Slides 9 aprile

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Conoscere le malattie
cardio-respiratorie
Dott.ssa Marta Ripoll Pons
09/04/15
INIZIAMO CON UN ACCENO D’ANATOMOFISIOLOGIA DEL CUORE
 Il cuore è un organo
muscolare cavo, situato al
centro del torace
E’ costituito da quattro
cavità, due superiori (gli atri)
e due inferiori (i ventricoli)
Il cuore è nutrito dalle
arterie coronarie, che si
dipartono dalla radice
dell’arteria aorta e
circondano il cuore come una
corona
Le coronarie sono piccole arterie che originano dall’aorta ed
irrorano il tessuto cardiaco. Si distinguono in CORONARIA
SINISTRA E DESTRA.
FISIOLOGIA DEL CUORE
 Funziona come una pompa premente ed
aspirante con lo scopo di inviare il sangue a tutti
gli organi ed i tessuti del corpo
 Nella “sistole”, fase del ciclo cardiaco in cui il
cuore si contrae, invia il sangue ai tessuti
 Nella “diastole”, fase del ciclo cardiaco in cui il
cuore si rilascia, richiama il sangue dai tessuti
PICCOLA E GRANDE CIRCOLAZIONE
La piccola circolazione (o circolazione polmonare) inizia
dunque nel ventricolo destro (art polmonari) e finisce nell’atrio
sinistro (vene polmonari); essa ha la funzione di ossigenare il
sangue.
La grande circolazione (o
circolazione sistemica)
inizia invece nel ventricolo
sinistro (art aorta) e
termina nell’atrio destro
(vena cava); essa è
finalizzata alla
ossigenazione degli organi
e dei tessuti.
• Il sangue circola nel nostro organismo attraverso i vasi
sanguigni
• Essi vengono distinti in arterie, vene e capillari (arteriosi e
venosi)
• Le arterie hanno una parete molto resistente; esse portano
sangue ossigenato dal cuore in periferia
•Le vene portano sangue già utilizzato dai tessuti al cuore
•Nei capillari avviene lo scambio di ossigeno ed anidride
carbonica tra sangue e tessuti
IL DOLORE
CARDIACO…….
DOLORE TORACICO:
SEDE: tipicamente riferito alla regione retro-sternale
mediosuperiore, ma può interessare tutta l’area toracica,
irradiarsi al collo, mandibola, arto superiore di sinistra e
alle spalle.
QUALITA’: oppressivo, costrittivo, urente o soffocante
variabile da lieve a severo non modificabile con atti
respiratori
e variazione della posizione.
DURATA: da pochi secondi a 15 minuti; dolori di tipo
anginoso
superiori ai 20 minuti ci possono orientare per un IMA.
•
•
•
•
•
Si associa a:
Sudorazione
Nausea
Vomito
Dispnea
Aumento FC
Localizzazione piu’
frequente
Il dolore di queste tipo puo’ essere sintomo di
situazioni particolarmente gravi e drammatiche
( infarto, dissezione aortica, tromboembolismo
polmonare, pneumotorace…..)
Tuttavia , puo’ anche derivare di altre cause
non imputabili al cuore o altri organi interni.
Ma….. PRUDENZA!!!!
Considerare sempre seriamente la persona
con dolore al torace, e quindi sospettare un
dolore di origine cardiaca
CARDIOPATIA ISCHEMICA
Squilibrio tra la richiesta metabolica e
l’apporto di ossigeno al miocardio
(riduzione del flusso coronarico e/o
aumento del consumo di ossigeno)
Questo squilibrio causa un alterazione
dell’attività elettrica e della capacità
contrattile delle zone colpite.
La causa principale di ischemia è
rappresentata dalla malattia
aterosclerotica delle arterie
coronariche
FATTORI DI RISCHIO
MODIFICABILI, in quanto possono essere corretti, con
modificazioni dello stile di vita e se necessario con trattamento
farmacologico:
 Dislipidemia
 Iperglicemia
 Fumo
 Ipertensione arteriosa
 Eccesso ponderale (Obesità)
 Sedentarietà
NON MODIFICABILI, in quanto non correggibili:
 Familiarità
 Sesso: il sesso maschile ha una maggiore incidenza di
cardiopatia ischemica, ma solo rispetto alle donne non in
menopausa, in quanto gli estrogeni esercitano un’azione
protettiva nei confronti di questa patologia. Le donne in postmenopausa hanno lo stesso rischio degli uomini.
