Conoscere le malattie cardio-respiratorie Dott.ssa Marta Ripoll Pons 09/04/15 INIZIAMO CON UN ACCENO D’ANATOMOFISIOLOGIA DEL CUORE Il cuore è un organo muscolare cavo, situato al centro del torace E’ costituito da quattro cavità, due superiori (gli atri) e due inferiori (i ventricoli) Il cuore è nutrito dalle arterie coronarie, che si dipartono dalla radice dell’arteria aorta e circondano il cuore come una corona Le coronarie sono piccole arterie che originano dall’aorta ed irrorano il tessuto cardiaco. Si distinguono in CORONARIA SINISTRA E DESTRA. FISIOLOGIA DEL CUORE Funziona come una pompa premente ed aspirante con lo scopo di inviare il sangue a tutti gli organi ed i tessuti del corpo Nella “sistole”, fase del ciclo cardiaco in cui il cuore si contrae, invia il sangue ai tessuti Nella “diastole”, fase del ciclo cardiaco in cui il cuore si rilascia, richiama il sangue dai tessuti PICCOLA E GRANDE CIRCOLAZIONE La piccola circolazione (o circolazione polmonare) inizia dunque nel ventricolo destro (art polmonari) e finisce nell’atrio sinistro (vene polmonari); essa ha la funzione di ossigenare il sangue. La grande circolazione (o circolazione sistemica) inizia invece nel ventricolo sinistro (art aorta) e termina nell’atrio destro (vena cava); essa è finalizzata alla ossigenazione degli organi e dei tessuti. • Il sangue circola nel nostro organismo attraverso i vasi sanguigni • Essi vengono distinti in arterie, vene e capillari (arteriosi e venosi) • Le arterie hanno una parete molto resistente; esse portano sangue ossigenato dal cuore in periferia •Le vene portano sangue già utilizzato dai tessuti al cuore •Nei capillari avviene lo scambio di ossigeno ed anidride carbonica tra sangue e tessuti IL DOLORE CARDIACO……. DOLORE TORACICO: SEDE: tipicamente riferito alla regione retro-sternale mediosuperiore, ma può interessare tutta l’area toracica, irradiarsi al collo, mandibola, arto superiore di sinistra e alle spalle. QUALITA’: oppressivo, costrittivo, urente o soffocante variabile da lieve a severo non modificabile con atti respiratori e variazione della posizione. DURATA: da pochi secondi a 15 minuti; dolori di tipo anginoso superiori ai 20 minuti ci possono orientare per un IMA. • • • • • Si associa a: Sudorazione Nausea Vomito Dispnea Aumento FC Localizzazione piu’ frequente Il dolore di queste tipo puo’ essere sintomo di situazioni particolarmente gravi e drammatiche ( infarto, dissezione aortica, tromboembolismo polmonare, pneumotorace…..) Tuttavia , puo’ anche derivare di altre cause non imputabili al cuore o altri organi interni. Ma….. PRUDENZA!!!! Considerare sempre seriamente la persona con dolore al torace, e quindi sospettare un dolore di origine cardiaca CARDIOPATIA ISCHEMICA Squilibrio tra la richiesta metabolica e l’apporto di ossigeno al miocardio (riduzione del flusso coronarico e/o aumento del consumo di ossigeno) Questo squilibrio causa un alterazione dell’attività elettrica e della capacità contrattile delle zone colpite. La causa principale di ischemia è rappresentata dalla malattia aterosclerotica delle arterie coronariche FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI, in quanto possono essere corretti, con modificazioni dello stile di vita e se necessario con trattamento farmacologico: Dislipidemia Iperglicemia Fumo Ipertensione arteriosa Eccesso ponderale (Obesità) Sedentarietà NON MODIFICABILI, in quanto non correggibili: Familiarità Sesso: il sesso maschile ha una maggiore incidenza di cardiopatia ischemica, ma solo rispetto alle donne non in menopausa, in quanto gli estrogeni esercitano un’azione protettiva nei