CRITICITA’ DELLE BRONCOPNEUMOPATIE CRONICO OSTRUTTIVE(BPCO) : L’OSSIGENOTERAPIA DOMICILIARE. IL PUNTO DI VISTA DEI PAZIENTI Intervento di Mariadelaide Franchi, presidente dell’Associazione italiana pazienti BPCO Onlus, al FORUM P.A. Roma, 12 maggio 2006 - La BPCO è una malattia dei bronchi e dei polmoni cronica con un decorso clinico in genere progressivo, irreversibile ed invalidante, che costituisce fonte di sofferenze e di disagi per il paziente e la sua famiglia. Nelle forme più avanzate può incidere pesantemente nello svolgimento delle normali attività quotidiane e presentare elevati costi socio-economici, soprattutto in presenza di frequenti riacutizzazioni, con conseguenti e ripetuti ricoveri ospedalieri o ricorsi alla medicina d’urgenza. Tra le conseguenze che maggiormente si verificano, quando la malattia evolve verso le forme più gravi, vi è l’insufficienza respiratoria, che può essere trattata con l’ossigenoterapia e con la ventilazione meccanica non invasiva (senza intubazione delle vie aeree) o invasiva (con intubazione) quando necessario. In Italia si contano attualmente più di 60 mila persone in ossigenoterapia e oltre 20 mila in ventilazione assistita. Con il termine di insufficienza respiratoria si intende la condizione caratterizzata da un’alterata pressione dei gas nel sangue arterioso che viene misura attraverso l’emogasanalisi. L’insufficienza respiratoria può comparire acutamente, di solito in caso di riacutizzazione della BPCO, per poi regredire, ma può anche diventare cronica, cioè irreversibile. In questo ultimo caso si ricorre alla somministrazione di ossigeno a lungo termine che, secondo le linee guida GOLD e ERS/ATS, aumenta la sopravvivenza. Le linee guida consigliano un utilizzo dell’ossigeno il più possibile vicino alle 24 ore al giorno. L’efficacia della terapia è tanto più marcata quanto più la terapia viene condotta in modo regolare e continuativo. 1 L’assistenza ventilatoria (non invasiva o invasiva), con o senza ossigenoterapia, è messa in atto quando il paziente non è in grado di respirare da solo. La ventilazione meccanica è necessaria finché il paziente non migliora e ricomincia a respirare spontaneamente, mantenendo valori accettabili di anidride carbonica e di ossigeno nel sangue, in rari casi può essere invece necessario proseguirla a lungo termine anche a domicilio. Nonostante le evidenze scientifiche, l’ossigenoterapia non è accettata facilmente dai pazienti per il disagio e le gravi limitazioni che comporta nella vita quotidiana. Uno studio recente effettuato da OTE Osservatorio terza Età-Ageing Society su un campione di 500 persone con BPCO nella Regione Lazio ha messo in evidenza una diffusa insoddisfazione dell’utenza e ne ha individuato 4 elementi fondamentali: difficoltà logistiche e burocratiche legate anche ad insufficienti informazioni sull’iter autorizzativi; eccessiva ripetitività nella prescrizione dell’autorizzazione da parte del medico di famiglia; insufficiente assistenza a domicilio da parte di personale medico, sia medico di famiglia sia della ASL, paramedico e socio-assistenziale; superficiale e, talvolta, irresponsabile comportamento da parte di alcuni tecnici afferenti a distributori che, nella maggiore parte dei casi, derivano dal canale distributivo che fa capo alle farmacie. Oltre a questi aspetti strettamente legati alla prescrizione e erogazione del servizio a domicilio, i pazienti in insufficienza respiratoria si rivolgono all’Associazione per denunciare: 1. scarsa informazione sulla necessità e le modalità di utilizzazione dell’ossigeno; 2. assenza di supporto ed assistenza in questa difficile fase della malattia; 3. mancato addestramento all’utilizzo delle apparecchiature erogatrici di ossigeno; 4. timori sui pericoli dovuti ad un uso non corretto; In molti casi uno degli obiettivi dell’ossigenoterapia è consentire una certa autonomia al paziente. Infatti non mancano le barriere da superare, prima fra tutte la necessità di ricaricare gli ‘stroller’, cioè i contenitori portatili dell’ossigeno, in strutture specifiche e sicure, visto che non mancano i casi in cui c’è bisogno di ossigeno liquido ma è disponibile per la ricarica solo quello di tipo gassoso. 2 Inoltre si dovrebbe armonizzare tra le aziende la scelta degli ‘attacchi’, per l’erogazione dell’ossigeno, visto che ce ne sono di diversi tipi. Situazioni queste di disagio, che si acuiscono nel periodo estivo, dove fondamentale diventa anche il climatizzatore, vero e proprio strumento di sopravvivenza, per quanti sono in terapia con l’ossigeno. E’ evidente poi una carenza del sistema nell’ambito della continuità assistenziale; è necessario infatti modernizzare il sistema, tenendo contro della centralità e della dignità del paziente, muovendosi su più direttrici: Definire dei percorsi clinico- assistenziali sulla base delle più recenti acquisizioni medico-scientifiche, a partire dall’assistenza domiciliare integrata respiratoria (ADIR); Stilare programmi di intervento multidisciplinari in un sistema a rete, che individui chiaramente il ruolo delle varie parti in causa (pubbliche e private); Definire una nuova figura professionale corrispondente al Coordinatore del malato respiratorio in ossigenoterapia domiciliare, in base ad piano di cure personalizzato; Studiare una migliore applicazione della telemedicina. E’ chiaro quindi che nell’ambito di questo processo l’Associazione italiana pazienti BPCO Onlus deve poter partecipare fin dall’inizio alla definizione di tali programmi. La nostra Associazione infatti ritiene che non intervenire urgentemente porta ad un costo sociale ed economico non più accettabile. Per informazioni: Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus www.pazientibpco.it Presidente: Mariadelaide Franchi - Via Cassia 605 - 00189 Roma Tel 0633253020 - e-mail: [email protected] Sede Legale: Unità O. C. di Pneumologia Azienda C. O. S. Filippo Neri – Roma Segreteria: Effetti Srl - Via Gallarate, 106 - 20151 Milano - Tel. 023343281 3