 Età
Manifestazioni cliniche della
cardiopatia ischemica
Angina : squilibrio transitorio tra domanda e
apporto metabolico al miocardio.
L’ischemia è reversibile e non provoca danno
anatomico permanente.
Infarto miocardico: ischemia miocardica
permanente, che porta a danno cellulare
irreversibile o necrosi miocardica
Infarto miocardico transmurale o IMA Q.
Interruzione del flusso Totale, in assenza di circolo
collaterale la necrosi del territorio interessato coinvolgerà
il miocardio in tutto il suo spessore.
STEMI ( INFARTO MIOCARDICO ACUTO CON
SOPRASLIVELLAMENTO ST)
IMA non Q
Il trombo invece determina un’occlusione transitoria, inferiore
alle 3 ore, o una stenosi subocclusiva, in presenza di un
importante circolo collaterale.
La necrosi non interessa tutto lo spessore del miocardio, ma
resta confinata agli strati subendocardici.
NSTEMI ( SENZA SOPRASLIVELLAMENTO ST)
INFARTO ANTERIORE
INFARTO INFERIORE
COSA FARE???
 Anamnesi (dolore toracico classico descritto come “pressione,
compressione, pesantezza retrosternale, irradiato alla spalla
sinistra e/o alla mandibola”)
Monitorare i segni vitali
CHIAMARE IL
118
mettere il soggetto in condizioni di riposo semi-seduto
liberarlo da indumenti stretti
Tranquillizzarlo e chiedergli se :
a)ha già avuto in passato episodi simili
b)assume farmaci per il cuore (se li ha con sè, aiutarlo ad
assumerli
 Ossigenoterapia
 Mantenere la temperatura corporea
 Supportare psicologicamente la persona
Siate sempre preparati all’
esecuzione della rianimazione
cardio-polmonare,
se sopravviene un arresto
IL NOSTRO OBIETTIVO….
 Aumentare il n ° di pazienti con IMA che arrivano vivi
in ospedale
 Arrivare il più precocemente possibile a una terapia
riperfusiva, TENENDO CONTO CHE SIA LA MORTALITÀ
CHE LA QUANTITÀ DI MIOCARDIO SALVATO SONO
DIRETTAMENTE PROPORZIONALI AI TEMPI DI
INTERVENTO.
 Definire i percorsi dei pazienti in modo che i malati a
più alto rischio vengono deviati a strutture dotate di
presidi terapeutici adatti .
DIAGNOSI
STRUMENTALI
•
ELETTROCARDIOGRAMMA (ecg): consente la
diagnosi di infarto e la sua posizione ed estensione.
• Ecocardiogramma: permette di definire con buona
precisione la sede
dell’infarto ma non la sua reale estensione (registra la capacità
di
contrazione del tessuto cardiaco)
• Test ergometrico
• Studio emodinamico
ESAMI DI LABORATORIO
•
Enzime cardiache ( CPK, GOT, LDH, Mioglobina, Troponina,
CK-Mb)
OBIETTIVI TERAPEUTICI:
 Riduzione del dolore (morfina)
 Limitazione dell’area di necrosi
(trombolisi ed eparina)
 Protezione del miocardio ischemico
(nitrati, betabloccanti,
calcioantagonisti, ace-inibitori)
 Prevenzione di altri fenomeni
trombotici (antiaggreganti)
 L’angioplastica primaria : PRIMA
opzione terapeutica se può essere
effettuata entro 90 minuti dal primo
contatto medico.
 Se non è possibile angioplastica
primaria : Trombolisi ( se non
cointroindicazioni) entro 2-3 ore
dall’insorgenza dei sintomi.
La trombolisi consiste nella somministrazione per
via endovenosa di farmaci che determinano lo
“scioglimento” del trombo che ha determinato
l’occlusione del vaso coronario
L’Angioplastica Primaria
consiste nella riapertura diretta
del vaso, non preceduta da altri
trattamenti, ottenuta mediante
angioplastica coronaria.
ARITMIE
Le aritmie cardiache possono essere complicanze dell’IMA;
possono precedere la FV oppure seguire una defibrillazione
efficace.