confronti di questa patologia. Le donne in postmenopausa hanno lo stesso rischio degli uomini. Età Manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica Angina : squilibrio transitorio tra domanda e apporto metabolico al miocardio. L’ischemia è reversibile e non provoca danno anatomico permanente. Infarto miocardico: ischemia miocardica permanente, che porta a danno cellulare irreversibile o necrosi miocardica Infarto miocardico transmurale o IMA Q. Interruzione del flusso Totale, in assenza di circolo collaterale la necrosi del territorio interessato coinvolgerà il miocardio in tutto il suo spessore. STEMI ( INFARTO MIOCARDICO ACUTO CON SOPRASLIVELLAMENTO ST) IMA non Q Il trombo invece determina un’occlusione transitoria, inferiore alle 3 ore, o una stenosi subocclusiva, in presenza di un importante circolo collaterale. La necrosi non interessa tutto lo spessore del miocardio, ma resta confinata agli strati subendocardici. NSTEMI ( SENZA SOPRASLIVELLAMENTO ST) INFARTO ANTERIORE INFARTO INFERIORE COSA FARE??? Anamnesi (dolore toracico classico descritto come “pressione, compressione, pesantezza retrosternale, irradiato alla spalla sinistra e/o alla mandibola”) Monitorare i segni vitali CHIAMARE IL 118 mettere il soggetto in condizioni di riposo semi-seduto liberarlo da indumenti stretti Tranquillizzarlo e chiedergli se : a)ha già avuto in passato episodi simili b)assume farmaci per il cuore (se li ha con sè, aiutarlo ad assumerli Ossigenoterapia Mantenere la temperatura corporea Supportare psicologicamente la persona Siate sempre preparati all’ esecuzione della rianimazione cardio-polmonare, se sopravviene un arresto IL NOSTRO OBIETTIVO…. Aumentare il n ° di pazienti con IMA che arrivano vivi in ospedale Arrivare il più precocemente possibile a una terapia riperfusiva, TENENDO CONTO CHE SIA LA MORTALITÀ CHE LA QUANTITÀ DI MIOCARDIO SALVATO SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI AI TEMPI DI INTERVENTO. Definire i percorsi dei pazienti in modo che i malati a più alto rischio vengono deviati a strutture dotate di presidi terapeutici adatti . DIAGNOSI STRUMENTALI • ELETTROCARDIOGRAMMA (ecg): consente la diagnosi di infarto e la sua posizione ed estensione. • Ecocardiogramma: permette di definire con buona precisione la sede dell’infarto ma non la sua reale estensione (registra la capacità di contrazione del tessuto cardiaco) • Test ergometrico • Studio emodinamico ESAMI DI LABORATORIO • Enzime cardiache ( CPK, GOT, LDH, Mioglobina, Troponina, CK-Mb) OBIETTIVI TERAPEUTICI: Riduzione del dolore (morfina) Limitazione dell’area di necrosi (trombolisi ed eparina) Protezione del miocardio ischemico (nitrati, betabloccanti, calcioantagonisti, ace-inibitori) Prevenzione di altri fenomeni trombotici (antiaggreganti) L’angioplastica primaria : PRIMA opzione terapeutica se può essere effettuata entro 90 minuti dal primo contatto medico. Se non è possibile angioplastica primaria : Trombolisi ( se non cointroindicazioni) entro 2-3 ore dall’insorgenza dei sintomi. La trombolisi consiste nella somministrazione per via endovenosa di farmaci che determinano lo “scioglimento” del trombo che ha determinato l’occlusione del vaso coronario L’Angioplastica Primaria consiste nella riapertura diretta del vaso, non preceduta da altri trattamenti, ottenuta mediante angioplastica coronaria. ARITMIE Le aritmie cardiache possono essere complicanze dell’IMA; possono precedere la FV oppure seguire una defibrillazione efficace. Il trattamento pre-ospedaliero di tutte le aritmie si basa sui parametri clinici del pz.. I segni di instabilità sono: •PALLORE •SUDORAZIONE •ESTREMITÀ FREDDE E SUDATE •COMPROMISSIONE DELLO STATO DI COSCIENZA •IPOTENSIONE •VERTIGINI •ASTENIA EDEMA ACUTO POLMONARE Deficit respiratorio da inadeguato scambio gassoso alveolo-capillare per accumulo di liquido negli alveoli CLINICA • Dispnea acuta con ortopnea • Ansia, agitazione, fame d’aria • Tosse inizialmente insistente con escreato schiumoso, rosato • Sudorazione profusa • Tachipnea • Turgore giugulari • Cianosi • Rantoli inspiratori • marezzatura COSA FARE??? 1.Far sedere il paziente per diminuire il ritorno venoso 2.Posizionare maschera facciale con sistema Venturi per erogare alte frazioni di O2 3.Monitorizzare ECG IN OSPEDALE: • Accesso venoso • Cateter vescicale Foley • Farmaci: Diuretici, nitroderivati, morfina, …. • CPAP ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’APPARATO RESPIRATORIO E’ un complesso sistema deputato allo scambio dei gas: l’O2 viene assimilato, mentre la CO2 viene eliminata. Il sistema respiratorio ha la funzione di garantire gli scambi gassosi con l’aria esterna Esso è costituito da un complesso sistema anatomico, rappresentato da naso, bocca, laringe, trachea, bronchi, polmoni I polmoni sono contenuti all’interno della gabbia toracica, avvolti e protetti da un foglietto chiamato pleura La trachea si divide in due bronchi (il bronco destro ed il bronco sinistro) che portano l’aria nei due polmoni I due bronchi principali si dividono in bronchi di dimensioni via via inferiori, sino ad ottenere sacche terminali: gli alveoli polmonari Fisiologia dell'apparato respiratorio -- Durante la respirazione tranquilla l'adulto respira 6-7 lt di aria al minuto -- La frequenza respiratoria è di 14-16 atti/min -- La quantità di aria respirata in ogni atto è di circa 500 ml -- L'aria ambiente è costituita all'80% da azoto e al 20% da ossigeno FUNZIONI: Trasporto dell’aria Scambi gassosi La funzione respiratoria si realizza in due fasi: l’inspirazione, mediante la quale l’aria contenente O2 dall’ambiente esterno e attraverso le vie aeree giunge ai polmoni; l’espirazione, con cui l’aria, carica di CO2, dai polmoni ripercorre in senso inverso le vie aeree e viene immessa nell’ambiente esterno. Questi due movimenti sono regolati da centri nervosi posti nella porzione di cervello situata alla base del cranio detta “bulbo” e sono garantiti dal funzionamento dei muscoli intercostali, del collo e del muscolo diaframma • La lesione dei centri bulbari causa un blocco dei muscoli respiratori • La paralisi dei muscoli intercostali e del diaframma blocca i movimenti della gabbia toracica, impedendo gli scambi gassosi alla base della respirazione SEGNI E SINTOMI DI DIFFICOLTà RESPIRATORIA: Sensazione di fame d’aria (dispnea) La persona vuole stare seduta (ortopnea) Frequenza respiratoria alterata Boccheggiamento o atti respiratori inefficaci (gasping) Alterazione del colorito della cute ( cianosi) Stato di coscienza alterato, agitazione CAUSE DI DIFFICOLTA RESPIRATORIA 1. Ostacolo al passaggio dell’aria inspirata: - Inalazione corpi estranei - Caduta indietro della lingua - Compressione esterna delle vie aeree 2. Alterazione dell’aria inspirata: - Fumo - gas tossici - scarsa presenza di ossigeno 3. Alterazioni dello scambio di ossigeno a livello polmonare: - Edema polmonare - Infezioni polmonari 4. Alterazioni dell’attività respiratoria: - Traumi toracici e ferite “Insufficienza Respiratoria” (IR) si intende : Per PaO2 inferiore a 55-60 mmHg durante respirazione in aria ambiente (oppure ad un rapporto P/F < 300), accompagnata o meno da una PaCO2 superiore a 45 mmHg. COSA FARE?? Garantire la pervietà delle vie aree Posizionate e trasferite