Storia e cultura dell’alimentazione Mesopotamia I popoli che vivevano nella mezzaluna fertile furono i primi ad allevare i bovini; utilizzavano il latte, ma non conoscevano il burro e il formaggio. Fra il popolo vi era un largo uso di verdure bollite e di legumi conditi con olio e sale, lasciando carne e pesce alle classi più abbienti. Diffuso il consumo di latte, pane, birra. Notevole in questo periodo è anche la produzione di vino. La birra Nacque probabilmente in contemporanea in diversi paesi. Egitto e Mesopotamia, principalmente. In Mesopotamia 7000 anni fa (5000 a.C.) furono ritrovati dei cocci di brocche sumeri. Questo incida i Sumeri come il primo “popolo birraio”. In Cina, da ritrovamenti risalenti al 3000 a.C., si sa che veniva prodotta una birra utilizzando frumento e riso. I Sumeri producevano una birra d’orzo che si chiamava sikaru (pane liquido) e una birra di farro, il kurunnu. Alcune birre venivano addolcite con miele e/o datteri. Ne esistevano di vari tipi: birre chiare, scure, rosse, forti e leggere ed infine aromatiche. Secondo gli storici, a Babilonia ne esistevano almeno una ventina di qualità diverse. Vigevano leggi ferree per la corretta fabbricazione delle bevande; era prevista anche la pena di morte per coloro che aprivano un locale senza le debite autorizzazioni. Le botteghe di mescita erano solitamente gestite da donne. La birra era utilizzata anche per pagare alcune categorie sociali: operai e impiegati: 2 litri al giorno, funzionari: 3 litri al giorno, governanti e sacerdoti: 5 litri al giorno. Per il suo effetto inebriante venne subito collegata alla sfera divina, qui di assunse un significato religioso e rituale. Vino in Mesopotamia In Asia Minore la viticoltura era era già in uso almeno 7000 anni fa. In epoca neolitica ci sono tracce di coltivazione della vite, di fermentazione del mosto anche in Francia e in Italia. In Mesopotamia già il codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.) ne fa cenno quale medicamento contro l’inappetenza, la stipsi... Il vino era presente sulle tavole dei ricchi e dei re. Dalle raffigurazioni pittoriche risulta che il vino venisse bevuto direttamente dalle otri utilizzando dei sottili rubicondi di canna. Il vino veniva anche venduto per strada da venditori ambulanti. Era anche una delle provviste di viaggio più comuni per i messaggeri e i viaggiatori. Egizi Attraverso i papiri, i bassorilievi e le rappresentazioni pittoriche che sono giunte fino a noi, possiamo avere un’idea relativamente precisa rispetto a usi, costumi e preferenze alimentari di questo popolo. Abbiamo informazioni riguardo ai cibi di uso comune, al modo di prepararli, alle tecniche culinarie di cottura delle carni, dei pesci; conosciamo anche le tecniche di preparazione di vari tipi di pane di grano e d’orzo, nonché di dolci fatti prodotti con varie farine (miglio, segale, avena oltre a grano e orzo) con l’aggiunta di miele, uva secca, datteri, carrube. Erano soliti utilizzare diversi tipi di vegetali, principalmente crudi: cipolle, porri, cetrioli, zucche, rafano, aglio, lattuga; la frutta era costituita da datteri, uva e fichi. Pochi legumi risultano presenti sulle tavole: solo fave e lenticchie. Da un punto di vista delle bevande, la birra era largamente utilizzata, un po’ meno il vino e in ultimo l’idromele. Conoscevano l’arte della distillazione: usavano servire da bere dei distillati (di grano) ai soldati prima di una battaglia. Birra in Egitto La birra era la bevanda preferita tanto da divenire la bevanda nazionale. Gli Egizi erano molto ghiotti di birra, eccedendo spesso nelle bevute. Sarebbero stati proprio gli Egizi a far conoscere, con i loro commerci, la birra ai popoli del Medio Oriente. Durante lo svezzamento dei lattanti di madri che avevano