Il trattamento pre-ospedaliero di tutte le aritmie si basa sui
parametri clinici del pz.. I segni di instabilità sono:
•PALLORE
•SUDORAZIONE
•ESTREMITÀ FREDDE E SUDATE
•COMPROMISSIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
•IPOTENSIONE
•VERTIGINI
•ASTENIA
EDEMA ACUTO POLMONARE
Deficit respiratorio da inadeguato
scambio gassoso alveolo-capillare
per accumulo di liquido negli alveoli
CLINICA
• Dispnea acuta con ortopnea
• Ansia, agitazione, fame d’aria
• Tosse inizialmente insistente con
escreato schiumoso, rosato
• Sudorazione profusa
• Tachipnea
• Turgore giugulari
• Cianosi
• Rantoli inspiratori
• marezzatura
COSA FARE???
1.Far sedere il paziente per diminuire il
ritorno venoso
2.Posizionare maschera facciale con
sistema Venturi per erogare alte
frazioni di O2
3.Monitorizzare ECG
IN OSPEDALE:
• Accesso venoso
• Cateter vescicale Foley
• Farmaci: Diuretici, nitroderivati, morfina, ….
• CPAP
ANATOMIA E FISIOLOGIA
DELL’APPARATO
RESPIRATORIO
E’ un complesso sistema deputato allo
scambio dei gas: l’O2 viene assimilato,
mentre la CO2 viene eliminata.
 Il sistema respiratorio ha la funzione di garantire gli
scambi gassosi con l’aria esterna
 Esso è costituito da un complesso sistema anatomico,
rappresentato da naso, bocca, laringe, trachea, bronchi,
polmoni
 I polmoni sono contenuti all’interno della
gabbia toracica, avvolti e protetti da un foglietto
chiamato pleura
La trachea si divide in due bronchi (il bronco destro ed il
bronco sinistro) che portano l’aria nei due polmoni
I due bronchi principali si
dividono in bronchi di dimensioni
via via inferiori, sino ad ottenere
sacche terminali: gli alveoli
polmonari
Fisiologia dell'apparato respiratorio
-- Durante la respirazione tranquilla
l'adulto respira 6-7 lt di aria al minuto
-- La frequenza respiratoria è di 14-16
atti/min
-- La quantità di aria respirata in ogni
atto è di circa 500 ml
-- L'aria ambiente è costituita all'80% da
azoto e al 20% da ossigeno
FUNZIONI:
 Trasporto dell’aria
 Scambi gassosi
La funzione respiratoria si realizza in due fasi:
 l’inspirazione, mediante la quale l’aria contenente O2 dall’ambiente
esterno e attraverso le vie aeree giunge ai polmoni;
 l’espirazione, con cui l’aria, carica di CO2, dai polmoni ripercorre in
senso inverso le vie aeree e viene immessa nell’ambiente esterno.
Questi due movimenti sono regolati da centri
nervosi posti nella porzione di cervello situata alla
base del cranio detta “bulbo” e sono garantiti dal
funzionamento dei muscoli intercostali, del collo e
del muscolo diaframma
• La lesione dei centri bulbari causa un blocco dei
muscoli respiratori
• La paralisi dei muscoli intercostali e del diaframma
blocca i movimenti della gabbia toracica,
impedendo gli scambi gassosi alla base della
respirazione
SEGNI E SINTOMI DI DIFFICOLTà
RESPIRATORIA:
 Sensazione di fame d’aria (dispnea)
 La persona vuole stare seduta (ortopnea)
 Frequenza respiratoria alterata
 Boccheggiamento o atti respiratori inefficaci
(gasping)
 Alterazione del colorito della cute ( cianosi)
 Stato di coscienza alterato, agitazione
CAUSE DI DIFFICOLTA RESPIRATORIA
1. Ostacolo al passaggio dell’aria inspirata:
- Inalazione corpi estranei
- Caduta indietro della lingua
- Compressione esterna delle vie aeree
2. Alterazione dell’aria inspirata:
- Fumo
- gas tossici
- scarsa presenza di ossigeno
3. Alterazioni dello scambio di ossigeno a livello
polmonare:
- Edema polmonare
- Infezioni polmonari
4. Alterazioni dell’attività respiratoria:
- Traumi toracici e ferite
“Insufficienza Respiratoria”
(IR) si intende :
Per
PaO2 inferiore a 55-60 mmHg durante
respirazione in aria ambiente (oppure ad
un rapporto P/F < 300),
accompagnata o meno da una PaCO2
superiore a 45 mmHg.
COSA FARE??