la persona in posizione semiseduta Slacciare gli indumenti stretti Somministrate ossigeno Rivalutate costantemente le funzioni vitali Siete sempre pronti ad un aggravamento della situazione verso l’arresto respiratorio BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA ( BPCO) Malattia prevedibile e trattabile caratterizzata da una limitazione al flusso aereo non completamente reversibile. La limitazione al flusso aereo è di solito progressiva ed è associata ad una alterazioni della risposta infiammatoria dei polmoni all’inalazione di parcelle o gas nocivi ( fumo ) 1. Bronchite cronica 2. Enfisema Nel mondo nel 2000 l’OMS ha stimato che ci siano state 2.8 milioni di morti per BPCO Nel 2020 la BPCO diventerà la 3° causa di morte In Italia: rappresentano la 3° causa di morte. Le BPCO rappresentano il 50-55% delle morti per malattie dell’apparato respiratorio BRONCHITE CRONICA: E’ il continuo rigonfiamento e irritabilità delle vie aeree di conduzione (bronchi o bronchioli) e causa la produzione di muco in eccesso (flegma). Diagnosi: Presenza di tosse produttiva cronica o ricorrente per la maggior parte dell’anno, per almeno 3 mesi all’anno e per almeno 2 anni consecutivi , non attribuibile ad altri fattori eziologici. • Bronchite cronica semplice: Tosse ed espettorazione mucosa senza (persistente) ostruzione al flusso nelle vie aeree. • BC Ostruttiva: Tosse ed espettorazione mucosa con persistente ostruzione al flusso nelle vie aeree. • BCO purulenta: Tosse ed espettorazione mucopurulenta o purulenta ENFISEMA: Dilatazione permanente degli spazi aerei distali ai bronchioli terminali, con distruzioni dei setti alveolari, in assenza di una chiara fibrosi. Gli alveoli sono come palloncini d’area (ci vuole uno sforzo per riempire un alveolo in condizioni normali, ma non c’è bisogno di energia per svuotare) In caso di enfisema, le pareti di alcuni degli alveoli sono danneggiate, quando cio’ accade l’alveolo non si svuota da solo e rimane sempre una quantità d’area dentro: IPERINFLAZIONE o INTRAPPOLAMENTO D’ARIA L’ “ostruzione” nell’enfisema è dovuta al fatto che i canali respiratori tendono a collassare durante l’esalazione, impedendo all’individuo di eliminare la normale quantità di aria dai polmoni. Nel’ enfisema : L’aria rimane intrappolata nei polmoni, per la distruzione del tessuto elastico. - La causa più comune è il fumo, in associazione all’inquinamento ambientale. CLINICA ENFISEMA SINTOMI: Dispnea da sforzo REPERTI OBIETTIVI: • Aspetto astenico • Tachipnea • Torace a botte • Base polmonari ipomobili • Riduzione rumor respiratorio • Respirazione a labbra sottochiuse BRONCHITE CRONICA SINTOMI: • Tosse produttiva • Espettorato abbondante • Dispnea anche a sforzo REPERTI OBIETTIVI: • Aspetto pletorico • Edemi arti inferiori • Cianosi • scompenso cuore destro • Rumori aggiunti all’ascoltazione INDICAZIONI OLT: - pO2< 55 mmHg o SAtO2aa< 88% - pO2 tra 56 o 59 mmHg o SAtO2aa. 89%: - scompenso destro - problematica cardiaca Si Ipossemia durante il sono CPAP notturna ASMA Malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che determina un aumento della risposta bronchiale, con dispnea ricorrente (sibili espiratori) e tosse (maggiormente di notte e nelle prime ore del mattino). Questi episodi sono associati a bronco ostruzione generalizzata ma variabile, spesso reversibile spontaneamente o dopo terapia. • Infiammazione cronica • Bronco ostruzione reversibile ( contrazione muscolare, edema ed ipersecrezione mucosa) • Iper reattività bronchiale ( eccessiva contrazione) CLINICA 1. Episodi ricorrenti di respiro sibilante 2. Tosse notturna 3. Tosse o