pertanto, una sorveglianza ecografica annuale (46), mentre ancora nessun consenso vi è in letteratura sull’utilità degli esami bioptici in soggetti ad alto rischio come i pazienti con pregresso criptorchidismo (51, 52). CONCLUSIONI La diagnosi e la chirurgia precoce rimangono il più importante intervento capace di ridurre l’impatto negativo del criptorchidismo sulla fertilità e sull’incidenza di tumori a cellule germinali, mentre la biopsia testicolare sembrerebbe l’unica procedura diagnostica capace di identificare soggetti a rischio di futura infertilità e/o possibili candidati al trattamento con l’analogo del GnRH. Sfortunatamente i risultati degli studi circa la biopsia pubblicati in letteratura sono influenzati da bias di selezione che derivano dalla contemporanea presenza di testicoli criptorchidi non responsivi alla terapia ormonale che successivamente vengono sottoposti ad orchidopessi e di testicoli Foresta_2014.indd 23 19/02/2014 15:02:52 24 GLI SCENARI DELLA FERTILITÀ UMANA TRA AMBIENTE E SOCIETÀ criptorchidi che non sono stati sottoposti a terapia ormonale, ma direttamente trattati con terapia chirurgica. È, inoltre, impossibile compiere un’analisi quantitativa diretta della spermatogenesi in quei soggetti che hanno ottenuto la discesa testicolare per messo di un trattamento medico perché i risultati clinici-anatomici ottenuti in questi pazienti non sono semplicemente cosmetici come quelli ottenuti mediante la sola orchidopessi. Di conseguenza, i risultati a lungo termine del trattamento possono essere valutati solamente attraverso l’analisi del liquido seminale, associata alla valutazione dei parametri spermatici di secondo livello (compattazione della cromatina, frammentazione del DNA nemaspermico, marker di apoptosi precoce), ed il monitoraggio ecografico. Quest’ultimo risulta indispensabile per evidenziare eventuali lesioni da sottoporre ad esame bioptico in caso di sospetta patologia neoplastica. Particolare attenzione va posta alle aree di microlitiasi testicolare, le quali, nonostante i pareri discordanti in letteratura, sembrerebbero presentare un rischio di degenerazione neoplastica significativo. BIBLIOGRAFIA La Vignera S, et al. Cryptorchidism and its long-term complications. Eur Rev Med Pharmacol Sci 2009;13:351-6. 2. De Muinck Keizer-Schrama SM. Hormonal treatment of cryptorchidism. Horm Res 1988;30:178-86. 3. Toppari J, et al. Luteinizing hormone in testicular descent. 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