 Garantire la pervietà delle vie aree
Posizionate e trasferite la persona in
posizione semiseduta
 Slacciare gli indumenti stretti
 Somministrate ossigeno
 Rivalutate costantemente le funzioni
vitali
Siete sempre pronti ad un
aggravamento della situazione verso
l’arresto respiratorio
BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA
( BPCO)
Malattia prevedibile e trattabile caratterizzata da una
limitazione al flusso aereo non completamente reversibile.
La limitazione al flusso aereo è di solito progressiva ed è
associata ad una alterazioni della risposta infiammatoria dei
polmoni all’inalazione di parcelle o gas nocivi ( fumo )
1. Bronchite cronica
2. Enfisema
Nel mondo nel 2000 l’OMS ha stimato che ci
siano state 2.8 milioni di morti per BPCO
Nel 2020 la BPCO diventerà la 3° causa di
morte
In Italia: rappresentano la 3° causa di morte.
Le BPCO rappresentano il 50-55% delle morti
per malattie dell’apparato respiratorio
BRONCHITE CRONICA:
E’ il continuo rigonfiamento e irritabilità
delle vie aeree di conduzione (bronchi o
bronchioli) e causa la produzione di muco in
eccesso (flegma).
Diagnosi: Presenza di tosse produttiva cronica o
ricorrente per la maggior parte dell’anno, per
almeno 3 mesi all’anno e per almeno 2 anni
consecutivi , non attribuibile ad altri fattori
eziologici.
• Bronchite cronica semplice: Tosse ed
espettorazione mucosa senza (persistente) ostruzione al
flusso nelle vie aeree.
• BC Ostruttiva: Tosse ed espettorazione mucosa con
persistente ostruzione al flusso nelle vie aeree.
• BCO purulenta: Tosse ed espettorazione
mucopurulenta o purulenta
ENFISEMA:
Dilatazione permanente degli spazi aerei distali
ai bronchioli terminali, con distruzioni dei setti
alveolari, in assenza di una chiara fibrosi.
Gli alveoli sono come palloncini d’area (ci vuole uno sforzo per
riempire un alveolo in condizioni normali, ma non c’è bisogno di
energia per svuotare)
In caso di enfisema, le pareti di alcuni degli alveoli sono
danneggiate, quando cio’ accade l’alveolo non si svuota da solo e
rimane sempre una quantità d’area dentro: IPERINFLAZIONE o
INTRAPPOLAMENTO D’ARIA
L’ “ostruzione” nell’enfisema è dovuta al fatto che i canali respiratori
tendono a collassare durante l’esalazione, impedendo all’individuo di
eliminare la normale quantità di aria dai polmoni.
Nel’ enfisema : L’aria
rimane intrappolata nei
polmoni, per la
distruzione del tessuto
elastico.
- La causa più comune è
il fumo, in associazione
all’inquinamento
ambientale.
CLINICA
ENFISEMA
SINTOMI:
Dispnea da sforzo
REPERTI OBIETTIVI:
• Aspetto astenico
• Tachipnea
• Torace a botte
• Base polmonari
ipomobili
• Riduzione rumor
respiratorio
• Respirazione a labbra
sottochiuse
BRONCHITE CRONICA
SINTOMI:
• Tosse produttiva
• Espettorato
abbondante
• Dispnea anche a
sforzo
REPERTI OBIETTIVI:
• Aspetto pletorico
• Edemi arti inferiori
• Cianosi
• scompenso cuore
destro
• Rumori aggiunti
all’ascoltazione
INDICAZIONI OLT:
- pO2< 55 mmHg o SAtO2aa< 88%
- pO2 tra 56 o 59 mmHg o SAtO2aa.
89%:
- scompenso destro
- problematica cardiaca
Si Ipossemia durante il sono CPAP
notturna
ASMA
Malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che determina
un aumento della risposta bronchiale, con dispnea ricorrente
(sibili espiratori) e tosse (maggiormente di notte e nelle prime
ore del mattino).
Questi episodi sono associati a bronco ostruzione generalizzata
ma variabile, spesso reversibile spontaneamente o dopo
terapia.
• Infiammazione cronica
• Bronco ostruzione reversibile
( contrazione muscolare, edema ed
ipersecrezione mucosa)
• Iper reattività bronchiale ( eccessiva
contrazione)
CLINICA
1. Episodi ricorrenti di respiro
sibilante
2. Tosse notturna
3. Tosse o respiro sibilante dopo
sforzo
4. Tosse, respiro sibilante o senso
di costrizione toracica dopo
esposizione ad allergenici o
inquinanti
5. Raffreddore
Nell’esame obiettivo: Murmure vescicolare ridotta fino
all’assenza, sibili, gemiti e fischi…..