respiro sibilante dopo sforzo 4. Tosse, respiro sibilante o senso di costrizione toracica dopo esposizione ad allergenici o inquinanti 5. Raffreddore Nell’esame obiettivo: Murmure vescicolare ridotta fino all’assenza, sibili, gemiti e fischi….. OSSIGENOTERAPIA “L’ossigeno dovrebbe essere considerato un farmaco, proprio come gli altri agenti orali o intravenosi. L’unica differenza è che viene somministrato con un mezzo diverso.” RICORDATE!!! è dotato di effetti terapeutici e di potenzialità tossiche; il fatto che non sia un composto chimico, ma un gas naturale indispensabile alla nostra sopravvivenza, non deve farci dimenticare che una ossigenoterapia incongrua potrebbe produrre danni anche seri e a volte costituire un rischio per la vita stessa del paziente. La somministrazione di ossigeno in aggiunta all’aria inspirata persegue sostanzialmente tre OBIETTIVI ben precisi: 1. l’aumento della pressione parziale di ossigeno negli alveoli polmonari 2. la diminuzione del lavoro respiratorio necessario per mantenere una determinata pressione di ossigeno negli alveoli, 3. la diminuzione del lavoro cardiaco necessario per assicurare una certa pressione arteriosa di ossigeno SATUROMETRIA Apparecchio che permette di misurare la quantità di emoglobina legata nel sangue in maniera non invasiva. Non permette di stabilire con quale gas è legata l'emoglobina, ma solo la percentuale di emoglobina legata. Normalmente l'emoglobina lega l'ossigeno, per cui possiamo ottenere una stima della quantità di ossigeno presente nel sangue. Una misurazione fisiologica della saturazione si attesta tra: • sopra il 96%: valori normali di O2; • tra il 95 e il 93%: lieve ipossia; • tra il 92 e il 90% : sono indicativi di ossigenazione insufficiente ed è consigliabile sottoporsi ad emogasanalisi (EGA); • < 90% non sono fisiologici ed indicano una severa deficienza di ossigeno (grave ipossia). l valore di 100% misurato "in aria ambiente“: -può essere sintomo di iperventilazione, che può essere dovuta, per esempio, ad attacchi di panico. - A volte anche valori intorno al 90% possono risultare normali: è il caso di persone affette da broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO). LIMITAZIONI: -Smalto -Vasocostrizione - ipotensione - temperatura corporea < 35° - movimenti della persona INDICAZIONI ALL’OSSIGENOTERAPIA Obiettivo specifico della somministrazione di ossigeno sono la prevenzione e/o il trattamento dell’ipossia tessulare (poco ossigeno disponibile per i tessuti periferici), attraverso la correzione delle condizioni di ipossiemia (ridotto contenuto di O2 nel sangue arterioso) INDICAZIONI: angina ed infarto, SCC ed edema polmonare, aritmie, ostruzione parziale vie aeree, intossicazione CO2, patologia broncopolmonare, turbe della coscienza, crisi convulsive, depressione respiratoria da farmaci, pneumotorace,……. DISPOSITIVI PER LA SOMMINISTRAZIONE CANNULA NASALE (BASSO FLUSSO) VANTAGGI SVANTAGI PREUCAZIONI E CONTRAINDICAZ IONI • confortevole e ben tollerata •poco costosa •efficace per basse concentrazioni di O2 • Non c’è rirespiro di CO2 •Può fornire una minima pressione positiva continua nelle vie aeree • Quantità di O2 non ben misurabile • Non consente flussi elevati • Disidrata le mucose • Alti flussi non umidificati producono epistassi, laringite, otalgia, dolore retrosternale, broncospasmo • Nel paziente agitato fissare la cannula con cerotto •No nelle ostruzioni nasali e nelle deviazioni del setto •No nella tracheostomia • Monouso-non risterilizzabile MASCHERA SEMPLICE (BASSO FLUSSO) VANTAGGI SVANTAGI PREUCAZIONI E CONTRAINDICA ZIONI •poco costosa • La misura