poco latte si dava da bere (alla madre) birra a bassa gradazione alcolica o diluita con idromele. Gli Egizi avevano trovato un modo per produrre la birra: avevano ideato e perfezionato nel tempo tecniche sempre più raffinate di preparazione. Nelle scuole, queste tecniche venivano insegnate ancor prima della scrittura e della lettura. Chiamavano la birra zithum ed era forte quanto il vino, cioè 12 gradi circa. La birra veniva, per legge, venduta dietro compenso in orzo e non in denaro. La birra veniva usata anche come farmaco e come veicolo per i farmaci. Il Papiro di Ebers (1500 a.C.) contiene 600 ricette di medicamenti di cui molte contenuti la birra. Vino in Egitto Gli egizi erano grandi consumatori di birra ma tenevano comunque il vino in grande considerazione, usato come bevanda da re e sacerdoti e come medicamento (principalmente come purgante e ricostituente). Il papiro di Ebers, risalente al 1500 a.C., riporta numerose ricette in cui il vino (e la birra) entrano nelle composizioni di medicinali. La lavorazione del vino, dalla vite al trasporto via fiume è rappresentata sugli affreschi tombali e molti geroglifici sono riconducibili alla vite o all’uva. Il vino veniva conservato in anfore a collo stretto sulle quali erano indicate diverse informazioni: data di produzione, nome del produttore, dati riferiti al tipo di vino come il colore o il grado di dolcezza... Grecia Nell’antica Grecia le abitudini alimentari risentivano delle influenze politiche oltre che filosofiche. La terra non era particolarmente fertile, l’agricoltura era di tipo collinare legata alla vite e all’olivo. Diffusissima è la pastorizia (principalmente pecore e capre) con conseguente produzione di latte. Scarsamente coltivati erano invece i cereali a causa del terreno poco pianeggiante. L’alimentazione tipica era piuttosto frugale: pane, focaccia, verdure cotte e crude. Altre fonti aggiungono anche legumi e pesce. Si sa comunque per certo che la carne si trovava solo sulle tavole dei ricchi. Le bevande erano: vino, latte di capra e di mucca, birra. Nella Grecia dell’età del Bronzo ( - secolo a.C.) il pane era solo azzimo, dato che il pane lievitato fu introdotto successivamente, cioè nel VI secolo a.C. Col passare del tempo e l’incremento dei commerci anche le tavole greche si arricchirono e i greci cominciarono a ostentare lusso e opulenza. Simultaneamente sorsero i primi tentativi di una scienza dietetica, connessa con la scienza medica, in cui si cercava di stabilire un corretto equilibrio tra pasto e digiuno; venivano indicati anche i corretti modi di preparazione e cottura degli alimenti. Vino in Grecia I modi di preparare e produrre il vino sono stati ovviamente i più disparati nelle varie civiltà. Erano soliti far cuocere il succo d’uva dopo la fermentazione per conservarlo meglio; rendevano il vino più denso aggiungendovi miele o zucchero di canna. Il vino veniva poi conservato in otri di pelle di capra o di maiale (che verranno nel tempo sostituiti da anfore in terracotta e da botti di legno); nelle quali il vino poteva conservarsi pressoché inalterato per decenni. Lo si vendeva anche nelle “farmacie” dell’epoca trattato con acqua di mare in quanto lo si riteneva efficace per il mal di testa del dopo sbronza. I vini medicati più efficaci erano considerati quelli addolciti con il miele puro e profumati con foglie di rosa, viola e cedro, con cannella o zafferano. Ippocrate ne consiglia l’uso moderato. È da rilevare che in Grecia il vino veniva bevuto non assoluto, ma diluito con acqua e che era solitamente prerogativa delle classi abbienti. Birra in Grecia I greci bevevano birra in forti quantità, specialmente durante le feste in onore di Demetra, e ne avevano fatto la bevanda ufficiale durante i giochi olimpici.