OSSIGENOTERAPIA
“L’ossigeno dovrebbe essere considerato un
farmaco, proprio come gli altri agenti orali o
intravenosi. L’unica differenza è che viene
somministrato con un mezzo diverso.”
RICORDATE!!! è dotato di effetti terapeutici e di potenzialità
tossiche;
il fatto che non sia un composto chimico, ma un gas
naturale indispensabile alla nostra sopravvivenza, non deve
farci dimenticare che una ossigenoterapia incongrua
potrebbe produrre danni anche seri e a volte costituire un
rischio per la vita stessa del paziente.
La somministrazione di ossigeno in aggiunta
all’aria inspirata persegue sostanzialmente tre
OBIETTIVI ben precisi:
1. l’aumento della pressione parziale di
ossigeno negli alveoli polmonari
2. la diminuzione del lavoro respiratorio
necessario per mantenere una determinata
pressione di ossigeno negli alveoli,
3. la diminuzione del lavoro cardiaco necessario
per assicurare una certa pressione arteriosa di
ossigeno
SATUROMETRIA
Apparecchio che permette di misurare la quantità
di emoglobina legata nel sangue in maniera non invasiva.
Non permette di stabilire con quale gas è legata l'emoglobina, ma
solo la percentuale di emoglobina legata.
Normalmente l'emoglobina lega l'ossigeno, per cui possiamo
ottenere una stima della quantità di ossigeno presente nel sangue.
Una misurazione fisiologica della saturazione si attesta tra:
• sopra il 96%: valori normali di O2;
• tra il 95 e il 93%: lieve ipossia;
• tra il 92 e il 90% : sono indicativi di ossigenazione insufficiente ed è
consigliabile sottoporsi ad emogasanalisi (EGA);
• < 90% non sono fisiologici ed indicano una severa deficienza di
ossigeno (grave ipossia).
l valore di 100% misurato "in aria ambiente“:
-può essere sintomo di iperventilazione, che può essere dovuta, per
esempio, ad attacchi di panico.
- A volte anche valori intorno al 90% possono risultare normali: è il
caso di persone affette da broncopneumopatie croniche
ostruttive (BPCO).
LIMITAZIONI:
-Smalto
-Vasocostrizione
- ipotensione
- temperatura corporea < 35°
- movimenti della persona
INDICAZIONI ALL’OSSIGENOTERAPIA
Obiettivo specifico della somministrazione di ossigeno sono la
prevenzione e/o il trattamento dell’ipossia tessulare (poco
ossigeno disponibile per i tessuti periferici), attraverso la
correzione delle condizioni di ipossiemia (ridotto contenuto di O2
nel sangue arterioso)
INDICAZIONI: angina ed infarto, SCC ed edema polmonare,
aritmie, ostruzione parziale vie aeree, intossicazione CO2,
patologia broncopolmonare, turbe della coscienza, crisi
convulsive, depressione respiratoria da farmaci,
pneumotorace,…….