pediatrica può essere usata anche su tracheostomia • Non permette il controllo della concentrazione di O2 erogato (>35%, <60%) • Sensazione di soffocamento • Rischio di inalazione di materiale gastrico • Rischio di rirespiro di CO2 per bassi flussi • Iniziare sempre con 6 lt/min per evitare accumulo di CO2 all’interno della maschera • No nella BPCO MASCHERE CON RESERVOIR (BASSO FLUSSO) 1) a riventilazione parziale: ricicla parzialmente l’aria espirata e quindi anche la CO2 2) con valvola unidirezionale: consente la fuoriuscita totale dell’aria espirata VANTAGGI SVANTAGI PREUCAZIONI E CONTRAINDICA ZIONI •Consente elevate concentrazioni di O2 • costosa • poco tollerata • Deve aderire perfettamente al viso del paziente • Per alti flussi dilatazione gastrica e irritazione cutanea •No nella BPCO • Consigliabili flussi >8lt/min per evitare accumulo di CO2 MASCHERA DI VENTURI (ALTO FLUSSO) Concepita per essere utilizzata quando è necessario conoscere perfettamente le concentrazioni di O2 da somministrare VANTAGGI SVANTAGI PREUCAZIONI E CONTRAINDICA ZIONI •Permette di somministrare concentrazioni di O2 predefinite • Non produce essiccamento delle mucose • Ottima per impiego di lunga durata • Produce calore e sen • Non permette concentrazioni superiori al 60% • costosa •Sconsigliato l’uso di aerosol (possibile blocco dell’ugello) DISPOSITIVO FLUSSO O2 BASSO FLUSSO 1lt/min. Cannula nasale 2lt/min 3lt/min 4lt/min CONCENTRAZIO NE IMPIEGO 21-24% 24-28% 28-34% 31-38% BPCO riacutizzata (2428%). - Patologie non critiche. Insufficienza respiratoria mista in pazienti che non tollerano la maschera facciale Maschera semplice 5-6lt/min. 40% 6-7 lt/min 50% 7-8lt/min 60% Traumi senza segni di shock - patologie internistiche Maschera con reservoir 610lt/min. 1015lt/min 60-80% 80-90% Traumi - Intossicazione da CO - shock - EPA emorragie severe ALTO FLUSSO Maschera Venturi 2/min 4lt/min 6lt/min 8lt/min 10lt/min 12lt/min 15lt/min 24% 28% 31% 35% 40% 50% 60% BPCO - altre mal. respiratorie BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO) In questa malattia i centri respiratori hanno perso la sensibilità alla CO2 e sono sensibili esclusivamente all’ipossia, per cui in questi pazienti la somministrazione di elevati flussi di O2 può esitare in depressione respiratoria e apnea; l’ossigenoterapia va quindi iniziata prudentemente, con bassi flussi (1-2lt/min) utilizzando cannule nasali o una maschera di Venturi (concentrazione iniziale 24%). La respirazione dei pazienti va sorvegliata di continuo e vanno mantenuti livelli di saturazione ematica non superiori al 90%. EDEMA POLMONARE ACUTO Sebbene la terapia respiratoria più indicata per questa affezione sia in molti casi la ventilazione assistita (CPAP, IPPV), spesso per indisponibilità delle attrezzature necessarie o per intolleranza del paziente alla inspirazione forzata è necessario ricorrere alla ossigenoterapia in maschera: Maschere con reservoir, con flussi adeguati (>8lt/min) è in grado di garantire le massime concentrazioni inspiratorie di O2 (8090%) INTOSSICAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO L’affinità di questo gas per l’emoglobina è molto superiore a quella dell’ossigeno. Di conseguenza in caso di intossicazione da CO l’O2 dovrà essere somministrato ad alta concentrazione (100% alla fonte con maschera semplice o, meglio, maschera con reservoir di tipo unidirezionale e flussi superiori agli 8lt/min) poiché sono queste le condizioni alle quali l’ossigeno somministrato è in grado di spostare l’ossido di carbonio dal suo legame con l’emoglobina, riducendo del 75% l’emivita della carbossiemoglobina. GRAZIE