DISPOSITIVI PER LA SOMMINISTRAZIONE
CANNULA NASALE (BASSO FLUSSO)
VANTAGGI
SVANTAGI
PREUCAZIONI E
CONTRAINDICAZ
IONI
• confortevole e ben
tollerata
•poco costosa
•efficace per basse
concentrazioni di
O2
• Non c’è rirespiro
di CO2
•Può fornire una
minima pressione
positiva continua
nelle vie aeree
• Quantità di O2
non ben misurabile
• Non consente
flussi elevati
• Disidrata le
mucose
• Alti flussi non
umidificati
producono
epistassi, laringite,
otalgia, dolore
retrosternale,
broncospasmo
• Nel paziente
agitato fissare la
cannula con cerotto
•No nelle ostruzioni
nasali e nelle
deviazioni del setto
•No nella
tracheostomia
• Monouso-non
risterilizzabile
MASCHERA SEMPLICE (BASSO FLUSSO)
VANTAGGI
SVANTAGI
PREUCAZIONI
E
CONTRAINDICA
ZIONI
•poco costosa
• La misura
pediatrica può
essere usata
anche su
tracheostomia
• Non permette il
controllo della
concentrazione di
O2 erogato
(>35%, <60%)
• Sensazione di
soffocamento
• Rischio di
inalazione di
materiale
gastrico
• Rischio di
rirespiro di CO2
per bassi flussi
• Iniziare sempre
con 6 lt/min per
evitare accumulo
di CO2 all’interno
della maschera
• No nella BPCO
MASCHERE CON RESERVOIR (BASSO FLUSSO)
1) a riventilazione parziale: ricicla parzialmente l’aria espirata e
quindi anche la CO2
2) con valvola unidirezionale: consente la fuoriuscita totale
dell’aria espirata
VANTAGGI
SVANTAGI
PREUCAZIONI
E
CONTRAINDICA
ZIONI
•Consente
elevate
concentrazioni di
O2
• costosa
• poco tollerata
• Deve aderire
perfettamente al
viso del paziente
• Per alti flussi
dilatazione
gastrica e
irritazione
cutanea
•No nella BPCO
• Consigliabili
flussi >8lt/min
per evitare
accumulo di CO2
MASCHERA DI VENTURI (ALTO FLUSSO) Concepita per
essere utilizzata quando è necessario conoscere
perfettamente le concentrazioni di O2 da somministrare
VANTAGGI
SVANTAGI
PREUCAZIONI
E
CONTRAINDICA
ZIONI
•Permette di
somministrare
concentrazioni di
O2 predefinite
• Non produce
essiccamento
delle mucose
• Ottima per
impiego di lunga
durata
• Produce calore
e sen
• Non permette
concentrazioni
superiori al 60%
• costosa
•Sconsigliato
l’uso di aerosol
(possibile blocco
dell’ugello)
DISPOSITIVO
FLUSSO
O2
BASSO FLUSSO 1lt/min.
Cannula nasale 2lt/min
3lt/min
4lt/min
CONCENTRAZIO
NE
IMPIEGO
21-24%
24-28%
28-34%
31-38%
BPCO riacutizzata (2428%). - Patologie non
critiche. Insufficienza
respiratoria mista in
pazienti che non
tollerano la maschera
facciale
Maschera
semplice
5-6lt/min. 40%
6-7 lt/min 50%
7-8lt/min 60%
Traumi senza segni di
shock - patologie
internistiche
Maschera con
reservoir
610lt/min.
1015lt/min
60-80%
80-90%
Traumi - Intossicazione
da CO - shock - EPA emorragie severe
ALTO FLUSSO
Maschera
Venturi
2/min
4lt/min
6lt/min
8lt/min
10lt/min
12lt/min
15lt/min
24%
28%
31%
35%
40%
50%
60%
BPCO - altre mal.
respiratorie
BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO)
In questa malattia i centri respiratori hanno perso la sensibilità
alla CO2 e sono sensibili esclusivamente all’ipossia, per cui in
questi pazienti la somministrazione di elevati flussi di O2 può
esitare in depressione respiratoria e apnea;
l’ossigenoterapia va quindi iniziata prudentemente, con bassi
flussi (1-2lt/min) utilizzando cannule nasali o una maschera di
Venturi (concentrazione iniziale 24%).
La respirazione dei pazienti va sorvegliata di continuo e vanno
mantenuti livelli di saturazione ematica non superiori al 90%.
EDEMA POLMONARE ACUTO
Sebbene la terapia respiratoria più indicata per
questa affezione sia in molti casi la ventilazione
assistita (CPAP, IPPV), spesso per indisponibilità
delle attrezzature necessarie o per intolleranza
del paziente alla inspirazione forzata è
necessario ricorrere alla ossigenoterapia in
maschera: Maschere con reservoir, con flussi
adeguati (>8lt/min) è in grado di garantire le
massime concentrazioni inspiratorie di O2 (8090%)
INTOSSICAZIONE DA MONOSSIDO DI
CARBONIO
L’affinità di questo gas per l’emoglobina è molto
superiore a quella dell’ossigeno.
Di conseguenza in caso di intossicazione da CO
l’O2 dovrà essere somministrato ad alta
concentrazione (100% alla fonte con maschera
semplice o, meglio, maschera con reservoir di
tipo unidirezionale e flussi superiori agli
8lt/min) poiché sono queste le condizioni alle
quali l’ossigeno somministrato è in grado di
spostare l’ossido di carbonio dal suo legame con
l’emoglobina, riducendo del 75% l’emivita della
carbossiemoglobina.
GRAZIE
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